Post by Antò LuZombiPost by Antò LuZombiPost by ApteryxPost by EnerMaxAl momento monto H7 Osram ma ho sentito che ci sono lampade con
maggiore luminosità e profondità. Cosa mi consigliate?
ci sono forum dove analizzano le intensità luminose delle lampade
delle auto e proabilmente lì troverai qualcosa che ha maggior
intensità e resa di quelle standard, io non so darti un modello
preciso, ma mi ricordo che le chiamano effetto xeno e hanno nomi
altisonnati esempio osram extreme o robe così
se hai la regolazione elettronica, la cosa migliore è alzare i fari,
cioè metti ad 1 la regolazione di legge, e quando sei da solo in
strada ecc ecc metti a zero
h7 cinesi 6000k
6000k è bianca la luce e se proprio si scende a 5500k, ma voi continuate
a spendere 30 euro a lampadina che durano metà delle cinesi a 10 volte meno
(io vi avviso: sono oltre 300 righe, 12kB)
Non e' questione di bianca o nera, ma in quale spettro
funziona la vista, a meno che lei non sia di qualche
altra specie animale, nello specifico un insetto (grin).
L'occhio umano (ripeto "umano", poi ci sono le "bestie")
utilizza due campi specifici di visione, quello della
visione fotopica, quando la luce supera una certa soglia
di intensita', e quella della visione scotopica quando
e' sotto tale soglia. Avete presente i racconti che ci
facevano da bambini su coni e bastoncelli ?
I "coni", responsabili della visione fotopica,
ci fanno vedere i colori, ma funzionano solo
se c'e' tanta luce. I bastoncelli ci vanno vedere in
tonalita' di grigio, ma basta un solo fotone per
far scattare un singolo bastoncello. Ebbene, i coni
sono operativi durante la visione fotopica, mentre
nella visione scotopica operano solo i bastoncelli.
La ragione per cui i coni ci permettono di vedere i colori
e' che sono di minimo (c'e' chi vede il mondo in quattro
colori (*) ) tre tipi: S, M ed L.
I coni S reagiscono intorno ai 420 nm = 0,42 um.
I coni M reagiscono intorno ai 530 nm = 0,53 um.
I coni L reagiscono intorno al picco di 560 nm = 0,56 um.
(in italiano diremo coni del tipo C,M,L, dato
che S sta per "corto").
Per capirci, i coni S ci fanno vedere il blue, i coni M ci
fanno vedere il verde, ed i coni L ci fanno vedere il rosso.
Ad essere precisi, pare che non siamo "identici", ma
ognuno di noi ha una diversa sensiblita', percio',
riferendosi alla popolazione generale, i picchi
si trovano entro una serie di valori:
S = {420-440 nm},
M = {534-545 nm},
L = {564-580 nm}
da cui potete notare che i riferimenti convenzionali
sono altro che il primo valore arrotondato di ogni
insieme.
Notare come quelli che hanno i coni del rosso sensibili
a 564 nm, vadano parecchio vicino agli altri che hanno
i coni del verde sensibili a 545 nm, il che significa
che se questi due si incontrano, potrebbe guardare
un stesso dipinto con una visione totalmente diversa
riguardo a dove finisce il rosso e comincia il verde.
Questa e' la ragione per cui e' stupido litigare sulla
bellezza o meno di una certa combinazione di colori.
Per quanto riguarda la visione fotopica, credo che ormai
anche i bambini sanno che la parte dello spettro di
massima sensibilita' della nostra vista e' intorno alla
zona della luce verde (quella dell'ambiente arboricolo
da cui siamo evoluti).
La ragione e' molto semplice: non abbiamo un numero
pari di coni dei vari tipi. Abbiamo circa 4,5 milioni
di coni assortiti cosi' proporzionati, ed altrettanto
variabili da individuo ad individuo (talmente forse
anche da rendere inutile questa discussione, perche' cio'
che va bene per uno, giustamente non va bene per altri),
ad esempio da soggetti maschi hanno dato i seguenti valori:
S 4.3% M 20.0% L 75.8%
S 5.2% M 44.2% L 50.6%
NB: il singolo cono S e' piu' sensibile degli
altri due, con il con M e' il meno sensibile.
Grosso modo, fatto 1 quello dei S, quello degli
vale circa 0,9 e quello degli M vale 0,85
(stime fatte ad occhio da me su grafico) ove i
rapporti sono intesi su scala logaritmica:
<https://www.sciencedirect.com/topics/engineering/peak-sensitivity>
Ma serve a poco la sensibilita' degli S, se sono cosi' pochi.
Il fattore comune e' che in ogni caso abbiamo pochi
recettori del blue. Quindi, per distinguere bene i vari
tipi di blue, ci servirebbe una luce molto intensa.
Notare come da un individuo o all'altro varia del 100%
la capacita' di catturare il verde.
Ed in effetti c'e' anche una relazione tra rapporto di
coni M ed L (che e' genetico) e la miopia, che recenti
ricerche paiono essere il risultato di un adattamento
durante la crescita dalla nascita per aggiustarsi al
suo rapporto M/L. L'ipotesi e' che una abbondanza di
coni L risulta in una maggiore sensiblita' al contrasto
verso il rosso. A causa del fenomeno della aberrazione
longitudinale, il corrispondente fuoco e' quindi un po'
dietro la retina e quindi l'occchio tende ad "allungarsi"
nella direzione assiale (l'occhio del miope ha la forma
che tende verso qulla di una anguria non tonda, dove la
cornea si trova da un lato stretto e la retina dal lato
opposto) durante la crescita per portare il fuoco di una
visione predominante verso il rosso, sulla retina.
Quindi pare di capire che chi e' miope naturale, e'
probabile che abbia un rapporto di coni L su M
maggiore della media. Sarebbe interessante una verifica
sugli umani.
In occasione dell'esame medico per la patente di
guida, sarebbe il caso di dire ad ognuno quale e'
il suo campo di visione. Ecco alcuni esempi di studi
statistici che mostrano quando variabile nella
popolazione e' la vista:
<https://journals.plos.org/plosone/article?id=10.1371/journal.pone.0191141>
<https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0014483518300563>
Interessante che i coni M sarebbero una aggiunta evolutiva
nei primati, bastando ai mammiferi in generale, solo
coni S ed L.
<http://www.cvrl.org/database/text/density/lmintro.htm>
Ed uno studio ad uso del comitato TC 1-36 della
Commissione Internazionale per la Illuminazione
(CIE, la E da "eclairage" per illuminazione):
<https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0042698900000213>
"The spectral sensitivities of the middle- and long-wavelength-
sensitive cones derived from measurements in observers of known
genotype"
(due grosse tabelle di misurazioni in appendice)
che porterebbe alla conclusione che la valutazione
delle esigenze di illuminazione si basi sui rapporti
dei coni M ed L, ignorando il piccolo apporto dei coni S.
La visione scotopica e' invece molto piu' facile da
spiegare, perche' c'e' un solo tipo recettore: il
bastoncello, con una lunghezza picco di cattura
intorno ai 498 nm = 0,498 um e nel contempo
praticamente insensibile sotto i 640 nm. Con scarsa
luce i colori verso il rosso spariscono.
E su tutto questo va aggiunto che la cornea ed il
cristallino (la nostra "lente") filtra ed attenua
le frequenze piu' alte, fino a troncare tutto cio' che
ha una lunghezza d'onda piu' corta di 380 nm = 0,38 um.
Infatti, persone senza cristallino, pare siano capaci di
vedere nell'ultravioletto: se volete farvelo togliere ...
Per' non piu' corte di 300 nm, perche' sotto i 300 nm
e' la cornea a tagliare e l'occhio senza cornea
non va. Pare che chi e' senza cristallino riconosco
ail vicino ultravioletto come un blu slavato/bianco
fino ad un violetto slavato/bianco.
Tutto combinato, considerando il contributo relativo
tra i vari tipi di fotorecettori, il predominio dei
coni M ed L ci indica una sensibilita' fotopica
mediana ad un picco di 555 nm = 0,555 um ed una
sensibilita' scotopica (cioe' in luce debole),
intorno ai 500 nm = 0,5 um
Premesso tutto questo, come mi aiuta nello scegliere
i miei "K" ?
Dalla Legge di spostamento di Wien (non e' la Legge
della distribuzione di Wien) abbiamo che la lunghezza
d'onda L del picco di emissione di un corpo nero di
una data temperatura T vale:
L = b / T dove b e' la costante di Wien circa 2900 um*K
Quindi, nota L, abbiamo
T = b / L = 2900 / L
Visti i numerosi valori citati, vi faccio una tabella
di tutti i valori L usati nel testo, poi ognuno si fa
le sue ipotesi e prove.
Lun.d'onda temperatura
um K
0.640 4528
0.580 4996
0.564 5138
0.560 5175
0.555 5221
0.545 5317
0.534 5427
0.530 5467
0.500 5796
0.498 5819
0.440 6586
0.420 6899
0.380 7626
Ne viene fuori che 6000K va un pelo oltre il massimo
di qualsiasi area di sensibilita' umana (6500K poi e'
uno sperco di energia), seppure di poco (5800K), pero'
deve essere chiaro: cio' se la luce e' fioca. Cosa che
in teoria, dove ci sono i fari non dovrebbe essere ...
In sostanza, se volete un esempio di visione scotopica,
prendete una notte di lune piena con i fari spenti.
In quella situazione 5800K sono una fonte di emissione
ideale: una elevata temperatura di emissione, ma una
luce fioca, debole di intensita'.
Ma se i fari rispettano i livelli minimi previsti dalla
norma, allora siamo in ambito di visione fotopica
(la dimostrazione e' facile: con i fari siete
perfettamente in grado di riconoscere i colori delle
auto che illuminate) e quindi la fonte emittente
con un picco di emissione nella zona di massima sensibilita'
e' di 5200 K, ovvero con la maggiore efficienza ottimale.
Io vedo cinesi che a casa loro illuminarsi con lampade
da 6500K. Non e' tanto il grigiore, ma che spendono
dell'energia per ... non vederci. Il che ci porta alla
domanda pregnante; ma perche' ci mettiamo a casa fonti
di illuminazione da 2700 K ?!!! Perche' le temperatura
di emissioni di massima sensibilita' dell'occhio umano
corrispondono allo stato di veglia, ovvero ci sono
fotoricettori che attivano il metabilismo perche' crede
che siano giorno. Ora, se vogliamo pigliare sonno, e'
meglio evitare qualsiasi fonte luminosa oltre i 4000K
nelle ore dopo cena. Se avete le nuove lampadine LED
regolabili, potete variare la K nella varie ore del
giorno, ma se vi tocca scegliere una K a priori,
per le camere, la sala dove vi rilassate prima di
andare a dormire, il bagno, etc. vi conviene puntare
a 3000K al massimo e contare sulla luce del diurna
dalle finestre, quando e' giorno.
Invece al lavoro, in officina, in ufficio, 5200K vanno
bene, almeno di giorno, se la luce esterna non arriva
fino al locale (magari senza o poche finestre).
Tutto questo nell'ambito della variabilita' individuale.
(*) nel cromosoma X (quello che definisce le donne
perche' hanno solo quello, mancando loro l'Y)
esistono due geni specifici che attivano la formazione
di proteine dei fotoricettori. Uno e' denominato
OPN1MW, una proteina sensibile al verde (450-630 nm
e picco a 534-545 nm, cioe' i classici coni M).
Ma un 12% delle donne possiede invece l'OPN1MW2
(opsin 1, cone pigments, medium-wave-sensitive 2),
con differenze nella sensibilita' spettrale.
Un uomo non potrebbe avere i due geni insieme,
perche' ha un solo cromosoma X. Ma donne con
ambedue i geni, possono essere tetracromatiche.
Uno studio indica nel 2-3% delle donne, con un
quarto tipo di cono, la cui sensibilita' e' tra
il rosso ed il verde (quindi tra 530 nm e 560 nm).
Ma un altro aumenta alla meta' delle donne ed
include anche un 8% di uomini:
<https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/11495112>
"At present, four-photopigment female individuals are
reported to be rather common, by some estimates occurring
in up to 50% of the female population (M. Neitz, Kraft,
& J. Neitz, 1998). It is also the case that an estimated
8% of males presumed to be color “normal” likely represent
a four-photopi gment retinal phenotype (expressing multiple
L-pigment opsin gene variants that could significantly
contribute to color vision; Sjoberg, M. Neitz, Balding,
& J. Neitz, 1998).
Il che potrebbe spiegare perche' le donne vedono variazioni
di colori - nella zona tra il rosso ed il verde - che gli
uomini non capiscono :-)
PS: l'argomento e' contenso, perche' non basta avere
un quarto tipo di cono, occorre che il nervo ottico
abbia capacita' sufficiente per gestire un ulteriore
canale ed e' forse per questo che i pochi casi noti
sono di persone che non gradiscono la presenza di
troppi colori (sovraccarico sensoriale ?). Forse il
paragone e' come quello di una cacofonia di suoni
(non di "intensita'", non intendo "fracasso", ma
una combinazione di tanti rumori diversi, anche
se ad un volume normale o basso, puo' dare fastidio) ?
Lo so scrivo troppo ... ma vi avevo avvisati :-)