FF68
2007-08-14 09:32:28 UTC
Caro Scalfari, gli italiani non sono anormali ma orgogliosi di
essere cristiani
di Monsignor Tommaso Stenico
CITTA DEL VATICANO - Domenica scorsa Eugenio Scalfari (nella foto)
dalle colonne de "la Repubblica", il quotidiano che ha fondato nel
1976, cè andato giù pesante. Sono stato molto in dubbio se
riflettere o no sulle esternazione del noto giornalista; la prima
reazione è stata quella di tacere, al fine di non favorire la
divulgazione dello Scalfari/pensiero. Poi mi sono detto: Non mi pare
giusto tacere. Scalfari ha dichiarato che il popolo italiano è un
popolo non normale, e questo - onestamente - mi è sembrato già
troppo di suo. Ma cè di più: il motivo della "anormalità" starebbe
nel fatto che il popolo italiano è un popolo sostanzialmente
cattolico: in Italia ci sono il Vaticano, il Papa, la Chiesa.
Insomma, il popolo italiano è a/normale perché non ha ancora risolto
la "questione cattolica". Questo mi sembra troppo! Gli italiani
popolo di complessati, di frustrati, di diversi per la "questione
cattolica"? Mi sono chiesto: sarà mai vero che il popolo italico si
strugge notte e giorno in merito alla "questione cattolica"? O non
piuttosto egli è preoccupato dalla crisi dell'etica pubblica, per la
perdita dello spirito di servizio della classe dirigente; per
l'incapacità di promuovere fino in fondo il bene comune; per la
sindrome della quarta settimana, in cui lo stipendio inizia a non
essere più sufficiente per finire il mese; per la mancanza di lavoro
dei giovani; per le morti del sabato sera sulle strade.
Scalfari sostiene al contrario che "la questione cattolica è quella
che spiega più d'ogni altra la diversità italiana. Spiega perché noi
non saremo mai un Paese normale". E con tracotante sicumera per il
fondatore de "la Repubblica" la risposta è facile: "Roma e l'Italia
sono luoghi di residenza millenaria della Sede apostolica" spazi
mediatici che la Santa Sede, il Papa, la Conferenza episcopale hanno
nelle televisioni e nei giornali niente di simile accade in Francia,
in Germania, in Gran Bretagna, in Olanda".
"Da noi le reti ammiraglie di Rai e di Mediaset trasmettono
sistematicamente ogni intervento del Papa e dei Vescovi. L'"Angelus"
è un appuntamento fisso. Le iniziative e le dichiarazioni dei
cattolici politicamente impegnati ingombrano i giornali. il Vaticano
è una potenza politica oltre che religiosa" i privilegi fiscali dei
quali godono il Vaticano, la Santa Sede e gli enti ecclesiastici-
Per Scalfari è anomalo il nostro Paese perché una parte rilevante
dell'opinione pubblica, della classe politica, dei mezzi di
comunicazione, delle stesse istituzioni rappresentative, sono
etero-diretti, fanno capo cioè e sono profondamente influenzati da
un potere "altro". Quello è il vero potere forte che perdura anche
in tempi in cui la secolarizzazione dei costumi ha ridotto i
cattolici praticanti ad una minoranza.
Scalfari poi non considera la Chiesa cattolica quale il punto di
riferimento di chi crede, ma come una sorta di multinazionale
ramificata. E argomenta: la Santa Sede è "un'organizzazione
religiosa mondiale" che si avvale "di un insediamento altrettanto
mondiale attraverso la presenza dei Vescovi, delle parrocchie, degli
Ordini religiosi, delle Missioni". Ma a Scalfari non basta: lo stesso
fenomeno religioso e il ruolo della Chiesa sono come il fumo negli
occhi: accusa il Papa di "spingere il più avanti possibile le forme
di protettorato politico-religioso del Vaticano"; cavalca la
"pinocchiata" della laicità e stigmatizza una gerarchia che accampa
privilegi, sui beni del Vaticano, sulle posizioni in tema di bioetica
viste come ingerenza.
Quanto poi ai cattolici impegnati in politica, essi sono semplici
militanti che agiscono in nome e per conto della Chiesa. Tutto
questo rende il nostro Paese, secondo lui, a/normale. Ora io dico:
il nostro popolo sarà un popolo ciarliero, criticone, godereccio,
ma a-normale in ragione della questione cattolica, non lo credo.
Vorrei rivolgermi ai miei "Fratelli dItalia" per chiedere loro: ci
sentiamo davvero anormali, complessati diversi dagli altri popoli
europei e non solo
- perché la TV trasmette lAngelus del Papa;
- perché il Papa rende visita al Capo dello Stato;
- perché i quotidiani riflettono la situazione della Chiesa
italiana e universale;
- perché è possibile dare l8 per mille del reddito anche alla
Chiesa cattolica Italiana?
Io credo, al contrario, che il nostro popolo è popolo ricco di
saggezza. Per il fatto di essere italiano non si pone linterrogativo
dellatteggiamento dei cattolici, e non, in Francia, Spagna, Olanda,
Scandinavia, Germania, ecc. Sa di essere in Italia e sa che il Bel
Paese racchiude nella sua Terra lo Stato della Città del Vaticano e
la Repubblica di San Marino.Non solo non se duole ma ne è orgoglioso.
L'87,8% degli italiani si dichiara cattolico, anche se i praticanti
sono solo il 36,8%. È quanto emerge da un'inchiesta dell'Eurispes,
che riscontra inoltre un aumento dell'8% di chi si riconosce nel
cattolicesimo rispetto a una medesima ricerca condotta 15 anni fa.
Il presidente dell'Eurispes spiega questi dati con la crisi non
della religione ma della religiosità. Altro è il fatto che tutti i
battezzati siano fedeli coerenti e testimoni credibili del battesimo
ricevuto, ma non andare a dire alla maggioranza degli italiani che
non sono cattolici perché te li fai nemici. I sacramenti più
«sentiti» dai cattolici sono quelli del battesimo, importante per
l'86,8% del campione, e quello del matrimonio (85,3%). Seguono
i sacramenti dell'Eucaristia e della cresima. Alla confessione viene
attribuito, purtroppo, un livello di importanza decisamente
inferiore. Tutti racchiudono nel loro portafogli limmagine della
Madonna, o di Padre Pio, o di Giovanni Paolo II. Vi sarà pure il
cornetto, o il piccolo ferro di cavallo come porta fortuna- Ma non
gli sottrarre la prima comunione per i figli e il battesimo per i
nipoti. Non sarà capace - il nostro popolo - di mettere in pratica
tutti gli insegnamenti del Vangelo, ma di fronte a una edicola della
Vergine, o di Santa Rita o di S. Antonio si fa il segno della croce,
benché fugace e bislacco a mò di scaccia-mosche. Certo, non sempre
si potrà parlare di un popolo dalla fede robusta e coraggiosa.
Molti faranno fatica a ritrovarsi nel modello di famiglia annunciato
dalla Chiesa; molti metteranno le mani avanti per garantirsi la
dolce morte; per un figlio saranno disposti alla fecondazione
omologa o eterologa, pur di averlo. La Chiesa questo lo sa. Non è
forse questo il popolo che ha votato in favore del divorzio e poi
della interruzione di gravidanza? Eppure questo popolo ama Gesù
Cristo, ama il Papa, ama la Chiesa. Basta notare nei momenti cruciali
e in occasione dei grandi avvenimenti: questo popolo cè! E anche se
borbottano, se criticano, se hanno da ridire, i nostri concittadini
ben sanno che non si possono imbavagliare le coscienze; che non si
può impedire ai cattolici e alla Chiesa di farsi testimonianza e di
dire la loro sui temi eticamente sensibili: divorzio, aborto,
eutanasia, testamento biologico, diagnosi pre-impianto, cellule
staminali. Questo è il nostro popolo, che non si pone linterrogativo
della questione cattolica ma - nonostante tutte le possibili
incorenze contraddizioni - è fiero e felice delle radici cristiane
che contrassegnano la nostra cultura. Ne sono testimonianza la
presenza delle edicole sacre lungo le nostre vie, le croci piantate
orgogliosamente sulle cime delle nostre montagne, le artistiche
chiese e cattedrali che la pietà popolare ha eretto Deo Optimo
Maximo. Insomma, credo proprio che in nome della sua saggezza,
il nostro popolo sia davvero molto distante dalla anormalità
attribuitagli da Scalfari. Criticherà, borbotterà, se la prenderà
con i preti, con la Chiesa, ma non rinuncerà mai alle proprie radici
cristiane. Con buona pace di tanti!
http://www.papanews.it/dettaglio_approfondimenti.asp?IdNews=2510
essere cristiani
di Monsignor Tommaso Stenico
CITTA DEL VATICANO - Domenica scorsa Eugenio Scalfari (nella foto)
dalle colonne de "la Repubblica", il quotidiano che ha fondato nel
1976, cè andato giù pesante. Sono stato molto in dubbio se
riflettere o no sulle esternazione del noto giornalista; la prima
reazione è stata quella di tacere, al fine di non favorire la
divulgazione dello Scalfari/pensiero. Poi mi sono detto: Non mi pare
giusto tacere. Scalfari ha dichiarato che il popolo italiano è un
popolo non normale, e questo - onestamente - mi è sembrato già
troppo di suo. Ma cè di più: il motivo della "anormalità" starebbe
nel fatto che il popolo italiano è un popolo sostanzialmente
cattolico: in Italia ci sono il Vaticano, il Papa, la Chiesa.
Insomma, il popolo italiano è a/normale perché non ha ancora risolto
la "questione cattolica". Questo mi sembra troppo! Gli italiani
popolo di complessati, di frustrati, di diversi per la "questione
cattolica"? Mi sono chiesto: sarà mai vero che il popolo italico si
strugge notte e giorno in merito alla "questione cattolica"? O non
piuttosto egli è preoccupato dalla crisi dell'etica pubblica, per la
perdita dello spirito di servizio della classe dirigente; per
l'incapacità di promuovere fino in fondo il bene comune; per la
sindrome della quarta settimana, in cui lo stipendio inizia a non
essere più sufficiente per finire il mese; per la mancanza di lavoro
dei giovani; per le morti del sabato sera sulle strade.
Scalfari sostiene al contrario che "la questione cattolica è quella
che spiega più d'ogni altra la diversità italiana. Spiega perché noi
non saremo mai un Paese normale". E con tracotante sicumera per il
fondatore de "la Repubblica" la risposta è facile: "Roma e l'Italia
sono luoghi di residenza millenaria della Sede apostolica" spazi
mediatici che la Santa Sede, il Papa, la Conferenza episcopale hanno
nelle televisioni e nei giornali niente di simile accade in Francia,
in Germania, in Gran Bretagna, in Olanda".
"Da noi le reti ammiraglie di Rai e di Mediaset trasmettono
sistematicamente ogni intervento del Papa e dei Vescovi. L'"Angelus"
è un appuntamento fisso. Le iniziative e le dichiarazioni dei
cattolici politicamente impegnati ingombrano i giornali. il Vaticano
è una potenza politica oltre che religiosa" i privilegi fiscali dei
quali godono il Vaticano, la Santa Sede e gli enti ecclesiastici-
Per Scalfari è anomalo il nostro Paese perché una parte rilevante
dell'opinione pubblica, della classe politica, dei mezzi di
comunicazione, delle stesse istituzioni rappresentative, sono
etero-diretti, fanno capo cioè e sono profondamente influenzati da
un potere "altro". Quello è il vero potere forte che perdura anche
in tempi in cui la secolarizzazione dei costumi ha ridotto i
cattolici praticanti ad una minoranza.
Scalfari poi non considera la Chiesa cattolica quale il punto di
riferimento di chi crede, ma come una sorta di multinazionale
ramificata. E argomenta: la Santa Sede è "un'organizzazione
religiosa mondiale" che si avvale "di un insediamento altrettanto
mondiale attraverso la presenza dei Vescovi, delle parrocchie, degli
Ordini religiosi, delle Missioni". Ma a Scalfari non basta: lo stesso
fenomeno religioso e il ruolo della Chiesa sono come il fumo negli
occhi: accusa il Papa di "spingere il più avanti possibile le forme
di protettorato politico-religioso del Vaticano"; cavalca la
"pinocchiata" della laicità e stigmatizza una gerarchia che accampa
privilegi, sui beni del Vaticano, sulle posizioni in tema di bioetica
viste come ingerenza.
Quanto poi ai cattolici impegnati in politica, essi sono semplici
militanti che agiscono in nome e per conto della Chiesa. Tutto
questo rende il nostro Paese, secondo lui, a/normale. Ora io dico:
il nostro popolo sarà un popolo ciarliero, criticone, godereccio,
ma a-normale in ragione della questione cattolica, non lo credo.
Vorrei rivolgermi ai miei "Fratelli dItalia" per chiedere loro: ci
sentiamo davvero anormali, complessati diversi dagli altri popoli
europei e non solo
- perché la TV trasmette lAngelus del Papa;
- perché il Papa rende visita al Capo dello Stato;
- perché i quotidiani riflettono la situazione della Chiesa
italiana e universale;
- perché è possibile dare l8 per mille del reddito anche alla
Chiesa cattolica Italiana?
Io credo, al contrario, che il nostro popolo è popolo ricco di
saggezza. Per il fatto di essere italiano non si pone linterrogativo
dellatteggiamento dei cattolici, e non, in Francia, Spagna, Olanda,
Scandinavia, Germania, ecc. Sa di essere in Italia e sa che il Bel
Paese racchiude nella sua Terra lo Stato della Città del Vaticano e
la Repubblica di San Marino.Non solo non se duole ma ne è orgoglioso.
L'87,8% degli italiani si dichiara cattolico, anche se i praticanti
sono solo il 36,8%. È quanto emerge da un'inchiesta dell'Eurispes,
che riscontra inoltre un aumento dell'8% di chi si riconosce nel
cattolicesimo rispetto a una medesima ricerca condotta 15 anni fa.
Il presidente dell'Eurispes spiega questi dati con la crisi non
della religione ma della religiosità. Altro è il fatto che tutti i
battezzati siano fedeli coerenti e testimoni credibili del battesimo
ricevuto, ma non andare a dire alla maggioranza degli italiani che
non sono cattolici perché te li fai nemici. I sacramenti più
«sentiti» dai cattolici sono quelli del battesimo, importante per
l'86,8% del campione, e quello del matrimonio (85,3%). Seguono
i sacramenti dell'Eucaristia e della cresima. Alla confessione viene
attribuito, purtroppo, un livello di importanza decisamente
inferiore. Tutti racchiudono nel loro portafogli limmagine della
Madonna, o di Padre Pio, o di Giovanni Paolo II. Vi sarà pure il
cornetto, o il piccolo ferro di cavallo come porta fortuna- Ma non
gli sottrarre la prima comunione per i figli e il battesimo per i
nipoti. Non sarà capace - il nostro popolo - di mettere in pratica
tutti gli insegnamenti del Vangelo, ma di fronte a una edicola della
Vergine, o di Santa Rita o di S. Antonio si fa il segno della croce,
benché fugace e bislacco a mò di scaccia-mosche. Certo, non sempre
si potrà parlare di un popolo dalla fede robusta e coraggiosa.
Molti faranno fatica a ritrovarsi nel modello di famiglia annunciato
dalla Chiesa; molti metteranno le mani avanti per garantirsi la
dolce morte; per un figlio saranno disposti alla fecondazione
omologa o eterologa, pur di averlo. La Chiesa questo lo sa. Non è
forse questo il popolo che ha votato in favore del divorzio e poi
della interruzione di gravidanza? Eppure questo popolo ama Gesù
Cristo, ama il Papa, ama la Chiesa. Basta notare nei momenti cruciali
e in occasione dei grandi avvenimenti: questo popolo cè! E anche se
borbottano, se criticano, se hanno da ridire, i nostri concittadini
ben sanno che non si possono imbavagliare le coscienze; che non si
può impedire ai cattolici e alla Chiesa di farsi testimonianza e di
dire la loro sui temi eticamente sensibili: divorzio, aborto,
eutanasia, testamento biologico, diagnosi pre-impianto, cellule
staminali. Questo è il nostro popolo, che non si pone linterrogativo
della questione cattolica ma - nonostante tutte le possibili
incorenze contraddizioni - è fiero e felice delle radici cristiane
che contrassegnano la nostra cultura. Ne sono testimonianza la
presenza delle edicole sacre lungo le nostre vie, le croci piantate
orgogliosamente sulle cime delle nostre montagne, le artistiche
chiese e cattedrali che la pietà popolare ha eretto Deo Optimo
Maximo. Insomma, credo proprio che in nome della sua saggezza,
il nostro popolo sia davvero molto distante dalla anormalità
attribuitagli da Scalfari. Criticherà, borbotterà, se la prenderà
con i preti, con la Chiesa, ma non rinuncerà mai alle proprie radici
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