Post by Dionis0Lui s'è dimostrato capace di vivere
da coglione e morire da vigliacco
dal sito di sportitalia un bellissimo articolo di Stefano Benzi:
"Ieri la tragica scomparsa di Eddie Guerrero, 38 anni, uno dei simboli
del wrestling internazionale. Amato da milioni di persone, Eddie sarà
sempre ricordato come un uomo complesso e un atleta incredibile: capace
di ogni impresa. Giovedì WWENews alle 19.30 gli dedicherà una
trasmissione speciale.
Il confine spesso sottile, a volte appena percettibile tra la verità e
la finzione che circonda il wrestling, spesso ti inganna. E ti porta a
pensare che questi atleti, autentici superuomini capaci di risorgere
dalle proprie ceneri, di inventarsi una nuova vita, una nuova identità,
e di rinascere sul ring dopo essere stati dichiarati morti sepolti,
siano indistruttibili.
E infatti a volte la finzione è più bella: io sinceramente lo penso
davvero. Il wrestling riesce a chiudere fuori dalla porta di casa mia,
anche solo per pochi minuti, tutte le cose orrende di questa vita. E di
fronte a una realtà virtuale che offende l'intelligenza, o a un reality
show che la tv mi propina dietro ogni angolo, preferisco i cartoni
animati, l'Uomo Ragno, Babbo Natale. Mi auguro di restare così per tutta
la vita: perché a un uomo finto che gioca a sembrare vero, e ne siamo
circondati, preferisco un uomo vero che gioca a fare il finto, e mi
costringe a uscire allo scoperto, a mettermi in gioco, a inventare il
mio ruolo.
Eddie Guerrero ha avuto una vita difficile, molto difficile: non era un
santo e neppure un eroe. Niente agiografie per lui, neppure ora che ci
ha lasciato: ma ha avuto il coraggio di affrontare i suoi fantasmi,
spesso anche nel modo sbagliato, e di provare a sconfiggerli. I fantasmi
era stata in passato la dipendenza da sostanze che uccidono e una
malattia maledetta: la depressione.
Chi sa di che cosa sto parlando lo può testimoniare: la depressione è
una bestia orrenda, che ti logora, ti corrode, ti toglie ogni certezza e
finisce per annullarti, portandoti a pensare che una fine immediata sia
più opportuna di un'esistenza lenta e sofferta. A suo modo Eddie è stato
un simbolo: quasi morto è tornato a volare, abbandonato a se stesso è
tornato a farci sognare, a imbestialirci quando giocava a fare il
cattivo e a farci sorridere quando piegava il suo sorriso in un ghigno
beffardo, per diventare di nuovo l'amico buono e sbruffone.
Eddie era il compagno dell'ultimo banco, sempre in ritardo e mai
preparato; era la pecora nera della famiglia, il cugino che per primo ha
fumato e che a scuola è stato sospeso. Eddie interpretava quel
fantastico istrione del quale non si può fare a meno quando lo
spettacolo langue, e che da solo, anche camminando, fa sua la scena.
Perché nessuno era in grado di occuparla come lui.
Il mio massimo rispetto per un'artista del genere potrebbe non bastare.
Perché dietro l'artista, sorridente, sguaiato e sempre eccessivo, c'era
l'uomo: con tutte le sue angosce e le sue debolezze. Che poi sono le
mie, le vostre.
Eddie lo ricorderò perché mi ha insegnato a volare dopo che si è caduti
pesantemente, a rialzarmi dopo che il mondo ti ha voltato le spalle. Non
mi importa come è morto, per me non fa molta differenza. E soprattutto
non mi interessa come diranno che è morto, o quello che la gente penserà
del suo passato che purtroppo fa notizia. E cancella il rispetto.
Sociologi, psicologi, educatori, dall'alto di un trono che onestamente
non so chi e perché gli abbia messo sotto il sedere pontificheranno su
educazione, valori, e faranno a gara a conquistare un iscritto al
movimento delle menti indifese.
Lasciamoli parlare i soloni e i tuttologi.
Io penso a quel ghigno e all'uomo, ai suoi voli e alle sue debolezze: al
suo immenso talento.
Le voci non le sento neanche, le orecchie sono chiuse dal dolore. Mi
interessa che quel compagno dell'ultimo banco, non c'è più, e mi manca
già. Giovedì ad Ancona dovevo incontrarlo, ieri mattina stavo preparando
le domande da fargli e una doveva essere: “Quanto è bella la luce dopo
che si è toccato il fondo e il buio?”
Mi avrebbe risposto, forse ironicamente o con un mezzo sorriso non mi
avrebbe detto nulla: ma ora che si gode lo show dal palco d'onore del
bordo ring Eddie, ti sono vicino e sono io a dirti “grazie”.
Riposa in pace, e goditi lo spettacolo, mi camaro.
Eurosport - Stefano Benzi
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