Joe Zarlingo
2013-01-08 11:54:32 UTC
I battibecchi tra Monti (& c) e Bersani di questi giorni mi paiono
troppo scontati e scolastici per essere reali.
La mia idea sulla situazione è questa:
Il PD vincerà le elezioni e, com'è ovvio, questo lo sanno tutti.
La vera guerra si fa sulla sopravvivenza politica di Berlusconi, con la
possibilità concreta come non mai di una sua definitiva sconfitta.
Un Monti oltre il 10% (oltre, sarebbe un trionfo) significherebbe un
berlusca sotto il 15 e, per la natura stessa del suo agire politico, la
sua sconfitta definitiva (anche solo per motivi di età).
Casini lo sa e da vecchio marpione, preso atto della propria
incandidabilità quale leader, si è piazzato (assieme a tutta la
compagnia centrista) dietro ad un Monti che il suo consenso diffuso, di
fatto, ce l'ha.
In chiave elettorale, imho, il nucleo della contesa sta tutto qua.
Cosa succederà dopo le elezioni?
Ovviamente dipende dal risultato di queste, ma a me pare che molto sia
già scritto, con una Grosse Koalition che, velatamente o meno, tutti
fanno intravvedere.
Il progetto potrebbe essere avversato solo da una vittoria della
galassia berlusconiana (evvabbè) o da una forte affermazione di Vendola,
tale da permettere un governo di sola sinistra, che però vedo
improbabile, sia nei numeri che nella situazione politica che ci aspetta.
Continuo a pensare che molto dell'agire politico dei prossimi mesi
(probabilmente anni) verrà, se non deciso, almeno trattato a Bruxelles,
perché è l'Europa a non potersi più permettere lo stato di pressoché
totale auto-esclusione dell'Italia dalle più elementari dinamiche
economiche e civili che ci ha caratterizzato nell'ultimo ventennio.
E qui sta il nocciolo della questione: come (e se) saprà gestire il
prossimo governo questa pressante richiesta (chiamiamola così) di riforme?
Il PD mi pare si stia preparando imbarcando esperienze, conoscenze e
(forse soprattutto) facce presentabili soprattutto a livello
internazionale (ultimo il segretario di Confindustria).
Paradossalmente, il "renzismo" pare abbia permeato il PD più di quanto
la netta affermazione di Bersani lasciasse credere.
Il problema è: chi sosterrà politicamente una stagione di riforme che
non potrà (vista la -pessima-tradizione italiana) non essere di segno
liberale (pur con un ovvia impronta sociale)?
Credo che i timori generati dalla presenza di Vendola non siano
peregrini, anche perché il preseidente della Puglia dovrà fare i conti
con Ingroia che gli soffierà addosso dalla sua sinistra (sono curioso di
vedere quanti voti raccoglierà questo "partito dei magistrati").
Se seguirà il suo lato pragmatico (ormai sperimentato), Vendola potrà
far passare provvedimenti come la Patrimoniale, il reddito di
cittadinanza (imho auspicabile a patto che si tolgano casse integrazioni
et similia) e qualche concessione sul piano dei diritti civili come
proprie vittorie, garantendo in cambio fedeltà e fiducia ad un governo
Bersani. Altrimenti, la gamba montiana diventerà, da opportuna, necessaria.
Credo che tutto questo, i vertici del PD lo sappiano benissimo e si
stiano preparando. D'altra parte, sarebbe la realizzazione del progetto
politico che D'Alema sta perseguendo da anni...
troppo scontati e scolastici per essere reali.
La mia idea sulla situazione è questa:
Il PD vincerà le elezioni e, com'è ovvio, questo lo sanno tutti.
La vera guerra si fa sulla sopravvivenza politica di Berlusconi, con la
possibilità concreta come non mai di una sua definitiva sconfitta.
Un Monti oltre il 10% (oltre, sarebbe un trionfo) significherebbe un
berlusca sotto il 15 e, per la natura stessa del suo agire politico, la
sua sconfitta definitiva (anche solo per motivi di età).
Casini lo sa e da vecchio marpione, preso atto della propria
incandidabilità quale leader, si è piazzato (assieme a tutta la
compagnia centrista) dietro ad un Monti che il suo consenso diffuso, di
fatto, ce l'ha.
In chiave elettorale, imho, il nucleo della contesa sta tutto qua.
Cosa succederà dopo le elezioni?
Ovviamente dipende dal risultato di queste, ma a me pare che molto sia
già scritto, con una Grosse Koalition che, velatamente o meno, tutti
fanno intravvedere.
Il progetto potrebbe essere avversato solo da una vittoria della
galassia berlusconiana (evvabbè) o da una forte affermazione di Vendola,
tale da permettere un governo di sola sinistra, che però vedo
improbabile, sia nei numeri che nella situazione politica che ci aspetta.
Continuo a pensare che molto dell'agire politico dei prossimi mesi
(probabilmente anni) verrà, se non deciso, almeno trattato a Bruxelles,
perché è l'Europa a non potersi più permettere lo stato di pressoché
totale auto-esclusione dell'Italia dalle più elementari dinamiche
economiche e civili che ci ha caratterizzato nell'ultimo ventennio.
E qui sta il nocciolo della questione: come (e se) saprà gestire il
prossimo governo questa pressante richiesta (chiamiamola così) di riforme?
Il PD mi pare si stia preparando imbarcando esperienze, conoscenze e
(forse soprattutto) facce presentabili soprattutto a livello
internazionale (ultimo il segretario di Confindustria).
Paradossalmente, il "renzismo" pare abbia permeato il PD più di quanto
la netta affermazione di Bersani lasciasse credere.
Il problema è: chi sosterrà politicamente una stagione di riforme che
non potrà (vista la -pessima-tradizione italiana) non essere di segno
liberale (pur con un ovvia impronta sociale)?
Credo che i timori generati dalla presenza di Vendola non siano
peregrini, anche perché il preseidente della Puglia dovrà fare i conti
con Ingroia che gli soffierà addosso dalla sua sinistra (sono curioso di
vedere quanti voti raccoglierà questo "partito dei magistrati").
Se seguirà il suo lato pragmatico (ormai sperimentato), Vendola potrà
far passare provvedimenti come la Patrimoniale, il reddito di
cittadinanza (imho auspicabile a patto che si tolgano casse integrazioni
et similia) e qualche concessione sul piano dei diritti civili come
proprie vittorie, garantendo in cambio fedeltà e fiducia ad un governo
Bersani. Altrimenti, la gamba montiana diventerà, da opportuna, necessaria.
Credo che tutto questo, i vertici del PD lo sappiano benissimo e si
stiano preparando. D'altra parte, sarebbe la realizzazione del progetto
politico che D'Alema sta perseguendo da anni...