Post by OrcomenoRipeto: è un problema che ti stai creando tu. Basta spiegare loro che una
cosa è concreta se possono vederla e toccarla. Quando saranno grandi e
grossi, e avranno le tue conoscenze fisiche, potranno spaccare i capelli
in quattro e trarne tutte le conclusioni che vorranno.
Ma sei tu che stai facendo dei sofismi filosofici, ponendo delle distinzioni
(artificiose?) laddove io proporrei di non porre alcuna distinzione.
Visto che si fa un gran parlare di cultura scientifica e cultura umanistica,
ne approfitto per fare presente che in quella "frattura" che si è prodotta
fra il XVI e il XVII secolo la cultura umanistica non ha perso solo il
contatto con la "scienza".
Anzi, come osservavo in un altro post, se ora la cultura umanistica comincia
a fare i salti mortali per dimostrarsi "scientificamente aggiornata" non fa
altro che rendersi ridicola, perché tende ad riprodurre dei luoghi comuni
della scienza che trasformano quella che dovrebbe essere una riflessione
critica sulla realtà in una liturgia sclerotizzata.
L'aspetto più preoccupante di quella divisione è che la cultura umanistica
ha perso la capacità di concepire in modo radicale ogni prodotto della
cultura come una tappa provvisoria di un processo di ricerca critica.
Ad esempio spesso la cultura umanistica sembra ignorare completamente il
fatto scontato che *ogni* giudizio che in una certa epoca appare "evidente"
e viene considerato patrimonio del "senso comune", o del "buon senso
dell'uomo della strada che non è stato contaminato dalle astruserie della
scienza e dalla filosofia", ebbene ogni giudizio che gode di questo status
di universalità in qualche epoca precedente è stato "inventato" come "teoria
azzardata" o addirittura come "eresia", procurando spesso non pochi problemi
al suo "inventore".
Non voglio tediarti con i soliti esempi della Terra piatta e della Terra
sferica, della Terra che gira attorno al Sole o del Sole che gira attorno
alla Terra. Per fare degli esempi più pregnanti e meno banali dovremmo
allargare il discorso molto al di là dei limiti posti dal manifesto di
questo paziente gruppo. Comunque, tanto per fissare qualche riferimento,
basterà osservare che oggi appartiene al "senso comune" il fatto che un
sasso sia diverso dalla luce perché il sasso è costituito da qualche
"sostanza materiale". E d'altra parte se qualcuno chiedesse che cosa sia la
"sostanza" verrebbe considerato un sofista piantagrane, poiché è "evidente"
a tutti, anche al famoso uomo della strada, che cosa sia una "sostanza".
Tuttavia la "sostanza" così come la concepiamo tutti noi e pure l'uomo della
strada è una "invenzione" della metafisica greca, è un concetto che assume
un senso nel sistema filosofico di Aristotele.
Glielo dite ai bambini che il concetto di "sostanza" è equivalente a quello
di "essenza necessaria"? Se non glielo dite fate male, perché esistono anche
altri modi di concepire la realtà che ci circonda, diversi da quello
metafisico-ontologico che abbiamo ereditato dalla tradizione filosofica
occidentale. Ad esempio la distinzione fra "spirito" e "materia", alla quale
noi veniamo educati fin da piccoli e ci pare assolutamente "evidente"
(tant'è che siamo pronti a dare del rompiballe a chi arriva a cavillare con
i suoi filosofemi), è uno sciagurato prodotto della peggiore metafisica ed è
uno specifico prodotto di una determinata cultura ben definita storicamente
e geograficamente.
Quando tu dici che certe cose sono "evidenti" e chi le mette in discussione
sta semplicemente cavillando, stai inchiodando il pensiero alla croce di
qualche cultura che imponi come punto di riferimento in quanto assolutamente
"naturale".
Insomma, se dici che la "sostanza" è una cosa "evidente" e tutto il resto
sono le solite stramberie dei filosofi moderni, stai dicendo che la cultura
in cui si muove Aristotele, tramandata a noi attraverso il medioevo
cristiano, era in qualche modo a contatto con la Verità, quella Verità che
la Natura pone in ogni spirito e che ogni spirito conosce fino a quando non
viene rovinata dal nihilismo o da qualche altra diaveleria moderna.
Detentore di quella Verità sarebbe il Popolo (la ggènte), che vive le cose
senza la mediazione delle astruserie degli intellettuali, e conosce la
Natura per quello che è.
Si tratta di un atteggiamento che ha tutti i limiti di quello che gli
antropologi chiamano "etnocentrismo": "noi" siamo quelli "normali",
dopodiché in giro per il mondo ci sono un sacco di curiose "stranezze",
che - in quanto tali - possono anche essere studiate con un certo interesse.
Già Erodoto si era reso conto che in questo atteggiamento c'era qualcosa che
non andava. Quando egli scopre che i Galati si cibano del corpo dei loro
defunti, il Greco che è in lui inorridisce. Ma poi si rende conto - ed è la
prima volta che accade nella cultura occidentale - che probabilmente i
Galati sarebbero inorriditi dagli usi dei Greci, i quali bruciano i corpi
dei cadaveri e poi ne disperdono le ceneri.
Come vedi il problema della cultura umanistica non è quello di non conoscere
le equazioni di Dirac, ma è quello di non aver letto Erodoto.
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Ciao,
D.
«L'uomo ha raccolto tutta la saggezza dei suoi predecessori,
e guardate quanto è stupido.» Elias Canetti