Anonymous
2008-11-07 22:18:46 UTC
Dai «cinesi bolliti» alle corna
Le battute di Silvio l'Incompreso
La gag su Rasmussen, Veronica e Cacciari. I finlandesi indignati per la leader «sedotta»
Berlusconi con Medvedev (Reuters)
Convinto che grazie a lui l'Italia sia «il Paese più simpatico del mondo», Silvio Berlusconi si è
lanciato ieri in una delle battute che lo fanno ridere assai. E nella scia dell'astuta diplomazia
internazionale di due ministri come Umberto Bossi e Roberto Calderoli che da anni chiamano i neri
«bingo bongo», ha ieri salutato Barack Obama come uno «che è anche bello, giovane e abbronzato».
Come prenderà la cosa il prossimo presidente americano, al quale il nostro premier si era già
offerto di «dare consigli» come usavano i barbieri col «ragazzo spazzola» non si sa. È da quando
era piccolo che come tutti i neri sente spiritosaggini del genere: «cioccolato», «carboncino»,
«palla di neve»... Non ci avesse fatto il callo non sarebbe arrivato alla Casa Bianca. Certo, se
il Cavaliere voleva «sdrammatizzare» il primo commento del «suo» capogruppo al Senato Maurizio
Gasparri dopo lelezione («Al Qaeda sarà contenta») non poteva scegliere parole più eccentriche.
Fatti i conti col contesto internazionale, è probabile che Obama farà spallucce: boh, stupidaggini
allitaliana. Da prendere così, come le barzellette da rappresentanti di aspirapolvere sui lager,
i malati di Aids, i froci... Limportante è non prendere sul serio chi le racconta. Esattamente
quello che hanno fatto, in questi anni, molti dei protagonisti della scena mondiale. Spesso
spiazzati dalle sortite di un uomo che secondo Giuliano Ferrara è «unopera pop».
Nessuno è mai stato stato così contento di se stesso e così spesso «incompreso» sulla scena
mondiale. Basti ricordare quando disse al parlamento europeo che avrebbe proposto a un amico che
girava un film sui lager nazisti di dare al socialista Martin Schulz la parte del kapò. Gelo in
aula. Interrotto dopo lo stupore da urla dindignazione. E lui: «Era solo una battuta per cui è
scoppiato a ridere lintero Parlamento. Unosservazione di venti secondi poiché volevo allentare
latmosfera... La vicenda è stata enormemente gonfiata dalla sinistra». In realtà, spiegò, «in
Italia tengono banco da decenni storielle sullOlocausto. Gli italiani sanno scherzare sulle
tragedie per superarle...». E a quel punto si incazzarono ancora di più gli ebrei. Che difficile,
farsi capire... Non lo capirono i ministri degli Esteri europei quando a una riunione a Caceres
fece le corna a un collega durante la foto ufficiale: «Volevo far ridere un simpatico gruppo di
giovani boy-scout». Non lo capirono i giornalisti russi il giorno che, già ustionati dal numero di
cronisti assassinati a Mosca, restarono basiti per il modo in cui reagì alla domanda di una
giovane reporter che aveva osato chiedere a Putin se avesse una relazione con una gentile
signorina: fece finta di imbracciare un mitra e di dare una sventagliata. Non lo capì il danese
Rasmussen quando spiegò che «è anche il primo ministro più bello dEuropa... Penso di presentarlo
a mia moglie, perché è molto più bello di Cacciari... Secondo quello che si dice in giro... Povera
donna».
E poi non lo capì il giornalista del Times: «Nel bel mezzo del discorso di Chirac in Canada,
Berlusconi si è alzato e ha cominciato a distribuire orologi agli altri leader, con un delizioso
sprezzo politico». Non lo capirono i palestinesi quando ammiccò: «Arafat mi ha chiesto di dargli
una tivù per la striscia di Gaza, gli manderò "Striscia la notizia"». E non lo capì il cronista
del giornale russo Kommersant durante la visita di Berlusconi e Putin allo stabilimento Merloni di
Lipetsk: «Il premier italiano era particolarmente attivo ed era chiaro che aveva un obiettivo: non
sarebbe stato contento se non fosse riuscito ad avvicinarsi ad un gruppo di operaie. Poi rivolto a
Putin: "Voglio baciare la lavoratrice più brava e più bella". Aveva già individuato la sua
vittima. Si è avvicinato a una donna grande come la Sardegna e con tutto il corpo ha fatto il
gesto tipico dei teppisti negli androni bui dei cortili, quando importunano una ragazza che
rincasa. Lei sè scansata ma il signor Berlusconi in passato deve aver fatto esperienza con donne
anche più rapide di questa: con due salti ha raggiunto la ragazza e ha iniziato spudoratamente a
baciarla in faccia».
Che male cè? È estroso. Macché: non lo capiscono. Come quella volta che spiegò: «Mi accusano di
aver detto che i comunisti mangiano i bambini: leggetevi il libro nero del comunismo e scoprirete
che nella Cina di Mao i comunisti non mangiavano i bambini, ma li bollivano per concimare i
campi». Non lavesse mai fatto! Immediato comunicato del ministero degli Esteri cinese: «Siamo
contrariati da queste affermazioni infondate. Le parole e le azioni dei leader italiani dovrebbero
favorire la stabilità e lo sviluppo di relazioni amichevoli tra la Cina e lItalia». Uffa, era una
battuta... Sul cibo, poi... «Rimpasto? No, grazie, non mi occupo di paste alimentari... Poi, dopo
la visita in Arabia Saudita, mangio solo riso in bianco...». E si indispettirono i sauditi. Uffa,
che permalosi... Il massimo lo diede sulla sede dellagenzia alimentare europea che rischiava di
finire a Helsinki: «Parma sì che è sinonimo di buona cucina, mentre i finlandesi non sanno nemmeno
cosè il prosciutto. Come si può pensare di collocare questa agenzia in un Paese che forse va
molto fiero della renna marinata o del pesce baltico con polenta? Per portare lAgenzia a Parma ho
rispolverato le mie doti di playboy con la presidente finlandese Tarja Halonen». Ed ecco
lincidente diplomatico. Con tanto di protesta ufficiale e convocazione dellambasciatore
italiano: come si permetteva? Immediata rappresaglia delle associazioni dei produttori finlandesi:
«Non compreremo più vini e oli italiani». E lui: «Ho fatto solo una battuta di galanteria. Cè una
mancanza di sense of humour...». In fondo si tratta di strategia internazionale. «Cazzeggio
strategy», diciamo. Mica le capisce, certe reazioni. Lui, quando a un vertice è saltata fuori la
storia che è bassotto mica se lè presa. Si è tolto una scarpa, lha messa sul tavolo e lha
mostrata a tutti: «Visto? Non ce li ho i tacchi alti. È che mi dipingono così».
Gian Antonio Stella
07 novembre 2008
Le battute di Silvio l'Incompreso
La gag su Rasmussen, Veronica e Cacciari. I finlandesi indignati per la leader «sedotta»
Berlusconi con Medvedev (Reuters)
Convinto che grazie a lui l'Italia sia «il Paese più simpatico del mondo», Silvio Berlusconi si è
lanciato ieri in una delle battute che lo fanno ridere assai. E nella scia dell'astuta diplomazia
internazionale di due ministri come Umberto Bossi e Roberto Calderoli che da anni chiamano i neri
«bingo bongo», ha ieri salutato Barack Obama come uno «che è anche bello, giovane e abbronzato».
Come prenderà la cosa il prossimo presidente americano, al quale il nostro premier si era già
offerto di «dare consigli» come usavano i barbieri col «ragazzo spazzola» non si sa. È da quando
era piccolo che come tutti i neri sente spiritosaggini del genere: «cioccolato», «carboncino»,
«palla di neve»... Non ci avesse fatto il callo non sarebbe arrivato alla Casa Bianca. Certo, se
il Cavaliere voleva «sdrammatizzare» il primo commento del «suo» capogruppo al Senato Maurizio
Gasparri dopo lelezione («Al Qaeda sarà contenta») non poteva scegliere parole più eccentriche.
Fatti i conti col contesto internazionale, è probabile che Obama farà spallucce: boh, stupidaggini
allitaliana. Da prendere così, come le barzellette da rappresentanti di aspirapolvere sui lager,
i malati di Aids, i froci... Limportante è non prendere sul serio chi le racconta. Esattamente
quello che hanno fatto, in questi anni, molti dei protagonisti della scena mondiale. Spesso
spiazzati dalle sortite di un uomo che secondo Giuliano Ferrara è «unopera pop».
Nessuno è mai stato stato così contento di se stesso e così spesso «incompreso» sulla scena
mondiale. Basti ricordare quando disse al parlamento europeo che avrebbe proposto a un amico che
girava un film sui lager nazisti di dare al socialista Martin Schulz la parte del kapò. Gelo in
aula. Interrotto dopo lo stupore da urla dindignazione. E lui: «Era solo una battuta per cui è
scoppiato a ridere lintero Parlamento. Unosservazione di venti secondi poiché volevo allentare
latmosfera... La vicenda è stata enormemente gonfiata dalla sinistra». In realtà, spiegò, «in
Italia tengono banco da decenni storielle sullOlocausto. Gli italiani sanno scherzare sulle
tragedie per superarle...». E a quel punto si incazzarono ancora di più gli ebrei. Che difficile,
farsi capire... Non lo capirono i ministri degli Esteri europei quando a una riunione a Caceres
fece le corna a un collega durante la foto ufficiale: «Volevo far ridere un simpatico gruppo di
giovani boy-scout». Non lo capirono i giornalisti russi il giorno che, già ustionati dal numero di
cronisti assassinati a Mosca, restarono basiti per il modo in cui reagì alla domanda di una
giovane reporter che aveva osato chiedere a Putin se avesse una relazione con una gentile
signorina: fece finta di imbracciare un mitra e di dare una sventagliata. Non lo capì il danese
Rasmussen quando spiegò che «è anche il primo ministro più bello dEuropa... Penso di presentarlo
a mia moglie, perché è molto più bello di Cacciari... Secondo quello che si dice in giro... Povera
donna».
E poi non lo capì il giornalista del Times: «Nel bel mezzo del discorso di Chirac in Canada,
Berlusconi si è alzato e ha cominciato a distribuire orologi agli altri leader, con un delizioso
sprezzo politico». Non lo capirono i palestinesi quando ammiccò: «Arafat mi ha chiesto di dargli
una tivù per la striscia di Gaza, gli manderò "Striscia la notizia"». E non lo capì il cronista
del giornale russo Kommersant durante la visita di Berlusconi e Putin allo stabilimento Merloni di
Lipetsk: «Il premier italiano era particolarmente attivo ed era chiaro che aveva un obiettivo: non
sarebbe stato contento se non fosse riuscito ad avvicinarsi ad un gruppo di operaie. Poi rivolto a
Putin: "Voglio baciare la lavoratrice più brava e più bella". Aveva già individuato la sua
vittima. Si è avvicinato a una donna grande come la Sardegna e con tutto il corpo ha fatto il
gesto tipico dei teppisti negli androni bui dei cortili, quando importunano una ragazza che
rincasa. Lei sè scansata ma il signor Berlusconi in passato deve aver fatto esperienza con donne
anche più rapide di questa: con due salti ha raggiunto la ragazza e ha iniziato spudoratamente a
baciarla in faccia».
Che male cè? È estroso. Macché: non lo capiscono. Come quella volta che spiegò: «Mi accusano di
aver detto che i comunisti mangiano i bambini: leggetevi il libro nero del comunismo e scoprirete
che nella Cina di Mao i comunisti non mangiavano i bambini, ma li bollivano per concimare i
campi». Non lavesse mai fatto! Immediato comunicato del ministero degli Esteri cinese: «Siamo
contrariati da queste affermazioni infondate. Le parole e le azioni dei leader italiani dovrebbero
favorire la stabilità e lo sviluppo di relazioni amichevoli tra la Cina e lItalia». Uffa, era una
battuta... Sul cibo, poi... «Rimpasto? No, grazie, non mi occupo di paste alimentari... Poi, dopo
la visita in Arabia Saudita, mangio solo riso in bianco...». E si indispettirono i sauditi. Uffa,
che permalosi... Il massimo lo diede sulla sede dellagenzia alimentare europea che rischiava di
finire a Helsinki: «Parma sì che è sinonimo di buona cucina, mentre i finlandesi non sanno nemmeno
cosè il prosciutto. Come si può pensare di collocare questa agenzia in un Paese che forse va
molto fiero della renna marinata o del pesce baltico con polenta? Per portare lAgenzia a Parma ho
rispolverato le mie doti di playboy con la presidente finlandese Tarja Halonen». Ed ecco
lincidente diplomatico. Con tanto di protesta ufficiale e convocazione dellambasciatore
italiano: come si permetteva? Immediata rappresaglia delle associazioni dei produttori finlandesi:
«Non compreremo più vini e oli italiani». E lui: «Ho fatto solo una battuta di galanteria. Cè una
mancanza di sense of humour...». In fondo si tratta di strategia internazionale. «Cazzeggio
strategy», diciamo. Mica le capisce, certe reazioni. Lui, quando a un vertice è saltata fuori la
storia che è bassotto mica se lè presa. Si è tolto una scarpa, lha messa sul tavolo e lha
mostrata a tutti: «Visto? Non ce li ho i tacchi alti. È che mi dipingono così».
Gian Antonio Stella
07 novembre 2008