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La leggenda dei Longareddos e di Mama Longa
(troppo vecchio per rispondere)
Arda Roccalas
2008-08-27 13:08:42 UTC
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Cari amici,
di ritorno dal mio consueto pellegrinaggio in Sardegna, vi saluto tutti e
posto questa bellissima leggenda sarda legata all'area del monte Limbara.
Anziché riportarla pedissequa come farebbe una buona saggista di testi
antropologici, ho preferito ridisegnarla in maniera un po' più poetica.
La dolcissima spiritualità che traspare da tradizioni animistiche come
questa è un dono insperato, in una società post-industriale che ha saputo
solo cancellare la bellezza dell'antico misticismo, per prostituirsi al più
freddo e cieco materialismo.
Spero di fare cosa gradita.

Ciao a tutti e buon rientro dalle vacanze,

Arda Roccalas

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La leggenda dei Longareddos e di Mama Longa

Il percorso era davvero affascinante.
Tra quelle valli solitarie, dove l'energia magica di una terra ancora
incontaminata si rende tangibile come nebbia d'inverno, era un piacere
camminare di buon passo, diretta ad una delle svariate mete consigliate
dalla mia guida turistica.
"Itinerario da Vallicciola al Monti Longu", recitava la pagina dieci, del
quale mi ero per prima cosa preoccupata di valutare che fosse non troppo
faticoso e di bell'impatto naturalistico.
Passeggiavo così nel silenzio assoluto, solo raramente interrotto dal volo
di qualche insetto o dal frinire di un grillo.
D'un tratto sentii un'inaspettata voce alle mie spalle:
<< Sii la benvenuta nel nostro territorio! Gli antichi e saggi Longareddos
ti accolgono con gioia. >>
<< Chi parla? >> chiesi con un lieve timore, sebbene quelle parole fossero
giunte con squisita dolcezza.
<< Siamo i signori di queste terre, e ti diamo il nostro benvenuto. >>
L'aria si era fatta frizzantina, e percepii come una brezza inattesa intorno
a me. Cercai di stabilire da dove provenisse la voce, ma invano.
<< Vi ringrazio per la vostra ospitalità. Ma ditemi: dove siete? Mostratevi,
così che possa vedervi! >>
<< Dunque non ci vedi? Non vedi quanto siamo alti e belli..? Voltati e
osserva: in ogni direzione troverai qualcuno di noi. >>
La brezza mi si strinse intorno e mi sospinse leggermente in avanti, come a
volermi condurre in qualche luogo. Oltre gli alberi, i bassi arbusti e il
resto della vegetazione, emerse un florido gruppo di rocce, dai tratti
vagamente arrotondati. Erano di grosse dimensioni e parevano risiedere lì da
millenni.
<< Rocce. Rocce non direi! >> mi parlò nuovamente la voce, quasi m'avesse
letto nel pensiero.
<< Quelle sono rocce! >> e indicò una zona lontana, occupata da un accumulo
di altri elementi naturali, assai più spigolosi dei primi.
<< Sforzati e guarda più in là del tuo naso. Noi siamo i Longareddos, saggi
ed antichi come il mondo. Osserva con attenzione e vedrai i nostri volti, i
nostri sorrisi, e gli occhi chiusi di Coloro che si sono addormentati. >>
Mi stropicciai le palpebre e tornai a posare lo sguardo sul primo gruppo di
pietre - quelle che fino ad allora mi erano parse semplici rocce.
Fu così che, diversamente da un attimo prima, la mia vista cominciò a
distinguere volti, e sorrisi, ed occhi chiusi: facce e membra arcaiche
incise là chissà in quale epoca dalle mani del Creatore.
<< Perché alcuni dormono? >> chiesi incuriosita.
<< Oh, sono quelli molto, molto anziani: così tanto anziani che non sai
quanto. E' il ciclo naturale della nostra vita. >>
<< Vita? Può qualcosa di simile alla roccia essere "vivo"..? >>
<< Figliola, è presunzione delle creature umane che la vita alberghi solo in
loro o nelle creature che le rassomigliano. In realtà ti dirò che la vita
anima queste valli da molto prima che l'uomo vi fosse deposto. Noi ne siamo
la prova, non trovi? >>
<< Certamente >>, risposi confusa, eppure incapace di contraddirlo.
Quell'entità, quello spirito che così sottilmente mi avvolgeva, mi guidò
ancora più avanti, accompagnandomi lungo il sentiero.
<< Siamo in molti, qui: questo è il nostro territorio. Nasciamo con
frequenza: l'ultimo è venuto alla luce non molto tempo fa. Mi pare fosse
poco prima che l'isola venisse circondata dal Grande Lago. Sai, quand'era
ancora unita alle terre del vulcano, prima che esso eruttasse. >>
Onestamente non compresi bene questa sua affermazione, ma intuii che doveva
trattarsi di un'epoca assai remota. E' forse esistita un'era in cui la
Sardegna non fosse circondata del "Grande Lago"?
Proseguii il cammino silenziosa, ma gravida di interrogativi.
<< Dove sei diretta, figliola? Dimmelo, e ti ci porterò. >>
<< Oh. >>, risposi io distrattamente, ancora immersa nei miei pensieri. <<
Sto andando al Monti Longu. Ho letto che è un luogo di grande bellezza. >>
<< Monti Longu..? >> Esclamò lui stupito, come se per un istante avesse
smesso di respirare. E tornò a sussurrare con aria assorta: << Manta Longa.
Mama Longa.Oh, sì, è un luogo bellissimo. Lei è la nostra Mamma. >>
<< La vostra mamma? >>
<< Già. Lei è la Mamma di tutti i Longareddos. Dalle sue terre i piccoli
nascono, poi se ne allontanano come ogni cucciolo dalla propria madre, e
arrivano fino qui, o dall'altra parte del monte. Vivono le loro lunghissime
vite, piene di saggezza. E poi, una volta anziani, docilmente si
addormentano, come quelli che hai visto. Mama Longa è un luogo bellissimo >>
, tornò a bisbigliare tra sé e sé. << Ti ci porterò. >>
Fu così che ci incamminammo di buona andatura, fino a che il sentiero non
emerse dalla fitta vegetazione. Innanzi a me si estendevano alti colli colmi
di Longareddos, col loro tondeggiare grigio in contrasto al verde degli
alberi.
<< Eccomi là in fondo! >> mi indicò lo spirito emozionato. << Mi vedi? >>
<< Sì >>, esclamai io, con gli occhi puntati verso una roccia
particolarmente vistosa, che pareva avere un simpatico becco.
Più in lontananza si stagliava una magnificenza: era il Monti Longu, con la
sua guglia ripida e difficilmente sormontabile. Le guide turistiche lo
propongono come itinerario di scalata.
Manta Longa, Mama Longa. D'un tratto quello spettacolo e quel nome quasi
banale si riempivano nella mia mente di ancestrali significati.
Il Longareddu mi accompagnò fino alle sue pendici, e poi mi lasciò sola ad
adorare la madre antica.
Nello zaino la borraccia d'acqua quasi non bastava a sedare la mia sete,
arsa com'ero dall'accecante sole estivo.
Ma ormai si stava facendo tardi: era quasi tempo del tramonto.
Diedi un bacio alla terra là alle pendici di Mama Longa, e poi mi incamminai
verso casa.
Sulla via del ritorno, di nuovo incontrai i Longareddos, che mi salutarono
affettuosamente.
Li ringraziai per tutto e promisi che sarei tornata a trovarli.
<< Sarai sempre la benvenuta, Arda Roccalas. Non ti dimenticare di noi, e
ricorda di raccontare la nostra storia. Affinché anche il mondo non si
scordi degli antichi e saggi Longareddos. >>
Casa era lontana, ma sarei arrivata prima di sera. Con la mia mente rivivevo
ogni singolo istante di quella giornata straordinaria: e pensai a quante
cose avrei dovuto scrivere sul diario.


To be continued..
Arduino
2008-08-30 23:05:46 UTC
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Post by Arda Roccalas
Cari amici,
di ritorno dal mio consueto pellegrinaggio in Sardegna, vi saluto tutti
e posto questa bellissima leggenda sarda legata all'area del monte Limbara.
Bellissima davvero
Post by Arda Roccalas
To be continued..
Allora aspettiamo.
Ciao
Ad'I
Arda Roccalas
2008-09-04 17:14:01 UTC
Permalink
Post by Arduino
Bellissima davvero
Grazie mille! Mi piace giocherellare un po' tra "arte" e scienza..! :-))
Arduino
2008-09-23 22:04:09 UTC
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Post by Arda Roccalas
Post by Arduino
Bellissima davvero
Grazie mille! Mi piace giocherellare un po' tra "arte" e scienza..! :-))
Però vedo che hai smesso;-)
A quando la prossima?
Ciao
Ad'I

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