Beppe
2021-07-19 13:03:12 UTC
Visto che c'è qualcuno nel newsgroup che continua a blaterare cagate sui
vaccini e la loro non effciacia, andiamo a prendere i numeri da
worldometer (che a sua volta prende le dichiarazioni dei singoli stati).
L'ondata di infezioni da SARS-CoV-2 dell'autunno-inverno 2020 (quindi in
epoca pre-vaccino) inizia attorno al 15 settembre. Da quel giorno fino
al 12 novembre ci sono 914.379 casi accertati di infezione in UK, con
9.273 morti (sempre in quel periodo, dati Worldometer).
L'ondata di infezioni della primavera-estate 2021 (quindi in epoca
post-vaccino) inizia attorno al 1 giugno. Da quel giorno fino al 17
luglio (ieri) ci sono 902.552 casi accertati di infezione in UK, con 860
morti (sempre dati Worldometer).
La letalità calcolata dell'infezione (case fatality rate, CFR)
nell'autunno-inverno 2020 è 1.014% -- un valore consistente con altri
calcoli della letalità di COVID, e capace, in termini di morbilità, di
mettere in ginocchio il servizio sanitario nazionale (quindi
"costringendo" a fare i lockdowns).
Invece la letalità calcolata dell'infezione nella primavera-estate 2021
è al momento 0.095%, circa 11 volte più bassa (e questo nonostante la
variante Delta!). Si tratta di un valore simile a quello dell'influenza
stagionale (che non ha mai suggerito di imporre lockdowns).
[Negli stessi periodi in Russia, dove la percentuale di persone
vaccinate è molto minore, la letalità calcolata dell'infezione è del
1.69% (autunno/inverno 2020) e del 3.03% (primavera/estate 2021); anche
se la differenza è probabilmente un artefatto del carry-over di casi
dell'autunno-inverno nella primavera, la differenza con UK rimane
impressionante.]
Conclusioni: i dati attuali di UK indicano che i vaccini hanno "ridotto"
la letalità di COVID a livelli "influenzali", per i quali storicamente
non si sono usate mai misure restrittive.
Se siete arrivati fino qui bene, diamo anche i Credits a Guido
Silvestri, che è l'autore del post.
Chi è Giudo Silvestri? L'amico mio quello grasso ma tarmente grasso...
scherzo è uno che ne sa.
vaccini e la loro non effciacia, andiamo a prendere i numeri da
worldometer (che a sua volta prende le dichiarazioni dei singoli stati).
L'ondata di infezioni da SARS-CoV-2 dell'autunno-inverno 2020 (quindi in
epoca pre-vaccino) inizia attorno al 15 settembre. Da quel giorno fino
al 12 novembre ci sono 914.379 casi accertati di infezione in UK, con
9.273 morti (sempre in quel periodo, dati Worldometer).
L'ondata di infezioni della primavera-estate 2021 (quindi in epoca
post-vaccino) inizia attorno al 1 giugno. Da quel giorno fino al 17
luglio (ieri) ci sono 902.552 casi accertati di infezione in UK, con 860
morti (sempre dati Worldometer).
La letalità calcolata dell'infezione (case fatality rate, CFR)
nell'autunno-inverno 2020 è 1.014% -- un valore consistente con altri
calcoli della letalità di COVID, e capace, in termini di morbilità, di
mettere in ginocchio il servizio sanitario nazionale (quindi
"costringendo" a fare i lockdowns).
Invece la letalità calcolata dell'infezione nella primavera-estate 2021
è al momento 0.095%, circa 11 volte più bassa (e questo nonostante la
variante Delta!). Si tratta di un valore simile a quello dell'influenza
stagionale (che non ha mai suggerito di imporre lockdowns).
[Negli stessi periodi in Russia, dove la percentuale di persone
vaccinate è molto minore, la letalità calcolata dell'infezione è del
1.69% (autunno/inverno 2020) e del 3.03% (primavera/estate 2021); anche
se la differenza è probabilmente un artefatto del carry-over di casi
dell'autunno-inverno nella primavera, la differenza con UK rimane
impressionante.]
Conclusioni: i dati attuali di UK indicano che i vaccini hanno "ridotto"
la letalità di COVID a livelli "influenzali", per i quali storicamente
non si sono usate mai misure restrittive.
Se siete arrivati fino qui bene, diamo anche i Credits a Guido
Silvestri, che è l'autore del post.
Chi è Giudo Silvestri? L'amico mio quello grasso ma tarmente grasso...
scherzo è uno che ne sa.