Nel secondo caso, puoi illuminarci sugli arcana arcanissima di "come si
fa" un dizionario ?
Diciamo che un dizionario ex-novo si fa costruendo (o commissionando) un database
di vocaboli che un team appositamente formato fornirà di definizioni, esempi, frasi
idiomatiche e citazioni e quant'altro, sino ad avere un'opera fruibile.
Diverso è il discorso per una casa editrice di dizionari che di solito ha già un
corpus precedente che una piccola redazione non deve far altro che aggiornare di
tanto in tanto, partendo da segnalazioni degli utenti, anche da un "motu proprio"
del singolo redattore.
Ricordo un'intervista del responsabile del settore dizionari della UTET che
spiegava come individuava certi neologismi o accezioni nuove, o accezioni vecchie e
"omesse" dal dizionario. Purtroppo non ho più la fonte e cito a memoria. Lui quando
legge il giornale mentre fa colazione, oppure parla con qualcuno, quando incontra
un termine o un modo di dire a lui ignoto o inconsueto, se lo segna e poi effettua
(o fa effettuare da uno scagnozzo) una ricerca per vedere se questo termine/modo ha
dei riscontri nell'uso e se infine è meritevole di essere riportato dal dizionario.
Quest'ultima fase di solito è un atto collegiale della redazione.
Per curiosità. Di solito i lemmi che danno maggior lavoro per la ricchezza di modi
di dire, polirematiche ecc., sono di solito i meno consultati. Pochi consultano il
dizionario per vedere cosa vuol dire mamma, casa, tavolo. Sono più consultati i
termini di uso non comune quali aggiotaggio, fedifrago, ecc. oppure quelli dove più
frequenti sono i dubbi ortografici quali accelerare, intelligibile ecc., ma che per
contro hanno un numero di accezioni e di polirematiche veramente irrisorio.
Intendo, De Mauro immagino sia (o sia stato, forse e' emerito) un
docente universitario con regolare stipendio da ordinario (un altro
abitante del pritaneo, anche se al piano nobile), ed immagino che la
compilazione del dizionario non sia uno one-man-job, quindi sia un po'
il "principal investigator" di un team.
Di solito il "Capo" imposta le linee guida per la compilazione del dizionario e
partecipa alle riunioni della redazione dove, sui casi più controversi, ha sempre
l'ultima parola nel decidere se su certi termini occorre un supplemento d'indagine
o se un termine debba essere inserito o escluso dal lemmario e quale
classificazione d'uso attribuirgli. Infine supervisiona il lavoro prodotto dai
membri della redazione.
Ma questo team e' fatto principalmente di ricercatori di professione (e/o
precari, comunque sempre gente del pritaneo), o di staff delle case editrici, o
di free
lance esterni ?
Non so adesso come funziona, in quanto io, da lustri ormai, sono diventato un
fornitore esterno, delle case editrici. Una volta c'era un team fisso che si
occupava di fare le ricerche, verificare i riscontri e compilare le voci. Per
taluni termini o gruppi terminologici ci si rivolgeva a degli specialisti. Pensiamo
solo al groviglio di termini marinari che nessuna persona per quanto colta può
padroneggiare, a meno di essere uno specialista di nautica storica o di marineria,
o ai termini medici o scientifici ecc. E ancor oggi si fa così.
Per quanto riguarda il team fisso temo che questo sia stato ridotto all'osso
ovunque con l'apparizione di lavoratori a progetto, cococo, esternalizzazione,
stagisti ecc.
Il ricorso ai professionisti è ancor più accentuato nella redazione delle
enciclopedie, dove è molto più difficile per un non esperto del settore scrivere
cose sensate.
Per curiosità, agli autori di certe voci (non sempre, dipende dalla casa editrice),
veniva stampato un libretto contenente le voci di loro pertinenza; non so se questa
abitudine degli "estratti" (cosi vengono chiamati questi opuscoli nel gergo
editoriale) si sia conservata, ma temo sia stata assorbita dalla costante riduzione
dei costi a qualsiasi costo...
E ancora, quanto incide il costo del lavoro di compilazione e della
struttura di supporto (computer ...) sul prezzo del dizionario rispetto
all'"hardware editoriale" (carta copertina rotative e tipografi) e al
"ricarico" dell'editore ?
Ti riporto alcuni dati relativi alla prima metà degli anni 70, facendo le dovute
proporzioni credo che la situazione non sia variata di molto. Allora il Grande
Dizionario Enciclopedico di Paolo Fedele e il Dizionario della Lingua Italiana di
Salvatore Battaglia (entrambe le opere erano della UTET) erano venduti al pubblico
rispettivamente a 67.000 e 56.000 lire al volume (più o meno se ricordo bene).
Diciamo che alla casa editrice poteva venire in tasca il 55% di tale prezzo e il
costo industriale per ogni volume di entrambe le opere era intorno alle 5/6.000
lire a copia. Il resto si ripartiva tra guadagno dell'editore e costi redazionali,
ma non mi è dato sapere in quale proporzione. Sicuramente il margine di profitto
era più alto di quelli odierni sia per una questione di periodo storico sia per il
fatto che la UTET vende assieme al libro anche la sua reputazione costruita in
oltre un secolo di esistenza, prima come casa editrice Pomba e poi come UTET.
Da tenere in conto che tutto dipende sempre dalla tiratura dell'opera. Vi sono
costi fissi (appunto quello redazionale) e anche tipografici che incidono
notevolmente nel caso di basse tirature e si diluiscono maggiormente nel caso di
tirature elevate.
Forse sarebbe meglio aprire un sub-thread con un soggetto diverso per
rispondere a quanto sopra. Grazie in anticipo.
Fatto
... la maggior parte sono quelle "dannate" forme contratte poetiche e
letterarie.
Beh, certo. Un lemmario (che sia di un dizionario o di un coniugatore di verbi) che
si rispetti deve contenere anche (ma io direi soprattutto) i termini meno noti.
Nessuno (o quasi) su http://www.italian-verbs.com cerca la coniugazione del verbo
essere (per lo meno tra gli utenti italiani), molti di più cercano quella del verbo
trarre, porre, andare.
Per fortuna che lo classifica "BU" (basso uso). Io lo avrei chiamato
"errore". E meno male che non c'e' "esarre" (le tasse) :-)
Dài tempo al tempo, prima o poi ci sarà....
Pare OB LE, obsoleto letterario, non c'entra nulla con la tettonica a
zolle. Potremmo inventare un bel neologismo "subdurre", la zolla di
Nazca si subduce alla zolla sudamericana ...
Il termine adsorbire è entrato nei dizionario a seguito dell'esigenza del mondo
scientifico per distinguerlo da assorbimento. Succederà prima o poi con subdurre.
Post by Enrico OlivettiPost by Enrico Olivettiovideporre,
Bello questo. Non c'e' "oviporre" o "ovoporre" dato che esiste
l'ovopositore ?
oviporre e ovoporre non sono attestati.
Lasciamo questi problemi nel pollaio.. :-)