Post by MARl0Post by Conte OliverE' facile dire CHI dovrebbe fare cosa
me non sapere COME o COSA si possa fare!
Le soluzioni (non facili, diciamolo) le dovevano trovare
ed applicare al governo, sarebbe questo il loro dovere.
Già, ma forse sono stati troppo presi a occuparsi di qualche altro
loro (diciamo) "diritto"... :-)
Post by MARl0Post by Conte OliverLa colpa e' una sola: l'effetto psicologico del cambio a 2.000
lire;
Post by MARl0Ricominciamo con l'effetto psicologico e l'inflazione "percepita"?
Numeri, troppi numeri: se latitano valori etici & umani *qualunque*
numero può prendersi la "colpa" che, invece, non credo dipenda da un
banale rapporto tra valute.
Un semplice coltello può sia tagliare il pane che ammazzare qualcuno;
possiamo alterarne forma e funzione per il tanto trendy "scopo
preventivo", ma il rimedio credo venga dall'*uso* dell'attrezzo, tasso
di cambio o utensile da taglio che sia.
Post by MARl0Post by Conte OliverSe la causa e' questa e' SOLO questione di tempo. Il mercato prima
o poi
Post by MARl0Post by Conte Oliveraggiusta tutto ed espelle chi ha barato.
A quale prezzo? In quanto tempo? Con quali sacrifici e per chi?
Ottimo Mario: specie l'ultimo quesito ("per chi?") spero faccia
riflettere i fedeli del raccapricciante dogma "il mercato prima o poi
s'aggiusta".
Sinceramente, io non ho tutta questa certezza sulle presunte capacità
di autoregolamentazione (futura) del "Leviatano" ultra-liberista e,
soprattutto, ne temo gli effetti collaterali (sia presenti che futuri).
I post di Fra sono illuminanti ("libero mercato" o "legge del più
forte"?) ma c'e' sempre la tendenza a fermarsi alla lamentela che può
essere sia vittimismo ma anche (come credo in questo caso) la maschera
di un problema ben più profondo.
Quale limitato esempio dal pur variegato campione statistico delle mie
conoscenze personali (imprenditori & non) cito una memorabile Ferrari
immatricolata "autocarro" ("veicolo a due posti con pianale usato per
lavoro") orgogliosamente esibita da un rappresentante di un celebre
marchio di orologi da gioielleria.
Economicamente "torna" tutto come "regolare", ma umanamente
("eticamente", ed altre "inutilità" simili, etc.) non torna proprio...
Questo e' *uno* dei paletti che ci si aspetta da chi, governando,
dovrebbe disincentivare/limitare/impedire tali mostruosità.
Altra esperienza che vedo spesso e' la "guerra tra poveri" di
prendersela con chi si "vende" a poco pur di lavorare, anziche'
regolamentare seriamente la lunga catena di intermediari che si
fatturano a cascata fino a portare il sistemista pagato 60 Euro al
giorno a fatturarne 60 l'ora dal cliente finale.
Il quale, giustificato da tali costi alzerà i prezzi dei propri beni e
servizi che, paradossalmente, magari *non* potranno più essere
acquistati proprio dal lavoratore/consumatore che quei beni/servizi ha
prodotto/erogato.
L'esempio limite e' il ragazzino asiatico pagato pochi spicci per le
plasticose scarpe sportive da 135 Euro che non potrà mai comprarsi,
proprio lui che le ha fatte.
Che dire di una disposizione normativa che "consenta a chiunque di
potersi permettere il bene che produce"?
Fabbrico centine per aerei? Bene devo potenzialmente (ipotesi di
principio ;-) potermene comperare una, e se non me la posso permettere
significa che la mia produzione vale "troppo" di più della mia
retribuzione (sfruttamento?).
Oppure si abbassi il prezzo di vendita della centina ai fabbricanti di
velivoli, i quali con fatture d'acquisto più basse potranno rendere
più economici gli aerei, per poi prendere i quali io consumatore
potrò pagare meno i viaggi, aumentando dunque i consumi e l'indotto
relativo.
O è forse preferibile dubitare della disarmante semplicità di
proposte simili (che obbligherebbero a ragionare al plurale anziché al
singolare), o come la richiesta che "chi ha sentenze penali passate in
giudicato non si possa candidare a ricoprire cariche politiche",
dichiarazioni per cui è altrettanto semplice "prenderle in giro"
anziche' promuoverle...?
Utopia? No: chi ha studiato (ma bene!) *anche* qualche fenomeno sociale
(oltre a quelli economici) ricorderà bene un certo Imprenditore Henry
Ford e gli effetti della sua economia sociale, un'apparente ossimoro
("Denaro" Vs. "Persona") che ha invece ben funzionato non solo per i
"valori" economici, ma specie per i Valori *Umani* che la ispirarono.
Inoltre, se io consumatore pago frutta e verdura sempre di più perche'
l'agricoltura e' scesa sia come numero di occupati che come volume di
prodotto (mentre gli occupati nei servizi sono oltre il 65%, e molti di
loro girano in SUV ;-)), e i pochi produttori rimasti vengono
"costretti" a svendere a 10 centesimi i pomodori, un altro "paletto"
che ritengo a carico di un governo serio sarebbe quello di regolare
tali tendenze, anziche' ciecamente affidarle al "mercato" che
solitamente e' "intelligente" quanto una bomba Mark-84.
Anch'io conosco molto bene qualche agricoltore (tra cui un parente) e
confermo quanto dice Fra: gli "conviene" far marcire gli agrumi sugli
alberi anziché raccoglierli per chi li vorrebbe a 5 (cinque!!!)
centesimi al Kg., mentre il TG informa che "i prezzi di frutta &
verdura salgono ancora" e, cambiando canale, "nel mondo si muore ancora
oggi di fame"...
Se e' innegabile che da un lato i prezzi salgono se aumentano i costi,
forse andrebbe formalizzato tale "legame" (tra prezzi finali e costi
all'origine) anziché lasciare liberi i ricarichi del 4000% dicendo
"cambia bar" o "aspetta che il mercatone sa il fatto suo!".
Riprendendo un'ottima indicazione di Pippo Calò, magari imporre come
avviene per i tassi d'interesse, un tetto massimo di ricarico sulle
rispettive fatture di acquisto (che salvaguardi il sacrosanto reddito
di chi vende) oltre il quale si possa configurare (e perseguire come
tale) una pratica *usuraia* da parte di chi ha fatture di acquisto di
Euro 0,10 + costi per Euro 0,15 e vende a non meno di Euro 1,80.
Senza contare che il marketing ha il preciso scopo di creare/ampliare
le necessità (anche virtuali), magari riducendo le alternative ai
pochi eletti che le detengono, talvolta anche con l'illegale cartello
"mascherato" da qualcos'altro.
E mentre qualcuno aspetta con beata fiducia il futuro
auto-aggiustamento del dio mercato (e altri postano inutili msg su
usenet :-|), il presente e' zeppo di trentenni che non possono
"permettersi" un matrimonio e un mutuo.
Nell'interesse di tutti i consumatori, forse servirebbe davvero qualche
aggiustamento:
- noi consumatori dovremmo cercare di *boicottare* alcune esosità,
trasformando la lamentela post-acquisto fine a se' stessa in una
valutazione *preventiva* alla spesa, su *dove* stanno finendo i ns.
denari (imporre l'azionariato delle società sull'etichetta dei
prodotti?)
- chi gestisce la cosa pubblica dovrebbe garantire *reali* alternative
e rendere come minimo anti-economici (secondo l'UNICO valore che taluni
riconoscono) i comportamenti "furbi" di chi vive costantemente ai
limiti normativi, o addirittura (quando non riesce a più a farlo) ne
sposta a proprio piacimento i confini, per normalizzare usanze
altrimenti illegali.
Per giunta, con *l'incredibile* benestare di qualche consumatore come
minimo poco attento al "potere" del proprio portafoglio e a quello
delle proprie scelte di consumo (tralasciando la politica che peraltro
c'entra comunque...).
Ciao.