Post by JamieDico solo che mi dà un po' fastidio sentir appellare come
boccalone/ingenuo chiunque si preoccupi di questo aspetto.
Eh ok, ti puo' dare fastidio, ma e' un dato di fatto che le aziende che
propongono sul mercato questi prodotti sfruttino l'ingenuita' degli
acquirenti, per persuadrli.
Tra i clienti del "bio" ci saranno pure quelli "religiosi", tipo il
classico vegetariano/vegano che prende quella decisione per ragioni
etiche, esattamente come uno puo' credere in Dio o in un'altra
divinita'. Ma la stragrande maggioranza di chi compera bio lo fa perche'
crede che sia realmente bio, quindi no pesticidi e non altro, e una
parte di loro (te lo assicuro, e' un fenomeno di massa) lo fa per moda.
Post by JamieIn ogni caso il disciplinare bio non prevede la totale assenza di
pesticidi, ma c'è un elenco di quelli ammessi, ovviamente valutati
secondo l'impatto ambientali ed altri parametri.
Per le colture agricole ho qualche dubbio che la scelta sia stata fatta
valutando correttamente l'impatto ambientale.
Tuttavia ti faccio notare, a mero titolo di esempio, cosa prevede il
regolamento bio per il coniglio bio.
Premesso che per le unita' produttive non prevede la castrazione, che
invece e' uno strumento efficace per preservare la famigliola, visto che
impedisci la riproduzione parentale, ci sono poi alcune prescrizioni
davver buffe per l'alimentazione:
6. Alimentazione
1. I conigli devono essere alimentati con alimenti biologici nel
rispetto delle esigenze nutrizionali degli animali nei vari stadi
fisiologici; l’alimentazione deve essere finalizzata al mantenimento del
benessere degli animali.
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Bene, ok, e quindi?
Spiegami il "fieno biologico" in cosa si differenzia dal fieno normale.
Io vedo coltivare campi a fieno da sempre (non solo il mio fieno, parlo
in generale), si semina e si attende di falciarlo, cosa dovrebbe
renderlo bio?
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2. Tenuto conto che i conigli sono erbivori e che in condizioni
semi-naturali l’attività alimentare e orale occupa dal 30 al 70% della
giornata, l’alimentazione degli adulti e dei giovani dopo lo svezzamento
deve essere basata anche sull’utilizzazione prevalente di foraggi,
provenienti dal pascolo o dal raccolto fresco o secco. Almeno il 15%
della materia secca di cui è composta la razione giornaliera dei conigli
deve essere costituito da foraggi grossolani di preferenza freschi o
essiccati.
In ogni caso ai conigli deve essere sempre fornito del materiale
vegetale (paglia, fieno ecc) che permetta loro l’attività orale.
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Questo tipo di norma lascia spazio a qualunque tipo di alimentazione,
soprattutto a base di sfarinati.
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3. Almeno il 20% degli alimenti proviene dall'unità di produzione stessa
o, qualora ciò non sia possibile, è ottenuto nella stessa regione in
cooperazione con altre aziende biologiche od operatori del settore dei
mangimi che applicano il metodo di produzione biologico.
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Ah ok, mangimi. Ma il coniglio deve mangiare erba.....
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4. L’alimentazione dei coniglietti è il latte materno e lo svezzamento
non può avvenire prima di 35 giorni.
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Normale, di solito si lasciano con la mamma e decidono loro quando
preferire il fieno alla mamma
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Per dire, tutto questo e' un castello di norme che e' utile molto piu'
al contesto di aziende che producono bio, a partire dai prodotti per
l'alimentazione del bestiame, che al risultato finale del prodotto.
Il coniglio di allevamento di sicuro mangia piu' mangime del coniglio
bio, ma questo regolamente lascia ampio spazio anche per il bio al punto
che puoi ottimizzare i costi abbondantemente, seppur garantendoti un
prezzo di vendita altissimo, perche' "bio".
Se poi vogliamo dare peso a cazzate del tipo che i conigli in batteria
sono piu' tristi dei conigli al pascolo, ok possiamo farlo, ma a quel
punto viriamo sul discorso religioso.....