Dino Bruniera
2016-06-01 21:30:14 UTC
Con il principale scopo di diffondere l'ipotesi in oggetto, desidero
approfittare della possibilità offerta da questo NG di pubblicare testi
anche relativamente lunghi.
Si tratta di un'ipotesi che riguarda la fisica coperta dalla Relatività
Ristretta, e che penso anche di avere provato, almeno a prova contraria.
Il link della pagina nella quale l'ipotesi è esposta in una forma
naturalmente migliore e dove si possono utilizzare i link, è il seguente:
http://www.trecimedilavaredo.eu/Verso-la-verita-sul-funzionamento-dello-Universo.htm
Naturalmente sono disponibile a rispondere ad eventuali osservazioni,
critiche, suggerimenti, ecc., anche se non me li aspetto, visti i risultati
di altre mie pubblicazioni precedenti.
Comunque il mio scopo principale è quello di diffondere la mia ipotesi, per
cui credo di non recare disturbo se approfitto di questo NG.
Anche perché non mi pare di aver inviato molti post, almeno nell'ultimo
periodo.
Saluti a tutti.
Dino Bruniera
P.S.
Ora sto lavorando ad una seconda parte dell'ipotesi, che mi risulta più
difficile sviluppare, e che riguarda la fisica coperta dalla Relatività
Generale.
Poi, almeno per un po' di tempo, smetterò di scrivere (e di pubblicare).
VERSO LA VERITA’ SUL FUNZIONAMENTO DELL’UNIVERSO
SPAZIO IN ESPANSIONE, COME SISTEMA DI RIFERIMENTO PRIVILEGIATO
1. INTRODUZIONE
Il famoso esperimento di Michelson e Morley avrebbe dovuto rilevare il
cosiddetto vento d'etere, che sarebbe dovuto al moto della Terra nei
confronti dell'etere.
Ma non lo rilevò.
Per giustificare questo risultato Lorentz ipotizzò che tutti gli oggetti che
si muovono nell'etere, subiscano una contrazione nella direzione del moto.
Per approfondire questo esperimento cliccare qui.
Ma Einstein non accettò la sua giustificazione, fece a meno dell'etere e
formulò la teoria della Relatività Ristretta (RR), con la quale stabilì che
la luce si propaga nel vuoto e che la sua velocità è isotropa per tutti i
Sistemi di Riferimento (SR), qualunque sia il loro moto tra di loro.
Cosa impossibile nella realtà, perché se la velocità della luce è isotropa
per un SR, non può più esserlo anche per i SR che si muovono nei suoi
confronti.
Per giustificare questa decisione Einstein ha affermato che l’isotropia
della velocità della luce “non è nella realtà né una supposizione né
un'ipotesi circa la natura fisica della luce, bensì una convenzione che io
posso fare a mio arbitrio al fine di giungere a una definizione di
simultaneità".
Quindi, in pratica, Einstein ha affermato che la velocità della luce è
isotropa, non perché effettivamente lo sia, ma per convenzione.
Ed anche se detta convenzione cozza contro il buon senso, è stata assunta
come postulato della RR che, comunque, di fronte all'impossibilità di
rilevare un SR privilegiato e, di conseguenza, di misurare la velocità di
ogni SR rispetto ad esso, si poteva considerare come la miglior teoria
possibile per spiegare almeno matematicamente determinati fenomeni fisici.
Ma ora, come dimostrerò qui di seguito, grazie al valore della anisotropia
di dipolo, è possibile rilevare qual'è il SR privilegiato ed anche di
misurare la velocità di qualunque SR rispetto ad esso, il solo rispetto al
quale la velocità della luce risulta veramente isotropa.
Quindi la RR ora risulta "superabile" in funzione di nuove conoscenze, da
un'ipotesi più conforme alla realtà.
Pertanto col presente "scritto" mi propongo di presentare e provare detta
ipotesi, con l'obiettivo di procedere "verso la verità sul funzionamento
dell'Universo".
2. MODELLO DI UNIVERSO E VELOCITA' DELLA LUCE
Dalle osservazioni risulta che lo spazio si sta espandendo alla stessa
velocità in tutti i luoghi (intesi come spazio relativo ai luoghi, che d'ora
in poi denominerò come "luogo" o “luoghi”) dell’Universo.
Pertanto risulta che ogni luogo si allontana da ogni altro luogo, con una
velocità che dipende dalla distanza: più sono lontani tra di loro e più
velocemente si allontanano.
In pratica ogni luogo può considerarsi come al centro dell’Universo, in
quanto tutti gli altri luoghi si allontanano da esso, ed anche perché, come
dimostrerò, i fotoni di luce che lo percorrono, vi hanno la stessa velocità
in tutte le direzioni.
Ma se i fotoni hanno una velocità di 300.000 km/s rispetto al luogo che
stanno percorrendo, ed i luoghi che via via percorrono si allontanano sempre
più velocemente dal luogo della loro emissione, ne consegue che anche i
fotoni aumentano sempre più la loro velocità rispetto a quest'ultimo luogo.
Per esempio, i fotoni emessi da una galassia primordiale, quindi molto
lontana, e diretti verso la Terra, nel momento dell'emissione hanno una
velocità di 300.000 km/s rispetto al luogo (per precisione dovrei scrivere
“luogo dove sta transitando”, ma per brevità scrivo solo ”luogo”) della
galassia, ma molto inferiore rispetto al luogo della Terra (perché esso si
sta allontanando dal luogo della galassia). Ma man mano che i fotoni
procedono verso la Terra, percorrendo luoghi che si allontanano sempre più
velocemente dalla galassia, i fotoni aumentano sempre di più la loro
velocità rispetto al luogo della Terra, fino ad arrivarci alla velocità di
300.000 km/s rispetto ad esso. Ma non rispetto alla Terra, in quanto essa si
sta muovendo rispetto al “suo” luogo.
L'aumento di velocità dovuto al movimento dei luoghi che la luce via via
percorre, rispetto al luogo di partenza, fa incrementare la lunghezza d’onda
della luce e cioè il cosiddetto redshift cosmologico.
Quindi il redshift cosmologico è dovuto all’aumento di velocità dei fotoni
rispetto al luogo della loro emissione.
Più precisamente corrisponde al rapporto tra la velocità della luce e la
differenza tra la stessa e la velocità del luogo ricevente, rispetto al
luogo di emissione (redshift cosmologico = c / (c – vr), dove vr sta per
velocità ricevente) che, in pratica, è la formula dell'effetto Doppler, che
vale per le onde che si manifestano rispetto ad un mezzo.
Per esempio un redshift cosmologico di 10 (per precisione sarebbe 9, ma ho
scritto 10 per semplicità di calcolo), significherebbe che il luogo della
Terra, si sta allontanando dal luogo della galassia, di 270.000 km/s
(300.000 / (300.000 - 270.000) = 10).
In pratica la velocità complessiva dei fotoni rispetto al luogo di partenza,
corrisponde alla somma tra la velocità di allontanamento dei luoghi che via
via percorrono, dal luogo di partenza, e la velocità dei fotoni stessi
rispetto al luogo percorso (e cioè 300.000 km/s).
Una tabella con una simulazione del viaggio dei fotoni di detta galassia
verso la Terra, che dovrebbe aiutare a comprendere meglio quanto sopra
esposto, si può visionare cliccando qui.
3. ANISOTROPIA DI DIPOLO
Circa 380.000 anni dopo l’inizio della sua espansione, l’Universo è
diventato trasparente alla radiazione, per cui un’enorme quantità di fotoni
ha iniziato a propagarsi liberamente.
I fotoni sono partiti da luoghi diversi dell'Universo ed hanno iniziato a
viaggiare in una direzione casuale, per cui una parte di essi ha viaggiato
in direzione della Terra.
Essi continuano ad arrivare anche ora sulla Terra e vengono percepiti come
una radiazione di fondo.
A causa dell'espansione dello spazio e del conseguente aumento di velocità
dei fotoni, la loro lunghezza d'onda è notevolmente aumentata, fino ai
valori attualmente rilevati di 1.100 volte.
Una tabella con una simulazione del viaggio dei suoi fotoni verso la Terra,
si può visionare cliccando qui.
Detto aumento viene denominato come redshift cosmologico della radiazione di
fondo e presenta delle lievi anisotropie, tra le quali quella di maggiore
entità è l’anisotropia di dipolo, che risulta dovuta al moto della Terra
rispetto ad un ipotetico luogo nel quale detta anisotropia non viene
rilevata, moto che risulta essere di 390 km/s.
La comunità scientifica ha denominato detto luogo come SR della radiazione
di fondo, in quanto risulta in quiete rispetto ad essa, ed anche come SR
comune, in quanto qualsiasi osservatore dell'Universo può misurare il suo
moto rispetto ad esso (Dennis Sciama).
Dai dati delle osservazioni e dopo opportuni calcoli, secondo la comunità
scientifica risulta che la velocità del nostro Gruppo Locale di galassie
rispetto a detto SR comune, è di circa 600 km al secondo.
Il fatto che si osservino redshift molto elevati per i fotoni provenienti da
galassie lontane, dimostra che la loro velocità di allontanamento dalla
Terra è dell'ordine di grandezza di quella della luce, per cui si
muoverebbero a velocità simili anche rispetto al SR comune (perché rispetto
ad esso la Terra risulta quasi ferma, se rapportata alla velocità di
allontanamento delle galassie lontane).
Pertanto, poiché dalle osservazioni risulta che la velocità di
allontanamento dipende dalla distanza, risulterebbe che il Gruppo Locale sia
situato relativamente vicino al SR comune e cioè che sia un gruppo di
galassie privilegiato rispetto agli altri gruppi di galassie, che sono tutti
più lontani.
Ma per il cosiddetto “Principio Cosmologico” nessun oggetto celeste dovrebbe
essere privilegiato rispetto agli altri, pertanto la vicinanza del Gruppo
Locale al SR comune, non è giustificabile.
In base all'ipotesi qui esposta, invece, non esiste alcun privilegio per il
Gruppo Locale.
Perché se i fotoni hanno la stessa velocità in tutte le direzioni rispetto
al luogo che stanno percorrendo, l'anisotropia di dipolo dei fotoni della
radiazione di fondo, rivela anch’essa la velocità del suo osservatore
rispetto al luogo che sta percorrendo e non rispetto ad un SR comune a tutti
gli oggetti celesti dell'Universo.
Così nessun oggetto celeste risulta privilegiato, naturalmente compresi
quelli che fanno parte del Gruppo Locale.
Quindi se la velocità dei fotoni è isotropa rispetto al luogo che stanno
percorrendo, il Principio Cosmologico viene rispettato.
E poiché il Principio Cosmologico risulta provato da tutte le osservazioni,
ritengo provato anche che la velocità dei fotoni sia isotropa nei confronti
del luogo che stanno percorrendo. Ma naturalmente non degli altri luoghi, in
quanto essi si stanno muovendo rispetto a detto luogo.
4. ESEMPLIFICAZIONE DEL PRESENTE MODELLO DI UNIVERSO
Per comprendere meglio il modello di Universo qui presentato, si immagini
una sfera di gomma che si stia gonfiando continuamente e sulla cui
superficie siano segnati moltissimi punti.
Si immagini poi un insieme di automobiline che si muovano sulla sua
superficie a velocità costante, poniamo di 10 cm/s, mentre la sfera si sta
gonfiando.
Si osserverà che a causa della dilatazione della superficie della sfera, i
punti si allontanano l'uno dall'altro, per cui ogni automobilina avrà una
velocità di 10 cm/s rispetto al punto sopra il quale sta transitando, ma una
velocità diversa rispetto agli altri punti segnati sulla superficie della
sfera.
Se un'automobilina parte da un punto della sfera per raggiungere un altro
punto, alla partenza avrà una velocità di 10 cm/s rispetto al punto di
partenza, ma inferiore rispetto a quello di arrivo, in quanto esso si sta
allontanando a causa della dilatazione della superficie. Ma durante il
percorso aumenterà sempre di più la sua velocità rispetto al punto di
arrivo, fino ad arrivare a destinazione alla velocità di 10 cm/s.
Ora poniamo che anche un camioncino si muova sulla superficie della sfera,
ma ad una velocità inferiore, e poniamo che possa misurare la sua velocità
nei confronti delle automobiline. Allora rileverebbe che esse gli si
avvicinano a velocità diverse a seconda della direzione, e con adeguati
calcoli potrebbe determinare la sua velocità rispetto al punto che sta
percorrendo.
Per esempio se misurasse la velocità di due sole automobiline provenienti da
direzioni opposte e questa fosse rispettivamente di 9 e 11 cm/s, la
differenza sarebbe di 2 cm/s e la sua velocità rispetto a tale punto,
risulterebbe della metà, e cioè di 1 cm/s.
Ma se il camioncino rilevasse la velocità di 10 cm/s per tutte e due le
automobiline, significherebbe che non ha gli strumenti adeguati per rilevare
l’esatta velocità e non che le automobiline gli vengono incontro realmente a
10 cm/s.
Nell'esempio, la superficie della sfera corrisponde allo spazio in
espansione, i punti corrispondono ai luoghi dello spazio, le automobiline ai
fotoni della radiazione di fondo, il camioncino ad un sistema di riferimento
inerziale, le differenze tra le velocità di avvicinamento delle
automobiline, all'anisotropia di dipolo, ed il rilevamento della velocità di
10 cm/s, all’esperimento di Michelson e Morley e a qualunque altro
esperimento che rilevi come isotropa la velocità della luce.
5. CONCLUSIONI
Credo di aver presentato un'ipotesi semplice, chiara ed anche realistica, e
che non ha il problema di avere il Gruppo Locale di galassie più vicino al
SR comune, rispetto a tutti gli altri oggetti celesti.
Ma la comunità scientifica, almeno finora, non vuole neanche discutere
queste idee. Anzi.
EPPUR … in base al principio cosmologico, il relativamente basso valore dell’anisotropia
di dipolo, dimostra di non essere compatibile con un luogo di riferimento
comune per tutto l’Universo, come sostiene la comunità scientifica, ma col
luogo di transito del singolo osservatore dell’anisotropia, come sostenuto
nella presente ipotesi.
Il che significa che nel luogo di transito, i fotoni della radiazione di
fondo, e quindi anche tutti gli altri fotoni, hanno la stessa velocità in
tutte le direzioni.
Ma allora non possono avere la stessa velocità anche per l’eventuale oggetto
celeste (SR) che vi transitasse con una determinata velocità.
Quindi se in detto SR viene misurata ugualmente la stessa velocità in tutte
le direzioni (per esempio, con l’esperimento di Micheson e Morley),
significa solo che in esso gli strumenti di misura non sono in grado di
misurarla correttamente per qualsivoglia motivo (per esempio, per la
contrazione di Lorentz) e non che la velocità dei fotoni sia veramente
isotropa.
In base alla presente ipotesi ogni osservatore è in grado di conoscere la
sua velocità rispetto al luogo che sta percorrendo.
Per cui, tramite le formule di Lorentz relative alla contrazione, è in grado
di conoscere la lunghezza di ogni oggetto rispetto a detto luogo.
Inoltre viene previsto un tempo unico per tutti i luoghi dello spazio, e
quindi dell’Universo, che pertanto si può definire come universale, ed ogni
osservatore è in grado di conoscerlo utilizzando le formule di Lorentz
relative al tempo.
Quindi, a differenza della RR, per la quale ogni osservatore può utilizzare
solo il suo tempo, e quindi due eventi simultanei per un osservatore non lo
sono più per gli altri osservatori, in base alla presente ipotesi ogni
osservatore può usare il tempo universale, per cui due eventi simultanei per
un osservatore, lo sono anche per tutti gli altri osservatori, com'è
ragionevole che sia.
Le formule di Lorentz da utilizzare, si possono trovare cliccando qui.
In conclusione credo di aver dimostrato che lo spazio in espansione può
essere considerato come il Sistema di Riferimento Privilegiato.
approfittare della possibilità offerta da questo NG di pubblicare testi
anche relativamente lunghi.
Si tratta di un'ipotesi che riguarda la fisica coperta dalla Relatività
Ristretta, e che penso anche di avere provato, almeno a prova contraria.
Il link della pagina nella quale l'ipotesi è esposta in una forma
naturalmente migliore e dove si possono utilizzare i link, è il seguente:
http://www.trecimedilavaredo.eu/Verso-la-verita-sul-funzionamento-dello-Universo.htm
Naturalmente sono disponibile a rispondere ad eventuali osservazioni,
critiche, suggerimenti, ecc., anche se non me li aspetto, visti i risultati
di altre mie pubblicazioni precedenti.
Comunque il mio scopo principale è quello di diffondere la mia ipotesi, per
cui credo di non recare disturbo se approfitto di questo NG.
Anche perché non mi pare di aver inviato molti post, almeno nell'ultimo
periodo.
Saluti a tutti.
Dino Bruniera
P.S.
Ora sto lavorando ad una seconda parte dell'ipotesi, che mi risulta più
difficile sviluppare, e che riguarda la fisica coperta dalla Relatività
Generale.
Poi, almeno per un po' di tempo, smetterò di scrivere (e di pubblicare).
VERSO LA VERITA’ SUL FUNZIONAMENTO DELL’UNIVERSO
SPAZIO IN ESPANSIONE, COME SISTEMA DI RIFERIMENTO PRIVILEGIATO
1. INTRODUZIONE
Il famoso esperimento di Michelson e Morley avrebbe dovuto rilevare il
cosiddetto vento d'etere, che sarebbe dovuto al moto della Terra nei
confronti dell'etere.
Ma non lo rilevò.
Per giustificare questo risultato Lorentz ipotizzò che tutti gli oggetti che
si muovono nell'etere, subiscano una contrazione nella direzione del moto.
Per approfondire questo esperimento cliccare qui.
Ma Einstein non accettò la sua giustificazione, fece a meno dell'etere e
formulò la teoria della Relatività Ristretta (RR), con la quale stabilì che
la luce si propaga nel vuoto e che la sua velocità è isotropa per tutti i
Sistemi di Riferimento (SR), qualunque sia il loro moto tra di loro.
Cosa impossibile nella realtà, perché se la velocità della luce è isotropa
per un SR, non può più esserlo anche per i SR che si muovono nei suoi
confronti.
Per giustificare questa decisione Einstein ha affermato che l’isotropia
della velocità della luce “non è nella realtà né una supposizione né
un'ipotesi circa la natura fisica della luce, bensì una convenzione che io
posso fare a mio arbitrio al fine di giungere a una definizione di
simultaneità".
Quindi, in pratica, Einstein ha affermato che la velocità della luce è
isotropa, non perché effettivamente lo sia, ma per convenzione.
Ed anche se detta convenzione cozza contro il buon senso, è stata assunta
come postulato della RR che, comunque, di fronte all'impossibilità di
rilevare un SR privilegiato e, di conseguenza, di misurare la velocità di
ogni SR rispetto ad esso, si poteva considerare come la miglior teoria
possibile per spiegare almeno matematicamente determinati fenomeni fisici.
Ma ora, come dimostrerò qui di seguito, grazie al valore della anisotropia
di dipolo, è possibile rilevare qual'è il SR privilegiato ed anche di
misurare la velocità di qualunque SR rispetto ad esso, il solo rispetto al
quale la velocità della luce risulta veramente isotropa.
Quindi la RR ora risulta "superabile" in funzione di nuove conoscenze, da
un'ipotesi più conforme alla realtà.
Pertanto col presente "scritto" mi propongo di presentare e provare detta
ipotesi, con l'obiettivo di procedere "verso la verità sul funzionamento
dell'Universo".
2. MODELLO DI UNIVERSO E VELOCITA' DELLA LUCE
Dalle osservazioni risulta che lo spazio si sta espandendo alla stessa
velocità in tutti i luoghi (intesi come spazio relativo ai luoghi, che d'ora
in poi denominerò come "luogo" o “luoghi”) dell’Universo.
Pertanto risulta che ogni luogo si allontana da ogni altro luogo, con una
velocità che dipende dalla distanza: più sono lontani tra di loro e più
velocemente si allontanano.
In pratica ogni luogo può considerarsi come al centro dell’Universo, in
quanto tutti gli altri luoghi si allontanano da esso, ed anche perché, come
dimostrerò, i fotoni di luce che lo percorrono, vi hanno la stessa velocità
in tutte le direzioni.
Ma se i fotoni hanno una velocità di 300.000 km/s rispetto al luogo che
stanno percorrendo, ed i luoghi che via via percorrono si allontanano sempre
più velocemente dal luogo della loro emissione, ne consegue che anche i
fotoni aumentano sempre più la loro velocità rispetto a quest'ultimo luogo.
Per esempio, i fotoni emessi da una galassia primordiale, quindi molto
lontana, e diretti verso la Terra, nel momento dell'emissione hanno una
velocità di 300.000 km/s rispetto al luogo (per precisione dovrei scrivere
“luogo dove sta transitando”, ma per brevità scrivo solo ”luogo”) della
galassia, ma molto inferiore rispetto al luogo della Terra (perché esso si
sta allontanando dal luogo della galassia). Ma man mano che i fotoni
procedono verso la Terra, percorrendo luoghi che si allontanano sempre più
velocemente dalla galassia, i fotoni aumentano sempre di più la loro
velocità rispetto al luogo della Terra, fino ad arrivarci alla velocità di
300.000 km/s rispetto ad esso. Ma non rispetto alla Terra, in quanto essa si
sta muovendo rispetto al “suo” luogo.
L'aumento di velocità dovuto al movimento dei luoghi che la luce via via
percorre, rispetto al luogo di partenza, fa incrementare la lunghezza d’onda
della luce e cioè il cosiddetto redshift cosmologico.
Quindi il redshift cosmologico è dovuto all’aumento di velocità dei fotoni
rispetto al luogo della loro emissione.
Più precisamente corrisponde al rapporto tra la velocità della luce e la
differenza tra la stessa e la velocità del luogo ricevente, rispetto al
luogo di emissione (redshift cosmologico = c / (c – vr), dove vr sta per
velocità ricevente) che, in pratica, è la formula dell'effetto Doppler, che
vale per le onde che si manifestano rispetto ad un mezzo.
Per esempio un redshift cosmologico di 10 (per precisione sarebbe 9, ma ho
scritto 10 per semplicità di calcolo), significherebbe che il luogo della
Terra, si sta allontanando dal luogo della galassia, di 270.000 km/s
(300.000 / (300.000 - 270.000) = 10).
In pratica la velocità complessiva dei fotoni rispetto al luogo di partenza,
corrisponde alla somma tra la velocità di allontanamento dei luoghi che via
via percorrono, dal luogo di partenza, e la velocità dei fotoni stessi
rispetto al luogo percorso (e cioè 300.000 km/s).
Una tabella con una simulazione del viaggio dei fotoni di detta galassia
verso la Terra, che dovrebbe aiutare a comprendere meglio quanto sopra
esposto, si può visionare cliccando qui.
3. ANISOTROPIA DI DIPOLO
Circa 380.000 anni dopo l’inizio della sua espansione, l’Universo è
diventato trasparente alla radiazione, per cui un’enorme quantità di fotoni
ha iniziato a propagarsi liberamente.
I fotoni sono partiti da luoghi diversi dell'Universo ed hanno iniziato a
viaggiare in una direzione casuale, per cui una parte di essi ha viaggiato
in direzione della Terra.
Essi continuano ad arrivare anche ora sulla Terra e vengono percepiti come
una radiazione di fondo.
A causa dell'espansione dello spazio e del conseguente aumento di velocità
dei fotoni, la loro lunghezza d'onda è notevolmente aumentata, fino ai
valori attualmente rilevati di 1.100 volte.
Una tabella con una simulazione del viaggio dei suoi fotoni verso la Terra,
si può visionare cliccando qui.
Detto aumento viene denominato come redshift cosmologico della radiazione di
fondo e presenta delle lievi anisotropie, tra le quali quella di maggiore
entità è l’anisotropia di dipolo, che risulta dovuta al moto della Terra
rispetto ad un ipotetico luogo nel quale detta anisotropia non viene
rilevata, moto che risulta essere di 390 km/s.
La comunità scientifica ha denominato detto luogo come SR della radiazione
di fondo, in quanto risulta in quiete rispetto ad essa, ed anche come SR
comune, in quanto qualsiasi osservatore dell'Universo può misurare il suo
moto rispetto ad esso (Dennis Sciama).
Dai dati delle osservazioni e dopo opportuni calcoli, secondo la comunità
scientifica risulta che la velocità del nostro Gruppo Locale di galassie
rispetto a detto SR comune, è di circa 600 km al secondo.
Il fatto che si osservino redshift molto elevati per i fotoni provenienti da
galassie lontane, dimostra che la loro velocità di allontanamento dalla
Terra è dell'ordine di grandezza di quella della luce, per cui si
muoverebbero a velocità simili anche rispetto al SR comune (perché rispetto
ad esso la Terra risulta quasi ferma, se rapportata alla velocità di
allontanamento delle galassie lontane).
Pertanto, poiché dalle osservazioni risulta che la velocità di
allontanamento dipende dalla distanza, risulterebbe che il Gruppo Locale sia
situato relativamente vicino al SR comune e cioè che sia un gruppo di
galassie privilegiato rispetto agli altri gruppi di galassie, che sono tutti
più lontani.
Ma per il cosiddetto “Principio Cosmologico” nessun oggetto celeste dovrebbe
essere privilegiato rispetto agli altri, pertanto la vicinanza del Gruppo
Locale al SR comune, non è giustificabile.
In base all'ipotesi qui esposta, invece, non esiste alcun privilegio per il
Gruppo Locale.
Perché se i fotoni hanno la stessa velocità in tutte le direzioni rispetto
al luogo che stanno percorrendo, l'anisotropia di dipolo dei fotoni della
radiazione di fondo, rivela anch’essa la velocità del suo osservatore
rispetto al luogo che sta percorrendo e non rispetto ad un SR comune a tutti
gli oggetti celesti dell'Universo.
Così nessun oggetto celeste risulta privilegiato, naturalmente compresi
quelli che fanno parte del Gruppo Locale.
Quindi se la velocità dei fotoni è isotropa rispetto al luogo che stanno
percorrendo, il Principio Cosmologico viene rispettato.
E poiché il Principio Cosmologico risulta provato da tutte le osservazioni,
ritengo provato anche che la velocità dei fotoni sia isotropa nei confronti
del luogo che stanno percorrendo. Ma naturalmente non degli altri luoghi, in
quanto essi si stanno muovendo rispetto a detto luogo.
4. ESEMPLIFICAZIONE DEL PRESENTE MODELLO DI UNIVERSO
Per comprendere meglio il modello di Universo qui presentato, si immagini
una sfera di gomma che si stia gonfiando continuamente e sulla cui
superficie siano segnati moltissimi punti.
Si immagini poi un insieme di automobiline che si muovano sulla sua
superficie a velocità costante, poniamo di 10 cm/s, mentre la sfera si sta
gonfiando.
Si osserverà che a causa della dilatazione della superficie della sfera, i
punti si allontanano l'uno dall'altro, per cui ogni automobilina avrà una
velocità di 10 cm/s rispetto al punto sopra il quale sta transitando, ma una
velocità diversa rispetto agli altri punti segnati sulla superficie della
sfera.
Se un'automobilina parte da un punto della sfera per raggiungere un altro
punto, alla partenza avrà una velocità di 10 cm/s rispetto al punto di
partenza, ma inferiore rispetto a quello di arrivo, in quanto esso si sta
allontanando a causa della dilatazione della superficie. Ma durante il
percorso aumenterà sempre di più la sua velocità rispetto al punto di
arrivo, fino ad arrivare a destinazione alla velocità di 10 cm/s.
Ora poniamo che anche un camioncino si muova sulla superficie della sfera,
ma ad una velocità inferiore, e poniamo che possa misurare la sua velocità
nei confronti delle automobiline. Allora rileverebbe che esse gli si
avvicinano a velocità diverse a seconda della direzione, e con adeguati
calcoli potrebbe determinare la sua velocità rispetto al punto che sta
percorrendo.
Per esempio se misurasse la velocità di due sole automobiline provenienti da
direzioni opposte e questa fosse rispettivamente di 9 e 11 cm/s, la
differenza sarebbe di 2 cm/s e la sua velocità rispetto a tale punto,
risulterebbe della metà, e cioè di 1 cm/s.
Ma se il camioncino rilevasse la velocità di 10 cm/s per tutte e due le
automobiline, significherebbe che non ha gli strumenti adeguati per rilevare
l’esatta velocità e non che le automobiline gli vengono incontro realmente a
10 cm/s.
Nell'esempio, la superficie della sfera corrisponde allo spazio in
espansione, i punti corrispondono ai luoghi dello spazio, le automobiline ai
fotoni della radiazione di fondo, il camioncino ad un sistema di riferimento
inerziale, le differenze tra le velocità di avvicinamento delle
automobiline, all'anisotropia di dipolo, ed il rilevamento della velocità di
10 cm/s, all’esperimento di Michelson e Morley e a qualunque altro
esperimento che rilevi come isotropa la velocità della luce.
5. CONCLUSIONI
Credo di aver presentato un'ipotesi semplice, chiara ed anche realistica, e
che non ha il problema di avere il Gruppo Locale di galassie più vicino al
SR comune, rispetto a tutti gli altri oggetti celesti.
Ma la comunità scientifica, almeno finora, non vuole neanche discutere
queste idee. Anzi.
EPPUR … in base al principio cosmologico, il relativamente basso valore dell’anisotropia
di dipolo, dimostra di non essere compatibile con un luogo di riferimento
comune per tutto l’Universo, come sostiene la comunità scientifica, ma col
luogo di transito del singolo osservatore dell’anisotropia, come sostenuto
nella presente ipotesi.
Il che significa che nel luogo di transito, i fotoni della radiazione di
fondo, e quindi anche tutti gli altri fotoni, hanno la stessa velocità in
tutte le direzioni.
Ma allora non possono avere la stessa velocità anche per l’eventuale oggetto
celeste (SR) che vi transitasse con una determinata velocità.
Quindi se in detto SR viene misurata ugualmente la stessa velocità in tutte
le direzioni (per esempio, con l’esperimento di Micheson e Morley),
significa solo che in esso gli strumenti di misura non sono in grado di
misurarla correttamente per qualsivoglia motivo (per esempio, per la
contrazione di Lorentz) e non che la velocità dei fotoni sia veramente
isotropa.
In base alla presente ipotesi ogni osservatore è in grado di conoscere la
sua velocità rispetto al luogo che sta percorrendo.
Per cui, tramite le formule di Lorentz relative alla contrazione, è in grado
di conoscere la lunghezza di ogni oggetto rispetto a detto luogo.
Inoltre viene previsto un tempo unico per tutti i luoghi dello spazio, e
quindi dell’Universo, che pertanto si può definire come universale, ed ogni
osservatore è in grado di conoscerlo utilizzando le formule di Lorentz
relative al tempo.
Quindi, a differenza della RR, per la quale ogni osservatore può utilizzare
solo il suo tempo, e quindi due eventi simultanei per un osservatore non lo
sono più per gli altri osservatori, in base alla presente ipotesi ogni
osservatore può usare il tempo universale, per cui due eventi simultanei per
un osservatore, lo sono anche per tutti gli altri osservatori, com'è
ragionevole che sia.
Le formule di Lorentz da utilizzare, si possono trovare cliccando qui.
In conclusione credo di aver dimostrato che lo spazio in espansione può
essere considerato come il Sistema di Riferimento Privilegiato.