Post by EquinoXeNon è l'integrale di Bach che dà fastidio ma il concetto stesso di integrale
che si trova dappertutto come la gramigna.
E perché? La tua posizione mi sembra un po' pretestuosa, quasi che tu non
accetti l'idea che si possa desiderare di avere (e di contro offrire al
pubblico di appassionati e anche di professionisti) un'immagine completa, la
più completa possibile, di una certa tipologia di opere di un autore. Torno
all'esempio di stanotte (l'ho fatta breve per il sonno incombente). Perché
non ci stupiamo, ma anzi plaudiamo alla intelligente operazione culturale,
davanti alla pubblicazione, nei Meridiani Mondadori o nella Biblioteca della
Pléiade Einaudi, della raccolta completa dei racconti o delle lettere o
delle poesie di un certo scrittore? Forse che c'è solo una velleità
collezionistica, che peraltro non escludo? E' invece che quelle
pubblicazioni consentono di avere una visione d'insieme, di farsi un
apparato critico personale, di seguire lo sviluppo creativo nel tempo, di
leggere e studiare opere finora inedite o mai più ripubblicate, di vedere
gli errori e le goffaggini dell'autore all'esordio... Tutto ciò avviene, per
me e non credo solo per me, anche con le integrali discografiche.
Soprattutto per gli autori cosiddetti minori o anche grandi ma frequentati
solo in certe opere, a me sorge la curiosità culturale di andare oltre, di
capire se si tratta di rose nel deserto, di scacciare il dubbio che per quel
capolavoro apparentemente isolato ci sia stato un ghost-writer. Pensa a
Bruch, conosciuto solo per il concerto n. 1 ma autore di tanta altra bella
musica (mai sentito quel gioiello della Fantasia scozzese?). Pensa a
Respighi: forse che il trittico romano ne offre un'idea corretta e completa?
Pensa a tutti gli autori che hanno avuto una notevole evoluzione creativa:
lo Stravinsky sinfonico non è solo quello della Sagra ma anche quello di
Agon o di Apollon Musagète, proprio come il buon papà Haydn non sta solo
nella Sorpresa ma anche nelle piccole sinfonie per la corte Esterhazy.
Post by EquinoXeStavo riflettendo giusto ieri mentre curiosavo su un catalogo di musica
antica-barocca per vedere le ultime novità del settore. Che senso ha oggi
incidere un cd con *tutte* le musiche di Corbetta, di Cabezon, di Gabrieli,
un cofanettone di Trabaci? Ma che senso ha?
Ha il senso di far conoscere l'opera complessiva di grandi autori
ingiustamente dimenticati, la cui grandezza non può essere compiutamente
apprezzata in caleidoscopiche pubblicazioni antologiche con pezzettini di
vari compositori e nemmeno i fugaci apparizioni tra i bis di questo
cembalista o di quell'organista. E poi, ti dico, si decidesse qualcuno a
fare seriamente un'integrale di Gabrieli! Ci dovrà pensare la solita
Brilliant, forse?
Post by EquinoXeL'unica eccezione
(una delle poche) l'etichetta Alpha che ogni volta sforna sempre dischi
davvero interessanti.
Vero. Ma proprio alcuni di quei dischi mi spalancano la curiosità per le
altre opere degli autori presentati così frammentariamente.
Post by EquinoXePossibile che si insista così tanto sulla esecuzione filologica e poi non ci
sia anche una filologia legata a come i pezzi venivano eseguiti in concerto?
Perché non ci sono dischi che invece di insistere con questa mania delle
integrali non rendano disponibile un disco così come sarebbe stato un
concerto nel '600 o nel '700?
Non mancano, anzi. Fra le altre, ci sono le interessanti operazioni di
McCreesh, di Lawrence-King, di Hillier e di tanti altri.
Post by EquinoXeFunzione didattica? Va benissimo, ma la collana Barocca di Repubblica che
funzione didattica vuoi che abbia? Eppure rieccoti l'integrale (un cd su
due, ma sempre integrale si tratta) di Corelli, l'integrale dei 5 concerti
di Vivaldi, l'integrale dei Concerti Grossi di Haendel...
Pensi che nel '700 si eseguissero di file tutti quanti i concerti grossi
op.3 di Haendel?
Non credo, e comunque mi interessa poco. I voglio averli tutti insieme nello
stesso disco, anche perché se l'autore li ha pubblicati tutti insieme un
motivo l'avrà avuto. Poi deciderò se ascoltarli di seguito, uno al mese,
solo gli allegri, a testa in giù, accompagnati dagli spaghetti o con mio
figlio in braccio.
Giovanni
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