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2014-06-17 18:34:50 UTC
http://masaniello.comunita.unita.it/2013/05/30/cronaca-nera-e-testimoni-di-geova-come-si-arriva-a-fabiana/
Cronaca nera e testimoni di Geova/ Come si arriva a Fabiana ?
Il problema delle sette in Italia è ampiamente sottovalutato e la stampa ufficiale spesso rifiuta deliberatamente di occuparsene quando troppo potere le sorregge e le difende o anche quando è semplicemente scomodo affrontare il discorso .
La cosa è già accaduta in casi storici come quello della "comunità terapeutica" le Patriarche iscritta sul libro delle sette in Francia e mai indagata in Italia, e in altri casi ben più noti come il caso Don Gelmini o quello del vecchio Muccioli.
Cosa trasformi un intenzione positiva religiosa in un regime chiuso pronto anche all'omicidio per autodifendersi è cosa nota non solo ai sociologici e agli psichiatri basta semplicemente seguire le testimonianze dei fuoriusciti come nel caso della ricca "patrizia" Maria Pia Gardini per Scientology o le numerose testimonianze anche in rete dei fuorisusciti perseguitati dei testimoni de Geova.
Come detto, in un paese normale, molti casi di cronaca nera sviluppatisi anche indirettamente attraverso modelli di pensiero settari sarebbero già chiusi da tempo seguendo le indicazioni dall'interno di chi sapeva e ha infine parlato, ma nel nostro ipocrita cattolicesimo di stato anche le sette eretiche farebbero cattiva pubblicità coinvolgendo i nomi santi in dibattiti mediatici o di tribunale. Una cosa triste certo, che si preferirebbe evitare, ma così facendo però si omette volontariamente anche di sottolineare, ad esempio, che solo negli ultimi due clamorosi casi di cronaca nera con omicidi di minori il caso di Sara e quello della povera Fabiana (e non sono i soli casi famosi che vedono ricorrere in un modo o nell'altro la presenza dei testimoni di Geova) il principale modello educativo delle famiglie in toto o in parte era proprio la discussa organizzazione dei testimoni di Geova.
Si omette poi, principalmente in sede investigativa ma anche mediatica, di cercare e definire le possibili e potenziali connessioni tra la reale influenza di questo retro-pensiero e la dinamica psichica degli omicidi. La psicologia che ha armato la mano è vaga e poco compresa, tanto che i casi restano da questo punto di vista irrisolti.
Il coinvolgimento dei testimoni di Geova in modo così statisticamente importante in casi eclatanti non è infatti un coinvolgimento diretto, ma un coinvolgimento indiretto che si lega agli stati psicologici e alle motivazioni inconsce dei protagonisti. L'ambiente oltranzista ed assolutista di un convincimento reigioso fanatico, a mio parere, non può essere del tutto estraneo alle dinamiche di pensiero che hanno condotto fino alla morte brutale di poveri innocenti.
Chi non conosce le sette magari si stupisce del contrario. Si domanda come sia possibile in un ambiente "religioso" agire in modo così "infernale", ma chi sa come funzionano queste organizzazioni di controllo della mente, non può essere indifferente al dato statistico della loro presenza ripetuta nell'ambiente familiare/sociale dove si si è sviluppato il crimine.
Facciamo un esempio astratto, anche banale, ma facilmente comprensibile: Se un giovane cresciuto con l'idea fissa del peccato e del ruolo "tradizionale" della donna, si ritrovasse un giorno tradito dal suo grande amore, il suo giudizio e la sua reazione rabbiosa avrà certo motivazioni ben più radicate e in qualche modo "giustificate" che un qualsiasi altro ragazzo. Fino ache punto un cervello in divenire e un identità incerta si sentirebbe allora nel giusto ?
Solo un' ipotesi ovviamente, ma un ipotesi mai seguita, mai indagata veramente. Non si tratta di puntare il dito, ma di cercare di capire quello che più o meno tutti i media dichiarano "incomprensibile".
Non lo è, ma forse bisogna scavare dove non si vorrebbe. E' una possibilità.
Cosa può moltiplicare così tanto la colpa che attribuiamo a un altro attraverso la gelosia o inquinare il quadro logico in modo così totale ? Segreti familiari forse, o magari dinamiche interiori mai sondate davvero, in entrambi i casi la presenza sullo "sfondo" dei testimoni in così tanti episodi di "intolleranza" omicida, è una realtà che gli inquirenti non devono omettere di approfondire.
E' forse a questo che la madre di Fabiana allude quando afferma che anche il colpevole è una vittima ?
Non lo sappiamo, ma dovremmo saperlo, e non lo sappiamo perchè i media e i giudici sembrano avere quasi paura di muoversi in questa direzione.
Almeno in questo paese.
Attendiamo forse, visto che viviamo in tutto il modello americano, che anche da noi arrivino stragi di massa e non singoli omicidi prima di cercare di capire ?
Intendiamoci . La ricerca di valori spirituali è legittima e anzi a mio parere necessaria per ognuno . Bisogna ricordare a chi cerca però, che mai, in nessuna fase,essa passa da un imposizione o un dogma cieco e che l'uso strumentale delle scritture è la pratica più diffusa in qualsiasi organizzazione religiosa classica o meno che sia per mantenere il controllo.
Nessuna caccia alle streghe quindi, ma direzioni investigative legittime e sinceramente, ad oggi molto poco sfruttate.
Cronaca nera e testimoni di Geova/ Come si arriva a Fabiana ?
Il problema delle sette in Italia è ampiamente sottovalutato e la stampa ufficiale spesso rifiuta deliberatamente di occuparsene quando troppo potere le sorregge e le difende o anche quando è semplicemente scomodo affrontare il discorso .
La cosa è già accaduta in casi storici come quello della "comunità terapeutica" le Patriarche iscritta sul libro delle sette in Francia e mai indagata in Italia, e in altri casi ben più noti come il caso Don Gelmini o quello del vecchio Muccioli.
Cosa trasformi un intenzione positiva religiosa in un regime chiuso pronto anche all'omicidio per autodifendersi è cosa nota non solo ai sociologici e agli psichiatri basta semplicemente seguire le testimonianze dei fuoriusciti come nel caso della ricca "patrizia" Maria Pia Gardini per Scientology o le numerose testimonianze anche in rete dei fuorisusciti perseguitati dei testimoni de Geova.
Come detto, in un paese normale, molti casi di cronaca nera sviluppatisi anche indirettamente attraverso modelli di pensiero settari sarebbero già chiusi da tempo seguendo le indicazioni dall'interno di chi sapeva e ha infine parlato, ma nel nostro ipocrita cattolicesimo di stato anche le sette eretiche farebbero cattiva pubblicità coinvolgendo i nomi santi in dibattiti mediatici o di tribunale. Una cosa triste certo, che si preferirebbe evitare, ma così facendo però si omette volontariamente anche di sottolineare, ad esempio, che solo negli ultimi due clamorosi casi di cronaca nera con omicidi di minori il caso di Sara e quello della povera Fabiana (e non sono i soli casi famosi che vedono ricorrere in un modo o nell'altro la presenza dei testimoni di Geova) il principale modello educativo delle famiglie in toto o in parte era proprio la discussa organizzazione dei testimoni di Geova.
Si omette poi, principalmente in sede investigativa ma anche mediatica, di cercare e definire le possibili e potenziali connessioni tra la reale influenza di questo retro-pensiero e la dinamica psichica degli omicidi. La psicologia che ha armato la mano è vaga e poco compresa, tanto che i casi restano da questo punto di vista irrisolti.
Il coinvolgimento dei testimoni di Geova in modo così statisticamente importante in casi eclatanti non è infatti un coinvolgimento diretto, ma un coinvolgimento indiretto che si lega agli stati psicologici e alle motivazioni inconsce dei protagonisti. L'ambiente oltranzista ed assolutista di un convincimento reigioso fanatico, a mio parere, non può essere del tutto estraneo alle dinamiche di pensiero che hanno condotto fino alla morte brutale di poveri innocenti.
Chi non conosce le sette magari si stupisce del contrario. Si domanda come sia possibile in un ambiente "religioso" agire in modo così "infernale", ma chi sa come funzionano queste organizzazioni di controllo della mente, non può essere indifferente al dato statistico della loro presenza ripetuta nell'ambiente familiare/sociale dove si si è sviluppato il crimine.
Facciamo un esempio astratto, anche banale, ma facilmente comprensibile: Se un giovane cresciuto con l'idea fissa del peccato e del ruolo "tradizionale" della donna, si ritrovasse un giorno tradito dal suo grande amore, il suo giudizio e la sua reazione rabbiosa avrà certo motivazioni ben più radicate e in qualche modo "giustificate" che un qualsiasi altro ragazzo. Fino ache punto un cervello in divenire e un identità incerta si sentirebbe allora nel giusto ?
Solo un' ipotesi ovviamente, ma un ipotesi mai seguita, mai indagata veramente. Non si tratta di puntare il dito, ma di cercare di capire quello che più o meno tutti i media dichiarano "incomprensibile".
Non lo è, ma forse bisogna scavare dove non si vorrebbe. E' una possibilità.
Cosa può moltiplicare così tanto la colpa che attribuiamo a un altro attraverso la gelosia o inquinare il quadro logico in modo così totale ? Segreti familiari forse, o magari dinamiche interiori mai sondate davvero, in entrambi i casi la presenza sullo "sfondo" dei testimoni in così tanti episodi di "intolleranza" omicida, è una realtà che gli inquirenti non devono omettere di approfondire.
E' forse a questo che la madre di Fabiana allude quando afferma che anche il colpevole è una vittima ?
Non lo sappiamo, ma dovremmo saperlo, e non lo sappiamo perchè i media e i giudici sembrano avere quasi paura di muoversi in questa direzione.
Almeno in questo paese.
Attendiamo forse, visto che viviamo in tutto il modello americano, che anche da noi arrivino stragi di massa e non singoli omicidi prima di cercare di capire ?
Intendiamoci . La ricerca di valori spirituali è legittima e anzi a mio parere necessaria per ognuno . Bisogna ricordare a chi cerca però, che mai, in nessuna fase,essa passa da un imposizione o un dogma cieco e che l'uso strumentale delle scritture è la pratica più diffusa in qualsiasi organizzazione religiosa classica o meno che sia per mantenere il controllo.
Nessuna caccia alle streghe quindi, ma direzioni investigative legittime e sinceramente, ad oggi molto poco sfruttate.