Tommaso Russo, Trieste
2009-09-01 13:56:36 UTC
Scusa se spezzo il thread, quello aperto da LF era diventato ingestibile
con qualsiasi newsreader.
Scusa anche se modifico parzialmente l'ordine delle citazioni.
Per arrivare a pg 2 mi sono dovuto procurare il libro di Connes, solo
per capire di cosa stai parlando. Ovviamente non l'ho letto tutto,
servono mesi.
Ho proseguito la lettura del tuo lavoro come per un testo infarcito di
citazioni in tedesco, che mi obbligherebbero a consultare un dizionario
tre volte per riga: leggendo le frasi a me comprensibili e sperando di
intuire il resto dal contesto.
Se ho capito bene, la tesi centrale (o una delle tesi principali) del
tuo lavoro e' che per ricostruire completamente la metrica di uno
spaziotempo e' sufficiente conoscere le distanze fra eventi lungo curve
con ovunque vettore tangente di tipo tempo o tipo luce. Da cui la
convenzionalita' della scelta delle "fogliettazioni" in 3-superfici di
Cauchy di eventi "simultanei", e quindi la tua conclusione (nel NG, non
nel lavoro) che le discussioni sulla sincronizzazione sono di lana caprina.
Non riusciro' mai a seguire la dimostrazione che dai di questo teorema
(dovrei impadronirmi del linguaggio che usi, e alla mia eta' non e'
facile), ma non ho difficolta' a darti fiducia sulla sua correttezza.
Anche perche' non intendevo usarlo (ne' contestarlo), non parlavo di
sincronizzazioni e non ho avuto la pazienza di seguire le argomentazioni
di Bruno.
non puntava l'attenzione sulla metrica ma sulla *orientazione* della
relazione causa-effetto.
Cercando di capire il tuo lavoro ho ottenuto la risposta:
in letteratura si usa cosi'.
E' una semplice terminologia, e la relazione "l'evento A e' connesso
all'evento B da una curva causale" *E'* una relazione puramente
geometrica e simmetrica, non asimmetrica. Diventa asimmetrica solo dopo
aver stabilito un verso passato-futuro delle curve causali.
Io trovo questa locuzione fuorviante, perche' nel parlare comune il
rapporto causa effetto e' fortemente asimmetrico e stabilire cosa sia
"causa" e cosa "effetto" fra due eventi causalmente correlati tiene
conto di un verso del tempo gia' stabilito in precedenza. Ma pazienza,
vista la sua diffusione dovro' adeguarmi io e in futuro distinguero'
accuratamente fra relazione causale geometrica e rapporto causa-effetto
asimmetrico.
Mi riferivo (evidentemente) correlazioni causali dirette, causa in A
ed effetto in B e non causa comune in C che cade nel cono di luce
passato di A e B.
Ok, si capiva: ma tu avevi parlato di correlazione, che per me ha un
significato diverso da quello che ora chiamo "connessione causale". Due
misure possono essere correlate, anche se separate spazialmente, perche'
relative ad uno stesso fenomeno ("evento causa").
trasmettere informazione a velocita' superluminale. Mi riferivo a
diverse interpretazioni del formalismo della Meccanica Quantistica.
Nal "classico" esperimento EPR (quello di Aspect monocanale ad esempio),
l'evento E e' l'emissione di due fotoni entangled in uno stato di
sovrapposizione di polarizzazione; gli eventi R1 ed R2, causalmente
connessi con E ma spazialmente separati fra loro, sono il rilevamento (o
meno) del fotone dopo il passaggio attraverso un polarizzatore orientato
secondo uno di due possibili assi (ortogonali alla proiezione spaziale
delle geodetiche nulle E-R1 ed E-R2). La tripletta di eventi E,R1,R2
viene istanziata con registrazione degli esiti R ed R2 N volte
(migliaia) con diverse orientazioni dei polarizzatori.
(In alcune versioni dell'esperimento l'orientazione del polarizatore in
R1 e' deciso da un evento *casuale* S1, causalmente connesso con R1 ma
spazialmente separato da R2, e l'orientazione del polarizatore in R2 e'
deciso da un evento casuale S2, causalmente connesso con R2 ma
spazialmente separato da R1 ed S1.)
La conoscenza di un singolo esito in R1 consente di determinare le
probabilita' dell'esito nel corrispondente R2 (ossia la frequenza degli
esiti in R2 in tutti i rilevamenti con lo stesso esito in R1).
Bell ha dimostrato che nessuna proprieta' ("elemento di realta' fisica")
posseduta, per quanto inconoscibile ("variabile nascosta"), dalla
funzione di stato in E, puo' dar conto di queste frequenze, che invece
vengono predette in accordo con i risultati sperimentali dalla MQ.
Sembra quindi che l'esito in R1 debba determinare lo stato del fotone in
E-R2 con un'azione (o meglio "passione") a distanza.
Le cose cambiano se la variabile "inconoscibile" in E e' proprio l'esito
della misura in R1, ossia se l'esito in R1 (ed anche quello in R2,
ovviamente) determinano l'evento E e lo stato (non piu' di
sovrapposizione) dei fotoni E-R1 ma anche E-R2. La passione a distanza
non e' piu' necessaria, e i conti tornano.
Ma questo significa che R1 (ed R2) devono essere considerate (con)cause
di E. La connessione causale (geometrica) c'e', ma nel verso opposto a
quello comunemente inteso.
comunemente inteso, che e' un rapporto fra eventi "termodinamici" e
quindi naturalmente orientato nel tempo dal secondo principio, venga
esteso alle relazioni fra eventi quantistici mantenendo arbitrariamente
lo stesso verso nel tempo e quindi l'asimmetria, mentre la "connessione
causale" fra eventi e' una relazione simmetrica.
insieme di eventi posizionati in uno spaziotempo, contrapposta ad un
"l'Universo ORA in evoluzione verso il futuro". E' una visione
abbastanza naturale, e accettata da chiunque, per gli eventi che cadono
nel nostro cono di luce passato. Estenderlo agli eventi separati da noi
*spazialmente* significa adottare, in un certo senso, una posizione
realista ("la luna e' li' fuori anche se nessuno la guarda" - un
operazionista rigoroso affermerebbe piuttosto "solo dopo aver visto la
luna posso affermare che *un secondo fa* era li'").
L'estensione al nostro cono di luce futuro incontra piu' resistenze,
perche a molti sembra (ribadisco *SEMBRA") che questo entri in
conflitto, a seconda delle loro posizioni, con il libero aritrio e la
responsabilita' individuale, o soltanto con quest'ultima.
Se googli trovi molti risultati, ti segnalo quelli che mi sembrano piu'
chiari (non condivido TUTTE le posizioni ivi espresse):
http://philsci-archive.pitt.edu/archive/00002408/
http://serendip.brynmawr.edu/local/scisoc/time/chennotes.html
http://en.wikipedia.org/wiki/Eternalism_(philosophy_of_time)
la trattazione migliore, ma lunghetta, e' qui:
http://plato.stanford.edu/entries/spacetime-bebecome/
i tuoi post ogni giorno, come i miei corsivi preferiti :-)
con qualsiasi newsreader.
Scusa anche se modifico parzialmente l'ordine delle citazioni.
V. Moretti: Aspects of noncommutative Lorentzian geometry for
globally hyperbolic spacetimes
Rev. Math. Phys. 15, 1171 (2003).
http://arxiv.org/abs/gr-qc/0203095
... per riscostruire uno
spaziotempo (topologia, struttura differenziabile e struttura
metrica) è sufficiente conoscere qualla che si chiama la distanza
lorentziana tra eventi, che misura solo la distanza tra eventi
causalmente correlati e basta, tralasciando completamente gli eventi
causalmente separati, che in qualche senso non contano.
Mi hai steso! :-)globally hyperbolic spacetimes
Rev. Math. Phys. 15, 1171 (2003).
http://arxiv.org/abs/gr-qc/0203095
... per riscostruire uno
spaziotempo (topologia, struttura differenziabile e struttura
metrica) è sufficiente conoscere qualla che si chiama la distanza
lorentziana tra eventi, che misura solo la distanza tra eventi
causalmente correlati e basta, tralasciando completamente gli eventi
causalmente separati, che in qualche senso non contano.
Per arrivare a pg 2 mi sono dovuto procurare il libro di Connes, solo
per capire di cosa stai parlando. Ovviamente non l'ho letto tutto,
servono mesi.
Ho proseguito la lettura del tuo lavoro come per un testo infarcito di
citazioni in tedesco, che mi obbligherebbero a consultare un dizionario
tre volte per riga: leggendo le frasi a me comprensibili e sperando di
intuire il resto dal contesto.
Se ho capito bene, la tesi centrale (o una delle tesi principali) del
tuo lavoro e' che per ricostruire completamente la metrica di uno
spaziotempo e' sufficiente conoscere le distanze fra eventi lungo curve
con ovunque vettore tangente di tipo tempo o tipo luce. Da cui la
convenzionalita' della scelta delle "fogliettazioni" in 3-superfici di
Cauchy di eventi "simultanei", e quindi la tua conclusione (nel NG, non
nel lavoro) che le discussioni sulla sincronizzazione sono di lana caprina.
Non riusciro' mai a seguire la dimostrazione che dai di questo teorema
(dovrei impadronirmi del linguaggio che usi, e alla mia eta' non e'
facile), ma non ho difficolta' a darti fiducia sulla sua correttezza.
Anche perche' non intendevo usarlo (ne' contestarlo), non parlavo di
sincronizzazioni e non ho avuto la pazienza di seguire le argomentazioni
di Bruno.
perche' tiri in ballo la causalita'? Io mi limiterei a dire che limita
il trasferimento di energia fra due eventi.
il trasferimento di energia fra due eventi.
relazione causa-effetto.
Cercando di capire il tuo lavoro ho ottenuto la risposta:
in letteratura si usa cosi'.
E' una semplice terminologia, e la relazione "l'evento A e' connesso
all'evento B da una curva causale" *E'* una relazione puramente
geometrica e simmetrica, non asimmetrica. Diventa asimmetrica solo dopo
aver stabilito un verso passato-futuro delle curve causali.
Io trovo questa locuzione fuorviante, perche' nel parlare comune il
rapporto causa effetto e' fortemente asimmetrico e stabilire cosa sia
"causa" e cosa "effetto" fra due eventi causalmente correlati tiene
conto di un verso del tempo gia' stabilito in precedenza. Ma pazienza,
vista la sua diffusione dovro' adeguarmi io e in futuro distinguero'
accuratamente fra relazione causale geometrica e rapporto causa-effetto
asimmetrico.
Eventi separati spazialmente sono assolutamente (= indipendente dal
riferimento) causalmente scorrelati.
riferimento) causalmente scorrelati.
ed effetto in B e non causa comune in C che cade nel cono di luce
passato di A e B.
significato diverso da quello che ora chiamo "connessione causale". Due
misure possono essere correlate, anche se separate spazialmente, perche'
relative ad uno stesso fenomeno ("evento causa").
Ma non c'è alcuna azione a distanza, le correlazioni EPR non hanno
niente a che vedere con la causalità, non è possibile provocare
qualsiasi cosa (in termini più rozzi "trasmette informazione" usando
essi).
Lungi da me un'idea simile! Non mi riferivo alla possibilita' diniente a che vedere con la causalità, non è possibile provocare
qualsiasi cosa (in termini più rozzi "trasmette informazione" usando
essi).
trasmettere informazione a velocita' superluminale. Mi riferivo a
diverse interpretazioni del formalismo della Meccanica Quantistica.
Nal "classico" esperimento EPR (quello di Aspect monocanale ad esempio),
l'evento E e' l'emissione di due fotoni entangled in uno stato di
sovrapposizione di polarizzazione; gli eventi R1 ed R2, causalmente
connessi con E ma spazialmente separati fra loro, sono il rilevamento (o
meno) del fotone dopo il passaggio attraverso un polarizzatore orientato
secondo uno di due possibili assi (ortogonali alla proiezione spaziale
delle geodetiche nulle E-R1 ed E-R2). La tripletta di eventi E,R1,R2
viene istanziata con registrazione degli esiti R ed R2 N volte
(migliaia) con diverse orientazioni dei polarizzatori.
(In alcune versioni dell'esperimento l'orientazione del polarizatore in
R1 e' deciso da un evento *casuale* S1, causalmente connesso con R1 ma
spazialmente separato da R2, e l'orientazione del polarizatore in R2 e'
deciso da un evento casuale S2, causalmente connesso con R2 ma
spazialmente separato da R1 ed S1.)
La conoscenza di un singolo esito in R1 consente di determinare le
probabilita' dell'esito nel corrispondente R2 (ossia la frequenza degli
esiti in R2 in tutti i rilevamenti con lo stesso esito in R1).
Bell ha dimostrato che nessuna proprieta' ("elemento di realta' fisica")
posseduta, per quanto inconoscibile ("variabile nascosta"), dalla
funzione di stato in E, puo' dar conto di queste frequenze, che invece
vengono predette in accordo con i risultati sperimentali dalla MQ.
Sembra quindi che l'esito in R1 debba determinare lo stato del fotone in
E-R2 con un'azione (o meglio "passione") a distanza.
Le cose cambiano se la variabile "inconoscibile" in E e' proprio l'esito
della misura in R1, ossia se l'esito in R1 (ed anche quello in R2,
ovviamente) determinano l'evento E e lo stato (non piu' di
sovrapposizione) dei fotoni E-R1 ma anche E-R2. La passione a distanza
non e' piu' necessaria, e i conti tornano.
Ma questo significa che R1 (ed R2) devono essere considerate (con)cause
di E. La connessione causale (geometrica) c'e', ma nel verso opposto a
quello comunemente inteso.
Questo è il mio punto di vista. Secondo me significano che la
descrizione spaziotemporale è inadeguata per descrivere tutta la
fisica dei sistemi quantistici.
Io credo che dipenda dal fatto che il rapporto causa-effetto comedescrizione spaziotemporale è inadeguata per descrivere tutta la
fisica dei sistemi quantistici.
comunemente inteso, che e' un rapporto fra eventi "termodinamici" e
quindi naturalmente orientato nel tempo dal secondo principio, venga
esteso alle relazioni fra eventi quantistici mantenendo arbitrariamente
lo stesso verso nel tempo e quindi l'asimmetria, mentre la "connessione
causale" fra eventi e' una relazione simmetrica.
Non ho capito comunque cosa sia il "block Universe view", puoi essere
più chiaro?
In sostanza la conosci: e' la visione dell'intero Universo come unpiù chiaro?
insieme di eventi posizionati in uno spaziotempo, contrapposta ad un
"l'Universo ORA in evoluzione verso il futuro". E' una visione
abbastanza naturale, e accettata da chiunque, per gli eventi che cadono
nel nostro cono di luce passato. Estenderlo agli eventi separati da noi
*spazialmente* significa adottare, in un certo senso, una posizione
realista ("la luna e' li' fuori anche se nessuno la guarda" - un
operazionista rigoroso affermerebbe piuttosto "solo dopo aver visto la
luna posso affermare che *un secondo fa* era li'").
L'estensione al nostro cono di luce futuro incontra piu' resistenze,
perche a molti sembra (ribadisco *SEMBRA") che questo entri in
conflitto, a seconda delle loro posizioni, con il libero aritrio e la
responsabilita' individuale, o soltanto con quest'ultima.
Se googli trovi molti risultati, ti segnalo quelli che mi sembrano piu'
chiari (non condivido TUTTE le posizioni ivi espresse):
http://philsci-archive.pitt.edu/archive/00002408/
http://serendip.brynmawr.edu/local/scisoc/time/chennotes.html
http://en.wikipedia.org/wiki/Eternalism_(philosophy_of_time)
la trattazione migliore, ma lunghetta, e' qui:
http://plato.stanford.edu/entries/spacetime-bebecome/
Ciao, Valter
Ciao, mi spiace che hai finito le vacanze, mi stavo abituando a leggerei tuoi post ogni giorno, come i miei corsivi preferiti :-)
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TRu-TS
TRu-TS