Marco V.
2006-03-21 16:30:51 UTC
Tempo fa, su questo ng [http://snipurl.com/lpmo] , vi avevo sottoposto il
problema rilevabile in un passaggio della "Risposta" di Anselmo a Gaunilone.
Avevo addirittura proposto un "emendamento", che poi avevo reperito sul sito
web della Biblioteca Augustana:
http://www.fh-augsburg.de/~harsch/Chronologia/Lspost11/Anselmus/ans_pror.html
Bene, la questione - e qui mi rivolgo principalmente a Schlemihl e
Selandros, e poi anche al Signor K. - ha avuto una conclusione interessante.
Ve la espongo:
- Il testo latino consultabile alla pagina linkata sopra, come già
Schlemihl ci aveva anticipato, *non* è quello incluso nella edizione critica
curata da Corbin. Me lo ha gentilmente confermato direttamente l'autore di
quella "versio electronica", il Prof. Ulrich Harsch. Questi, invece, ha
usato come fonte (ha poi, nella pagina web, citato l'edizione francese per
ragioni di "copyright"; edizione francese che non aveva minimamente
consultato; ma direi che, per gratitudine verso la sua gentilezza, possiamo
astenerci dal fare commenti sulla discutibilità della sua prassi) un saggio,
con testo a fronte, pubblicato da un professore universitario tedesco, tale
Burkhard Mojsisch:
<<"Kann Gottes Nicht-Sein gedacht werden?
Die Kontroverse zwischen Anselm von Canterbury und Gaunilo von Marmoutiers."
Lateinisch - Deutsch.
Herausgegeben von Burkhard Mojsisch.
Excerpta Classica IV
Dieterich'sche Verlagsbuchhandlung
Mainz 1989
ISBN 3-87162-019-X>>
- Ho poi contattato il Prof. Mojsisch. Avevo oramai abbandonato la speranza
che mi rispondesse, quando mi è giunta una sua mail. Mi ha innanzitutto
confermato che l'"emendamento" è stato da lui effettuato su una base
*puramente logica*, dunque senza alcuna considerazione di tipo
filologico-paleografico (ma ha precisato che sarebbe interessante un
controllo approfondito dei manoscritti).
L'argomentazione sulla quale ha fondato quell'"emendamento" è identica a
quella che vi avevo autonomamente presentato (e ciò, mi ha detto, lo ha
"rallegrato molto"). Egli - ha poi detto - ritiene che senza
quell'"emendamento", l'intelligibilità del testo, e dunque la sua coerenza
logica, sia irrimediabilmente compromessa.
In più ha aggiunto una cosa che ci era sfuggita. Subito dopo quel passaggio,
il testo stabilito dallo Schmitt recita: "Sic igitur et proprium est deo non
posse cogitari non esse, et tamen multa non possunt cogitari, quamdiu sunt,
non esse". Ebbene, come è possibile verificare sul sito della Biblioteca
Augustana, Mojsisch ha introdotto una *seconda* "correzione" del testo. La
seguente:
"Sic igitur et proprium est deo non posse cogitari non esse, et tamen multa
_sunt, quae_ possunt cogitari, quamdiu sunt, non esse". Cioè, mentre nella
versione dello Schmitt, Anselmo dice che il non-poter-essere-pensato-non-
-esistente è proprio di Dio (appartiene cioè alla sua essenza), e tuttavia
("tamen") molte cose non possono, mentre esistono, essere pensate non
esistenti - nella versione di Mojsisch, Anselmo dice che Dio ha quella
proprietà, e tuttavia esistono ("sunt") molte cose che hanno la proprietà di
poter essere pensate, mentre esistono, non esistenti.
Ho molti dubbi sulla legittimità, e sulla tenuta (in base al contesto), di
questa seconda "correzione" - dubbi che non ho esitato a manifestargli. Il
professore non mi ha ancora risposto e non so se lo farà. Mi ha comunque
rimandato, dopo avermi indicato la seconda "correzione", all'apparato
critico della edizione curata dallo Schmitt. Ma non ho capito bene perché,
né ho sottomano quella edizione per tentare di capirlo.
Questo però riguarda già un aspetto secondario della questione. Quello che
ci interessa è di aver finalmente appurato la fonte, e la natura, di quel
primo "emendamento". E abbiamo la conferma, casomai ce ne fosse stato
bisogno, che conviene sempre esercitare un dubbio preventivo
sull'attendibilità delle fonti consultabili sul web.
Un saluto,
Marco
problema rilevabile in un passaggio della "Risposta" di Anselmo a Gaunilone.
Avevo addirittura proposto un "emendamento", che poi avevo reperito sul sito
web della Biblioteca Augustana:
http://www.fh-augsburg.de/~harsch/Chronologia/Lspost11/Anselmus/ans_pror.html
Bene, la questione - e qui mi rivolgo principalmente a Schlemihl e
Selandros, e poi anche al Signor K. - ha avuto una conclusione interessante.
Ve la espongo:
- Il testo latino consultabile alla pagina linkata sopra, come già
Schlemihl ci aveva anticipato, *non* è quello incluso nella edizione critica
curata da Corbin. Me lo ha gentilmente confermato direttamente l'autore di
quella "versio electronica", il Prof. Ulrich Harsch. Questi, invece, ha
usato come fonte (ha poi, nella pagina web, citato l'edizione francese per
ragioni di "copyright"; edizione francese che non aveva minimamente
consultato; ma direi che, per gratitudine verso la sua gentilezza, possiamo
astenerci dal fare commenti sulla discutibilità della sua prassi) un saggio,
con testo a fronte, pubblicato da un professore universitario tedesco, tale
Burkhard Mojsisch:
<<"Kann Gottes Nicht-Sein gedacht werden?
Die Kontroverse zwischen Anselm von Canterbury und Gaunilo von Marmoutiers."
Lateinisch - Deutsch.
Herausgegeben von Burkhard Mojsisch.
Excerpta Classica IV
Dieterich'sche Verlagsbuchhandlung
Mainz 1989
ISBN 3-87162-019-X>>
- Ho poi contattato il Prof. Mojsisch. Avevo oramai abbandonato la speranza
che mi rispondesse, quando mi è giunta una sua mail. Mi ha innanzitutto
confermato che l'"emendamento" è stato da lui effettuato su una base
*puramente logica*, dunque senza alcuna considerazione di tipo
filologico-paleografico (ma ha precisato che sarebbe interessante un
controllo approfondito dei manoscritti).
L'argomentazione sulla quale ha fondato quell'"emendamento" è identica a
quella che vi avevo autonomamente presentato (e ciò, mi ha detto, lo ha
"rallegrato molto"). Egli - ha poi detto - ritiene che senza
quell'"emendamento", l'intelligibilità del testo, e dunque la sua coerenza
logica, sia irrimediabilmente compromessa.
In più ha aggiunto una cosa che ci era sfuggita. Subito dopo quel passaggio,
il testo stabilito dallo Schmitt recita: "Sic igitur et proprium est deo non
posse cogitari non esse, et tamen multa non possunt cogitari, quamdiu sunt,
non esse". Ebbene, come è possibile verificare sul sito della Biblioteca
Augustana, Mojsisch ha introdotto una *seconda* "correzione" del testo. La
seguente:
"Sic igitur et proprium est deo non posse cogitari non esse, et tamen multa
_sunt, quae_ possunt cogitari, quamdiu sunt, non esse". Cioè, mentre nella
versione dello Schmitt, Anselmo dice che il non-poter-essere-pensato-non-
-esistente è proprio di Dio (appartiene cioè alla sua essenza), e tuttavia
("tamen") molte cose non possono, mentre esistono, essere pensate non
esistenti - nella versione di Mojsisch, Anselmo dice che Dio ha quella
proprietà, e tuttavia esistono ("sunt") molte cose che hanno la proprietà di
poter essere pensate, mentre esistono, non esistenti.
Ho molti dubbi sulla legittimità, e sulla tenuta (in base al contesto), di
questa seconda "correzione" - dubbi che non ho esitato a manifestargli. Il
professore non mi ha ancora risposto e non so se lo farà. Mi ha comunque
rimandato, dopo avermi indicato la seconda "correzione", all'apparato
critico della edizione curata dallo Schmitt. Ma non ho capito bene perché,
né ho sottomano quella edizione per tentare di capirlo.
Questo però riguarda già un aspetto secondario della questione. Quello che
ci interessa è di aver finalmente appurato la fonte, e la natura, di quel
primo "emendamento". E abbiamo la conferma, casomai ce ne fosse stato
bisogno, che conviene sempre esercitare un dubbio preventivo
sull'attendibilità delle fonti consultabili sul web.
Un saluto,
Marco