A parte il fatto che non credo che con l'utilizzo del carbone la bolletta
della luce sarà meno salata. Se si dovesse iniziare ad incrementare l'uso
del carbone per produrre energia alla sua maggiore richiesta corrisponderà
inevitabilmente un corrispondente aumento di prezzo.
Vi posto qui di seguito un bel post di Beppe Grillo....molto eloquente:
Il futuro dell'energia: il Carbone
In un articolo su La Repubblica del 27 aprile 2005, Vittorio Mincato,
Amministratore Delegato dell'ENI, ha rilanciato l'utilizzo del gas naturale
come fonte di energia per alimentare le centrali elettriche. In risposta
alla posizione di Paolo Scaroni, Amministratore Delegato dell'ENEL, basata
sull'utilizzo del carbone come fonte di energia, Mincato ha detto: "La
strada maestra da percorrere per andare verso il rispetto dei limiti
previsti dall'accordo di Kyoto... è la sostituzione del carbone e dell'olio
combustibile con il gas naturale" ..."Ogni volta che si parla di questo
argomento si grida allo scandalo, ma quella del gas è l'unica strada. Non è
una strada politica o di opinione, ma è la strada che insegna la fisica: a
parità di energia prodotta con il gas si immette meno CO2 nell'atmosfera".
I sostenitori del carbone affermano che sia il combustibile più economico
(per chi?) e che il costo dell'energia elettrica italiana sia il più alto d'Europa.
Eppure non sembra così guardando la tabella, dove l'Italia viene dopo
Portogallo, Austria, Germania, Olanda e Danimarca.
Per estrarre il carbone muoiono 10 mila cinesi all'anno (sarà per questo che
è così economico?) e la sua combustione nelle centrali porta ad un aumento
delle emissioni di anidride carbonica, non permettendoci di rispettare gli
obiettivi del Protocollo di Kyoto: dovremo pagare salate multe attraverso le
tasse anziché attraverso le bollette (come sarebbe più giusto).
Lo Stato Italiano, cioè noi, sta comprando le famose "emission tradings" da
Stati che inquinano meno, che ce le vendono a prezzi carissimi, per
consentire all'ENEL e alle altre aziende italiane di inquinare di più.
Quello che non viene detto è che in realtà non sarebbero necessarie nuove
centrali se si attuassero politiche serie di risparmio energetico (con
tecnologie di politica energetica negli usi finali si potrebbe risparmiare
il 45% del consumo di energia) e si utilizzassero fonti di energia
alternative (eolico, fotovoltaico, biomassa, ecc).
Carbone e nucleare: l'Italia in "leggera controtendenza""
Oggi, sulla prima pagina del più autorevole quotidiano svizzero, il NZZ am
Sonntag di Zurigo, il direttore dell'ufficio federale per l'energia della
Svizzera, consiglia al governo di chiudere gradualmente le sue 4 centrali
atomiche, che danno il 40% dell'elettricità, e di sostituirle con centrali a
gas.
Il 6 luglio del 2002 l'Economist dedicava la copertina all'abbandono del
carbone con un grande titolo: "Carbone: il nemico numero uno dell'ambiente".
Il governo italiano, sempre in leggera controtendenza, sembra invece deciso
a puntare sul nucleare e sul carbone, promettendo così "un nuovo miracolo
economico" in Italia.
Pochi giorni fa l'amministratore delegato dell'ENI Vittorio Mincato è stato
destituito dal governo e al suo posto è stato messo Paolo Scaroni, ex
amministratore delegato dell'ENEL.
Mincato, conosceva l'ENI come pochi altri, ci aveva lavorato per quasi
quaranta anni, aveva conseguito negli ultimi anni risultati economici
eccellenti, aveva appena dichiarato che l'Italia dovrebbe lasciar stare il
carbone e puntare sulle centrali a gas naturale (che emettono circa un terzo
meno CO2 di quelle a carbone) se vuole frenare l'aumento galoppante delle
proprie emissioni di CO2.
Scaroni, da amministratore delegato dell'ENEL, insiste da anni che l'Italia
deve puntare sul carbone, raddoppiandone la quota nella produzione
elettrica. Inoltre ha fatto partecipare l'ENEL a programmi di centrali
atomiche all'estero, nonostante gli italiani abbiano votato a grande
maggioranza contro le centrali atomiche.
In ogni Paese europeo la politica energetica si fa dopo un grande dibattito
nazionale sui pro e i contro delle varie fonti di energia. Da noi invece non
c'è politica energetica.
Forse però ad impressionare il nostro governo e la nostra maggioranza sono
state alcune credenziali di Paolo Scaroni.
"Questo è sicuramente uno dei nostri" avranno detto.
Negli anni '90, quando era Amministratore Delegato della Technoint (società
francese), Scaroni aveva patteggiato una condanna a due anni e tre mesi per
corruzione per tangenti pagate per avere appalti dall'ENEL.
Inoltre nel 2001, la Procura di Rovigo ha avviato un procedimento nei suoi
confronti per disastro ambientale.
Per l'Italia, tornare al carbone e al nucleare vuol dire cercare di
affrontare i problemi del futuro con le soluzioni fallimentari del passato.
Sono queste le persone che ci cambiano la vita, ma purtroppo non le possiamo
votare.
Queste sono svolte di inciviltà da fermare a tutti i costi.