Artamano
2005-09-07 20:59:11 UTC
LA LOTTA TITANICA DELLE WAFFEN-SS PER UN NUOVO ORDINE EUROPEO
Alla fine del XX secolo il grande pubblico ignora ancora quello che fu, tra
il 1940 e il 1945, il fenomeno, unico nella storia militare, di un milione
di giovani combattenti politici, tutti volontari, riuniti nel corso della
seconda guerra mondiale in ben trentotto Divisioni della Waffen - SS.
Chi erano costoro?
Inanzitutto dei soldati.I migliori soldati equipaggiati in modo formidabile.
I migliori fisicamente; ecco i dati richiesti per farne parte: altezza
minima 1m75;salute di ferro; vista perfetta; nessuna carie ai denti; una
condotta militare di gran lunga superiore a tutte le norme olimpiche.
Il loro addestramento era eccezionale.Alla scuola ufficiali di Bad Toelz,
alla fine del corso ogni candidato aveva perduto almeno una dozzina di
chili.Ognuno, al termine, era diventato un atleta, asciutto, nudo e forte
come un dio greco.
Formazione politica di estremo rigore.Disciplina di ferro, accettata
liberamente e con gioia.Spirito di corpo, cameratismo, sbarazzo di ogni
complesso di casta, severità nei costumi: un pederasta nella Waffen-SS era
messo al palo senza alcuna remissione.
L'eroismo era legge.I capi prima degli altri.La media di servizio di un
ufficiale al fronte non superava i tre mesi.
Questa concezione eroica del dovere era esaltata dalle evocazioni grandiose
delle glorie del passato.Essa si nutriva di tutte le forze originali della
natura.Il solstizio d'estate evocava in modo particolare i fermenti
vivificanti dei fluidi terrestri e celesti.L'ultimo solstizio del 1944 aveva
visto ancora questi giovani, fiaccole in pugno, disposti in formazioni
quadrate, non lontano dai lampi del vicino fronte, vibrare nella notte
stellata in una sorte di apoteosi wagneriana.
Giovani corpi di fronte alla vita! Passione di conquista e di creazione!
Volontà di vivificare, innalzare verso l'alto, una comunità umana rinnovata
nella carne e nello spirito.
Erano forti come le querce delle foreste profonde, come gli uragani
martellanti nei cieli oscuri, forti come i cavalieri delle antiche gesta che
sfidavano la sorte e la morte.Una cavalleria.
La Waffen-SS era una cavalleria ritta sui suoi destrieri, con le sue lance
pronte a scagliarsi incontro all'avvenire: un milione di giovani guerrieri
politicizzati, decisi ad offrire tutto: la loro giovinezza, il loro sangue,
la loro fede, pur di raggiungere la meta.
All'inizio la Waffen - SS fu una formazione esclusivamente tedesca.Lo
spettacolo di una forza ordinata e di un ideale integrale che essa sapeva
donare ad un occidente stremato, politicamente e moralmente avvilito,
impressionò i giovani dei paesi vinti.Furono sufficienti pochi mesi perchè
migliaia di giovani di origine germanica, dall'Olanda, dalle Fiandre, dai
paesi nordici, prima stupefatti ma poi entusiasti, vennero a fare della
Waffen-SS , da formazione strettamente nazionale che era, una forza
internazionale.Giovani di diciotto-vent'anni accorsero da Anversa, da
Rotterdam, da Copenaghen, da Oslo a fare blocco unico con le Waffen-SS di
Berlino, di Monaco,di Vienna, di Koenigsberg.
Tuttavia il grande sviluppo non si ebbe che un anno più tardi, allorchè
Hitler volle sbarazzare l'Europa dalla tirannia comunista di uno Stalin,
deciso da tempo a divorare l'Europa e che stava ultimando i preparativi -
come ebbe a riconoscere lo stesso maresciallo Yukov - per l'invasione
sovietica.
Di fronte al comune pericolo, centinaia di migliaia di giovani europei,
rifiutando il conformismo e la sclerotizzazione dei loro paesi atrofizzati,
accorsero all'appuntamento del sacrificio.L'avvenimento essenziale non fu
solo la loro decisione di arruolarsi, ma il fatto che sui campi di battaglia
del fronte dell'est essi potettero conoscersi.Loro, che fino a quel momento
si erano ignorati.Cosa sapeva infatti prima un francese di un ugnherese, un
danese di un napoletano, uno spagnolo di un norvegese?Da secoli tutti
avevano vissuto arroccati nell'isolamento del proprio nazionalismo, nella
diffidenza verso il vicino, dimenticando di costituire insieme un solo
popolo, una sola civiltà, di essere figli di una patria comune, l'Europa,
vecchia di venticinque secoli di storia.Una medesima spiritualità veniva ad
animarli, quali che fossero le forme del suo dispiegarsi.Provenienti dallo
Jutland, dalla Frisia, dal Brabante, dalle Ardene, dalla Bauce, dagli
Appennini, tutti si ritrovavano, dodici secoli dopo Carlo Magno, riuniti in
una immensa coorte giovanile nella quale riscoprivano finalmente la loro
unità.
Secoli li avevano separati, ma il servizio comune, le comuni sofferenze, i
camerati morenti o stremati finirono con l'avvicinare questi ragazzi di
tanti paesi per troppo tempo artificialmente contrapposti.Saldati gli uni
agli altri per quattro anni negli orrori degli stessi combattimenti, essi si
sostenevano con una sincerità crescente.Questi ragazzi ebbero ad accorgersi
che li accomunava una medesima fede politica ed ancora di più l'appartenenza
ad una medesima stirpe.I loro popoli non erano che un popolo.L' Europa era
il seme dei loro paesi d'origine.La Waffen-SS era l'enorme crogiolo nel
quale venivano a fondersi
i diversi geni dell'Europa storica.
Da parte sua, di fronte al pericolo sovietico che minacciava ogni particella
dell'antica Europa, la Waffen-SS tedesca sin dall'inizio aveva preso
coscienza non solo del pericolo che minacciava indistintamente tutti i paesi
rivali del continente, ma sopratutto le enormi realtà positive che da sempre
avevano saldato le diverse comunità popolari dell'Europa.L' Europa di Cesare
e di Augusto,l'Europa di Carlo Magno e di Goffredo di Buglione, l'Europa di
Federico II di Hohenstaufen e di Carlo V, l'Europa del Principe Eugenio di
Savoia e di Napoleone Bonaparte.
Anche quella di Voltaire e di Goethe, l'Europa dei grandi mistici che legava
in un 'unica fede i celti e gli iberi, i germani e gli slavi, dall'Ucraina
fino alle lontane rive del Baltico.
Le une dopo le altre, le diverse legioni tedesche e non tedesche del fronte
dell'Est si unirono liberamente in rappresentanza del loro popolo, nel seno
di una Waffen-SS diventata il grande centro d'attrazione e di raccolta di un
milione di giovani europei futuri banditori dell'avvenire.In questa
federazione multinazionale ognuno aveva conservato la propria lingua, le
proprie insegne, la propria individualità.Le ideologie erano simili ma fino
ad allora troppo intellettuali.La Waffen-SS seppe apportare loro la potenza
della volontà, dell'organizzazione, dell'unità degli sforzi.Grazie ad essa,
nel momento del grande sconvolgimento creatore, all'indomani della vittoria,
tutte sarebbero state chiamate, ciascuna nella propria sfera d'origine, a
donare all'Europa spirito e struttura.La Waffen-SS era diventata l'enorme
macchina da guerra della rivoluzione nazionalsocialista.
Materialmente e spiritualmente il mondo nuovo sarebbe stato marcato dallo
spirito di corpo, dalla disciplina, dalla potenza dell'ideologia: il dono
totale delle energie al servizio di un ideale assoluto.L' opera comune
avrebbe dato i suoi frutti: uno Stato ordinato, duraturo, indistruttibile;
la giustizia sociale nel mondo del lavoro per tutte le classi; sviluppo
della famiglia, cellula fondamentale della stabilità della società e della
felicità individuale; fantasia nella produzione delle ricchezze materiali,
affiancata in modo armonico allo sviluppo morale di una comunità, forte
dello spirito di solidarietà e di una esistenza concepita in senso eroico.
Alla potenza fisica e a quella ideologica si sarebbe aggiunta la potenza
dell'azione.
Tedeschi e non tedeschi, noi non formavamo più che una formidabile
fratellanza europea.Rientrando nei nostri rispettivi paesi, noi eravamo
stati le maestranze nella costruzione dell'Europa unita, una élite risoluta
alla guida di masse in passato scialbe, acefale, in preda a inutili dispute
sociali, politicamente lacerate, vittime di agitatori e clan divorati
dall'egoismo e dall'ambizione.
Noi eravamo riusciti a restituire ai nostri popoli la dignità.Li avevamo
innalzati alla più genuina socialità nel dominio incontrastato della
bellezza, della nobiltà, della grandezza.La materia, abbandonata a se
stessa, muore o uccide.Solo l'ideale è eterno.E questo ideale noi lo
possedevamo, noi i giovani europei della Waffen-SS quale che fosse il nostro
paese d'origine, il nostro vecchio paese carissimo ma che aveva cessato di
essere ripiegato su se stesso.Un'aria nuova veniva a sostituire i miasmi
soffocanti della vecchiaia e della decadenza.
La nostra volontà era riuscita a federare in Europa tutti gli sforzi dei
nostri popoli in una sontuosa unità al contrario di quanto oggi avviene, un
una vaga federazione, spesso astiosa, di mercanti di pomodori, di noci, di
montoni o di bistecche di maiale o di unitili proprietari di tonellate di
piombo e di burro che giacciono a seccare o a marcire in depositi riempiti
all'inverosimile da una economia folle e senza regole.
La rivoluzione della Waffen-SS non fu solo quella del bio-tek ma quella di
una dottrina che arricchiva la comunità umana, che innalzava gli spiriti ad
una collaborazione basata su un nuovo ordine politico e sociale, sullo
spirito comunitario e sui più alti principi morali, pilastri della
ricostruzione.
La Waffen-SS fu tutto questo: un'armata continentale come mai era esistita
in nessuna epoca, il doppio della grande Armata di Napoleone, un esercito
non solo militare ma ideologico, capace di assicurare grazie alla sua forza
e alla sua dottrina, la riunificazione e la rinascita della membra disperse
di un'Europa della quale i falsi democratici prima del 1940 avevano
estirpato l'intelligenza e frantumato i nervi.
Un vecchio astioso e impotente come Roosvelt, un forsennato sanguinario come
Stalin, nel 1945 fecero dell'Europa un continente mutilato alla mercè dei
loro appetiti.Per lungo tempo l'Europa non sarà altro che un fazzoletto nel
quale i potenti si soffieranno il naso.
Così ebbe termine la più straordinaria esperienza militare mai tentata.Essa
fu unica per il suo carattere e la sua ampiezza: dal 1941 al 1945 un milione
di ragazzi di ventotto paesi d'Europa, riuniti nelle Divisioni delle
Waffen-SS offrirono la loro giovinezza e spesso sacrificarono la vita ( in
402.000 morirono nel corso della seconda guerra mondiale), per creare un
Nuovo Ordine Europeo votato alla giustizia sociale, alla solidarietà,
all'ordine e alla grandezza.
Evocare il ricordo di questi cavalieri del XX secolo è giusto e
doveroso.Questi cavalieri che ancora oggi falsari animati solo dall'odio e
dall'invidia infangano con menzogne.Di cosa, infatti, si resero colpevoli i
giovani europei?
In questo momento, ancora, migliaia di giovani rifiutano di capitolare; non
accettano di immergersi nelle cloache delle nuove turpitudini e della
corruzione politica del mondo contemporaneo.
Il grande esempio dei giovani eroi della Waffen-SS che vissero e morirono
per un ideale di fuoco forse un giorno riaccenderà l'incendio che qualcuno
pensava di aver sepolto sotto gli oltraggi e le menzogne.
Nell'attesa, onore e gloria alla più grande armata ideologica della storia
dell'umanità.Tra mille anni si parlerà ancora di questi soldati di ferro,
tremila volte più numerosi degli eroi delle Termopili.L'eroe, ovunque egli
sia apparso, non muore mai comlpetamente.Il suo spirito continua a marciare
come un portabandiera davanti ai popoli.
La Waffen-SS, sconfitta al termine di una lotta titanica, è entrata per
sempre nell'immortalità.
Leon Degrèlle
(traduzione dal francese di Nicola Cospito)
articolo pubblicato su "Orientamenti" ottobre- dicembre 2004
.
Alla fine del XX secolo il grande pubblico ignora ancora quello che fu, tra
il 1940 e il 1945, il fenomeno, unico nella storia militare, di un milione
di giovani combattenti politici, tutti volontari, riuniti nel corso della
seconda guerra mondiale in ben trentotto Divisioni della Waffen - SS.
Chi erano costoro?
Inanzitutto dei soldati.I migliori soldati equipaggiati in modo formidabile.
I migliori fisicamente; ecco i dati richiesti per farne parte: altezza
minima 1m75;salute di ferro; vista perfetta; nessuna carie ai denti; una
condotta militare di gran lunga superiore a tutte le norme olimpiche.
Il loro addestramento era eccezionale.Alla scuola ufficiali di Bad Toelz,
alla fine del corso ogni candidato aveva perduto almeno una dozzina di
chili.Ognuno, al termine, era diventato un atleta, asciutto, nudo e forte
come un dio greco.
Formazione politica di estremo rigore.Disciplina di ferro, accettata
liberamente e con gioia.Spirito di corpo, cameratismo, sbarazzo di ogni
complesso di casta, severità nei costumi: un pederasta nella Waffen-SS era
messo al palo senza alcuna remissione.
L'eroismo era legge.I capi prima degli altri.La media di servizio di un
ufficiale al fronte non superava i tre mesi.
Questa concezione eroica del dovere era esaltata dalle evocazioni grandiose
delle glorie del passato.Essa si nutriva di tutte le forze originali della
natura.Il solstizio d'estate evocava in modo particolare i fermenti
vivificanti dei fluidi terrestri e celesti.L'ultimo solstizio del 1944 aveva
visto ancora questi giovani, fiaccole in pugno, disposti in formazioni
quadrate, non lontano dai lampi del vicino fronte, vibrare nella notte
stellata in una sorte di apoteosi wagneriana.
Giovani corpi di fronte alla vita! Passione di conquista e di creazione!
Volontà di vivificare, innalzare verso l'alto, una comunità umana rinnovata
nella carne e nello spirito.
Erano forti come le querce delle foreste profonde, come gli uragani
martellanti nei cieli oscuri, forti come i cavalieri delle antiche gesta che
sfidavano la sorte e la morte.Una cavalleria.
La Waffen-SS era una cavalleria ritta sui suoi destrieri, con le sue lance
pronte a scagliarsi incontro all'avvenire: un milione di giovani guerrieri
politicizzati, decisi ad offrire tutto: la loro giovinezza, il loro sangue,
la loro fede, pur di raggiungere la meta.
All'inizio la Waffen - SS fu una formazione esclusivamente tedesca.Lo
spettacolo di una forza ordinata e di un ideale integrale che essa sapeva
donare ad un occidente stremato, politicamente e moralmente avvilito,
impressionò i giovani dei paesi vinti.Furono sufficienti pochi mesi perchè
migliaia di giovani di origine germanica, dall'Olanda, dalle Fiandre, dai
paesi nordici, prima stupefatti ma poi entusiasti, vennero a fare della
Waffen-SS , da formazione strettamente nazionale che era, una forza
internazionale.Giovani di diciotto-vent'anni accorsero da Anversa, da
Rotterdam, da Copenaghen, da Oslo a fare blocco unico con le Waffen-SS di
Berlino, di Monaco,di Vienna, di Koenigsberg.
Tuttavia il grande sviluppo non si ebbe che un anno più tardi, allorchè
Hitler volle sbarazzare l'Europa dalla tirannia comunista di uno Stalin,
deciso da tempo a divorare l'Europa e che stava ultimando i preparativi -
come ebbe a riconoscere lo stesso maresciallo Yukov - per l'invasione
sovietica.
Di fronte al comune pericolo, centinaia di migliaia di giovani europei,
rifiutando il conformismo e la sclerotizzazione dei loro paesi atrofizzati,
accorsero all'appuntamento del sacrificio.L'avvenimento essenziale non fu
solo la loro decisione di arruolarsi, ma il fatto che sui campi di battaglia
del fronte dell'est essi potettero conoscersi.Loro, che fino a quel momento
si erano ignorati.Cosa sapeva infatti prima un francese di un ugnherese, un
danese di un napoletano, uno spagnolo di un norvegese?Da secoli tutti
avevano vissuto arroccati nell'isolamento del proprio nazionalismo, nella
diffidenza verso il vicino, dimenticando di costituire insieme un solo
popolo, una sola civiltà, di essere figli di una patria comune, l'Europa,
vecchia di venticinque secoli di storia.Una medesima spiritualità veniva ad
animarli, quali che fossero le forme del suo dispiegarsi.Provenienti dallo
Jutland, dalla Frisia, dal Brabante, dalle Ardene, dalla Bauce, dagli
Appennini, tutti si ritrovavano, dodici secoli dopo Carlo Magno, riuniti in
una immensa coorte giovanile nella quale riscoprivano finalmente la loro
unità.
Secoli li avevano separati, ma il servizio comune, le comuni sofferenze, i
camerati morenti o stremati finirono con l'avvicinare questi ragazzi di
tanti paesi per troppo tempo artificialmente contrapposti.Saldati gli uni
agli altri per quattro anni negli orrori degli stessi combattimenti, essi si
sostenevano con una sincerità crescente.Questi ragazzi ebbero ad accorgersi
che li accomunava una medesima fede politica ed ancora di più l'appartenenza
ad una medesima stirpe.I loro popoli non erano che un popolo.L' Europa era
il seme dei loro paesi d'origine.La Waffen-SS era l'enorme crogiolo nel
quale venivano a fondersi
i diversi geni dell'Europa storica.
Da parte sua, di fronte al pericolo sovietico che minacciava ogni particella
dell'antica Europa, la Waffen-SS tedesca sin dall'inizio aveva preso
coscienza non solo del pericolo che minacciava indistintamente tutti i paesi
rivali del continente, ma sopratutto le enormi realtà positive che da sempre
avevano saldato le diverse comunità popolari dell'Europa.L' Europa di Cesare
e di Augusto,l'Europa di Carlo Magno e di Goffredo di Buglione, l'Europa di
Federico II di Hohenstaufen e di Carlo V, l'Europa del Principe Eugenio di
Savoia e di Napoleone Bonaparte.
Anche quella di Voltaire e di Goethe, l'Europa dei grandi mistici che legava
in un 'unica fede i celti e gli iberi, i germani e gli slavi, dall'Ucraina
fino alle lontane rive del Baltico.
Le une dopo le altre, le diverse legioni tedesche e non tedesche del fronte
dell'Est si unirono liberamente in rappresentanza del loro popolo, nel seno
di una Waffen-SS diventata il grande centro d'attrazione e di raccolta di un
milione di giovani europei futuri banditori dell'avvenire.In questa
federazione multinazionale ognuno aveva conservato la propria lingua, le
proprie insegne, la propria individualità.Le ideologie erano simili ma fino
ad allora troppo intellettuali.La Waffen-SS seppe apportare loro la potenza
della volontà, dell'organizzazione, dell'unità degli sforzi.Grazie ad essa,
nel momento del grande sconvolgimento creatore, all'indomani della vittoria,
tutte sarebbero state chiamate, ciascuna nella propria sfera d'origine, a
donare all'Europa spirito e struttura.La Waffen-SS era diventata l'enorme
macchina da guerra della rivoluzione nazionalsocialista.
Materialmente e spiritualmente il mondo nuovo sarebbe stato marcato dallo
spirito di corpo, dalla disciplina, dalla potenza dell'ideologia: il dono
totale delle energie al servizio di un ideale assoluto.L' opera comune
avrebbe dato i suoi frutti: uno Stato ordinato, duraturo, indistruttibile;
la giustizia sociale nel mondo del lavoro per tutte le classi; sviluppo
della famiglia, cellula fondamentale della stabilità della società e della
felicità individuale; fantasia nella produzione delle ricchezze materiali,
affiancata in modo armonico allo sviluppo morale di una comunità, forte
dello spirito di solidarietà e di una esistenza concepita in senso eroico.
Alla potenza fisica e a quella ideologica si sarebbe aggiunta la potenza
dell'azione.
Tedeschi e non tedeschi, noi non formavamo più che una formidabile
fratellanza europea.Rientrando nei nostri rispettivi paesi, noi eravamo
stati le maestranze nella costruzione dell'Europa unita, una élite risoluta
alla guida di masse in passato scialbe, acefale, in preda a inutili dispute
sociali, politicamente lacerate, vittime di agitatori e clan divorati
dall'egoismo e dall'ambizione.
Noi eravamo riusciti a restituire ai nostri popoli la dignità.Li avevamo
innalzati alla più genuina socialità nel dominio incontrastato della
bellezza, della nobiltà, della grandezza.La materia, abbandonata a se
stessa, muore o uccide.Solo l'ideale è eterno.E questo ideale noi lo
possedevamo, noi i giovani europei della Waffen-SS quale che fosse il nostro
paese d'origine, il nostro vecchio paese carissimo ma che aveva cessato di
essere ripiegato su se stesso.Un'aria nuova veniva a sostituire i miasmi
soffocanti della vecchiaia e della decadenza.
La nostra volontà era riuscita a federare in Europa tutti gli sforzi dei
nostri popoli in una sontuosa unità al contrario di quanto oggi avviene, un
una vaga federazione, spesso astiosa, di mercanti di pomodori, di noci, di
montoni o di bistecche di maiale o di unitili proprietari di tonellate di
piombo e di burro che giacciono a seccare o a marcire in depositi riempiti
all'inverosimile da una economia folle e senza regole.
La rivoluzione della Waffen-SS non fu solo quella del bio-tek ma quella di
una dottrina che arricchiva la comunità umana, che innalzava gli spiriti ad
una collaborazione basata su un nuovo ordine politico e sociale, sullo
spirito comunitario e sui più alti principi morali, pilastri della
ricostruzione.
La Waffen-SS fu tutto questo: un'armata continentale come mai era esistita
in nessuna epoca, il doppio della grande Armata di Napoleone, un esercito
non solo militare ma ideologico, capace di assicurare grazie alla sua forza
e alla sua dottrina, la riunificazione e la rinascita della membra disperse
di un'Europa della quale i falsi democratici prima del 1940 avevano
estirpato l'intelligenza e frantumato i nervi.
Un vecchio astioso e impotente come Roosvelt, un forsennato sanguinario come
Stalin, nel 1945 fecero dell'Europa un continente mutilato alla mercè dei
loro appetiti.Per lungo tempo l'Europa non sarà altro che un fazzoletto nel
quale i potenti si soffieranno il naso.
Così ebbe termine la più straordinaria esperienza militare mai tentata.Essa
fu unica per il suo carattere e la sua ampiezza: dal 1941 al 1945 un milione
di ragazzi di ventotto paesi d'Europa, riuniti nelle Divisioni delle
Waffen-SS offrirono la loro giovinezza e spesso sacrificarono la vita ( in
402.000 morirono nel corso della seconda guerra mondiale), per creare un
Nuovo Ordine Europeo votato alla giustizia sociale, alla solidarietà,
all'ordine e alla grandezza.
Evocare il ricordo di questi cavalieri del XX secolo è giusto e
doveroso.Questi cavalieri che ancora oggi falsari animati solo dall'odio e
dall'invidia infangano con menzogne.Di cosa, infatti, si resero colpevoli i
giovani europei?
In questo momento, ancora, migliaia di giovani rifiutano di capitolare; non
accettano di immergersi nelle cloache delle nuove turpitudini e della
corruzione politica del mondo contemporaneo.
Il grande esempio dei giovani eroi della Waffen-SS che vissero e morirono
per un ideale di fuoco forse un giorno riaccenderà l'incendio che qualcuno
pensava di aver sepolto sotto gli oltraggi e le menzogne.
Nell'attesa, onore e gloria alla più grande armata ideologica della storia
dell'umanità.Tra mille anni si parlerà ancora di questi soldati di ferro,
tremila volte più numerosi degli eroi delle Termopili.L'eroe, ovunque egli
sia apparso, non muore mai comlpetamente.Il suo spirito continua a marciare
come un portabandiera davanti ai popoli.
La Waffen-SS, sconfitta al termine di una lotta titanica, è entrata per
sempre nell'immortalità.
Leon Degrèlle
(traduzione dal francese di Nicola Cospito)
articolo pubblicato su "Orientamenti" ottobre- dicembre 2004
.