edevils
2013-08-19 11:29:41 UTC
Anche Grillo interviene sulla "dittatura del politically correct", tra
lingua, società, e politica.
Ovviamente lo fa a modo suo (vedi link in fondo). Dell'aspetto politico
e dei giudizi soggettivi del padre-padrone del M5s ovviamente frega
nulla, meno di nulla, in questa sede. Peraltro Grillo cita esempi
discutibili, perché su Berlusconi e su Napolitano in realtà se ne
sentono di tutti i colori, Grillo stesso li ha chiamati in tutte le
maniere possibili, altro che bavaglio alle parole!
Invece mi pare interessante il resto, perché effettivamente qualche
rischio di abusi... c'è. Tutto parte dal sacrosanto principio del
rispetto del prossimo, e siamo tutti d'accordo nel volere rispetto,
anche verso chi è diverso o la pensa diversamente. Mi sta bene non
offendere, non ingiuriare, non diffamare, salvo non volerne pagare le
conseguenze. Ovvio. Mi sta anche bene non istigare all'odio e alla
discriminazione verso il nero, il gay, l'ebreo. Sono le basi della
civile convivenza. Ma il passo successivo di "vietare" (sia
giuridicamente attraverso sanzioni penali, sia anche socialmente,
attraverso la riprovazione della collettività) qualsiasi parola "non
kosher", qualsiasi espressione ruvida e schietta, qualsiasi pensiero
"non conforme", qualsiasi discorso che potrebbe urtare alcune
sensibilità, in particolare quelle di talune "categorie protette",
somiglia molto a condannare le semplici opinioni. Il che non è molto
"liberal". Le opinioni, belle o brutte, intelligenti o stupide,
condivisibili o meno, dovrebbero comunque poter essere espresse, con le
parole che si preferiscono, fatti salvi i limiti già detti. Poi siamo
liberi di criticare ogni opinione e ogni modalità espressiva, se vogliamo.
short URL http://goo.gl/dAjNMF
http://www.adnkronos.com/IGN/News/Politica/Grillo-contro-il-politically-correct-Non-si-puo-piu-parlare-lipocrisia-travolge-tutto_32504178487.html
lingua, società, e politica.
Ovviamente lo fa a modo suo (vedi link in fondo). Dell'aspetto politico
e dei giudizi soggettivi del padre-padrone del M5s ovviamente frega
nulla, meno di nulla, in questa sede. Peraltro Grillo cita esempi
discutibili, perché su Berlusconi e su Napolitano in realtà se ne
sentono di tutti i colori, Grillo stesso li ha chiamati in tutte le
maniere possibili, altro che bavaglio alle parole!
Invece mi pare interessante il resto, perché effettivamente qualche
rischio di abusi... c'è. Tutto parte dal sacrosanto principio del
rispetto del prossimo, e siamo tutti d'accordo nel volere rispetto,
anche verso chi è diverso o la pensa diversamente. Mi sta bene non
offendere, non ingiuriare, non diffamare, salvo non volerne pagare le
conseguenze. Ovvio. Mi sta anche bene non istigare all'odio e alla
discriminazione verso il nero, il gay, l'ebreo. Sono le basi della
civile convivenza. Ma il passo successivo di "vietare" (sia
giuridicamente attraverso sanzioni penali, sia anche socialmente,
attraverso la riprovazione della collettività) qualsiasi parola "non
kosher", qualsiasi espressione ruvida e schietta, qualsiasi pensiero
"non conforme", qualsiasi discorso che potrebbe urtare alcune
sensibilità, in particolare quelle di talune "categorie protette",
somiglia molto a condannare le semplici opinioni. Il che non è molto
"liberal". Le opinioni, belle o brutte, intelligenti o stupide,
condivisibili o meno, dovrebbero comunque poter essere espresse, con le
parole che si preferiscono, fatti salvi i limiti già detti. Poi siamo
liberi di criticare ogni opinione e ogni modalità espressiva, se vogliamo.
short URL http://goo.gl/dAjNMF
http://www.adnkronos.com/IGN/News/Politica/Grillo-contro-il-politically-correct-Non-si-puo-piu-parlare-lipocrisia-travolge-tutto_32504178487.html