Massimo1
2005-09-12 11:54:23 UTC
Virus polli, allarme anche per l'Italia
"In caso di pandemia 150 mila morti"
Storace rassicura: "Siamo primi per numero di vaccini acquistati"
Pronto anche un opuscolo informativo dei medici di famiglia"
Prevenzione contro l'influenza aviaria in Indonesia
ROMA - Se l'influenza aviaria dovesse trasformarsi da epidemia in
pandemia, passando da uomo a uomo anziché soltanto da animale a uomo, una
volta arrivata in Italia provocherebbe 16 milioni di contagi, due milioni
di ricoveri, 150 mila morti, finendo per mettere in ginocchio il Paese.
Sono queste le previsioni diffuse dagli esperti internazionali riuniti in
questi giorni a Malta per la II Conferenza europea sulla malattia.
Si tratta di una ipotesi possibile, probabile secondo le stime
dell'Organizzazione mondiale della sanità, ma non scontata, visto che al
momento il virus è stato segnalato solo marginalmente in Europa e non è
ancora in grado di passare da essere umano ad essere umano. Le autorità
sanitarie italiane sono comunque convinte di essere pronte a fronteggiare
l'emergenza nel caso si avverassero le previsioni più cupe.
A ribadire le linee guida della nostra politica di profilassi è stato il
ministro della Salute Francesco Storace commentando l'allarme giunto da
Malta. "E' probabile - ha detto il ministro Storace - che dai luoghi dove
adesso si registra, il virus si possa estendere nella Russia meridionale,
nelle zone ancora più vicine all'Europa", e occorre capire se poi la
diffusione continuerà o meno verso l'Occidente.
Contro questo rischio, ha proseguito il ministro, "l'Italia ha puntato più
sul vaccino che sui farmaci antivirali, perché è importante agire sulla
prevenzione. E da questo punto di vista possiamo vantare un record
mondiale: siamo il Paese che si è mosso con straordinaria tempestività. Il
10 agosto, il ministero ha sottoscritto tre contratti di prelazione con
aziende farmaceutiche per la sperimentazione e l'immissione sul mercato di
questi vaccini, per circa 35 milioni di dosi".
Nel corso del prossimo consiglio dei ministri, ha poi sottolineato
Storace, il governo "venerdì prossimo sarà approvato un decreto che
consentirà l'acquisizione di ulteriori scorte per circa sei milioni di
cicli antivirali, in grado di coprire il 10% della popolazione. Un altro
10% - ha poi aggiunto il ministro - riguarderà lo sforzo che dovranno fare
le regioni. Da questo punto di vista, quindi ci stiamo rimettendo in
carreggiata".
Nei giorni scorsi i ritardi italiani nell'opera di prevenzione erano stati
denunciati dall'Oms. Il nostro paese al momento può contare infatti su
poco più di 185 mila cicli dosi di antivirali, i farmaci indispensabili
nella prima fase di contrasto della malattia. Poche rispetto a nazioni che
hanno già raggiunto, come l'Olanda, coperture per quasi un terzo dei
cittadini: oltre 5 milioni su 16 milioni e mezzo.
E anche i nuovi interventi annunciati dal ministro Storace per arrivare al
10 per cento della copertura rischiano secondo l'Oms di rivelarsi
insufficienti. Altre nazioni di dimensioni paragonabili all'Italia, come
la Gran Bretagna, che conta 60 milioni di abitanti, hanno già incamerato
quantità di farmaci per intervenire su quasi il 25% della popolazione.
Alla strategia farmacologica si affiancherà comunque quella informativa,
impegnando in prima linea i medici di famiglia. La Società italiana di
medicina generale (Simg) ha già preparato un libro bianco e un opuscolo,
destinati rispettivamente ai medici e ai cittadini per offrire un supporto
scientifico e informativo in caso di emergenza. Entrambi saranno a
disposizione entro la fine di settembre. Il libro bianco - ha spiegato
Aurelio Sessa, membro della Commissione pandemia influenzale del ministero
della Salute - vuole essere uno strumento per informare chi gestirà
clinicamente l'influenza, dalle strategie ai farmaci, alle varie misure di
sorveglianza.
L'opuscolo per i cittadini, 16 pagine in tutto, verrà distribuito negli
ambulatori dei medici di famiglia. L'invito contenuto sarà quello di
evitare il "fai da te" e rivolgersi subito al medico in caso di sintomi
sospetti, che saranno indicati. "Nessuno intende creare allarmismo - ha
spiegato Ovidio Brignoli, vicepresidente della Simg - è indubbio però che,
in caso di pandemia, è necessaria la collaborazione di tutti: l'esperienza
della Sars nel 2003 ha dimostrato come l'efficacia del risultato finale
dipenda in larga misura dal coordinamento di tutti gli interventi nei
singoli paesi".
In ogni Asl sarà nominato inoltre un commissario, che, in caso di
dichiarazione di pandemia influenzale, avrà il compito di gestire
l'emergenza. Non si tratterà di un manager con superpoteri, ma di una
figura di collegamento con le regioni, il ministero, gli altri ospedali ed
i medici di famiglia, per organizzare al meglio ogni intervento.
http://www.repubblica.it/2005/g/sezioni/scienza_e_tecnologia/influavia/vaccipolli/vaccipolli.html
"In caso di pandemia 150 mila morti"
Storace rassicura: "Siamo primi per numero di vaccini acquistati"
Pronto anche un opuscolo informativo dei medici di famiglia"
Prevenzione contro l'influenza aviaria in Indonesia
ROMA - Se l'influenza aviaria dovesse trasformarsi da epidemia in
pandemia, passando da uomo a uomo anziché soltanto da animale a uomo, una
volta arrivata in Italia provocherebbe 16 milioni di contagi, due milioni
di ricoveri, 150 mila morti, finendo per mettere in ginocchio il Paese.
Sono queste le previsioni diffuse dagli esperti internazionali riuniti in
questi giorni a Malta per la II Conferenza europea sulla malattia.
Si tratta di una ipotesi possibile, probabile secondo le stime
dell'Organizzazione mondiale della sanità, ma non scontata, visto che al
momento il virus è stato segnalato solo marginalmente in Europa e non è
ancora in grado di passare da essere umano ad essere umano. Le autorità
sanitarie italiane sono comunque convinte di essere pronte a fronteggiare
l'emergenza nel caso si avverassero le previsioni più cupe.
A ribadire le linee guida della nostra politica di profilassi è stato il
ministro della Salute Francesco Storace commentando l'allarme giunto da
Malta. "E' probabile - ha detto il ministro Storace - che dai luoghi dove
adesso si registra, il virus si possa estendere nella Russia meridionale,
nelle zone ancora più vicine all'Europa", e occorre capire se poi la
diffusione continuerà o meno verso l'Occidente.
Contro questo rischio, ha proseguito il ministro, "l'Italia ha puntato più
sul vaccino che sui farmaci antivirali, perché è importante agire sulla
prevenzione. E da questo punto di vista possiamo vantare un record
mondiale: siamo il Paese che si è mosso con straordinaria tempestività. Il
10 agosto, il ministero ha sottoscritto tre contratti di prelazione con
aziende farmaceutiche per la sperimentazione e l'immissione sul mercato di
questi vaccini, per circa 35 milioni di dosi".
Nel corso del prossimo consiglio dei ministri, ha poi sottolineato
Storace, il governo "venerdì prossimo sarà approvato un decreto che
consentirà l'acquisizione di ulteriori scorte per circa sei milioni di
cicli antivirali, in grado di coprire il 10% della popolazione. Un altro
10% - ha poi aggiunto il ministro - riguarderà lo sforzo che dovranno fare
le regioni. Da questo punto di vista, quindi ci stiamo rimettendo in
carreggiata".
Nei giorni scorsi i ritardi italiani nell'opera di prevenzione erano stati
denunciati dall'Oms. Il nostro paese al momento può contare infatti su
poco più di 185 mila cicli dosi di antivirali, i farmaci indispensabili
nella prima fase di contrasto della malattia. Poche rispetto a nazioni che
hanno già raggiunto, come l'Olanda, coperture per quasi un terzo dei
cittadini: oltre 5 milioni su 16 milioni e mezzo.
E anche i nuovi interventi annunciati dal ministro Storace per arrivare al
10 per cento della copertura rischiano secondo l'Oms di rivelarsi
insufficienti. Altre nazioni di dimensioni paragonabili all'Italia, come
la Gran Bretagna, che conta 60 milioni di abitanti, hanno già incamerato
quantità di farmaci per intervenire su quasi il 25% della popolazione.
Alla strategia farmacologica si affiancherà comunque quella informativa,
impegnando in prima linea i medici di famiglia. La Società italiana di
medicina generale (Simg) ha già preparato un libro bianco e un opuscolo,
destinati rispettivamente ai medici e ai cittadini per offrire un supporto
scientifico e informativo in caso di emergenza. Entrambi saranno a
disposizione entro la fine di settembre. Il libro bianco - ha spiegato
Aurelio Sessa, membro della Commissione pandemia influenzale del ministero
della Salute - vuole essere uno strumento per informare chi gestirà
clinicamente l'influenza, dalle strategie ai farmaci, alle varie misure di
sorveglianza.
L'opuscolo per i cittadini, 16 pagine in tutto, verrà distribuito negli
ambulatori dei medici di famiglia. L'invito contenuto sarà quello di
evitare il "fai da te" e rivolgersi subito al medico in caso di sintomi
sospetti, che saranno indicati. "Nessuno intende creare allarmismo - ha
spiegato Ovidio Brignoli, vicepresidente della Simg - è indubbio però che,
in caso di pandemia, è necessaria la collaborazione di tutti: l'esperienza
della Sars nel 2003 ha dimostrato come l'efficacia del risultato finale
dipenda in larga misura dal coordinamento di tutti gli interventi nei
singoli paesi".
In ogni Asl sarà nominato inoltre un commissario, che, in caso di
dichiarazione di pandemia influenzale, avrà il compito di gestire
l'emergenza. Non si tratterà di un manager con superpoteri, ma di una
figura di collegamento con le regioni, il ministero, gli altri ospedali ed
i medici di famiglia, per organizzare al meglio ogni intervento.
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questo articolo e` stato inviato via web dal servizio gratuito
http://www.newsland.it/news segnala gli abusi ad ***@newsland.it
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