Antonio Bruno
2003-06-27 09:36:47 UTC
Parlare di scetticismo agli scettici non è certo facile come bere un
bicchier d'acqua. Non è un' esperienza che consiglierei ad un amico, anzi
direi che è un' esperienza sgradevole, di quelle che amareggiano coloro che
l'ascoltano o ne hanno diretta esperienza. E l'amaro che lasciano è dato
dalla constatazione dei limiti immensi che possiede l'obiettività umana per
lusingare il proprio ego, ego che si nutre anche di quella sorta di droga
che è l'autocompiacimento di voler "dimostrare" agli altri di aver ragione.
Anche quando si ha torto marcio.
Lo scettico è un animale selvaggio: per lui vale la legge della
sopravvivenza o, per dirla in una versione più classicheggiante, quella che
recita "Mors tua, vita mea". Lo scettico è un cinico ed il suo cinismo fa
parte delle strategie di caccia nella giungla di quel mondo di ingenui in
cui egli è convinto di essere capitato per un dannato capriccio del suo
deificato *caso*. Ma, fin qui, nulla di veramente biasimevole. Lo scettico
ha diritto di essere quello che è e come è; ne ha pieno diritto proprio come
il credente può spingersi fino alle più penose vette della creduloneria.
I problemi cominciano a nascere quando lo scetticismo usa."armi non
consentite", come ad esempio, la somma menzogna che un essere umano può
esercitare verso il prossimo: l'ipocrisia.
Quando lo scettico diventa un ipocrita, ci troviamo di fronte ad un
individuo fondamentalmente debole, inconsciamente infelice e che ha bisogno,
forse, di convincere sé stesso prima degli altri ma, ciononostante, una
persona che ama la verità questo *non può tollerarlo*. Per diventare
scettici ipocriti non basta un semplice esercizio di scetticismo. Come per
ogni cosa, esistono dei livelli, delle gradazioni. Lo scettico "istintivo",
di norma, è abbastanza rozzo e si accontenta di sorridere (o sghignazzare)
delle idee del prossimo che ritiene "credulone" completando questa sorta di
ululato selvaggio col rituale della denigrazione ad personam e dello
sbeffeggiamento individuale.
Lo scettico ipocrita, invece, agirà in modo sensibilmente più raffinato.
Lo scettico ipocrita sarà un erudito o, comunque, farà ben attenzione di
apparire al pubblico a cui si rivolge come una persona che ha una certa aura
di cultura, scienza o abilità tecnica. Per far ciò, per giungere cioè a
soddisfare i fini ultimi del suo scetticismo, il nostro soggetto potrà
raggiungere livelli anche molto apprezzabili di una o più determinate
capacità e sarà sua buona cura "esporla" il più possibile all'esterno.
Una volta che lo scettico ipocrita avrà sufficientemente rivestito la sua
immagine (virtuale o massmediale) di queste credenziali potrei dire
"deontologiche" e "demagogiche", scatterà il perverso meccanismo che lo
porterà, di fatto, ad essere un bugiardo, un millantatore della verità.
Questo scettico ipocrita, allora, si impegnerà con cura ad operare ricerche
e studi anche di grande meticolosità, inappuntabili dal punto di vista
tecnico e se il suo scetticismo dovrà impegnarsi a dimostrare che non
esistono fatti misteriosi che la scienza o il suo concetto di razionalità
non possano spiegare, sarà molto abile a gettare negli occhi del suo
pubblico più credulone (qui lo scettico ipocrita diventa anche opportunista
in quanto si serve, in questo caso, della suggestionabilità dei più
semplici) tutto il fumo di un procedere che sembrerebbe inappuntabile.
Ecco, allora, che i casi "misteriosi" abilmente smontati dal nostro scettico
ipocrita si susseguiranno uno dopo l'altro con un ritmo proporzionale alla
fede che egli ha nella missione di lusingare quell'ego di cui parlavo prima.
Lo scettico sottintende abilmente che questo suo lavoro dimostra che il
mistero non esiste, ma, attenzione: ho detto "sottintende" perché lo
scettico ipocrita *non dirà mai qualcosa del genere a viso aperto* o
pacchianamente come si vede spesso fare da certi scettici grossolani.Anzi!
Lo scettico ipocrita, se interrogato esplicitamente e messo alle strette,
affermerà che sì, il mistero esiste, ma.da qualche parte perché, lui, non lo
ha mai visto ed è sempre riuscito a dimostrare che ogni presunto mistero si
può smontare!.
Peccato che il nostro scettico ipocrita non sia capace di ammettere, per la
natura stessa della sua ipocrisia, che cercare fragole in un campo di
cavolfiori non potrà mai avere che un solo, scontato esito!
Questa strategia dello scetticismo è del resto piuttosto diffusa e noi la
possiamo ritrovare in certi comitati od organismi che, con il pretesto di
fare piazza pulita della superstizione e delle truffe, esercitano solo l'
arrogarsi di un diritto che non hanno: la manipolazione della verità. Tali
comitati di scettici ipocriti, non fanno altro, in definitiva, che scavare
nel torbido per.intorbidire tutto, compreso ciò che non sono in grado di
dimostrare che è torbido.
E' come se un ispettore di polizia o un sociologo impegnati nella ricerca
dei criminali più astuti si servissero dei loro successi e dei loro
risultati per dimostrare che siamo tutti criminali.
Lo scettico ipocrita è di norma forbito ed educato nel parlare ma non
pretendete anche che ammetta i suoi limiti! Se lo faceste, voi vi trovereste
di fronte a questa peculiarissima strategia: prima lo scettico ipocrita
ammetterebbe candidamente che lui non può certo sapere tutto e che, di
sicuro, qualcosa gli sarà sfuggito, ma poi, di fatto, vi metterebbe con cura
di fronte alle sue meticolose ricerche, studi e "prove" che lui, fragole,
non ne ha mai trovate!
E il fatto che si siano cercati solo campi di cavolfiori, lamponi, rape,
pomodori, patate MA NON DI FRAGOLE diventerà assolutamente inamissibile, non
ammesso e non considerato!
Ma, dirà qualcuno, come si può essere certi che il nostro scettico non abbia
anche cercato questi benedetti campi di fragole senza mai trovarli?
Statistica. Approfondimento. Informazione.
Per semplice e pura *statistica*, nell'ambito degli eventi cosiddetti
"misteriosi" o paranormali (ufologia compresa) esiste una pur piccola
percentuale di essi che non è stato possibile spiegare. Il fatto che il
nostro scettico non ne accenni mai dimostra che il suo impegno è a SENSO
UNICO.
Per mezzo di obiettivo *approfondimento*, si vedrà che, prima del nostro
scettico, una quantità rilevante di uomini di scienza e di ricerca hanno
dovuto arrendersi di fronte all'inesplicabilità di certi eventi; allora non
potremo non porgli l'interrogativo di come mai il nostro scettico non ne
abbia mai fatto accenno. Ma non un accenno formale, generico, da contentino
per i creduloni! Un accenno reale, circostanziato, che dimostri che,
davvero, egli ha operato ricerche degne del massimo rispetto! Non
aspettiamoci risposte sincere, però: egli, com'è abituato a fare, glisserà,
svicolerà, e cercherà di distrarvi con altre argomentazioni e SUE ricerche.
Ma, forse, il nostro scettico ha agito sempre.bendato, senza avvedersene,
dal suo stesso pregiudizio. Un pregiudizio che è una maledetta malattia
della mente raziocinante e che subdolamente, come un cancro, poneva delle
barriere insormontabili alla vera ed utile *informazione* indispensabile per
cercare di definire una verità così sfuggente quale quella dei fenomeni
paranormali e dell'ufologia.
UN VERO RICERCATORE NON PUO' IGNORARE CIO' CHE LA STATISTICA E L'
APPROFONDIMENTO PONGONO DI FRONTE AD ESSO e questo è valido in ENTRAMBI I
SENSI. Molti casi si possono smontare, dimostrare misteri inconsistenti, ma
gli altri, quelli a cui nessuno è stato in grado di dare soddisfacenti
spiegazioni, chi li cita, chi li ricorda, per quale ragione dovrebbero
dipendere, perché abbiano riconoscimento di consistenza, dai primi?
Non chiedetelo allo scettico ipocrita: egli vi risponderebbe solo con un'
altra SUA ricerca. C'erano "ricerche scientifiche" anche per applicazioni
ben più drammatiche di questa che si sono fatte servitrici di ideologie
perverse. Penso al razzismo ed a quegli scienziati che cercavano di
dimostrare l' inferiorità di una determinata razza mostrando alla gente
alcuni individui malati o delinquenti. Ma non voglio divagare troppo.
L' unica conclusione a cui mi sento di arrivare, al termine di questa mia
lunga dissertazione, è che lo scettico ipocrita è un pessimo servitore della
verità perché le pone davanti unicamente i pericoli che si possono
incontrare in molti percorsi al fine di farle imboccare forzatamente la
strada di casa propria.
bicchier d'acqua. Non è un' esperienza che consiglierei ad un amico, anzi
direi che è un' esperienza sgradevole, di quelle che amareggiano coloro che
l'ascoltano o ne hanno diretta esperienza. E l'amaro che lasciano è dato
dalla constatazione dei limiti immensi che possiede l'obiettività umana per
lusingare il proprio ego, ego che si nutre anche di quella sorta di droga
che è l'autocompiacimento di voler "dimostrare" agli altri di aver ragione.
Anche quando si ha torto marcio.
Lo scettico è un animale selvaggio: per lui vale la legge della
sopravvivenza o, per dirla in una versione più classicheggiante, quella che
recita "Mors tua, vita mea". Lo scettico è un cinico ed il suo cinismo fa
parte delle strategie di caccia nella giungla di quel mondo di ingenui in
cui egli è convinto di essere capitato per un dannato capriccio del suo
deificato *caso*. Ma, fin qui, nulla di veramente biasimevole. Lo scettico
ha diritto di essere quello che è e come è; ne ha pieno diritto proprio come
il credente può spingersi fino alle più penose vette della creduloneria.
I problemi cominciano a nascere quando lo scetticismo usa."armi non
consentite", come ad esempio, la somma menzogna che un essere umano può
esercitare verso il prossimo: l'ipocrisia.
Quando lo scettico diventa un ipocrita, ci troviamo di fronte ad un
individuo fondamentalmente debole, inconsciamente infelice e che ha bisogno,
forse, di convincere sé stesso prima degli altri ma, ciononostante, una
persona che ama la verità questo *non può tollerarlo*. Per diventare
scettici ipocriti non basta un semplice esercizio di scetticismo. Come per
ogni cosa, esistono dei livelli, delle gradazioni. Lo scettico "istintivo",
di norma, è abbastanza rozzo e si accontenta di sorridere (o sghignazzare)
delle idee del prossimo che ritiene "credulone" completando questa sorta di
ululato selvaggio col rituale della denigrazione ad personam e dello
sbeffeggiamento individuale.
Lo scettico ipocrita, invece, agirà in modo sensibilmente più raffinato.
Lo scettico ipocrita sarà un erudito o, comunque, farà ben attenzione di
apparire al pubblico a cui si rivolge come una persona che ha una certa aura
di cultura, scienza o abilità tecnica. Per far ciò, per giungere cioè a
soddisfare i fini ultimi del suo scetticismo, il nostro soggetto potrà
raggiungere livelli anche molto apprezzabili di una o più determinate
capacità e sarà sua buona cura "esporla" il più possibile all'esterno.
Una volta che lo scettico ipocrita avrà sufficientemente rivestito la sua
immagine (virtuale o massmediale) di queste credenziali potrei dire
"deontologiche" e "demagogiche", scatterà il perverso meccanismo che lo
porterà, di fatto, ad essere un bugiardo, un millantatore della verità.
Questo scettico ipocrita, allora, si impegnerà con cura ad operare ricerche
e studi anche di grande meticolosità, inappuntabili dal punto di vista
tecnico e se il suo scetticismo dovrà impegnarsi a dimostrare che non
esistono fatti misteriosi che la scienza o il suo concetto di razionalità
non possano spiegare, sarà molto abile a gettare negli occhi del suo
pubblico più credulone (qui lo scettico ipocrita diventa anche opportunista
in quanto si serve, in questo caso, della suggestionabilità dei più
semplici) tutto il fumo di un procedere che sembrerebbe inappuntabile.
Ecco, allora, che i casi "misteriosi" abilmente smontati dal nostro scettico
ipocrita si susseguiranno uno dopo l'altro con un ritmo proporzionale alla
fede che egli ha nella missione di lusingare quell'ego di cui parlavo prima.
Lo scettico sottintende abilmente che questo suo lavoro dimostra che il
mistero non esiste, ma, attenzione: ho detto "sottintende" perché lo
scettico ipocrita *non dirà mai qualcosa del genere a viso aperto* o
pacchianamente come si vede spesso fare da certi scettici grossolani.Anzi!
Lo scettico ipocrita, se interrogato esplicitamente e messo alle strette,
affermerà che sì, il mistero esiste, ma.da qualche parte perché, lui, non lo
ha mai visto ed è sempre riuscito a dimostrare che ogni presunto mistero si
può smontare!.
Peccato che il nostro scettico ipocrita non sia capace di ammettere, per la
natura stessa della sua ipocrisia, che cercare fragole in un campo di
cavolfiori non potrà mai avere che un solo, scontato esito!
Questa strategia dello scetticismo è del resto piuttosto diffusa e noi la
possiamo ritrovare in certi comitati od organismi che, con il pretesto di
fare piazza pulita della superstizione e delle truffe, esercitano solo l'
arrogarsi di un diritto che non hanno: la manipolazione della verità. Tali
comitati di scettici ipocriti, non fanno altro, in definitiva, che scavare
nel torbido per.intorbidire tutto, compreso ciò che non sono in grado di
dimostrare che è torbido.
E' come se un ispettore di polizia o un sociologo impegnati nella ricerca
dei criminali più astuti si servissero dei loro successi e dei loro
risultati per dimostrare che siamo tutti criminali.
Lo scettico ipocrita è di norma forbito ed educato nel parlare ma non
pretendete anche che ammetta i suoi limiti! Se lo faceste, voi vi trovereste
di fronte a questa peculiarissima strategia: prima lo scettico ipocrita
ammetterebbe candidamente che lui non può certo sapere tutto e che, di
sicuro, qualcosa gli sarà sfuggito, ma poi, di fatto, vi metterebbe con cura
di fronte alle sue meticolose ricerche, studi e "prove" che lui, fragole,
non ne ha mai trovate!
E il fatto che si siano cercati solo campi di cavolfiori, lamponi, rape,
pomodori, patate MA NON DI FRAGOLE diventerà assolutamente inamissibile, non
ammesso e non considerato!
Ma, dirà qualcuno, come si può essere certi che il nostro scettico non abbia
anche cercato questi benedetti campi di fragole senza mai trovarli?
Statistica. Approfondimento. Informazione.
Per semplice e pura *statistica*, nell'ambito degli eventi cosiddetti
"misteriosi" o paranormali (ufologia compresa) esiste una pur piccola
percentuale di essi che non è stato possibile spiegare. Il fatto che il
nostro scettico non ne accenni mai dimostra che il suo impegno è a SENSO
UNICO.
Per mezzo di obiettivo *approfondimento*, si vedrà che, prima del nostro
scettico, una quantità rilevante di uomini di scienza e di ricerca hanno
dovuto arrendersi di fronte all'inesplicabilità di certi eventi; allora non
potremo non porgli l'interrogativo di come mai il nostro scettico non ne
abbia mai fatto accenno. Ma non un accenno formale, generico, da contentino
per i creduloni! Un accenno reale, circostanziato, che dimostri che,
davvero, egli ha operato ricerche degne del massimo rispetto! Non
aspettiamoci risposte sincere, però: egli, com'è abituato a fare, glisserà,
svicolerà, e cercherà di distrarvi con altre argomentazioni e SUE ricerche.
Ma, forse, il nostro scettico ha agito sempre.bendato, senza avvedersene,
dal suo stesso pregiudizio. Un pregiudizio che è una maledetta malattia
della mente raziocinante e che subdolamente, come un cancro, poneva delle
barriere insormontabili alla vera ed utile *informazione* indispensabile per
cercare di definire una verità così sfuggente quale quella dei fenomeni
paranormali e dell'ufologia.
UN VERO RICERCATORE NON PUO' IGNORARE CIO' CHE LA STATISTICA E L'
APPROFONDIMENTO PONGONO DI FRONTE AD ESSO e questo è valido in ENTRAMBI I
SENSI. Molti casi si possono smontare, dimostrare misteri inconsistenti, ma
gli altri, quelli a cui nessuno è stato in grado di dare soddisfacenti
spiegazioni, chi li cita, chi li ricorda, per quale ragione dovrebbero
dipendere, perché abbiano riconoscimento di consistenza, dai primi?
Non chiedetelo allo scettico ipocrita: egli vi risponderebbe solo con un'
altra SUA ricerca. C'erano "ricerche scientifiche" anche per applicazioni
ben più drammatiche di questa che si sono fatte servitrici di ideologie
perverse. Penso al razzismo ed a quegli scienziati che cercavano di
dimostrare l' inferiorità di una determinata razza mostrando alla gente
alcuni individui malati o delinquenti. Ma non voglio divagare troppo.
L' unica conclusione a cui mi sento di arrivare, al termine di questa mia
lunga dissertazione, è che lo scettico ipocrita è un pessimo servitore della
verità perché le pone davanti unicamente i pericoli che si possono
incontrare in molti percorsi al fine di farle imboccare forzatamente la
strada di casa propria.
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http://communities.msn.it/LaricercadelGraal
http://www.edicolaweb.net/edicola.htm
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"Chiunque si accinga a eleggere se stesso come giudice del vero e della
conoscenza è affondato dalla risata degli Dei" (A. Einstein)
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