On Sun, 01 Dec 2013 14:36:42 +0100, Marcello
Post by SILVEACerto che non bastano, questo e' ovvio, ma e' pure ovvio che sono
un ingrediente necessario per spiegarlo. Senza di essi avrebbe trovato
qualcuno disposto a considerarlo il figlio di un dio?
Mah, non so.
Per esempio, più ci ponzo su più mi pare suggestiva (anche se
ovviamente indimostrabile) l'idea che la figura del Cristo evangelico
possa essere il frutto della combinazione in affabulazione popolare di
più figure storiche, magari di qualche capo ribelle e di qualche
predicatore, che di miracolistico hanno ben poco.
Per quanto riguarda i ribelli, se non proprio di Giuda il Galileo,
capo di una sollevazione popolare contro il censimento romano
(censimento = tasse) imposto dal Legato di Siria Publio Sulpicio
Quirino nel 6 e.v (o giù di là sto andando a memoria) che arrivò ad
impadronirsi per breve tempo di Gerusalemme e che comunque aveva anche
delle connotazioni religiose visto che secondo Flavio fondò "la quarta
setta dell'ebraismo dei suoi tempi" (gli zeloti, però alcuni storici
pensano che non siano esattamente gli stessi zeloti della grande
sollevazione di più di mezzo secolo dopo) magari dell'enigmatico
Theudas del quale si sa ben poco tranne che era un capo di ribelli
ebrei dell'epoca (antecedente a Cristo secondo gli Atti, posteriore
secondo Flavio) oppure di qualche altra figura ancor meno nota (sempre
da Flavio sappiamo che pure i figli di Giuda vennero crocifissi per
ribellione una quarantina d'anni dopo da Tiberio Giulio Alessandro)
Per quanto riguarda il capo religioso c'è quel poco chiaro ma ben
presente "Gesù" delle fonti talmudiche, figlio adulterino di Miriam e
Panthera, o figlio di Stara perché il nome del marito tradito sarebbe
stato Stara, o figlio di Stada perché la donna abbandonata dal marito
sarebbe stata detta Stada (contrazione di un termine ebraico) che
comunque appare sempre come un predicatore religioso formato nel
Tempio ma eterodosso e inviso ai sacerdoti. Nemmeno a lui vengono
accreditati fatti miracolosi di rilievo, AFAIK.
Ora, di figure del genere la storia ebraica del tempo pullula, ma il
combinarsi di due figure distinte di diverso tipo, quali che siano,
renderebbe bene conto delle contraddizioni della figura evangelica.
Mentre i miracoli e la resurrezione potrebbero essere aggiunte al
ricordo di queste figure nella fantasia popolare di topoi già
largamente presenti (se non ricordo male pure Simone detto il Mago
aveva promesso di risorgere tre giorni dopo morto, la resurrezione di
qualche morto è un must dei santoni di ogni epoca etc.) e la
formazione del mito con remote radici storiche è bell'è che pronta.
Naturalmente la natura mitica del personaggio spiegherebbe benissimo
il fatto -- altrimenti difficile da spiegare -- che il Gesù Cristo
indubitabilmente mitico, o almeno visionario e non storico di Paolo
prende così facilmente il sopravvento su quello presunto storico dei
discepoli che avrebbero dovuto teoricamente conoscerne l'insegnamento
diretto.
Quanto al successivo diffondersi, credo che molto più che i miracoli
abbiano avuto importanza la natura innovatrice del messaggio, la forte
organizzazione missionaria finalizzata alla conversione, che non ha
paragoni con quella delle altre religioni dell'epoca, e soprattutto la
promessa di un aldilà beato per tutti al semplice costo di un
battesimo poco prima della morte (ricordo che il battesimo poco prima
della morte in modo da assicurarsi il paradiso era prassi corrente, vi
fa ricorso lo stesso Costantino) che non aveva confronto con le
promesse di altre religioni (quelle misteriche assicuravano una
sopravvivenza personale post-mortem privilegiata e non per tutti e che
richiedeva condizioni più gravose ).
Saluti da Bhisma
--
...e il pensier libero, è la mia fé!