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2012-11-30 10:06:47 UTC
Brescia - MOSTRA - L'età del Rame. La pianura padana e le Alpi al tempo di
Ötzi.
Al Diocesano di Brescia rivivrà l'età del Rame (3400 - 2200 a.C.). Fu un
millennio fondamentale per l'umanità: "nascono" l'aratro, la ruota,
l'aggiogamento degli animali per la trazione, il carro a quattro ruote, lo
sviluppo della metallurgia del rame, spesso in lega con l'arsenico,
l'agricoltura e l'allevamento, attività che favoriscono nuovi assetti
economici e sociali.
Questa è la mostra che esperti ed appassionati attendevano da anni, dato che
dell'Eta del rame si sa molto; ma moltissimo resta ancora da scoprire e da
definire. Così la mostra di Brescia sarà l'occasione per fare il punto di
tutte le nuove scoperte in Italia settentrionale, ambito fondamentale per
questa civiltà.
A promuoverla, in collaborazione con le diverse Soprintendenze, il Museo
Diocesano e la Fondazione CAB, è un apposito Comitato organizzatore
affiancato da un qualificatissimo comitato scientifico presieduto da
Raffaele .C. De Marinis.
La scelta di Brescia a sede dell'attesissima esposizione non è casuale: e'
proprio nel bresciano, infatti che sono tornate alla luce le testimonianze
più rilevanti di insediamenti dell'età del rame in Italia. La necropoli di
Remedello Sotto, in provincia di Brescia, dopo 128 anni dalla sua scoperta
costituisce ancora la documentazione principale per la ricostruzione
dell'età del Rame in area padana. Ma nuove scoperte sono documentate a
Volongo in provincia di Brescia, Fontanella Mantovana, Cumarola e
Spilamberto in provincia di Modena, Bologna, Forlì e Cesena e in altre
località della pianura padana e dei primi contrafforti che la circondano. Si
tratta di necropoli, talvolta molto ricche di manufatti.
Ma la mostra darà conto anche di un altre suggestive testimonianze: le
notissime statue-menhir che, insieme alle incisioni rupestri della
Valcamonica, forniscono una iconografia fondamentale per la comprensione del
periodo e che in mostra saranno oggetto di ampia illustrazione attraverso
l'esposizione di alcuni originali e di rilievi a grandezza naturale.
Il diffondersi, nell'Età del Rame, in tutta la regione alpina delle stele
antropomorfe, statue-menhir, grandi composizioni monumentali nell'arte
rupestre, statue-stele, è tutt'ora oggetto di diverse interpretazioni: opere
legate a nuove concezioni religiose, al culto degli antenati fondatori dei
clan, al manifestarsi dell'ideologia indoeuropea o rappresentazione
antropomorfica delle divinità. Il fenomeno non è circoscritto alla regione
alpina, ma presenta una vasta diffusione dalle steppe a nord del Mar Nero
fino alla penisola iberica.
Nella mostra sarà illustrato tutto il complesso dei ritrovamenti avvenuti
nel 1991 e 1992 al giogo di Tisa, al confine tra Italia e Austria attraverso
copie dei materiali, pannelli didattici e la ricostruzione a grandezza
naturale dell'uomo del Similaun con tutto il suo abbigliamento ed
equipaggiamento. Saranno forniti i risultati delle ricerche più recenti
condotte sulla mummia: analisi del DNA, suo inquadramento negli attuali
aplogruppi delle popolazioni europee, aspetti paleopatologici, stato di
salute, cause che ne determinarono la morte a 3150 m di quota. Particolare
attenzione sarà posta nel confronto tra i materiali posseduti da Ötzi (ascia
in rame, cuspidi di freccia, pugnale in selce) e quelli relativi alla
cultura di Remedello.
Il percorso della mostra si conclude con l'età del Vaso Campaniforme,
documentata in provincia di Brescia dalle due importanti sepolture di S.
Cristina di Fiesse e di Ca' di Marco, a cui saranno affiancate le tombe di
recente scoperta a Parma.
Con l'inizio dell'antica età del Bronzo, tra 2200 e 2070 a.C. si stabilizza
l'insediamento e vengono fondati i primi abitati palafitticoli lungo le rive
meridionali del lago di Garda e nei bacini infra-morenici dell'anfiteatro
benacense. Questa fase iniziale dell'antica età del Bronzo sarà illustrata
attraverso l'esposizione di ceramiche e manufatti di metallo, in osso,
corno, selce e fayence del Bronzo Antico I dal Lavagnone di Desenzano del
Garda, e da Polada, in comune di Lonato, nonché dai ripostigli di asce a
margini rialzati di Remedello Sopra e di Torbole Casaglia (BS). Dopo
l'esposizione di archeologia bresciana del 1875 promossa dall'Ateneo di
Brescia sarà la prima volta che materiali di Polada della collezione
Rambotti ritornano a essere esposti a Brescia.
L'età del Rame. La pianura padana e le Alpi al tempo di Ötzi. Brescia, Museo
Diocesano (via Gasparo da Salò 13), 26 gennaio - 15 maggio 2013. Orario: 9
/12, 15/ 18, mercoledì chiuso. Ingresso: intero euro 5, ridotti euro 2,50.
Scolaresche ingresso gratuito.
Informazioni e prenotazioni: Museo Diocesano tel 030-40233, fax 030-3751064;
***@gmail.com
Ötzi.
Al Diocesano di Brescia rivivrà l'età del Rame (3400 - 2200 a.C.). Fu un
millennio fondamentale per l'umanità: "nascono" l'aratro, la ruota,
l'aggiogamento degli animali per la trazione, il carro a quattro ruote, lo
sviluppo della metallurgia del rame, spesso in lega con l'arsenico,
l'agricoltura e l'allevamento, attività che favoriscono nuovi assetti
economici e sociali.
Questa è la mostra che esperti ed appassionati attendevano da anni, dato che
dell'Eta del rame si sa molto; ma moltissimo resta ancora da scoprire e da
definire. Così la mostra di Brescia sarà l'occasione per fare il punto di
tutte le nuove scoperte in Italia settentrionale, ambito fondamentale per
questa civiltà.
A promuoverla, in collaborazione con le diverse Soprintendenze, il Museo
Diocesano e la Fondazione CAB, è un apposito Comitato organizzatore
affiancato da un qualificatissimo comitato scientifico presieduto da
Raffaele .C. De Marinis.
La scelta di Brescia a sede dell'attesissima esposizione non è casuale: e'
proprio nel bresciano, infatti che sono tornate alla luce le testimonianze
più rilevanti di insediamenti dell'età del rame in Italia. La necropoli di
Remedello Sotto, in provincia di Brescia, dopo 128 anni dalla sua scoperta
costituisce ancora la documentazione principale per la ricostruzione
dell'età del Rame in area padana. Ma nuove scoperte sono documentate a
Volongo in provincia di Brescia, Fontanella Mantovana, Cumarola e
Spilamberto in provincia di Modena, Bologna, Forlì e Cesena e in altre
località della pianura padana e dei primi contrafforti che la circondano. Si
tratta di necropoli, talvolta molto ricche di manufatti.
Ma la mostra darà conto anche di un altre suggestive testimonianze: le
notissime statue-menhir che, insieme alle incisioni rupestri della
Valcamonica, forniscono una iconografia fondamentale per la comprensione del
periodo e che in mostra saranno oggetto di ampia illustrazione attraverso
l'esposizione di alcuni originali e di rilievi a grandezza naturale.
Il diffondersi, nell'Età del Rame, in tutta la regione alpina delle stele
antropomorfe, statue-menhir, grandi composizioni monumentali nell'arte
rupestre, statue-stele, è tutt'ora oggetto di diverse interpretazioni: opere
legate a nuove concezioni religiose, al culto degli antenati fondatori dei
clan, al manifestarsi dell'ideologia indoeuropea o rappresentazione
antropomorfica delle divinità. Il fenomeno non è circoscritto alla regione
alpina, ma presenta una vasta diffusione dalle steppe a nord del Mar Nero
fino alla penisola iberica.
Nella mostra sarà illustrato tutto il complesso dei ritrovamenti avvenuti
nel 1991 e 1992 al giogo di Tisa, al confine tra Italia e Austria attraverso
copie dei materiali, pannelli didattici e la ricostruzione a grandezza
naturale dell'uomo del Similaun con tutto il suo abbigliamento ed
equipaggiamento. Saranno forniti i risultati delle ricerche più recenti
condotte sulla mummia: analisi del DNA, suo inquadramento negli attuali
aplogruppi delle popolazioni europee, aspetti paleopatologici, stato di
salute, cause che ne determinarono la morte a 3150 m di quota. Particolare
attenzione sarà posta nel confronto tra i materiali posseduti da Ötzi (ascia
in rame, cuspidi di freccia, pugnale in selce) e quelli relativi alla
cultura di Remedello.
Il percorso della mostra si conclude con l'età del Vaso Campaniforme,
documentata in provincia di Brescia dalle due importanti sepolture di S.
Cristina di Fiesse e di Ca' di Marco, a cui saranno affiancate le tombe di
recente scoperta a Parma.
Con l'inizio dell'antica età del Bronzo, tra 2200 e 2070 a.C. si stabilizza
l'insediamento e vengono fondati i primi abitati palafitticoli lungo le rive
meridionali del lago di Garda e nei bacini infra-morenici dell'anfiteatro
benacense. Questa fase iniziale dell'antica età del Bronzo sarà illustrata
attraverso l'esposizione di ceramiche e manufatti di metallo, in osso,
corno, selce e fayence del Bronzo Antico I dal Lavagnone di Desenzano del
Garda, e da Polada, in comune di Lonato, nonché dai ripostigli di asce a
margini rialzati di Remedello Sopra e di Torbole Casaglia (BS). Dopo
l'esposizione di archeologia bresciana del 1875 promossa dall'Ateneo di
Brescia sarà la prima volta che materiali di Polada della collezione
Rambotti ritornano a essere esposti a Brescia.
L'età del Rame. La pianura padana e le Alpi al tempo di Ötzi. Brescia, Museo
Diocesano (via Gasparo da Salò 13), 26 gennaio - 15 maggio 2013. Orario: 9
/12, 15/ 18, mercoledì chiuso. Ingresso: intero euro 5, ridotti euro 2,50.
Scolaresche ingresso gratuito.
Informazioni e prenotazioni: Museo Diocesano tel 030-40233, fax 030-3751064;
***@gmail.com