Deus Ex Machina
2007-07-09 15:54:15 UTC
Premessa: ho sempre apprezzato Beppe Grillo tanto che in più occasioni
ho assistito ai suoi spettacoli dal vivo.
Il Beppe Grillo di oggi è un demagogo innamorato di sè stesso, un
populista di razza che si prende terribilmente sul serio.
Non è un caso se ha scelto come simbolo mediatico della sua
manifestazione la "V" del film "V per Vendetta" dei fratelli
Wachowski, una stracagata pazzesca, filmaccio brutto e superficiale, a
tratti involontariamente comico.
Che Grillo sia un populista lo dice De Mauro:
http://www.demauroparavia.it/84991
http://www.demauroparavia.it/84990
per cui, se non si vuole entrare nelle logiche del bispensiero
mettendo in discussione il dizionario, anche i fans più accaniti
dovrebbero riconoscere la validità della definizione.
Grillo divide il mondo in cattivi e buoni: da una parte ci sono i
perfidi oligarchi della classe dirigente italiana, subdoli ingannatori
dei cittadini, mesti intrallazzatori del tutto privi di etica e buoni
sentimenti; dall'altra c'è il popolo buono e puro e onesto, quello che
vuole un mondo migliore sulla Terra e nell'intero sistema solare.
Va da sè che i buoni sono i suoi spettatori, il suo pubblico, i
lettori del suo blog. Si identificano automaticamente dalla parte del
bene solo per il fatto di stare lì, e si sentono incosciamente
appagati da questa adulazione preventiva.
E' una tecnica che prende il nome di "captatio benevolentiae", ed è
spesso usata dai populisti. Quale è Grillo.
Quello che il suo pubblico non capisce è che se ci sono gli
ingannatori, dall'altra parte ci sono gli ingannati. E sono proprio
loro, quelli: Grillo spiega loro che tutto sommato non avevano capito
un cazzo, e che sapeva tutto lui, e questi invece di pensare "che
razza di ignorante ero, avevo bisogno di un comico per sapere questo o
quello" o di preoccuparsi su perché non lo sapevano, si beano per
l'illuminazione.
Ma chi ha bisogno di Grillo per sapere che Telecom fu acquistata con
il sistema delle cd. "scatole cinesi" forse dovrebbe chiedersi perché
non era a conoscenza di un fatto tanto importante e significativo.
Forse perché non leggeva i giornali, forse non gli interessavano gli
articoli economici, spesso noiosissimi, forse se ne fregava, o forse -
ed è l'ipotesi più probabile - acquisiva informazioni solamente dalla
Tv. Come la grande maggioranza degli italiani.
La questione, dunque, va inquadrata in un'ottica di controllo
dell'informazione. Se il sistema di comunicazioni di massa puo' essere
facilmente manipolato si creano ineluttabilmente sacche più o meno
estese di ignoranza. Quell'ignoranza, appunto, che permette a Grillo
di riempire i Palasport e la saccoccia.
Un sistema che raggiunge milioni di persone alla volta, che ti entra
in cucina e in salotto a spararti informazioni che la maggior parte
delle persone considera attendibile, è un sistema di una potenza
inaudita.
Il sistema di informazioni, in un ambito almeno formalmente
democratico, è il vero unico contraltare moderno al potere della
politica. E' il giornalista che denuncia il malaffare, e tanto più è
scandaloso, tanto più lo urla e lo sbatte in apertura nei Tg. Ma
questo non avviene, perché il giornalista è asservito ai suoi editori
(che sono tutti politici!).
Se il sistema di informazioni è marcio, il marciume dilaga senza
controllo perché non c'è alcun potere ... di controllo. Non è ovvio?
Ma SuperGrillo non lo dice.
Il Vaffanculo Day, infatti, esprime la sintesi del Grillo pensiero in
tre punti. Dovrebbero essere le priorità, ma non si accenna
all'informazione.
Dal sito:
--------
PRIMO: Nessun cittadino può candidarsi se condannato in via definitiva
o in attesa di giudizio.
--------
Questa è una minchiata supergalattica. Grillo non specifica per quali
reati, dunque basterebbe una denuncia per diffamazione da parte di un
avversario politico per impedire a una persona del tutto innocente di
partecipare alla contesa democratica.
C'è una seconda questione. Grillo dimentica un principio cardine della
democrazia, accettato da tutti come tale: gli eletti in Parlamento li
decide il popolo attraverso libere elezioni.
Dunque, se ci sono deputati condannati per mafia o altro, è perché
qualcuno li ha votati.
Mi si puo' contestare che la sciagurata legge elettorale, bloccando le
liste, abbia reso incontrollabili gli eletti, a prescindere.
E' un'obiezione sensata, tuttavia ricordo che la legge vigente impone
la pubblicazione della lista dei candidati, visibili da tutti. La
legge elettorale è stata stampata sulla Gazzetta Ufficiale.
Se Forza Italia candida Hannibal Lecter capolista, un cittadino
informato dovrebbe sapere che il simpatico The Cannibal è un tipo
colto e raffinato, ma un pelino squilibrato, e quindi magari evita di
votare quel partito.
Il fatto è: la gente sa chi andrà votare? Sa chi sono i capolista? E
ancora: se c'è un mafioso capolista, non sarà il caso di votare
un'altra lista?
Applichiamo la logica. Ci dice che i casi sono due:
1) gli elettori sono male e poco informati su Hannibal The Cannibal e
sulla legge elettorale, e allora il problema sta nell'informazione.
Ma Grillo, appunto, non lo specifica, e se lo fa non lo fa con la
dovuta energia. Se agli elettori nessuno spiega che il dottore gli
mangerebbe il fegato, il cannibale appare come uno psichiatra dalle
buone maniere.
oppure
2) gli elettori sanno benissimo chi è Hannibal e conoscono
perfettamente i meccanismi della legge elettorale, tuttavia Forza
Italia in quella circoscrizione prende il 28%: dunque votano volendosi
far rappresentare da un cannibale in Parlamento.
Ma in questo caso il problema è negli elettori, il guaio è che ci sono
in giro migliaia - o milioni - di italiani che non si fanno scrupoli
di votare uno che si se gli stai sul culo ti mangia le budella.
Ed è con quegli italiani che Grillo dovrebbe prendersela, allora. Ma
allora i cittadini non sono più così innocenti, e allora crolla il
castello populista: meglio tornare a prendersela con gli oligarchi
cattivi nemici del popolo buono, è più facile perché sono
numericamente pochi: i parlamentari, i ministri , i grandi manager.
Nessuno escluso, più o meno.
Forza Italia è il primo partito d'Italia.
Gli italiani sono dunque un popolo di pregiudicati e di mafiosi e di
falsari di bilanci? Oppure più semplicemente l'informazione ha
sorvolato e molto sulla qualità delle candidature, ai tempi della
campagna elettorale giocata tutta sulla Tv del padrone?
Non ho visto speciali di Vespa replicati con indignazione e
testardaggine agli inquisiti candidati, non ho sentito i Tg
organizzare speciali e specialissimi, e l'unico che mi viene in mente
è l'instancabile Travaglio, che denunciava con vigore paesino per
paesino (e senza farsi pagare 25 euretti) nomi e cognomi di destra e
sinistra, senza fare sconti a nessuno. 300.000 libri in qualche
settimana, magari 500.000: la metà di quello che raggiunge il solo
Emilio Fede con un suo Tg in mezz'ora.
E allora Grillo, perché invece di accusare i partiti di candidare
mafiosi, non accusa l'informazione di non fare informazione?
Perché se la facesse, e se fosse tosta, i partiti selezionerebbero i
propri candidati con maggior cautela.
In altri paesi la stampa e la Tv strillerebbero su cose del genere.
Forse non sarebbero nemmeno concepibili. In Italia sì.
--------------------
SECONDO: Nessun cittadino italiano può essere eletto per più di due
legislature. Regola valida retroattivamente.
--------------------
Potrà essere un principio apparentemente condivisibile, ma a ben
vedere è più fumo che arrosto. Di certo non è la priorità dell'Italia.
Due legislature possono durare pochi anni, e se è vero che è bene
punire i politici furbi e maneggioni è altrettanto giusto gratificare
i politici capaci, onesti, meritevoli di fiducia. L'applicazione di
questa legge impedirebbe a Veltroni, tra l'altro, di entrare in
Parlamento.
--------------------
TERZO: I candidati devono essere votati dai cittadini con la
preferenza diretta.
--------------------
Preferenza diretta, messa così, significa poco, pochissimo. Grillo si
riferisce alle preferenze multiple della vecchia proporzionale, ossia
a quelle norme abrogate dal primo referendum di Segni? O forse si
riferisce al sistema maggioritario?
Su questo non piccolo dettaglio bisogna essere precisi e fare proposte
serie, perché - lo si voglia o no - la legge elettorale sortisce
profondi effetti diretti sull'assetto politico e comunque una legge
elettorale perfetta non esiste e non puo' esistere.
Qui si tocca il nervo del sistema istituzionale, dunque non ci si puo'
improvvisare costituzionalisti un tanto al chilo. Il sistema
elettorale è importante e liquidarlo con una questione di "preferenze
dirette" non significa nulla, se non alimentare confusione a
confusione.
Il limite intrinseco e ineliminabile della democrazia rappresentativa
è che rimane un sistema a rappresentanza indiretta e ristretta.
Non si possono candidare tutti, sennò le liste sarebbero libri di
Tolstoj.
E ancora: Grillo cita la legge elettorale. Bene, fa cagare a tutti,
compreso a chi l'ha concepita e redatta.
Ai tempi della sua approvazione, Prodi tentò di organizzare una
manifestazione per bloccare l'infame legge-truffa.
Ebbene, io andai a quella manifestazione di piazza e fu l'unica a cui
partecipa,i perché era decisamente un fatto troppo grave. Risultato:
un flop: 30-40.000 persone a essere ottimisti, probabilmente molte
meno.
Non vidi Beppe Grillo, non lessi di alcuna mobilitazione nel suo blog
contro la legge elettorale che critica tanto OGGI.
La sinistra sbaglia spesso, ma statisticamente almeno qualche volta
puo' avere ragione. In quella occasione ne aveva da vendere, e andava
appoggiata.
Quella legge elettorale aveva un solo, unico, chiarissimo colpevole:
la destra italiana.
La sinistra aveva ragione, la destra aveva torto.
Per Grillo no: secondo lui Grillo - portavoce dei cittadii italiani -
aveva ragione; destra e sinistra, come sempre, avevano torto.
Ed ecco che invece di sottolineare la questione politica e di
appoggiare con tutti i mezzi la battaglia |sacrosanta| della sinistra
(ma doveva essere la battaglia di tutti) contro quella immonda
legge-sopruso, Grillo coglie l'occasione per attaccare anche... la
sinistra! Invece di informare e di scandalizzarsi, fa la solita menata
sui "cittadini che non contano" e con un titolo eloquente ("Il ballo
del Qua Qua") ci spiega che tutto sommato i politici sono tutti
uguali, corrotti, svenduti, quasi indistinguibili.
Questo il post sulla legge elettorale:
http://www.beppegrillo.it/2005/10/il_ballo_.html
Due commenti a caso degli avventori del blog, datati 2005 subito dopo
l'approvazione della porcellum, sulla legge elettorale che ancora oggi
vedono - a torto - come il frutto avvelenato di un inciucio:
"caro beppe perché non aprofitti del molleggiato per dire le false
verità sull'11 settembre?" (...!)
"un amico mi ha parlato di un deputato DS che hanno detto che sono
d'accordo anche loro sotto sotto con la legge di Calderoli..."
mi fanno comprendere che nessuno di questi aveva capito che quella era
una mossa che poteva portare il centrosinistra alla sconfitta perché
ne scompaginava gli equilibri politici. Vedendola con malizia, quella
legge è costata al Csx decine di deputati, e dunque molti soldi.
Il Csx si era organizzato per affrontare elezioni maggioritarie, e il
csx nel maggioritario era molto, molto, molto più forte.
Grillo non sottolinea è che è in corso una raccolta di firme per un
referendum sulla porcellum, il quale costringerebbe a una profonda
revisione legislativa.
Ma sono cose troppo serie; in un clima generalizzato di sfiducia verso
la politica, l'antipolitica paga.
Grillo probabilmente non si rende conto che questo malumore verso la
classe politica viene strumentalizzato dalla destra.
L'equazione "destra e sinistra sono uguali" rischia di alimentare
innescare un processo qualunquista che sfocia nell'astensionismo.
Colpendo in primis il già malconcio centrosinistra.
Non che non se lo meritino, per carità, ma verrebbe da chiedere a
Grillo nella sua veste di profeta: come uscirà l'Italia da altri 5
anni di Mediaset - e Calderoli, e Giovanardi, e La Russa - al
governo?
ho assistito ai suoi spettacoli dal vivo.
Il Beppe Grillo di oggi è un demagogo innamorato di sè stesso, un
populista di razza che si prende terribilmente sul serio.
Non è un caso se ha scelto come simbolo mediatico della sua
manifestazione la "V" del film "V per Vendetta" dei fratelli
Wachowski, una stracagata pazzesca, filmaccio brutto e superficiale, a
tratti involontariamente comico.
Che Grillo sia un populista lo dice De Mauro:
http://www.demauroparavia.it/84991
http://www.demauroparavia.it/84990
per cui, se non si vuole entrare nelle logiche del bispensiero
mettendo in discussione il dizionario, anche i fans più accaniti
dovrebbero riconoscere la validità della definizione.
Grillo divide il mondo in cattivi e buoni: da una parte ci sono i
perfidi oligarchi della classe dirigente italiana, subdoli ingannatori
dei cittadini, mesti intrallazzatori del tutto privi di etica e buoni
sentimenti; dall'altra c'è il popolo buono e puro e onesto, quello che
vuole un mondo migliore sulla Terra e nell'intero sistema solare.
Va da sè che i buoni sono i suoi spettatori, il suo pubblico, i
lettori del suo blog. Si identificano automaticamente dalla parte del
bene solo per il fatto di stare lì, e si sentono incosciamente
appagati da questa adulazione preventiva.
E' una tecnica che prende il nome di "captatio benevolentiae", ed è
spesso usata dai populisti. Quale è Grillo.
Quello che il suo pubblico non capisce è che se ci sono gli
ingannatori, dall'altra parte ci sono gli ingannati. E sono proprio
loro, quelli: Grillo spiega loro che tutto sommato non avevano capito
un cazzo, e che sapeva tutto lui, e questi invece di pensare "che
razza di ignorante ero, avevo bisogno di un comico per sapere questo o
quello" o di preoccuparsi su perché non lo sapevano, si beano per
l'illuminazione.
Ma chi ha bisogno di Grillo per sapere che Telecom fu acquistata con
il sistema delle cd. "scatole cinesi" forse dovrebbe chiedersi perché
non era a conoscenza di un fatto tanto importante e significativo.
Forse perché non leggeva i giornali, forse non gli interessavano gli
articoli economici, spesso noiosissimi, forse se ne fregava, o forse -
ed è l'ipotesi più probabile - acquisiva informazioni solamente dalla
Tv. Come la grande maggioranza degli italiani.
La questione, dunque, va inquadrata in un'ottica di controllo
dell'informazione. Se il sistema di comunicazioni di massa puo' essere
facilmente manipolato si creano ineluttabilmente sacche più o meno
estese di ignoranza. Quell'ignoranza, appunto, che permette a Grillo
di riempire i Palasport e la saccoccia.
Un sistema che raggiunge milioni di persone alla volta, che ti entra
in cucina e in salotto a spararti informazioni che la maggior parte
delle persone considera attendibile, è un sistema di una potenza
inaudita.
Il sistema di informazioni, in un ambito almeno formalmente
democratico, è il vero unico contraltare moderno al potere della
politica. E' il giornalista che denuncia il malaffare, e tanto più è
scandaloso, tanto più lo urla e lo sbatte in apertura nei Tg. Ma
questo non avviene, perché il giornalista è asservito ai suoi editori
(che sono tutti politici!).
Se il sistema di informazioni è marcio, il marciume dilaga senza
controllo perché non c'è alcun potere ... di controllo. Non è ovvio?
Ma SuperGrillo non lo dice.
Il Vaffanculo Day, infatti, esprime la sintesi del Grillo pensiero in
tre punti. Dovrebbero essere le priorità, ma non si accenna
all'informazione.
Dal sito:
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PRIMO: Nessun cittadino può candidarsi se condannato in via definitiva
o in attesa di giudizio.
--------
Questa è una minchiata supergalattica. Grillo non specifica per quali
reati, dunque basterebbe una denuncia per diffamazione da parte di un
avversario politico per impedire a una persona del tutto innocente di
partecipare alla contesa democratica.
C'è una seconda questione. Grillo dimentica un principio cardine della
democrazia, accettato da tutti come tale: gli eletti in Parlamento li
decide il popolo attraverso libere elezioni.
Dunque, se ci sono deputati condannati per mafia o altro, è perché
qualcuno li ha votati.
Mi si puo' contestare che la sciagurata legge elettorale, bloccando le
liste, abbia reso incontrollabili gli eletti, a prescindere.
E' un'obiezione sensata, tuttavia ricordo che la legge vigente impone
la pubblicazione della lista dei candidati, visibili da tutti. La
legge elettorale è stata stampata sulla Gazzetta Ufficiale.
Se Forza Italia candida Hannibal Lecter capolista, un cittadino
informato dovrebbe sapere che il simpatico The Cannibal è un tipo
colto e raffinato, ma un pelino squilibrato, e quindi magari evita di
votare quel partito.
Il fatto è: la gente sa chi andrà votare? Sa chi sono i capolista? E
ancora: se c'è un mafioso capolista, non sarà il caso di votare
un'altra lista?
Applichiamo la logica. Ci dice che i casi sono due:
1) gli elettori sono male e poco informati su Hannibal The Cannibal e
sulla legge elettorale, e allora il problema sta nell'informazione.
Ma Grillo, appunto, non lo specifica, e se lo fa non lo fa con la
dovuta energia. Se agli elettori nessuno spiega che il dottore gli
mangerebbe il fegato, il cannibale appare come uno psichiatra dalle
buone maniere.
oppure
2) gli elettori sanno benissimo chi è Hannibal e conoscono
perfettamente i meccanismi della legge elettorale, tuttavia Forza
Italia in quella circoscrizione prende il 28%: dunque votano volendosi
far rappresentare da un cannibale in Parlamento.
Ma in questo caso il problema è negli elettori, il guaio è che ci sono
in giro migliaia - o milioni - di italiani che non si fanno scrupoli
di votare uno che si se gli stai sul culo ti mangia le budella.
Ed è con quegli italiani che Grillo dovrebbe prendersela, allora. Ma
allora i cittadini non sono più così innocenti, e allora crolla il
castello populista: meglio tornare a prendersela con gli oligarchi
cattivi nemici del popolo buono, è più facile perché sono
numericamente pochi: i parlamentari, i ministri , i grandi manager.
Nessuno escluso, più o meno.
Forza Italia è il primo partito d'Italia.
Gli italiani sono dunque un popolo di pregiudicati e di mafiosi e di
falsari di bilanci? Oppure più semplicemente l'informazione ha
sorvolato e molto sulla qualità delle candidature, ai tempi della
campagna elettorale giocata tutta sulla Tv del padrone?
Non ho visto speciali di Vespa replicati con indignazione e
testardaggine agli inquisiti candidati, non ho sentito i Tg
organizzare speciali e specialissimi, e l'unico che mi viene in mente
è l'instancabile Travaglio, che denunciava con vigore paesino per
paesino (e senza farsi pagare 25 euretti) nomi e cognomi di destra e
sinistra, senza fare sconti a nessuno. 300.000 libri in qualche
settimana, magari 500.000: la metà di quello che raggiunge il solo
Emilio Fede con un suo Tg in mezz'ora.
E allora Grillo, perché invece di accusare i partiti di candidare
mafiosi, non accusa l'informazione di non fare informazione?
Perché se la facesse, e se fosse tosta, i partiti selezionerebbero i
propri candidati con maggior cautela.
In altri paesi la stampa e la Tv strillerebbero su cose del genere.
Forse non sarebbero nemmeno concepibili. In Italia sì.
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SECONDO: Nessun cittadino italiano può essere eletto per più di due
legislature. Regola valida retroattivamente.
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Potrà essere un principio apparentemente condivisibile, ma a ben
vedere è più fumo che arrosto. Di certo non è la priorità dell'Italia.
Due legislature possono durare pochi anni, e se è vero che è bene
punire i politici furbi e maneggioni è altrettanto giusto gratificare
i politici capaci, onesti, meritevoli di fiducia. L'applicazione di
questa legge impedirebbe a Veltroni, tra l'altro, di entrare in
Parlamento.
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TERZO: I candidati devono essere votati dai cittadini con la
preferenza diretta.
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Preferenza diretta, messa così, significa poco, pochissimo. Grillo si
riferisce alle preferenze multiple della vecchia proporzionale, ossia
a quelle norme abrogate dal primo referendum di Segni? O forse si
riferisce al sistema maggioritario?
Su questo non piccolo dettaglio bisogna essere precisi e fare proposte
serie, perché - lo si voglia o no - la legge elettorale sortisce
profondi effetti diretti sull'assetto politico e comunque una legge
elettorale perfetta non esiste e non puo' esistere.
Qui si tocca il nervo del sistema istituzionale, dunque non ci si puo'
improvvisare costituzionalisti un tanto al chilo. Il sistema
elettorale è importante e liquidarlo con una questione di "preferenze
dirette" non significa nulla, se non alimentare confusione a
confusione.
Il limite intrinseco e ineliminabile della democrazia rappresentativa
è che rimane un sistema a rappresentanza indiretta e ristretta.
Non si possono candidare tutti, sennò le liste sarebbero libri di
Tolstoj.
E ancora: Grillo cita la legge elettorale. Bene, fa cagare a tutti,
compreso a chi l'ha concepita e redatta.
Ai tempi della sua approvazione, Prodi tentò di organizzare una
manifestazione per bloccare l'infame legge-truffa.
Ebbene, io andai a quella manifestazione di piazza e fu l'unica a cui
partecipa,i perché era decisamente un fatto troppo grave. Risultato:
un flop: 30-40.000 persone a essere ottimisti, probabilmente molte
meno.
Non vidi Beppe Grillo, non lessi di alcuna mobilitazione nel suo blog
contro la legge elettorale che critica tanto OGGI.
La sinistra sbaglia spesso, ma statisticamente almeno qualche volta
puo' avere ragione. In quella occasione ne aveva da vendere, e andava
appoggiata.
Quella legge elettorale aveva un solo, unico, chiarissimo colpevole:
la destra italiana.
La sinistra aveva ragione, la destra aveva torto.
Per Grillo no: secondo lui Grillo - portavoce dei cittadii italiani -
aveva ragione; destra e sinistra, come sempre, avevano torto.
Ed ecco che invece di sottolineare la questione politica e di
appoggiare con tutti i mezzi la battaglia |sacrosanta| della sinistra
(ma doveva essere la battaglia di tutti) contro quella immonda
legge-sopruso, Grillo coglie l'occasione per attaccare anche... la
sinistra! Invece di informare e di scandalizzarsi, fa la solita menata
sui "cittadini che non contano" e con un titolo eloquente ("Il ballo
del Qua Qua") ci spiega che tutto sommato i politici sono tutti
uguali, corrotti, svenduti, quasi indistinguibili.
Questo il post sulla legge elettorale:
http://www.beppegrillo.it/2005/10/il_ballo_.html
Due commenti a caso degli avventori del blog, datati 2005 subito dopo
l'approvazione della porcellum, sulla legge elettorale che ancora oggi
vedono - a torto - come il frutto avvelenato di un inciucio:
"caro beppe perché non aprofitti del molleggiato per dire le false
verità sull'11 settembre?" (...!)
"un amico mi ha parlato di un deputato DS che hanno detto che sono
d'accordo anche loro sotto sotto con la legge di Calderoli..."
mi fanno comprendere che nessuno di questi aveva capito che quella era
una mossa che poteva portare il centrosinistra alla sconfitta perché
ne scompaginava gli equilibri politici. Vedendola con malizia, quella
legge è costata al Csx decine di deputati, e dunque molti soldi.
Il Csx si era organizzato per affrontare elezioni maggioritarie, e il
csx nel maggioritario era molto, molto, molto più forte.
Grillo non sottolinea è che è in corso una raccolta di firme per un
referendum sulla porcellum, il quale costringerebbe a una profonda
revisione legislativa.
Ma sono cose troppo serie; in un clima generalizzato di sfiducia verso
la politica, l'antipolitica paga.
Grillo probabilmente non si rende conto che questo malumore verso la
classe politica viene strumentalizzato dalla destra.
L'equazione "destra e sinistra sono uguali" rischia di alimentare
innescare un processo qualunquista che sfocia nell'astensionismo.
Colpendo in primis il già malconcio centrosinistra.
Non che non se lo meritino, per carità, ma verrebbe da chiedere a
Grillo nella sua veste di profeta: come uscirà l'Italia da altri 5
anni di Mediaset - e Calderoli, e Giovanardi, e La Russa - al
governo?