Roberto Deboni DMIsr
2013-12-02 22:38:30 UTC
Ahaaha, ... anzi no. Sarebbe da ridere se non fosse da piangere.
Avevo sempre scritto sulla tendenziosita' di certi (troppi) sondaggi quando
chiedono: "Vivreste vicino ad una centrale nucleare ?"
Ebbene, a Fukushima stanno per provare sulla loro pelle la falsita' (e
quindi la disonesta' dei sondaggisti che li hanno preparati):
http://voiceofrussia.com/2013_11_30/Coal-fired-power-plants-to-be-built-in-Fukushima-3349/
Se i residenti intorno alla centrale Dai-ichi pensavano di averla fatta
franca, la dura realta' gli insegnera' tutt'altro: due centrali
termoelettriche a carbone da 1000 MW(e) cadauna.
Sara' carbone avanzato (ovvio, perche', potendo costruire con il 40%
di efficienza, si dovrebbe fare meno ? il carbone arrivato in Giappone
costa caro, dopo il lungo viaggio).
Sara un carbone pulito (cosi' dicono), per chi ci crede.
La lezione e' pero' di quelle che occorre una vita impararla.
Qualcosa come quarantanni. In sostanza avremo i nipoti degli attuali
superstiziosi antinuclearisti (cosi' resi ad arte da un propaganda
che cio' vuole) che maledirano l'ingenuita' dei loro nonni.
In Italia mancano ancora dieci anni, ma forse anche in provincia di
Viterbo si aprira' un caso come a Taranto. A meno che nel frattempo la
dittatura fascista in Italia si sia dichiarata (nel qualcaso il
termoelettrico diventa affare di stato e quindi non si potra' denigrarlo).
Attenzione: non e' che TEPCo scelga il carbone per "cattiveria". Ma e'
che, per come si trova tra martello ed incudine (costi del fossile e
prezzo imposto dal governo), e' costretta a scegliere il fossile che
costa meno, ed il carbone e' il meno caro dei combustibili (eppure costa
sempre di piu' di un centrale nucleare esistenti, tipo la Da-ini, che
TEPCo si puo' dire, quasi implora venga lasciata riavviare ed a Fukushima,
colti dalla sindrome di Vajont, non vogliono lasciare ripartire,
nonostante la prova di avere superato con successo un vero e proprio
cataclisma naturale che ha lasciato milioni senza tetto.
Ma in fondo non riesco neanche a prendermela con tale stupidita'.
Anche il Giappone (come Germania ed Italia) e' permeato di una cultura di
tipo fascista, ovvero in cui la popolazione "crede" ai media controllati
dal governo, perche' non ha imparato il senso critico verso il potere.
E questi media, controllati in modo corporativista ovvero di un conformismo
allineato alle scelte politiche del governo, evitano ogni informazione
critica alle scelte del cosidetto "potere". Dove per "potere" non si
deve pensare ai vari Berlusconi o Prodi, ma bensi' ai vertici della
burocrazia statale, che peraltro, negli ultimi due anni pare essere
scesa in prima linea. Non si pensi ad una censura totale, di tipo militare.
Ma pensiamo semplicemente ad un controllo che riesce ad assicurarsi che
fino al 90% degli elettori conosca "una sola" versione di problemi e
soluzioni, quella desiderata dal governo. Percio', scavando, qualche
intervento critico, qualche informazione "contro" (specie nelle
riviste scientifiche e tecnologiche reputabili) le troveremo. Ma non
contano, specialmente se sempre questo "potere" mediatico e' riuscito
ad incutere nella popolazione una profonda diffidenza verso scienziati
e tecnici "non benedetti dal marchio dello Stato". Non importa se premi
Nobel come il Rubbia (che infatti se ne e' dovuto andare dall'Italia per
seguire il suo progetto di energia rinnovabili, in netto contrasto, ovvero
contro il suicidio economico del fotovoltaico.
Il Giappone e' un caso interessante, perche' fino a poco tempo fa, la
linea del governo (e quindi dei sui media) era pro-nucleare. E questo
spiega il successo elettorale di Abe, un pro-nucleare dichiarato.
Ma ora e' in corso una lotta politica interna, anche all'interno dello
stesso partito di Abe. Senza entrare nel merito se e' meglio il nucleare
o il termoelettrico, e' da osservare che pare piu' un contrasto dietro
il chiuso delle porte del potere, che un dibattito pubblico come invece
avviene nel Regno Unito o negli Stati Uniti. Insomma, anche un nucleare
sostenuto da un allineamento totale dei media e' male, perche' avremo
controlli deboli e quindi una TEPCo che fa pasticci (ma ciononostante,
Fukushima Dai-ichi non ha ucciso ancora ed in futuro uccidera' molto,
ma molto meno (di "ordini") di quanto avrebbero ucciso 30 anni di
termoelettrico, di cui buona a parte a carbone, perche' a causa della
importazione via mare, sarebbe (ed e' anche oggi) il combustibile
meno costoso.
Avevo sempre scritto sulla tendenziosita' di certi (troppi) sondaggi quando
chiedono: "Vivreste vicino ad una centrale nucleare ?"
Ebbene, a Fukushima stanno per provare sulla loro pelle la falsita' (e
quindi la disonesta' dei sondaggisti che li hanno preparati):
http://voiceofrussia.com/2013_11_30/Coal-fired-power-plants-to-be-built-in-Fukushima-3349/
Se i residenti intorno alla centrale Dai-ichi pensavano di averla fatta
franca, la dura realta' gli insegnera' tutt'altro: due centrali
termoelettriche a carbone da 1000 MW(e) cadauna.
Sara' carbone avanzato (ovvio, perche', potendo costruire con il 40%
di efficienza, si dovrebbe fare meno ? il carbone arrivato in Giappone
costa caro, dopo il lungo viaggio).
Sara un carbone pulito (cosi' dicono), per chi ci crede.
La lezione e' pero' di quelle che occorre una vita impararla.
Qualcosa come quarantanni. In sostanza avremo i nipoti degli attuali
superstiziosi antinuclearisti (cosi' resi ad arte da un propaganda
che cio' vuole) che maledirano l'ingenuita' dei loro nonni.
In Italia mancano ancora dieci anni, ma forse anche in provincia di
Viterbo si aprira' un caso come a Taranto. A meno che nel frattempo la
dittatura fascista in Italia si sia dichiarata (nel qualcaso il
termoelettrico diventa affare di stato e quindi non si potra' denigrarlo).
Attenzione: non e' che TEPCo scelga il carbone per "cattiveria". Ma e'
che, per come si trova tra martello ed incudine (costi del fossile e
prezzo imposto dal governo), e' costretta a scegliere il fossile che
costa meno, ed il carbone e' il meno caro dei combustibili (eppure costa
sempre di piu' di un centrale nucleare esistenti, tipo la Da-ini, che
TEPCo si puo' dire, quasi implora venga lasciata riavviare ed a Fukushima,
colti dalla sindrome di Vajont, non vogliono lasciare ripartire,
nonostante la prova di avere superato con successo un vero e proprio
cataclisma naturale che ha lasciato milioni senza tetto.
Ma in fondo non riesco neanche a prendermela con tale stupidita'.
Anche il Giappone (come Germania ed Italia) e' permeato di una cultura di
tipo fascista, ovvero in cui la popolazione "crede" ai media controllati
dal governo, perche' non ha imparato il senso critico verso il potere.
E questi media, controllati in modo corporativista ovvero di un conformismo
allineato alle scelte politiche del governo, evitano ogni informazione
critica alle scelte del cosidetto "potere". Dove per "potere" non si
deve pensare ai vari Berlusconi o Prodi, ma bensi' ai vertici della
burocrazia statale, che peraltro, negli ultimi due anni pare essere
scesa in prima linea. Non si pensi ad una censura totale, di tipo militare.
Ma pensiamo semplicemente ad un controllo che riesce ad assicurarsi che
fino al 90% degli elettori conosca "una sola" versione di problemi e
soluzioni, quella desiderata dal governo. Percio', scavando, qualche
intervento critico, qualche informazione "contro" (specie nelle
riviste scientifiche e tecnologiche reputabili) le troveremo. Ma non
contano, specialmente se sempre questo "potere" mediatico e' riuscito
ad incutere nella popolazione una profonda diffidenza verso scienziati
e tecnici "non benedetti dal marchio dello Stato". Non importa se premi
Nobel come il Rubbia (che infatti se ne e' dovuto andare dall'Italia per
seguire il suo progetto di energia rinnovabili, in netto contrasto, ovvero
contro il suicidio economico del fotovoltaico.
Il Giappone e' un caso interessante, perche' fino a poco tempo fa, la
linea del governo (e quindi dei sui media) era pro-nucleare. E questo
spiega il successo elettorale di Abe, un pro-nucleare dichiarato.
Ma ora e' in corso una lotta politica interna, anche all'interno dello
stesso partito di Abe. Senza entrare nel merito se e' meglio il nucleare
o il termoelettrico, e' da osservare che pare piu' un contrasto dietro
il chiuso delle porte del potere, che un dibattito pubblico come invece
avviene nel Regno Unito o negli Stati Uniti. Insomma, anche un nucleare
sostenuto da un allineamento totale dei media e' male, perche' avremo
controlli deboli e quindi una TEPCo che fa pasticci (ma ciononostante,
Fukushima Dai-ichi non ha ucciso ancora ed in futuro uccidera' molto,
ma molto meno (di "ordini") di quanto avrebbero ucciso 30 anni di
termoelettrico, di cui buona a parte a carbone, perche' a causa della
importazione via mare, sarebbe (ed e' anche oggi) il combustibile
meno costoso.