Post by frank2003Post by Alessandro CaraE comunque la risposta piu' seriosa e': vota per Prodi dagli una
maggioranza sostanziosa senza i Dini ed i Mastella e poi vediamo.
Se poi dai la maggiranza a Diliberto, rischio di diventare muzio
scevola, ma berlusconi ti tocchera' andarlo a trovare in repubblica
centroafricana mentre fa il Bokassa II.
Non è che Prodi sia un galantuomo guarda che ha fatto; ripreso da
dimenticavo...
Consulenze Nomisma
In seguito alla sua prima elezione alla presidenza IRI nel 1982, a Prodi
venne contestato di non aver abbandonato il ruolo di dirigente in Nomisma,
configurando un potenziale conflitto di interessi.
Negli anni successivi l'IRI stipulò alcuni contratti di consulenza con la
società, che portarono a dubitare sulla trasparenza dell'operazione: in un
primo processo, concluso nel 1988, Romano Prodi venne assolto con formula
piena in quanto alla luce delle indagini non si configurava reato nel suo
comportamento.
Il giudice Francesco Paolo Casavola che lo assolse dichiarò::«L'idea che
le commesse siano state affidate perché a richiederle erano il presidente
dell'Iri e il suo assistente alle società collegate è verosimile, ma non
assume gli estremi di reato».
Una seconda questione venne sollevata riguardo ad alcune consulenze nel
settore Alta Velocità svolte da Nomisma tra il 1992 e il 1993. Prodi era
stato scelto a partire dal 16 gennaio 1992 come "Garante del Sistema Alta
Velocità" dai vertici delle Ferrovie dello Stato, con il compito di
effettuare le valutazioni di impatto economico e ambientale legate alla
costruzione della nuova rete TAV italiana. Una seconda commissione
("Comitato Nodi") composta dal professor Carlo Maria Guerci, da Giuseppe
De Rita e dall'architetto Renzo Piano e presieduta da Susanna Agnelli,
venne incaricata di elaborare un piano di riqualificazione delle strutture
e dei servizi delle Ferrovie.
Prodi lasciò l'incarico di Garante il 20 maggio 1993 per tornare alla
presidenza dell'IRI su richiesta dell'allora Presidente del Consiglio
Carlo Azeglio Ciampi. Nel 1996 un'inchiesta sulla questione portò a una
serie di 40 perquisizioni della Guardia di Finanza e al sequestro di
numerosi documenti riguardanti la TAV, operazione disposta dal PM di Roma
Giuseppa Geremia, e ad un'imputazione per concorso in abuso d'ufficio
verso Ercole Incalza (ex amministratore della TAV) ed Emilio Maraini
(ex-dirigente Italfer). Prodi non venne coinvolto direttamente in questa
seconda inchiesta.
Presunti rapporti col KGB
Per approfondire, vedi la voce Dossier Mitrokhin.
L'indicazione secondo la quale Romano Prodi sarebbe stato un uomo di
riferimento del KGB in Italia si rifà alle affermazioni dell'eurodeputato
inglese Gerald Batten, che sosteneva di averla ricevuta dalla spia russa
Alexander Litvinenko, morto il 23 novembre 2006 per avvelenamento. Batten,
richiedendo un inchiesta, dichiarava il 3 aprile 2006 davanti al
Parlamento Europeo a Strasburgo:
« Uno dei miei componenti, Alexander Litvinienko è stato tenente
colonnello in Russia della FSB, ex KGB. L'esposizione di Litvinienko sulle
attività illegali della FSB, lo costrinse a cercare asilo politico
all'estero. Prima di decidere un posto per rifugiarsi, consultò il suo
amico Generale Anatoly Trofimov, un capo deputato della FSB. Il Generale
Anatoly Trofimov, disse a Litvinienko: "Non andare in Italia ci sono molti
agenti del KGB. Romano Prodi è il nostro uomo là". »
(Trascrizione delle dichiarazioni di Gerald Batten a Strasburgo il 3
aprile 2006[14])
Dopo la morte di Litvinienko, tuttavia, il quotidiano La Repubblica
pubblicò un'intervista che questi aveva rilasciato il 3 marzo 2005, un
anno prima delle dichiarazioni di Batten, in cui l'ex agente del KGB
affermava che Mario Scaramella, il quale lo stava interrogando per conto
della commissione Mitrokhin, insisteva per avere informazioni che
potessero legare Prodi al rapimento di Moro o al KGB, ma che lui non aveva
mai sentito parlare di Prodi e che non conosceva alcun dettaglio sul
sequestro:
« Mario mi raccontò che Prodi conosceva l'indirizzo dove le BR tenevano
sequestrato Moro per averlo appreso durante una seduta spiritica. Mi
chiese se non ritenevo che Prodi avesse appreso del covo dal KGB. Mi
chiese anche se il sequestro non fosse stato organizzato dal KGB e se
avesse addestrato le BR. Dissi che non conoscevo alcun dettaglio del
sequestro e che non avevo mai sentito parlare di Prodi. Osservai soltanto
che, se volevano il mio parere di esperto, era poco credibile che Prodi
avesse appreso la notizia durante una seduta spiritica e che sicuramente
il KGB aveva seguito il sequestro provando ad acquisire informazioni. Io
non avevo e non ho nessun tipo di prove su Prodi. »
( E Litvinenko raccontò "Volevano sapere di Prodi", intervista a
Aleksandr Litvinenko, "La Repubblica" 26 novembre 2006 [15].)
In un'intervista su La Repubblica Oleg Gordievskij, anche lui ex agente
del KGB e poi collaboratore del MI6, sostenne invece di aver partecipato
ad un incontro con Litvinienko e Scaramella in cui il primo avrebbe
riportato le parole pronunciate da Anatoly Trofimov ("Prodi è un nostro
uomo"). Gordievskij tuttavia nell'intervista aggiunse che secondo lui
Litvinienko stava mentendo e che l'informazione era stata attribuita ad
una fonte, Anatolij Trofimov, che non avrebbe potuto in ogni caso
smentirla in quanto era stato ucciso, sottolineando più volte la scarsa
attendibilità dello stesso Scaramella. Gordievskij afferma anche che sia
Scaramella che Guzzanti, oltre ad alcuni eurodeputati inglesi, stavano
facendo pressioni su di lui per avere informazioni che potessero legare
Prodi ed altri politici della sinistra italiana al KGB (informazioni che
lui non possedeva), e che Litvinienko, a causa di continue difficoltà
economiche, aveva probabilmente deciso di riferire a Scaramella quello che
quest'ultimo voleva sentirsi dire[16].
Dal momento che molte delle accuse mosse a Prodi non sono poi state
supportate da prove reali i suoi sostenitori ritengono che vi sia in
realtà stata, da parte dei suoi nemici politici, una precisa strategia
volta a causare danni alla credibilità dello stesso Prodi attaccandone la
reputazione (strategia che in inglese viene indicata come character
assassination). Questo è quanto sarebbe emerso dalle intercettazioni
telefoniche di Mario Scaramella, membro della commissione Mitrokhin il
quale è stato successivamente arrestato per ordine della magistratura per
i reati di traffico internazionale di armi e violazione del segreto
d'ufficio. Secondo tale posizione uno strumento democratico come una
Commissione parlamentare sarebbe stato utilizzato come mezzo di lotta
politica.[17]
Prodi a me fai schifo. Lo sai dove te la farei fare la settimana bianca,
in Siberia. E' il concetto che berlusca è ladro vabbè ha la rogna ma
Prodi è peggio ve lo assicuro.
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