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di Rodolfo Casadei
Cristiani messi al bando e "rieducati" alla tolleranza, cattolici arrestati
perché diffondono idee "minacciose". È l'ultimo scorcio dell'era Blair, dove
il relativismo è un dogma.
[Da «Tempi» n. 6 del 08/02/2007]
Qual è quel paese dove la libertà di parola può portare in prigione, dove è
obbligatorio pensare e agire come decide il governo, dove si viene arrestati
se si esprime un parere difforme dalla legge vigente, le associazioni
studentesche cristiane vengono espulse dalle università e per i cattolici
vengono proposti corsi di rieducazione? La Corea del Nord o forse la Cina?
Sbagliato. Il paese in questione è niente meno che il Regno Unito nelle
ultime luci del tramonto politico di Tony Blair. Non è un'esagerazione. La
vicenda del negato riconoscimento dell'obiezione di coscienza alle agenzie
cattoliche che si occupano di adozioni, e che dal 1° gennaio 2009 saranno
obbligate ad accettare le coppie omosessuali che dovessero rivolgersi al
loro servizio oppure rinunciare ai fondi pubblici che ricevono, è solo la
punta di un iceberg. Gli episodi che fanno pensare a una dittatura
relativista strisciante si sono moltiplicati in modo preoccupante negli
ultimi due anni. Anche se la vicenda delle 12 agenzie cattoliche britanniche
per le adozioni è sintomatica.
Il primate cattolico, il cardinale Cormac Murphy-O'Connor, non chiedeva la
luna. Niente battaglie in stile Cei contro il diritto all'adozione
riconosciuto alle coppie omosex dalla legge britannica. Monsignore chiedeva
semplicemente che agli enti cattolici fosse concessa l'esenzione da alcune
norme dell'Equality Act, che proibisce ogni discriminazione basata
sull'orientamento sessuale nella fornitura di servizi e che sarà approvato
ad aprile dal Parlamento. In fondo si tratta delle migliori agenzie di
adozioni di tutte le isole britanniche: registrano il più basso tasso di
fallimento dell'adozione e la più alta percentuale di casi risolti di
bambini problematici (disabili, vittime di abusi fisici o sessuali, ecc.
rappresentano un terzo dei bambini a cui gli enti cattolici trovano una
famiglia). E il loro comportamento nei confronti delle coppie omosessuali,
fino ad oggi, è stato estremamente rispettoso: le agenzie cattoliche
«forniscono un servizio informativo, empatico e utile a tutti coloro che
domandano circa le adozioni, anche quando non rispondono ai criteri
dell'agenzia per l'accettazione della richiesta. Le coppie omosessuali
vengono riferite ad altre agenzie dove la loro domanda di adozione può
essere presa in considerazione», ha spiegato il cardinale in una lettera ai
membri del governo. Insomma, sarebbe un vero peccato se dovessero chiudere i
battenti per quella che ha tutto il sapore di un'impuntatura ideologica.
Niente da fare: «Non c'è posto per la discriminazione nella nostra società»,
ha sentenziato Tony Blair. «E in questo senso non ci possono essere
esenzioni dai regolamenti che prevengono la discriminazione per le agenzie
confessionali per le adozioni che offrono servizi con finanziamenti
pubblici». Il volto del premier però era tirato quando diceva questo, perché
in realtà la sua decisione è stata il frutto di una sottomissione alla
maggioranza dei suoi ministri, decisissimi a mettere in riga i cattolici.
«Respingiamo la discriminazione in tutte le sue forme, particolarmente
quando priva i nostri bambini più vulnerabili di una dimora stabile, amorosa
e sicura», ha bacchettato con grande sprezzo del ridicolo Alan Johnson,
ministro dell'educazione. Ben Summerskill, direttore esecutivo della Ong
Stonewall che milita per i diritti degli omosessuali, ha proposto di
risolvere il problema con un programma di rieducazione degli educatori e
degli operatori sociali cattolici: «Siamo completamente convinti che con 20
mesi di tempo per riaddestrare il loro staff, nessuna agenzia dovrà
chiudere».
Dicevamo che questa è solo la punta di un iceberg. È arrivato in questi
giorni alla Corte suprema il caso di Veronica Connolly, una donna cattolica
esponente del Movimento per la vita condannata a un anno di prigione con la
condizionale dal tribunale di Solihull per violazione del Malicious
communications Act, che punisce chi invia lettere indecenti e offensive per
causare stress e ansia nel destinatario. La signora, una nonna di 53 anni
costretta su una sedia a rotelle, fra il 2004 e il 2005 ha inviato ai
farmacisti della sua contea lettere per dissuaderli dalla vendita della
pillola del giorno dopo, alcune delle quali contenevano immagini di feti
abortiti. Tali immagini arrivavano solo a chi aveva esplicitamente
autorizzato l'invio. Tuttavia il 10 febbraio 2005 un farmacista ha sporto
denuncia e il 13 febbraio la polizia di Solihull ha prelevato la signora
Connolly a casa sua, l'ha portata al commissariato e qui, sotto gli occhi
della figlia e di una nipotina di 5 anni, l'ha posta in stato di arresto per
una durata di sette ore. Processata e condannata in primo grado e in
appello, la signora si è ora rivolta alla Corte suprema per vedere
riconosciuta la sua libertà di religione e di espressione, affermate negli
articoli 9 e 10 della Convenzione europea sui diritti umani.
Abbastanza simile è il caso di Stephen Green, un evangelico direttore del
gruppo Christian Voice arrestato a Cardiff il 2 settembre 2006 per essersi
rifiutato di smettere di distribuire volantini dal titolo "Amore fra persone
dello stesso sesso - Sesso fra persone dello stesso sesso: cosa dice la
Bibbia?" in un parco pubblico dove si svolgeva una festa di omosessuali.
Green è stato condotto alla centrale di polizia di Cardiff e qui chiuso in
cella per quattro ore prima di essere rilasciato. Ad arrestarlo è stato un
ispettore con una veste fluorescente recante la scritta Minorities Support
Unit, che lo ha incolpato della violazione degli articoli 5 e 6 del Public
order Act: «Uso di parole minacciose, abusive o insultanti, o comportamento
tale da causare molestia, allarme o stress in quanto visibile o udibile da
una persona nelle vicinanze». Un mese dopo il giudice istruttore di Cardiff
ha prosciolto Green in istruttoria, ma in un comunicato la polizia del
Galles meridionale ha rivendicato la correttezza del proprio operato
affermando di essere orgogliosa «della nostra presa di posizione a sostegno
e protezione dei più vulnerabili nelle nostre comunità, specialmente coloro
che sono le vittime del pregiudizio e della discriminazione, di molestie e
persino di odio».
L'egualitarismo prima di tutto
Ma il fenomeno apparentemente più preoccupante è quello delle espulsioni in
serie delle associazioni cristiane (Christian unions) dalle università
britanniche. All'università di Exeter alla Christian Union sono state negate
l'uso delle aule e l'accesso a finanziamenti universitari perché
l'Associazione degli studenti ha giudicato la sua dichiarazione di princìpi
«troppo escludente». A Birmingham la Christian Union è stata sospesa perché
si è rifiutata di modificare il proprio statuto in modo da permettere ai non
cristiani di dirigere i suoi incontri e di correggere i propri documenti in
modo da includere riferimenti ai diritti di gay, lesbiche, bisessuali e
transgender. All'università di Edinburgo, dove qualche tempo fa una protesta
studentesca ha ottenuto la rimozione delle copie della Bibbia che si
trovavano da sempre presso le residenze studentesche, alla Christian Union è
stato imposto di sospendere un corso di educazione sessuale perché i suoi
contenuti sono stati giudicati «omofobi». Alla Heriot-Watt, altra università
di Edimburgo, la Christian Union non è stata ammessa all'associazione degli
studenti perché i suoi princìpi discriminerebbero i non cristiani e le altre
fedi religiose.
Le associazioni studentesche cristiane hanno deciso di portare in tribunale
le università che le hanno discriminate. La stessa cosa ha fatto col
ministro della Giustizia il giudice Andrew McClintock - ed è la prima volta
che succede nella storia dell'Inghilterra. Il 62enne magistrato di Sheffield
denuncia di essere stato costretto alle dimissioni dal suo incarico nel
tribunale minorile della medesima città perché i responsabili dello stesso
hanno respinto la sua richiesta di essere esentato dalle cause in cui i
bambini potevano essere rimossi dalle famiglie naturali per essere affidati
a coppie omosessuali. L'obiezione di coscienza non è stata accettata e a
McClintock è stato imposto di giudicare in tutti i casi oppure di
dimettersi. Lui si è dimesso e ha fatto causa. In tribunale ha dichiarato
che è sua convinzione che l'affidamento di un bambino ad una coppia
omosessuale «è incompatibile con il benessere del bambino, che sta
diventando una cavia in un esperimento di scienza sociale». Quando sarà
stato approvato l'Equality Act, per una frase del genere potrebbe finire
dritto in prigione.
Nota del riquotatore: mi avete tolto con le vostre stesse mani il piacere di
sputtanarvi,stronzi...
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