Post by ZazEccetto, appunto, che nei paesi organizzati.
Non è il caso dell'Italia, anzi.
Ecco, non mi pare di aver citato in modo particolare l'Italia.
Post by ZazInfatti c'è un tasso di lavoro femminile fra i più bassi del mondo.
Certo, non sono le graduatorie "gender" che possono cambiare qualcosa,
quelle sono solo buone a discriminare in modo ridicolo e vergognoso
Mi premeva giusto questo.
Post by Zazma cosa dicono, queste ragazzine?
A dir la verità, le ragazzine (intendo fin verso i vent'anni) oscillano. Ce
n'è giusto qualcuna un po' (molto) supponente e petulante; fra l'altro si
capisce benissimo che hanno sempre studiato (beh, insomma, circa) e basta.
Non il più piccolo lavoretto (o un lavoretto assicurato da parenti o
conoscenti), forse neppure dare una mano in casa. Eppure si sentono in
credito con il mondo in quanto femmine, raccolgono il testimone delle nonne
oppresse. Sbaglierò, ma personalmente mi fa un po' ridere, questo
risentimento prima ancora di aver affrontato il mondo del lavoro; e dire che
quando lo affrontano sono sponsorizzate dalle relazioni dei famigliari. La
raccomandazione, il familismo tribale non esistono solo nel Meridione. Qui
sono dei campioni a lamentarsi e poi fare le stesse cose. I più ridicoli
sono gli ex-compagni diventati leghisti o giù di lì (non ti dico lo spasso,
quelli che fingono di votare ancora a sinistra, quando è palese che non lo
fanno), che come lottizzatori hanno soppiantato la balena bianca.
Sono quelle più mature a preoccuparmi. Si fa per dire: mi stupisco, ma in
realtà non me ne frega nulla.
L'ultima moda è il discorso "per riuscire a combinare qualcosa bisogna andar
via dall'Italia". Applicato a qualsiasi mestiere, soprattutto legato ai
libri e alla cultura. "Le più brave sono andate all'estero" il che, fra
l'altro, implicitamente significa affermare che chi è rimasta, e lavora
ugualmente (mica poche; in Italia ci sono più editori che lettori, fra un
po') diventa sospettabile di qualsiasi connivenza o turpitudine.
Le più esaltate hanno naturalmente una figlia che è andata all'estero a
finire l'Università, e in qualche modo è rimasta. In genere ci sono andate
con l'Erasmus, quindi con soldi del contribuente (per la precisione, con
l'aumento delle tasse che ha toccato, fra gli altri, gli studenti
lavoratori, e il cui gettito è finito nei finanziamenti per l'Erasmus...dei
figli dei professionisti). Anche se le famiglie sono tutt'altro che
disagiate. Ma le loro figlie sono bravissime, la borsa è stra-meritata, anzi
è pure scarsa... fortuna che all'estero gli trovano anche il lavoretto a
mezza giornata (commento mio, ironico e kativo "Perché, qui no? Ah, sì, non
lo trova lo Stato, lo trova il vicestato..."). Lo dicono loro, lo dice
l'insegnante del Liceo, lo dice la professoressa relatrice di tesi (che le
chiama, Lei, al telefono per avvertirle che ha preparato il materiale
promesso...cosa vista con i miei occhi, increduli devo dire; il mio relatore
era tanto se si presentava al ricevimento e dava indicazioni bibliografiche
corrette). Perché fra donne bisogna fare gruppo, e loro sanno come
promuovere quelle "brave". Mah. Oh, sono cose che ho visto e sentito. Non
invento nulla, né pretendo che sia un'attendibile campionatura sociologica.
Solo la mia personale esperienza.
Per concludere il discorso ragazze: i momenti peggiori sono quando le senti
parlare dei fidanzati (succede), in genere bravissimi ragazzi di buoni
sentimenti, riservati, assai confusi e impauriti. Quello è il momento in cui
si sente freddo, veramente. Perché se non c'è un sentimento, un trasporto
autentico se non il timore e la capacità di incuterlo mi domando cosa si sta
assieme a fare, a vent'anni.
Sono cretinate, ma sparate a getto continuo il loro effetto lo fanno. A
furia di ripeterlo finiscono per convincersi di vivere in una specie di
gulag. In questo senso una spia lessicale non indifferente è il contesto,
del tutto improprio, in cui cadono aggettivi come "fascista" o "nazista".
E' assolutamente inutile far notare che fascisti e nazisti uccidevano, e in
che modo; se lo fai, sei un complice della sordida oppressione (che io lo
sia è ormai assodato, ma disgraziatamente risolvo problemi e faccio
discretamente il mio lavoro). L'oppressione, guarda caso, colpisce solo la
borghesia progressista; le operaie, le commesse, le maestre e via dicendo
hanno altre più tangibili preoccupazioni e poco tempo per lamentarsi;
mediamente non sono affatto più ignoranti (sono un grande frequentatore di
commesse e kellerine varie). Anzi. Sono pure più sensibili. Si commuovono se
gli fai sentire i Kindertotenlieder (successo). Apprezzano La versione di
Barney, che le altre trovano illeggibile...perché in Italia lo ha
pubblicizzato Ferrara (successo anche questo).
Altra pratica ricorrente l'abitudine di chiamare gli uomini "i maschietti".
Una volta ho ho replicato che a casa mia i maschietti sono i bambini di
cinque o sei anni, non di più. La volta successiva ho usato il vocabolo
"femminucce", e a questo punto forse l'hanno capita.
dR
Ultimo schizzo di fango dal maschio sciovinista: Xy è iscritta a Lettere,
deve ancora sostenere l'esame che ora corrisponde al vecchio Filologia
italiana. Per seguirlo ha aspettato l'ultimo anno di corso regolare (non le
frega niente, in realtà; come non le frega nulla di gran parte degli autori
che contano qualcosa; in ogni caso ha sempre avuto ottimi voti, legge
abbastanza, anche se cose per me assai discutibili, è portata in palmo di
mano dagli insegnanti praticamente da sempre). Mi comunica il nome del
professore (che conosco benissimo, un eccellente studioso, anche bravo a
spiegarsi) mentre le tiro fuori i libri, le faccio gli auguri e la
accompagno alla cassa. Il corso, ovviamente, è di un solo modulo; mezzo
semestre, sei settimane.
Dopo due settimane mi annuncia compunta: "Sai, ho scoperto di non essere una
filologa". Non posso fare a meno di rispondere: "Non è una malattia che si
contragga alla nascita".
Alla fine fa l'esame e lo passa, anche discretamente. Dopo un paio di mesi
mi comunica di essere delusa dall'Università in cui ha studiato finora. Per
la specialistica, se ne andrà altrove. Per forza, l'hanno costretta a fare
un esame di filologia. A Lettere. Sacrificando uno "Storia
dell'alimentazione" o "Storia del libro illustrato" o "Letteratura per
l'infanzia". Si può essere più fascisti?