On Wed, 25 Apr 2012 11:36:46 +1000, Luca Morandini
Post by Luca MorandiniDi sicuro nulla di decisivo, nemmeno di preoccupante, ma un contributo non
disprezzabile.
E' interessante la scelta di termini, perché "preoccupante da subito"
fu invece l'azione partigiana italiana secondo il generale
(Obergruppenführer) Karl Wolff, capo supremo delle SS e capo di
polizia nel Nord Italia durante l'occupazione tedesca.
Secondo le memorie del feldmaresciallo Kesselring, invece la stessa
azione diventò "realmente molesta" solo nell'aprile '44, quando le
bande partigiane iniziarono ad agire anche negli Appennini.
Giorgio Bocca, nel suo libro "Storia dell'Italia partigiana" da cui
traggo le due citazioni di cui sopra ritiene "insincero" Kesselring
nelle sue memorie, sulla base di alcuni carteggi di questi con
Graziani sulla lotta partigiana risalenti al Gennaio '44, e sulla base
del fatto che già nei rastrellamenti antipartigiani del'inverno '43/44
in Alta Italia era stato impiegato l'equivalente di tre divisioni
tedesche.
Io mi domando se invece questa differenza d'opinione tra i due alti
ufficiali tedeschi non rispecchi semplicemente la differenza di
funzione e quindi di prospettiva tra i due: più poliziesca e quindi
più "politico-sociale" quella di Wolff, più direttamente e puramente
militare quella di Kesselring.
Ma comunque sia, secondo l'autore citato del quale mi valgo per questo
breve riassunto, l'azione partigiana, sin dai primissimi esordi ha
anche un aspetto direttamente militare di attacco di attacco alla
logistica tedesca: attacco ai convogli, ponti fatti saltare, sabotaggo
trasporti e binari, danni alle comunicazioni, etc.
Si tratta di azioni la cui importanza numerica cresce senza soste,
Bocca cita rapporti sempre più preoccupati dello stato maggiore
dell'esercito di Salò in cui si legge testualmente (15 Giugno '44)
<<La situazione è sempre andata aggravandosi e va peggiorando di
giorno in giorno [...] totale complessivo dei ribelli 82.000 con un
aumento di 27.000 rispetto alla situazione precedente [...] da 1942
azioni ribellistiche, si passa a 2035 nel mese di Maggio e 2200 nella
prima metà del mese di Giugno...>>
E' anche del tutto falso per inciso, che la guerra antipartigiana sia
stata fatta solo dalle milizie fasciste.
Al contrario, le prime massicce operazioni antipartigiane di cui ho
parlato sono operate solo dai tedeschi, ed anche un nuovo ciclo di
operazioni del genere che si svolge nella primavera '44 in Emilia,
Liguria e Piemonte vede impegnate sostanzialmente forze tedesche, con
un ridottissimo apporto italiano
Per esempio nel susseguirsi delle battaglie che si svolgono da Marzo a
Maggio in Val d'Aosta, nelle valli di Casotto, Lanzo, Varaita,
Cuneese, Pellice, Chisone, Sesia, e nell'Appenino ligure-piemontese
della zona di Serravalle, vengono impegnate due divisioni SS, una di
Alpenjager e reparti ucraini e mongoli dell'armata Vlasov (il
cosidetto Esercito di Liberazione Russo filonazista comandato dal
generale ex.sovietico Andrey Vlasov), mentre l'apporto fascista a
queste operazioni si limita a un battaglione bersaglieri in val
Casotto, e qualche compagnia della Muti nella zona del Monte Rosa.
Decine di migliaia di militari tedeschi impiegati contro una forza
partigiana di solitamente poche centinaia di uomini per valle, e i
risultati non sono esaltanti per loro: se in alcune valli come a
Varaita la Resistenza è quasi spazzata via, in altre come nel cuneese
e in val di Maira, a fine rastrellamento i partigiani contano solo due
morti, un ferito e la perdita di qualche quintale di grano.
Perché si cominci a vedere una certa presenza fascista - sempre di
gran lunga inferiore a quella tedesca, però -- nelle operazioni
antipartigiane, bisogna aspettare l'estate 1944, con il rientro delle
quattro divisioni di Salò addestrate in Germania: la San Marco, fanti
di marina a Luglio, la Monterosa di alpini e la Littorio di fanteria
ad Agosto, l'Italia, di bersaglieri, addirittura a Dicembre.
Di queste forze, discretamente equipaggiate ed armate, ma non molto
motivate, e spesso soggette a diserzioni e addirittura in alcuni casi
al passaggio in massa ai partigiani, l'impiego sarà il seguente: su
40.000 soldati 3.000 partecipano ai combattimenti sulla linea Gotica,
20.000 ad azioni antipartigiane, il resto in funzione di presidio sul
confine occidentale e la costa ligure.
In tutte le grosse battaglie dell' Agosto 44, che in alcuni casi
cominciano a somigliare più a guerra guerreggiata che non a guerriglia
tradizionale -- vedi la battaglia di valle Stura in cui i partigiani
intervengono su richiesta del comando alleato per rallentare la 90a
divisione panzergrenadieren diretta a rafforzare la 157a Alpina che
deve tenere la posizione contro i i gollisti e gli americani che
stanno premendo di là dalle Alpi. Seicento uomini, trenta ufficiali,
venticinque sottufficiali, una cinquantina di mitragliatrici e dieci
mortai che al comando di un Nuto Revelli che rifiuta sprezzantemente
la proposta tedesca di non toccare i partigiani se li lasciano
passare, e che a prezzo di perdite terribili riescono a rallentare di
una settimana l'avanzata di una divisione di granatieri corazzati
tedesca, per poi espatriare in Francia e ricongiungersi agli
alleati... -- di tutte le grosse battaglia d'Agosto, dicevo, solo
quella di Val Trebbia vede impegnati contro i partigiani, e con scarso
successo, un numero maggiore di militari di Salò, circa 8000, rispetto
ai tedeschi.
In totale, nelle battaglie dell'Agosto '44 le forze della Resistenza
nella zona alpina impegnano e contrastano con un certo successo OTTO
divisioni tedesche, di cui 4 in Piemonte, 2 nel Cuneese, 1 in val
Chisone, 1 in val Susa, più un raggruppamento tattico tedesco di 6000
uomini in val d'Aosta. Le truppe di Salò che affiancano i tedeschi
sono costituite da 4 battaglioni Xa MAS, 2 di SS italiane, 3
battaglioni della Monterosa, 2 della Littorio, più diecimila uomini
circa tra Brigate Nere e GNR.
Ci sarebbe ancora molto da dire, sino all'aprile 45 e per il resto
d'Italia. Del resto, all'azione di diretto scontro militare e attacco
alla logistica tedesca in Alta Italia sino all'Agosto 44 di cui mi
sono occupato qui si affiancano le numerose insurrezioni cittadine, la
guerriglia nelle pianure, i GAP, i SAP, gli scioperi eccetera, tutte
azioni non certo prive di conseguenze belliche, ma per ora sospendo
causa stanchezza, credo di aver già mostrato come il valore militare
della Resistenza Italiana (inferiore per numero in Europa solo a
quella Jugoslava per inciso) non sia stato certo puramente "di
parata".
Saluti da Bhisma
--
...e il pensier libero, è la mia fé!