Post by dj Aracno[...]
Post by About:BlankA proposito, tempo fa mi sono imbattuto in quel thread su
quale era il miglior post di IDU.. ecco, ci tenevo a dirti
che, secondo me, il miglior post in assoluto sia di IDU che
di IDM, e' quello indove chiacchieri dei dinosauri che fanno
avanti ed indietro nel tempo.. TROPPO AVANTI!
Hai il link sottomano?
Guarda, siccome penso che *veramente* meriti, te lo zeppo
qua sotto:
===quote
From: "Paperino" <***@lo.dico>
Newsgroups: it.cultura.fantascienza,it.discussioni.misteri
Subject: Re: dinosauri: una nuova spiegazione sulla loro
scomparsa [lungo][OT][e pure X-Post]
Date: Thu, 13 Oct 2005 02:43:58 +0200
Message-ID: <dikakm$10ec$***@stargate1.inet.it>
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"lillo" ha scritto nel messaggio
Post by dj Aracnohttp://www.disinformazione.it/dinosauri.htm
Cosa ne pensate?
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I dinosauri più grandi avevano una dimensione che era
svariate volte quella di un elefante.
[CUT]
I dinosauri hanno una grandezza incompatibile per il
pianeta Terra, eppure le loro ossa dimostrano che sono
esistiti. Come può essere? Il limite sulla dimensione
dipende dal peso, e il peso dipende dalla forza di gravità.
[CUT]
La teoria dell'Universo Elettrico offre un diverso punto
di vista. La gravità non è una costante. Si tratta di una
variabile che dipende dal circostante plasma ambientale.
La Terra dell'era Mesozoica può avere avuto una gravità
minore di quella odierna. Holden ha calcolato che la gravità
necessaria alla vita dei più grandi dinosauri debba essere
stata almeno 1/3 (e forse fino a 1/4) del valore attuale.
*********************************
Io ho una teoria alternativa e secondo me più soddisfacente;
te la spiego.
Allora, la storia è complicata... Il punto è che i dinosauri
erano solo apparentemente una specie poco progredita, e
siamo noi che l'interpretiamo come tale solo per via del
nostro antropocentrismo. In realtà, non avevano bisogno di
una civiltà tecnologica, perché avevano una coscienza
collettiva sviluppatissima: pur avendo una personalità
individuale, appena nati, forse ancora prima della schiusa
dell'uovo, ognuno di loro entrava a far parte della "grande
onda", e quindi poteva condividere istantaneamente
sensazioni, pensieri e idee con l'intera razza.
Questa, e solo questa, è la vera spiegazione della loro
prosperità, durata molti milioni di anni.
Purtroppo, l'evoluzione incontra a volte degli ostacoli
inattesi, e quello che potrebbe sembrare un enorme balzo in
avanti, a volte è in realtà un salto verso l'ignoto, e poi
la distruzione: fu così che capitò ai dinosauri.
Questi, con la loro mente collettiva, disponevano di risorse
di potenza mentali sufficienti per risolvere praticamente
qualunque problema gli si ponesse; tutti i problemi
scientifici che tanta fatica fanno fare fare alle nostre
povere menti isolate, per loro erano di una semplicità
imbarazzante, tranne forse i più profondi, quelli sui quali
noi umani, nonostante la nostra superbia, non osiamo ancora
neanche riflettere seriamente.
Ovviamente, data la loro longevità, sia individuale che
collettiva, uno degli interessi primari dell'intera specie
era quello che riguardava il futuro, e in special modo il
*loro* futuro. Per risolvere il problema di come conoscerlo,
una parte sempre crescente delle loro menti venne assorbita
dalla coscienza collettiva che provava, pensava e infine
scartava sempre nuove idee... finché finalmente, nel
profondo della rete neurale, il risultato tanto cercato fu
raggiunto dalle cellule di un altrimenti anonimo Diplodocus.
Era possibile, e la mente collettiva ora sapeva come fare,
spedire non fisicamente, ma mentalmente la coscienza di un
singolo individuo, attraverso gli eoni, verso i tempi più
lontani, per scoprire il futuro della razza. Quell'essere
sarebbe rimasto, attraverso una sottilissima, ma
resistentissima connessione mentale, in collegamento
con la coscienza collettiva: tutti i dinosauri, dovunque
fossero e qualunque cosa stessero facendo, avrebbero
finalmente saputo la verità sul loro futuro.
Un individuo venne scelto: un triceratopo, la cui robustezza
mentale era pari a quella fisica; la sua coscienza
individuale fu addestrata, gli furono fornite le istruzioni
necessarie, furono messe a punto le salvaguardie necessarie
per la sua incolumità mentale di fronte all'ignoto... e
finalmente venne il tempo dell'esperimento.
Data l'importanza dell'evento tutti i dinosauri, avvisati
per tempo dalla coscienza collettiva, si organizzarono in
modo da poter essere liberi di concentrarsi sulle
informazioni e sulle sensazioni in arrivo da qull'intrepido
esploratore dell'ancora sconosciuto, e fino allora
inconoscibile, tempo futuro.
L'ottimismo era grande e la potenza mentale di innumerevoli
miliardi di individui fu sottostimata da loro stessi: con un
minimo sforzo, la prima sonda mentale fu lanciata a trecento
milioni di anni nel futuro. Ciò che fu riferito era duro,
pur se non inaspettato: non c'erano tracce di vita sulla
Terra.
Certo, questo non significava molto: era perfettamente
concepibile che, dopo tanto tempo, i dinosauri si fossero
spostati nello spazio, e avessero abbandonato la Terra,
forse definitivamente.
Era necessario fare un altro tentativo, e con i dati
ottenuti era ora possibile "calibrare" il tiro: si stabilì
di procedere a balzi verso il momento presente,
indietreggiando fino a trovare il momento della
scomparsa dei dinosauri e poter capire dove fossero andati.
Si andò a duecento milioni di anni nel futuro, rispetto al
momento dell'esperimento, e la Terra era ancora deserta.
Centocinquanta, e ancora niente dinosauri. Cento, e ancora
niente. Cinquanta... e qui arrivò una sorpresa. C'era
abbondanza di vita sulla Terra, ma nessun segno visibile
di dinosauri, né della loro mente collettiva.
Nacque un dubbio: andare in avanti, per scoprire il perché
della scomparsa dell'intera vita sulla Terra ? O invece
andare ancora indietro per capire cosa fosse successo alla
Razza ?
Si decise per una ricerca metodica: in avanti, a salti prima
più grandi e via via più piccoli, di qualche milione di anni
e in seguito di pochi millenni e poi secoli, fino a trovare
l'evento che segnava il confine tra questa strana Terra,
piena di vita, ma di un genere sconosciuto, e il suo triste
epilogo, di un pianeta totalmente, assolutamente,
impensabilmente privo di vita.
Avanti, quindi ! Prima a grandi balzi, poi con più cautela,
salti che, alternativamente scavalcandolo e mancandolo, si
avvicinavano inevitabilmente ad un limite, che si precisava
sempre più, di circa sessantacinque milioni di anni... e qui
un'altra, più grande sorpresa: una specie vivente, piccola,
a vita breve, di provenienza sconosciuta, che in pochi
attimi (secondo il loro senso del tempo) aveva colonizzato
l'intero pianeta, creando una civiltà basata, pareva, su una
cosa assurda, quale la manipolazione meccanica della
materia grezza...
La possente mente collettiva compì un altro sforzo, per
cercare di interpretare, catalogare e finalmente comprendere
quella incredibile torma di esseri dallo strano
comportamento e dall'ancor più strano modo di comunicare.
Infatti non avevano coscienza collettiva, non erano dotati
neanche della forma più rozza di telepatia rilevabile ed
erano costretti ad usare mezzi incredibilmente inefficienti:
gesti e movimenti del corpo, vibrazioni dell'aria, complessi
segnali elettromagnetici codificati secondo involuti sistemi
numerici... e tutto per riuscire, con fatica, a trasmettere
pochi indizi del loro stato mentale e delle loro idee.
La mente collettiva si mise all'opera per cercare di
decifrare il significato di alcuni di quei sistemi,
iniziando dai più semplici, analizzando i segnali
elettronici che passavano attraverso un incredibile
intreccio di aria, cavi metallici, segnali luminosi, onde
elettromagnetiche, infrarosse e visibili... dopo poco fu
scoperto finalmente un metodo di accesso. Attraverso dei
fili di vetro venivano trasmessi, uno dopo l'altro e a
velocità incredibile degli impulsi luminosi, apparentemente
casuali, che però avevano un ritmo ben definito. Quel ritmo
fu analizzato, scomposto nei suoi elementi e decodificato...
e questa fu la parte facile.
Poi venne il momento dell'analisi semantica, e questo fu
molto, molto più difficile. Con estrema lentezza un'intera
rete di collegamenti semantici fu costruita, e si vide che
determinati simboli venivano seguiti spesso da altri, che
delle sequenze ripetitive a loro volta facevano parte di
sequenze più lunghe, che queste avevano dei collegamenti con
altri... la mente collettiva iniziò ancora una volta il
lavoro per cui era più portata: costruire ipotesi, vagliare
e scartare possibilità, trovare dei significati in quella
che apparentemente era una confusione inestricabile di
simboli.
Anche a questo livello, le parti più meccaniche e ripetitive
furono le più facili da interpretare: la mente razziale dei
dinosauri apprese, finalmente, che anche quella razza ignota
aveva una sua rete di collegamenti fra gli esseri, anche se
con metodi e possibilità diverse a seconda degli individui.
La Mente dei dinosauri aveva incontrato Usenet.
Apprese cos'era e come funzionava, e come servirsene per
i propri fini, che in quel momento erano solo di
comprensione di quella razza, stranamente menomata eppure
apparentemente forte, con individui dall'intelligenza acuta
e altri che non ne mostravano traccia, eppure riuscivano a
sopravvivere ugualmente. Quale caleidoscopio si mostrava
alla Mente, tesa ad assorbire e comprendere le "parole" di
quegli strani "uomini", come si definivano nel loro
codice...
E un'altra parte della Mente, ora che conosceva il
significato delle parole, in breve trovò il significato di
sequenze che sembravano casuali di "caratteri", capì che
c'erano le istruzioni giuste, il modo di decodificarle:
erano collegamenti ad una parte di quella rete fino allora
incomprensibile, dove c'erano parole e immagini in quantità
incredibile; quella era quindi "Internet".
Frugando nel canale ormai stabilmente aperto, trovò delle
immagini e delle parole che riconobbe: si riferivano a loro,
i grandi predecessori, e a quello che per quelle piccole
menti era un mistero come tuttora lo era per la Mente; come
loro stessi lo chiamavano: "il mistero della scomparsa dei
dinosauri".
Dopo questi sforzi, la mente dell'individuo spedito in
quell'incredibile futuro si ritrasse un attimo, quasi ad
acquisire nuove energie da quella sorgente inesauribile che
era la Razza, e poi si lanciò di nuovo in avanti,
all'analisi delle informazioni e delle ipotesi che quella
razza aveva creato su di loro.
Ancora una volta la Mente collettiva della razza, nel loro
tempo, a più di sessantacinque milioni di anni di distanza
rimase nella spasmodica attesa di un barlume di luce verso
la comprensione del problema... e qui nacque la loro fine.
Perché capitarono su Usenet al momento giusto per leggere il
tuo post e seguire il link da te, povero, ignaro "Lillo",
fornito.
E tramite il collegamento ormai indistruttibile con la
coscienza collettiva, la reazione del singolo individuo
mandato in avanscoperta, si propagò e si diffuse a tutti gli
individui della razza, caro "Lillo"... L'ipotesi della
diminuzione della forza di gravità scatenò una tale
ilarità che alla fine l'intera razza dei dinosauri crepò
dalle risate, "Lillo"; la colpa di quell'antico genocidio in
fondo è tua, solo tua !
Bye, G.
===/quote
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Ciao, m