Post by RaffaellaSai che ti dico?...vai a ca**re:-)))))
Non è un problema mio: siete voi che non vi staccate
dal cordone ombelicale di DG, il frutto/stecca del peccato :)
E anzi, più in generale, trovo abbastanza banale, squallido
e perfino offensivo che si parli per forza d'inerzia sul vuoto
pneumatico come fanno i più (e sembra di gran moda) che
ricordano solo il Battisti-Mogol e poi per non essere da meno
finiscono sempre e soltanto per citare (strizzando l'occhiolino)
DG e Le cose che pensano... come contentino in camera caritatis
e spruzzatina di infarinatura panelliana. No, no io non ci sto.
Cmq Raffy non faccio altro che ripetere concetti
che avevo già espresso in precedenza... Dove eri ? :))
Post by RaffaellaDon Giovanni è veramente (o meglio poteva essere) la pietra angolare con
cui fare i conti, come disse De Gregori...
E' vero, è il più elettronico di tutti, ma chi se ne accorge?
Io qui non sono d'accordo anche se, non essendo musicista, non ci capisco
una mazza. Anzi a leggere i crediti parrebbe l'album dove sono maggiormente
presenti gli strumenti reali. Mentre poi negli altri più si avanza col tempo
(e col progresso tecnologico) e più diventa preminente la figura dei
computer.
Post by RaffaellaE' scomparsa la parola "amore"? E meno male!
I testi involuti, difficili...fanno apprezzare l'album come si apprezzano
i brani in inglese: si ascolta, alla fine solo la musica...
Non mi pare che i testi di Don Giovanni siano involuti e difficili (sono
pure scritti all'interno sulla busta del disco !). Io li trovo invece
scherzosi, enigmistici.
Post by RaffaellaMi piacerebbe anche conoscere il pensiero di chi, al contrario, avendo
vissuto il periodo mogoliano possa sinceramente affermare di non aver
avuto problemi nell'accettare (attenzione) i tre ultimi dischi...
Io non considero L'apparenza legato a Don Giovanni bensì agli ultimi 3. Se
c'è un disco per conto suo questo è solo Don Giovanni, certo anche gli altri
sono diversi uno dall'altro ma c'è sotto lo stesso progetto.
***
Post by Raffaella2) "Don Giovanni" e "I Bianchi". Ho separato volutamente questi album
perché non sono affatto d'accordo che possano appartenere ad allo stesso
stile. Anzi. Vi sono delle sostanziali differenze tra DG e gli atri
bianchi, sia musicalmente che testualmente. Intanto in DG rispetto agli
altri album "elettronici", "E già" compreso, ritorna ad utilizzare
strumenti acustici della tradizione (pianoforte, saxofono, e soprattutto
quel contrabbasso acustico che viene usato in maniera così struggente nel
beguine della omonima "Don Giovanni"). I testi hanno la caratteristica di
essere funzionali al fatto musicale, al contrario di quanto poi accadrà
negli album successivi ("I Bianchi") dove appare evidente che il testo
comincia a condizionare la musica.
Sono sulla stessa lunghezza d'onda
***
Di nuovo in reply a Egidio:
Questa non te la posso passare liscia :)
o almeno non posso esimermi dal dire la mia e cioè che...
magari i mogoliani (anzi i battistiani e/o gli ascoltatori in generale) si
fermassero pure alL'apparenza senza trovarvi nulla da recriminare. Io ne ho
sentiti, trovati ben pochi. Tu sei stato, evidentemente, più fortunato :)
Io, a dir la verità, ho sempre e solo sentito mitizzare (un po' da tutti:
stampa, pubblico, colleghi) Don Giovanni (la qual cosa mi ha procurato non
poco fastidio) mentre il resto veniva orfanizzato ed obliato...
Battisti ? Ah, gran cantante e musicista. Con Mogol ha scritto la storia
della musica e pure il nuovo corso... Don Giovanni un capolavoro assoluto...
Dal che deduco che la gente o è scema o masochista. Battisti non si è
fermato all'86...
***
In reply a Gandini:
In realtà è molto difficile stilare una classifica o un qualche paragone tra
album densi, complessi come questi e così diversi, sotto molteplici aspetti,
tra loro. Come (stranamente bene) scrisse Cesare G. Romana proprio in merito
alla Sposa (e cito a memoria sperando di non alterare troppo il messaggio
originale): " Un bel disco ? Probabilmente bellissimo (e di certo
inquietante). Ma siamo in quella terra di nessuno dove i vecchi concetti di
bello e di brutto non hanno più senso, appartengono alla convenzionalità di
un linguaggio ormai desueto. " E cmq se c'è un disco in chiave/tono
leggermente minore (e, si badi bene, non in senso assoluto ma solo se
paragonato ai restanti/successivi attraverso l'uso, ad esempio, delle
quattro cause aristoteliche) quello è ineluttabilmente proprio Don Giovanni,
cioè l'album che è stato invece eletto dalla maggioranza dei battistiani,
dell'opinione pubblica e dei mass-media come paradigma esemplare del nuovo
corso. Ma anche i paradossi hanno una loro logica...
***
In reply a Tissaferne:
A parte il fatto che io l'aggettivo opulento lo riferirei proprio alla Sposa
e non ad Hegel, se c'è un album meno perfetto tra i bianchi questo è proprio
Don Giovanni: l'album meno moderno perchè modernizzato più in anticipo ; un
fenomeno comune nella storia della scienza e della tecnologia
(dell'informatica poi...). Esso fu precocemente moderno quando (e in quanto)
tutti gli altri erano ancora espressione di un modo antico di concepire la
musica e l'ascoltatore. Quindi ripeto preso da solo, in termini assoluti, è
un capolavoro ma confrontato con gli altri 4 perde colpi. Il guaio (o la
fortuna) è quindi che Lucio non si è fermato a quello...
Post by RaffaellaAdesso ce la prendiamo anche col Dongiovanni?
1- Non da adesso
2- Non me la prendo
3- E' un dato di fatto
***
Post by RaffaellaPotrebbe essere pubblicato già all'inizio del prossimo anno il nuovo disco
di Alice: a confermare la notizia a Rockol è stata la stessa cantante.
"Sto lavorando a un progetto al quale ho cominciato a mettere mano almeno
un anno e mezzo fa. È un album di pop d'autore, che dovrebbe uscire a
febbraio. S'intitolerà 'Le parole del giorno prima' e comprenderà brani
inediti (una canzone di Fossati, per esempio), testi musicati di grandi
poeti, da Yeats a Pasolini, ma anche pezzi noti, come un brano di Battisti
del periodo con Panella"
Interessante: spero solo non si ricada
nell'intronata routine di prendere
un pezzo da Don Giovanni...
***
In reply a Fontana:
a guardare bene anche il successivo album, Don Giovanni, il primo
con Panella, è ben distante dagli altri successivi quattro - i bianchi- già
a partire dalla copertina (una colorata pittura e non neri disegni
stilizzati o lettere) per passare alla pubblicazione dei testi (abbiamo
dovuto aspettare l'ultimo album per averne altri) per finire alle musiche
(sicuramente più immediate e orecchiabili delle successive) ; d'altronde
era una prima, qualcosa dovevano pur concedere per invogliare gli
ascoltatori.
***
Post by RaffaellaVoglio lanciare una provocazione, non Vi sembra che di tutti i dischi di
Lucio realizzati con Panella, Don Giovanni sia quello che peggio resiste
agli anni? E' già invecchiato, cosa che non si può dire degli altri 4
Mah forse sì, forse no. Di sicuro è stato il più celebrato vuoi perchè era
il primo vuoi perchè veniva dopo 4 anni di silenzio vuoi perchè ancora si
faceva ricorso a molti strumenti reali vuoi perchè neppure i testi erano
così tanto ermetici ma piuttosto giocosi ; d'altronde, essendo una prima,
qualcosa la dovevano pur concedere al pubblico (basti pensare che è l'unico
con copertina colorata) . Per non far scontenti nessuno diciamo che rispetto
all'epoca in cui uscì e alla produzione di allora resta ancora oggi una
pietra miliare ma confrontato con gli altri successivi suoi 4 albums perde
qualcosina sotto tutti i punti di vista (non me ne volere Ciccio).
***
Dulcis in fundo, un altro passaggio di Neri che condivido (e che farà
felice Maurizio per il giusto tributo a un passaggio di un brano considerato
da molti minore):
Io mi riferivo principalmente agli arrangiamenti e alle sonorità, in molte
canzoni di Don Giovanni, viene usato un Kurzweil con il suono doppiato di
piano e archi che non si usa più da anni (ho fatto solo un esempio) mentre
le sonorità di Hegel (ma anche de L'Apparenza) sono più coraggiose (non
necessariamente più belle) In Hegel, le linee di basso (sintetico è vero)
sono funky del 2000. In Don Giovanni c'è rottura sì ma con una sorta di
timidezza che Battisti ha abbandonato subito. Non voglio dire che non sia un
bel disco, è strepitoso, le melodie sono eccezionali, il break di fiati in
Che vita ha fatto è bellissimo, il flamenco accennato di Don Giovanni è tra
le cose più belle che ha fatto Lucio. Però cose come quelle (escluse la voce
e alcune melodie) le possiamo trovare in altri dischi di poco successivi di
altri artisti. Quello che ha fatto dopo no!