Discussione:
La parola più bella.
(troppo vecchio per rispondere)
Zeta di Riemann
2005-06-08 18:32:26 UTC
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Qual è secondo voi una delle parole (o frasi) più belle della lingua
italiana?

Una delle parole che mi piace utilizzare di più in assoluto è "medesimo/a".
Ad es. 'nella medesima misura in cui...' piuttosto che 'la stessa misura
in cui'
La trovo estremamente elegante. Non lo so perché. :)
Zeta.
--
Creato con il rivoluzionario client e-mail di Opera:
http://www.opera.com/m2/
FB
2005-06-08 18:56:09 UTC
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Post by Zeta di Riemann
Qual è secondo voi una delle parole (o frasi) più belle della lingua
italiana?
Una delle parole che mi piace utilizzare di più in assoluto è "medesimo/a".
Ad es. 'nella medesima misura in cui...' piuttosto che 'la stessa misura
in cui'
La trovo estremamente elegante. Non lo so perché. :)
Non credo ci siano parole sempre eleganti: "medesima misura" non si può
sentire, secondo me.


Ciao, FB
--
"Qualcuno, meglio se un parente, dovrebbe comunicare a Xxxxxxx Xxxxxx che
scrivere libri non fa per lui. Per il suo bene (e il nostro, soprattutto)."
(Recensione di Antonio D'Orrico sul Corriere della Sera Magazine)
Zeta di Riemann
2005-06-08 19:05:35 UTC
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Post by FB
Non credo ci siano parole sempre eleganti: "medesima misura" non si può
sentire, secondo me.
Ciao, FB
De gustibus... :) Vabbè medesima misura proprio no. Ma "medesima" è una
gran bella parola.
Z
FB
2005-06-08 19:46:26 UTC
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Post by Zeta di Riemann
Post by FB
Non credo ci siano parole sempre eleganti: "medesima misura" non si può
sentire, secondo me.
De gustibus... :) Vabbè medesima misura proprio no. Ma "medesima" è una
gran bella parola.
Ognuno ha i propri vizi. I miei, ancorché io non m'impegni molto per
scrivere su usenet, sono abbastanza evidenti, e sarebbe interessante se
qualcuno potesse elencarli.


Ciao, FB
--
Domanda: "Era il figlio di Iside e Osiride".
Risposta: "Thor".
(quiz televisivo)
Bruno Campanini
2005-06-08 20:06:46 UTC
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Post by FB
Ognuno ha i propri vizi. I miei, ancorché io non m'impegni molto per
scrivere su usenet, sono abbastanza evidenti, e sarebbe interessante se
qualcuno potesse elencarli.
Ciao, FB
Ci proverei ma ho rimasto una sola risma di A4.
(Questa sera non sono in palla; si capisce che
sto scherzando?)

Bruno
Davide Pioggia
2005-06-08 20:13:11 UTC
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Post by Bruno Campanini
Ci proverei ma ho rimasto una sola risma di A4.
Okkio, ché "ho rimasto" in Italia si usa solo nell'area che va da Ravenna
fino a Forlì-Faenza. Già se lo dici ad uno di Cesena non ti capisce.

Io lo capisco solo perché ho avuto una morosa di quelle parti, e ci ho fatto
l'abitudine, ma la prima volta che l'ho sentito dire mi sono sorpreso...
anzi che no :-)
--
Ciao,
D.
Bruno Campanini
2005-06-08 20:38:43 UTC
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Post by Davide Pioggia
Post by Bruno Campanini
Ci proverei ma ho rimasto una sola risma di A4.
Okkio, ché "ho rimasto" in Italia si usa solo nell'area che va da Ravenna
fino a Forlì-Faenza. Già se lo dici ad uno di Cesena non ti capisce.
Io lo capisco solo perché ho avuto una morosa di quelle parti, e ci ho
fatto l'abitudine, ma la prima volta che l'ho sentito dire mi sono
sorpreso... anzi che no :-)
Ah, è una forma dialettale che ogni tanto mi scappa!

Credevo che in tutta la Romagna la forma fosse compresa.
Tu non sei di Lugo (o Bagnacavallo) ?
Be' lì non si è mai sentita?

Bruno
Davide Pioggia
2005-06-09 01:36:03 UTC
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Post by Bruno Campanini
Ah, è una forma dialettale che ogni tanto mi scappa!
Sì, anche una mia amica originaria di Lugo, che ha girato tutto il mondo e
non torna da quelle parti da più di vent'anni, ogni tanto lo dice. Lo dice
persino un mio amico che è nato a Riccione e aveva la nonna di Cotignola.
Si vede che è una forma molto radicata.
Post by Bruno Campanini
Credevo che in tutta la Romagna la forma fosse compresa.
No, da noi non solo non c'è, ma sulle prime non viene neppure compresa.
Ora che mi ci fai pensare, mi sembra di averla sentita anche a Solarolo. A
Bologna mai, e mai sotto Cesena. Non saprei che dire di Ferrara. Mi hai
incuriosito: se trovo un po' di tempo mi metto a disegnare la mappa dell'"ho
rimasto". Chissà, magari facciamo qualche scoperta storica, qualche fossile
linguistico :-)
Post by Bruno Campanini
Tu non sei di Lugo (o Bagnacavallo) ?
Rimini. Però conosco abbastanza bene quelle zone.
--
Ciao,
D.
Sandra Zagatti
2005-06-09 14:55:03 UTC
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Post by Bruno Campanini
Ah, è una forma dialettale che ogni tanto mi scappa!
A chi lo dici. Quando sono all'estero (cioè oltre Forlimpopoli) mi ritrovo a
vergognarmene e a scusarmene spesso, ma è davvero radicatissima come
abitudine.
Oggi ti va meglio?
Ciao, Sandra
Bruno Campanini
2005-06-09 16:12:26 UTC
Permalink
Post by Sandra Zagatti
Post by Bruno Campanini
Ah, è una forma dialettale che ogni tanto mi scappa!
A chi lo dici. Quando sono all'estero (cioè oltre Forlimpopoli) mi ritrovo
a vergognarmene e a scusarmene spesso, ma è davvero radicatissima come
abitudine.
Oggi ti va meglio?
Ciao, Sandra
Oggi sì va meglio, grazie.
Solo non riesco a farmi capire; sarà la menopausa.

Circa l'aver rimasto mi par di scoprire, ripensandoci,
che noi l'usiamo quasi esclusivamente al passato prossimo,
prima persona singolare e plurale.
Non mi pare che direi "hai rimasto due figurine?" e
neppure "ha rimasto da tradurre cinque righe".
Mentre vanno via lisci come l'olio "ho rimasto una risma",
"abbiamo rimasto solo due panini".

Noi con rimanere abbiamo un rapporto del tutto
particolare, così come quando alla fine di un pranzo
durante il quale si è consumato tutto diciamo:
nihil inultum remanebit.

Ciao
Bruno
Sandra Zagatti
2005-06-09 19:16:41 UTC
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Post by Bruno Campanini
Oggi sì va meglio, grazie.
Solo non riesco a farmi capire; sarà la menopausa.
Oddio, a me sembra di averti capito ed anche bene: sarà la menopausa? :-(
Post by Bruno Campanini
Circa l'aver rimasto mi par di scoprire, ripensandoci,
che noi l'usiamo quasi esclusivamente al passato prossimo,
prima persona singolare e plurale.
In effetti è così, non ci avevo mai pensato.
C'è un altra abitudine verbale delle nostre parti che non mi pare diffusa
altrove: è il "saper fare a", in luogo di "esser capaci di". Ad esempio non
si dice quasi mai "non so cucinare" oppure "sai guidare la moto? ma "non so
fare a cucinare" e "sai fare a guidare la moto?"; divertentissimo, poi, a
mio parere, è il raddoppio (anche perchè doppiamente romagnolo!) tipo "sai
fare a fare la piadina"...

Un caro saluto,
Sandra
Bruno Campanini
2005-06-10 09:56:09 UTC
Permalink
Post by Sandra Zagatti
In effetti è così, non ci avevo mai pensato.
C'è un altra abitudine verbale delle nostre parti che non mi pare diffusa
altrove: è il "saper fare a", in luogo di "esser capaci di". Ad esempio
non si dice quasi mai "non so cucinare" oppure "sai guidare la moto? ma
"non so fare a cucinare" e "sai fare a guidare la moto?"; divertentissimo,
poi, a mio parere, è il raddoppio (anche perchè doppiamente romagnolo!)
tipo "sai fare a fare la piadina"...
Un caro saluto,
Sandra
Sì, un'altra stranezza della quale non sappiamo renderci conto.
Scrivendo ci accorgiamo subito che c'è un "fare" di troppo ma
nel normale colloquio son certamente rari "sei in grado di fare la piadina"
e "sei capace di fare la piadina".
Anche in dialetto c'è il raddoppio, però non con fare:
"a sit bona ad fe la pié?", "a sit bo ad guidé a mutor?".

Il dialetto, una variante di lingua che si sta perdendo.
Una volta prerogativa delle classi meno colte, oggi
parlata - o almeno conosciuta - da quelle più colte.
Quando mi trovo a parlare con l'idraulico, il giardiniere,
l'elettricista mi rivolgo loro in dialetto e le risposte son
sempre in italiano - anzi - in televisionese.

Ciao
Bruno
Davide Pioggia
2005-06-10 14:30:09 UTC
Permalink
Post by Bruno Campanini
Il dialetto, una variante di lingua che si sta perdendo.
Una volta prerogativa delle classi meno colte, oggi
parlata - o almeno conosciuta - da quelle più colte.
Quando mi trovo a parlare con l'idraulico, il giardiniere,
l'elettricista mi rivolgo loro in dialetto e le risposte son
sempre in italiano - anzi - in televisionese.
Credo che sia un fenomeno un po' più complesso.

Se tu ti rivolgi in dialetto ad uno che fa un mestiere "semplice"
(nell'immaginario collettivo, ché io non saprei sicuramente cambiare una
caldaia, e per questa ragione il mio idralico, giustamente, è molto più
ricco di me), o che ha una certa età, se costui ha l'impressione che tu stia
usando il dialetto per adeguarti al suo livello reagisce a quella sensazione
parlandoti in italiano, anche se fino a pochi secondi prima aveva parlato in
dialetto con tutti i suoi colleghi o con gli altri artigiani che stavano
lavorando assieme a lui.

Me ne rendo conto perché se abbiamo degli artigiani in casa o in azienda e
si rivoge a loro qualcuno che parla un dialetto *perfetto*, da vero
"madrelingua", quelli rispondono in dialetto, ma se lo faccio io basta anche
la più piccola esitazione e subito si passa all'italiano. Riesco a togliermi
la soddisfazione di fare delle belle chiacchierate in dialetto solo
concentrandomi e - soprattutto - "immedesimandomi", altrimenti mi trovo di
fronte a delle resistenze, che a volte hanno anche delle sfumature quasi
"snobistiche". Insomma, vengo "discriminato"! :-)
--
Ciao,
D.
Sergio(R)
2005-06-09 21:06:28 UTC
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On Thu, 09 Jun 2005 16:12:26 GMT, "Bruno Campanini"
Post by Bruno Campanini
Oggi sì va meglio, grazie.
Solo non riesco a farmi capire; sarà la menopausa.
Gasp! Te l'ha detto il tuo ginecologo? ;-)
--
Ciao
Sergio®
Davide Pioggia
2005-06-09 16:47:24 UTC
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Post by Sandra Zagatti
A chi lo dici. Quando sono all'estero (cioè oltre Forlimpopoli) mi ritrovo
a vergognarmene e a scusarmene spesso, ma è davvero radicatissima come
abitudine.
Già che ci siamo, da voi si dice «mi vado a dormire», o «mi vado a casa»,
ricalcando il dialetto «am vag a durmì» o «am vag a ca'»?

Ho sentito spesso quelle forme dialettali, e anche le corrispondenti
italianizzazioni, dalle parti di Lugo-Faenza, ma non so se arrivano fino a
Forlì.

Qui in riviera non ce n'è traccia.
--
Ciao,
D.
Karla
2005-06-09 18:14:37 UTC
Permalink
Post by Davide Pioggia
Già che ci siamo, da voi si dice «mi vado a dormire», o «mi vado a casa»,
ricalcando il dialetto «am vag a durmì» o «am vag a ca'»?
Per curiosità, come dite "me ne vado"?

k
Davide Pioggia
2005-06-09 18:25:16 UTC
Permalink
Post by Karla
Per curiosità, come dite "me ne vado"?
Qui da me credo proprio che non esista. Se uno se ne va dice semplicemente:
«a vag via» (vado via).

Però, ora che mi ci fai pensare, c'è un tipo che lavora con me che quando si
arrabbia grida: «me a m'ni vèg!» (cioè, appunto, "me ne vado"). Però non so
da dove l'ha preso, perché lo sento dire solo a lui.
--
Ciao,
D.
panurgo13
2005-06-10 10:33:01 UTC
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Post by Davide Pioggia
Già che ci siamo, da voi si dice «mi vado a dormire», o «mi vado a casa»,
ricalcando il dialetto «am vag a durmì» o «am vag a ca'»?
Certo! A Ravenna si dice "mi vado a letto" da "am veg a let" e "mi vado a
casa" da "am veg a ca'". Ovviamente si dice anche il famigerato "ho rimasto"
da "a'i'ho rmast"; so per certo che lo si dice anche a Forlì e
nell'Appennino forlivese. A scuola la mia maestra riuscì ad estirparmelo
completamente ed oggi mi ritrovo a dire frasi come "mi è rimasta una mela"
che nel resto d'Italia sono normali ma in Romagna sono decisamente
sussiegose. Come sempre, pitié pour nos erreurs, pitié pour nos péchés....
Peraltro pensavo che "ho rimasto" fosse usato in tutta la Romagna, ma non mi
stupisce che sia assente a Rimini: il nostro dialetto ha forse tante varietà
quanti sono i paesi e le città della Romagna. Ad esempio se provassimo a
tradurre la semplice frase "cosa dici?" la diremmo in mille modi diversi: io
che sono ravennate dico "sa dit?" mentre la mia ragazza, che è predappiese,
dice "cosa [s sorda] di ttu?", frase che mi è sempra parsa un delizioso
toscanismo.

Ciao

panurgo13
"Fay ce que vouldras"
http://www.bloggers.it/panurgo13

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Inviato via http://arianna.libero.it/usenet/
Davide Pioggia
2005-06-10 14:15:46 UTC
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Post by panurgo13
Post by Davide Pioggia
Già che ci siamo, da voi si dice «mi vado a dormire», o «mi vado a casa»,
ricalcando il dialetto «am vag a durmì» o «am vag a ca'»?
Certo! A Ravenna si dice "mi vado a letto" da "am veg a let" e "mi vado a
casa" da "am veg a ca'". Ovviamente si dice anche il famigerato "ho
rimasto" da "a'i'ho rmast"; so per certo che lo si dice anche a Forlì e
nell'Appennino forlivese.
Che si dicesse a Ravenna lo sapevo con certezza, ma non sapevo che arrivasse
fino a Forlì, né che addirittura superasse la famigerata via Emilia (confine
linguistico per eccellenza) spingendosi verso gli Appennini.

C'è poi anche la famosa "e chiusa" del gruppo "er" che si trova in: coperta,
erba, aperto, eccetera. Un suono che non lo si può "raccontare" se non lo si
è sentito :-)

(Chi non è di quelle parti dovrebbe cercare di ricordare il modo in cui Cino
Ricci pronunciava la "coperta", parlando ovviamente di quella delle
imbarcazioni.)

Tutto ciò, singolarmente, è diffuso in un lembo di territorio che è "lungo e
stretto", poiché va da Ravenna agli Appennini, passando per Lugo, Faenza e
Forlì.

Guarda caso, è anche la strada che percorrevano alcune merci provenienti dal
porto di Ravenna, dove giungevano navi da tutto il mondo. Ad esempio a Lugo
c'è il famoso _Pavaglione_, un enorme porticato quadrato nel quale nei
secoli scorsi venivano vendute a bolognesi e ferraresi i tessuti che
giungevano a Ravenna, in particolare le sete orientali.

E, guarda caso (di nuovo), sono anche le aree in cui è diffuso nella
tradizione popolare il gioco del _magiòn_ (italianizzato "maggione"), che è
poi il _majong_ cinese, pressoché sconosciuto al resto della regione e pure
al resto d'Italia. I migliori giocatori che conosco sono proprio di Ravenna
e Faenza.

Insomma, ci sono una serie di singolarità linguistiche che si intrecciano
visibilmente con certi sviluppi storici. Sai se qualcuno si è mai preso
la briga di fare una ricerca sistematica in questo senso?
Post by panurgo13
A scuola la mia maestra riuscì ad estirparmelo completamente ed oggi mi
ritrovo a dire frasi come "mi è rimasta una mela"
che nel resto d'Italia sono normali ma in Romagna sono decisamente
sussiegose.
In *quella* Romagna :-)
--
Ciao,
D.
panurgo13
2005-06-10 14:54:33 UTC
Permalink
Post by Davide Pioggia
C'è poi anche la famosa "e chiusa" del gruppo "er" che si trova in: coperta,
erba, aperto, eccetera. Un suono che non lo si può "raccontare" se non lo si
è sentito :-)
Un po' come le gutturali arabe ed ebraiche: bisogna sentirle pronunciare dai
madrelingua ;-)
È verissimo quello che dici: si tratta di un modo del tutto particolare di
pronunciare la "e" quando seguita da "r". È più che una "e" chiusa, è quasi
una "éi". Un mio amico bolognese di nome "Robèrto" rideva di me perché
pronunciavo il suo nome quasi come un "Robéirto".
Post by Davide Pioggia
E, guarda caso (di nuovo), sono anche le aree in cui è diffuso nella
tradizione popolare il gioco del _magiòn_ (italianizzato "maggione"), che è
poi il _majong_ cinese, pressoché sconosciuto al resto della regione e pure
al resto d'Italia. I migliori giocatori che conosco sono proprio di Ravenna
e Faenza.
Escludi pure me, io non sono mai riuscito ad impararlo.
Una mia amica, ottima giocatrice, mi ha spiegato perché il mah-jong è così
diffuso nel ravennate e dintorni. Pare che all'epoca delle legazioni in
Cina, quando le potenze occidentali si spartivano il celeste impero,
l'Italia avesse reclutato proprio a Ravenna e dintorni molti fanti di marina
del battaglione San Marco da inviare laggiù; i quali fanti di marina
impararono il gioco, vi presero gusto e lo portarono a casa ribattezzandolo
"magiòn". La storiella mi desta però qualche dubbio...
Post by Davide Pioggia
Insomma, ci sono una serie di singolarità linguistiche che si intrecciano
visibilmente con certi sviluppi storici. Sai se qualcuno si è mai preso
la briga di fare una ricerca sistematica in questo senso?
Ho letto alcuni saggi dal libro "A. Turchini, La Romagna nel Cinquecento".
Si parla tra l'altro della via del sale che da Cervia risaliva verso
l'Appennino e si fa qualche riferimento alla diffusione linguistica di
termini marinareschi e commerciali, ma nulla di sistematico. Sarebbe
comunque uno studio molto interessante.

A proposito di localismi nella pronuncia, ne ho uno curioso. Nel nostro
dialetto le "forbici" sono le "tusùr" (gli attrezzi per tosare). Mia nonna
però, che era lughese, pronunciava "tujùr", esattamente come si pronuncia il
francese "toujours". Ho sempre fantasticato sull'origine di questa pronuncia
(guerra napoleoniche? Carlo VIII?) ma non ho idea da cosa possa provenire.

Ciao

panurgo13
"Fay ce que vouldras"
http://www.bloggers.it/panurgo13/



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Inviato via http://arianna.libero.it/usenet/
Davide Pioggia
2005-06-10 15:03:40 UTC
Permalink
Post by panurgo13
Un mio amico bolognese di nome "Robèrto" rideva di me
perché pronunciavo il suo nome quasi come un "Robéirto".
Hai mai sentito un ravennate quando parla del vicino paesino di
"Sant'Alberto"? :-)
Post by panurgo13
A proposito di localismi nella pronuncia, ne ho uno curioso. Nel nostro
dialetto le "forbici" sono le "tusùr" (gli attrezzi per tosare).
Sì, l'ho sentito, e le forbicine sono i "tusurèn" :-)
Post by panurgo13
Mia nonna però, che era lughese, pronunciava "tujùr", esattamente come si
pronuncia il francese "toujours". Ho sempre fantasticato sull'origine di
questa pronuncia (guerra napoleoniche? Carlo VIII?) ma non ho idea da cosa
possa provenire.
Mi dispiace, perché la tua ipotesi è molto suggestiva, ma credo proprio di
poterla escludere. Infatti "tusùr" e "tujùr" derivano molto probabilmente
dalla stessa radice di "tonsura" e "tonsore".

Non saprei documentarlo, ma "a orecchio" mi sembra proprio che sia così.
--
Ciao,
D.
Karla
2005-06-10 18:31:38 UTC
Permalink
Post by panurgo13
A proposito di localismi nella pronuncia, ne ho uno curioso. Nel nostro
dialetto le "forbici" sono le "tusùr" (gli attrezzi per tosare). Mia nonna
però, che era lughese, pronunciava "tujùr", esattamente come si pronuncia il
francese "toujours". Ho sempre fantasticato sull'origine di questa pronuncia
(guerra napoleoniche? Carlo VIII?) ma non ho idea da cosa possa provenire.
In piemontese la forbici sono "tisoire" o "tësoire", però ho sentito
localmente, nel Monregalese, "tesoire" e "tosoire" (la o si legge u).
Dovrebbe derivare dal latino "tonsoriae", tosatrici.

Invece il francese "ciseaux" dovrebbe derivare dal latino "caesoria", ma
Colette ne saprà ben più di me. :-)

k

FB
2005-06-10 15:17:01 UTC
Permalink
On Fri, 10 Jun 2005 14:15:46 GMT, Davide Pioggia wrote:

[...]
Post by Davide Pioggia
C'è poi anche la famosa "e chiusa" del gruppo "er" che si trova in: coperta,
erba, aperto, eccetera. Un suono che non lo si può "raccontare" se non lo si
è sentito :-)
Dalle parti di Pesaro e Urbino, dove si parla una specie di romagnolo
(niente a che fare col dialetto che viene in mente a chi pensa a come
parlano nelle Marche e in Umbria), credo di aver sentito "pistóla", nel
senso dell'offesa. Mi confermi?


[...]


Ciao, FB
--
Emily: "I'm going to Europe and I'm going to have a marvellous time. I'm
going to get up at ten and have two glasses of wine at lunch every single
day."
Richard: "Only prostitutes have two glasses of wine at lunch!"
(Gilmore Girls, 501)
Davide Pioggia
2005-06-10 15:38:12 UTC
Permalink
...credo di aver sentito "pistóla",
nel senso dell'offesa. Mi confermi?
Sì, certo, ma ero convinto che fosse molto più diffuso di quanto dici tu.
--
Ciao,
D.
FB
2005-06-10 15:48:16 UTC
Permalink
Post by Davide Pioggia
...credo di aver sentito "pistóla",
nel senso dell'offesa. Mi confermi?
Sì, certo, ma ero convinto che fosse molto più diffuso di quanto dici tu.
"Pistòla" sì, ma "pistóla" lo immagino detto da un romagnolo, a questo
punto, da un marchigiano di quella zona, da un sardo e da un pugliese. Da
chi altri?


Ciao, FB
--
"Qualcuno, meglio se un fidanzato, dovrebbe comunicare a Xxxxxxx Xxxxx che
scrivere libri non fa per lei. Per il suo bene (e il nostro, soprattutto)."
(Recensione di Antonio D'Orrico sul Corriere della Sera Magazine)
Danilo Giacomelli
2005-06-10 16:04:49 UTC
Permalink
"FB" <***@tin.it> ha scritto ...
.............
Post by FB
"Pistòla" sì, ma "pistóla" lo immagino detto da un romagnolo, a questo
punto, da un marchigiano di quella zona, da un sardo e da un pugliese. Da
chi altri?
Da un lombardo, sine ullo dubio.

ciao
--
Danilo Giacomelli
--------------------------
Il 12 e 13 giugno QUATTRO SI per la convivenza civile!
--------------------------
FB
2005-06-10 16:14:51 UTC
Permalink
Post by SerGiotto
.............
Post by FB
"Pistòla" sì, ma "pistóla" lo immagino detto da un romagnolo, a questo
punto, da un marchigiano di quella zona, da un sardo e da un pugliese. Da
chi altri?
Da un lombardo, sine ullo dubio.
Lombardo è una parola grossa... (faccina sorridente)


Ciao, FB
--
"Che cos'è un fallo da tergo? E non stiamo parlando della tua vita
privata."
(Intervista della Gialappa's Band a Elisabetta Canalis)
panurgo13
2005-06-10 16:06:33 UTC
Permalink
Post by FB
"Pistòla" sì, ma "pistóla" lo immagino detto da un romagnolo, a questo
punto, da un marchigiano di quella zona, da un sardo e da un pugliese. Da
chi altri?
Ma in italiano e in dialetto le pronunce sono diverse: io pronuncio "ò"
quando parlo in italiano, "ó" quando parlo in dialetto romagnolo. "Prendo la
pistòla" ma "a ciàp la pistóla"; oppure, come ingiuria "sei proprio un
pistòla!" ma "t'cì propi un pistóla!". Che io sappia, tutti i romagnoli
fanno così.

Già che ci siamo, il noto film di Fellini non è "Amarcòrd", è "Amarcórd". Ma
prova a spiegarlo a chi non è romagnolo...

Ciao

panurgo13
"Fay ce que vouldras"
http://www.bloggers.it/panurgo13/

--------------------------------
Inviato via http://arianna.libero.it/usenet/
FB
2005-06-08 20:40:13 UTC
Permalink
Post by Davide Pioggia
Post by Bruno Campanini
Ci proverei ma ho rimasto una sola risma di A4.
Okkio, ché "ho rimasto" in Italia si usa solo nell'area che va da Ravenna
fino a Forlì-Faenza. Già se lo dici ad uno di Cesena non ti capisce.
Io lo capisco solo perché ho avuto una morosa di quelle parti, e ci ho fatto
l'abitudine, ma la prima volta che l'ho sentito dire mi sono sorpreso...
anzi che no :-)
Pioggia, eri fidanzato col Campanelli?


Ciao, FB
--
"Qualcuno, meglio se un parente, dovrebbe comunicare a Xxxxxxx Xxxxxx che
scrivere libri non fa per lui. Per il suo bene (e il nostro, soprattutto)."
(Recensione di Antonio D'Orrico sul Corriere della Sera Magazine)
Davide Pioggia
2005-06-09 01:24:29 UTC
Permalink
Post by FB
Pioggia, eri fidanzato col Campanelli?
Non è che ora ti metti a fare delle scenate di gelosia pure tu?
(faccina preoccupata)
--
Ciao,
D.
FB
2005-06-08 20:39:11 UTC
Permalink
Post by Bruno Campanini
Post by FB
Ognuno ha i propri vizi. I miei, ancorché io non m'impegni molto per
scrivere su usenet, sono abbastanza evidenti, e sarebbe interessante se
qualcuno potesse elencarli.
Ci proverei ma ho rimasto una sola risma di A4.
(Questa sera non sono in palla; si capisce che
sto scherzando?)
Proverestaci! (presente imperativo-condizionale)


Ciao, FB
--
Just as I thought. Another test that could have cost us our lives, saved
only by the fact that I am enormously well-bred.
(Murder by Death)
franco antonelli
2005-06-08 19:03:59 UTC
Permalink
Post by Zeta di Riemann
Qual è secondo voi una delle parole (o frasi) più belle della lingua
italiana?
Una delle parole che mi piace utilizzare di più in assoluto è "medesimo/a".
Ad es. 'nella medesima misura in cui...' piuttosto che 'la stessa misura
in cui'
La trovo estremamente elegante. Non lo so perché. :)
Zeta.
Gli orecchi non sono tutti uguali, le cervella neppure, tanto meno il
gusto.
'nella medesima misura in cui 'non mi produce acquolina, mi sa di
scartoffie, di visura tecnica...

La parola più bella? amore.
La frase più bella? ti amo, amore mio.

Ciao,
Franco banale
--
questo articolo e` stato inviato via web dal servizio gratuito
http://www.newsland.it/news segnala gli abusi ad ***@newsland.it
Bruno Campanini
2005-06-08 19:15:45 UTC
Permalink
Post by franco antonelli
Gli orecchi non sono tutti uguali, le cervella neppure,
Ci sono le cervella fritte in padella, quelle al tegamino,
quelle lessate, etc.
Dipende dal cuoco.

Bruno
Bruno Campanini
2005-06-08 19:04:03 UTC
Permalink
Post by Zeta di Riemann
Qual è secondo voi una delle parole (o frasi) più belle della lingua
italiana?
Una delle parole che mi piace utilizzare di più in assoluto è "medesimo/a".
Ad es. 'nella medesima misura in cui...' piuttosto che 'la stessa misura
in cui'
La trovo estremamente elegante. Non lo so perché. :)
Zeta.
Sovente il popolo - qui nell'accezione di maggiore incultura
possibile - scopre una parola o un modo di dire che gli par
tanto far "cultura", e l'usa e n'abusa spesso e a sproposito.
Quella parola o quel modo di dire diventa in breve tempo
logoro e stantio da non potersene più udire.
Così fu per "la misura in cui", "attimino"; ora è per "piuttosto".

Venendo a "stesso" e "medesimo", mi pare siano
senz'altro alternativi quindi la scelta è solo questione
di personale gradimento e sensibilità, quindi di stile.
Scelta dettata principalmente da motivazioni eufoniche.

Bruno
Bruno Campanini
2005-06-08 19:58:56 UTC
Permalink
Sono un fisico, non penso di trovarmi nella situazione di maggiore
incultura possibile e non ho bisogno di far né dimostrar "cultura". La mia
è curiosità estetica nella 'medesima' misura in cui amo scegliere le
formule più eleganti della fisica matematica. La saccenza con la quale il
caro Bruno risponde, senza conoscere l'interlocutore, non è affatto
gradevole. Siamo uguali su questa terra. Non dimenticatelo mai,
professoroni della Crusca. Persino il "popolino" citato da Bruno merita il
migliore rispetto possibile.
Zeta
Mi spiace essere stato frainteso, la mia era una nota
polemica che non intendeva affatto inserirti fra i
non acculturati.
Non mi permetterei mai simili spiacevoli illazioni
con chi non conosco a fondo.

Tu però l'hai messa un po' troppo sul politico-morale.
Nemmeno questo è piacevole.

Bruno

PS
Saccenza non esiste nella nostra lingua.
magica
2005-06-08 20:05:44 UTC
Permalink
Post by Bruno Campanini
Saccenza non esiste nella nostra lingua.
Santa... polenteria. :-)

Ciao.

Gian Carlo
Zeta di Riemann
2005-06-08 21:19:35 UTC
Permalink
In data Wed, 08 Jun 2005 19:58:56 GMT, Bruno Campanini
Post by Bruno Campanini
Tu però l'hai messa un po' troppo sul politico-morale.
Nemmeno questo è piacevole.
Bruno
PS
Saccenza non esiste nella nostra lingua.
Probabilmente hai ragione. Ma non mi piace il classismo, anche quello
delicato e sopratutto quello latente. Non a caso ho esordito con un post
in cui mi chiedevo quanto "razzismo linguistico" fosse presente tra voi.
In altre parole, non sopporto la discriminazione. La ragione ci permette
di pensare concetti così straordinari che il pregiudizio mi appare quasi
sacrilego.

Mi trovo in questo NG per capire più cose della nostra umiliata lingua
italiana. In effetti il tuo PS è stato il pensiero che ho apprezzato di
più. :) Grazie per la correzione. Sono qui per questo. Per essere corretto.

Z

PS
Non sono così "grave" come sembro. Devo ancora imparare a conoscervi. :-D
Bruno Campanini
2005-06-09 13:26:17 UTC
Permalink
Post by Zeta di Riemann
Probabilmente hai ragione. Ma non mi piace il classismo, anche quello
delicato e sopratutto quello latente. Non a caso ho esordito con un post
in cui mi chiedevo quanto "razzismo linguistico" fosse presente tra voi.
In altre parole, non sopporto la discriminazione.
Non mi piace il razzismo e non mi piace l'antirazzismo.
Vorrei essere libero di dire che mi piace stare con degli
italiani più di quanto mi piaccia stare con degli stranieri senza
essere tacciato di razzismo.
Similia cum similibus oggi non si può più dire.
L'antirazzismo, così come il razzismo, è divenuto una
manifestazione di integralismo.
E l'integralismo proprio non mi piace, di qualunque razza
o religione sia.
E proviamo a toglierci dalla testa una volta per tutte che
siamo tutti uguali: è una pia illusione che possiamo lasciare
ai mistici e ai filosofi.
Nasciamo differenti, ogni individuo è un mondo a sè.
Negare questo è un voler nascondere la testa sotto la sabbia,
è pura e gretta demagogia.
Siamo un popolo civile, facciamo in modo che tutti abbiano
pari diritti e che a tutti siano garantite le medesime opportunità.
Ma questo è un altro discorso.
Post by Zeta di Riemann
Mi trovo in questo NG per capire più cose della nostra umiliata lingua
italiana.
È proprio lì che io m'incazzo!
Quando sento professoroni laureati, giornalisti di grido,
politici demagoghi da strapazzo usare "piuttosto" con
funzione di "e" congiunzione, il mio sangue romagnolo
mi ribolle nelle vene, come dice Epimeteo.
E quando il fenomeno dilaga, talché si manifesta
nelle TV private, nei discorsetti degli amministratori
locali, nei giornaletti parrocchiali (cito a ragion veduta,
non sto esemplificando a vanvera) cosa pensare?
Che il popolo bue, quello che non ha coglions né capacità
di discernimento, quello che la Cultura con la C maiuscola
non sa nemmeno dove stia di casa, si sforza di imitare
pedissequamente (imitare pedissequamente = scimmiottare)
la novità credendola cosa buona.
Questo è il senso della mia nota polemica che ti
ha alquanto infastidito.

In effetti il tuo PS è stato il pensiero che ho apprezzato di
Post by Zeta di Riemann
più. :) Grazie per la correzione. Sono qui per questo. Per essere corretto.
Siamo qui tutti perché ci piace la nostra lingua, ci piace
discuterne, apprenderne i significati.
Poi ci piace anche corregere gli errori altrui - a volte
anche con un po' di sadismo - e ci dispiace un po',
"ci brucia" quando qualcuno corregge i nostri.
Siamo esseri umani.

Benvenuto

Bruno
SerGiotto
2005-06-09 15:37:10 UTC
Permalink
"Bruno Campanini" <***@tin.it> ha scritto nel messaggio news:ZrXpe.1003294$***@news3.tin.it...

omissis
Post by Bruno Campanini
E proviamo a toglierci dalla testa una volta per tutte che
siamo tutti uguali: è una pia illusione che possiamo lasciare
ai mistici e ai filosofi.
Nasciamo differenti, ogni individuo è un mondo a sè.
Negare questo è un voler nascondere la testa sotto la sabbia,
è pura e gretta demagogia.
Siamo un popolo civile, facciamo in modo che tutti abbiano
pari diritti e che a tutti siano garantite le medesime opportunità.
Ma questo è un altro discorso.
Hai ragione. L'uguaglianza riguarda solo i diritti degli individui e non le
caratteristiche personali.
Il rispetto della diversità è il vero valore. Tuttavia il rispetto per la
diversità comporta in un certo senso anche la capacità di sentire gli
elementi comuni che, nonostante le differenze, ci uniscono.
Post by Bruno Campanini
Post by Zeta di Riemann
Mi trovo in questo NG per capire più cose della nostra umiliata lingua
italiana.
È proprio lì che io m'incazzo!
Quando sento professoroni laureati, giornalisti di grido,
politici demagoghi da strapazzo usare "piuttosto" con
funzione di "e" congiunzione, il mio sangue romagnolo
mi ribolle nelle vene, come dice Epimeteo.
Ti capisco. Io ho origini Emiliane (Modena), saprai dunque terminare tu il
detto "piuttost (non in funzione di congiunzione ^_^) che chapàr rabia
............................ (la trascrizione è sicuramente errata)
^_^
Post by Bruno Campanini
E quando il fenomeno dilaga, talché si manifesta
nelle TV private, nei discorsetti degli amministratori
locali, nei giornaletti parrocchiali (cito a ragion veduta,
non sto esemplificando a vanvera) cosa pensare?
Come in tutte le cose esistono fasi storiche di grande creatività e fasi un
po' meno vivaci da ogni punto di vista, anche quello del linguaggio.
Esistono generazioni e generazioni. Io non credo ad un peggioramento
costante, credo al contrario (non volevo scrivere piuttosto ^_^) in cicli di
maggiore o minore riscoperta della funzione creativa della lingua. Il
"piuttosto" di adesso non è peggio dell' "ottica in cui" degli anni settanta
o del "cioè" di un tempo.
Post by Bruno Campanini
Che il popolo bue, quello che non ha coglions né capacità
di discernimento, quello che la Cultura con la C maiuscola
non sa nemmeno dove stia di casa, si sforza di imitare
pedissequamente (imitare pedissequamente = scimmiottare)
la novità credendola cosa buona.
Certo è vero. Eppure è lo stesso popolo bue che alle volte fa nascere forme
linguistiche creative. Pensa ai dialetti. Non sono essi stessi una
diversione dalle regole gramamticali pure? Non vorrei infiammare gli animi
con questa mia frase, ma in fodo cosa possiamo definire errore e dove
comincia, al contrario, l'"evoluzione della lingua"? Non sempre facile la
risposta è (come direbbe maestro Yoda in guerre stelalri ^_^).
Post by Bruno Campanini
Questo è il senso della mia nota polemica che ti
ha alquanto infastidito.
omissis
Post by Bruno Campanini
Poi ci piace anche corregere
ehm, ehm.


gli errori altrui - a volte
Post by Bruno Campanini
anche con un po' di sadismo - e ci dispiace un po',
"ci brucia" quando qualcuno corregge i nostri.
Giusto.
Post by Bruno Campanini
Siamo esseri umani.
Ciao
SerGiotto
Post by Bruno Campanini
Benvenuto
Bruno
Zeta di Riemann
2005-06-09 16:00:47 UTC
Permalink
In data Thu, 09 Jun 2005 13:26:17 GMT, Bruno Campanini
Post by Bruno Campanini
Non mi piace il razzismo e non mi piace l'antirazzismo.
Vorrei essere libero di dire che mi piace stare con degli
italiani più di quanto mi piaccia stare con degli stranieri senza
essere tacciato di razzismo.
Similia cum similibus oggi non si può più dire.
L'antirazzismo, così come il razzismo, è divenuto una
manifestazione di integralismo.
E l'integralismo proprio non mi piace, di qualunque razza
o religione sia.
Probabilmente è una questione di eredità storica. La civiltà occidentale
"quella evoluta" si è macchiata di feroci crimini contro la persona umana
che avevano fondamento nella presunta superiorità "bianca". E' comunque
meglio l'antirazzismo del razzismo. I razzisti pestano gli antirazzisti.
Di solito non accade il contrario.
Post by Bruno Campanini
E proviamo a toglierci dalla testa una volta per tutte che
siamo tutti uguali: è una pia illusione che possiamo lasciare
ai mistici e ai filosofi.
Nasciamo differenti, ogni individuo è un mondo a sè.
Negare questo è un voler nascondere la testa sotto la sabbia,
è pura e gretta demagogia.
Siamo un popolo civile, facciamo in modo che tutti abbiano
pari diritti e che a tutti siano garantite le medesime opportunità.
Ma questo è un altro discorso.
Chiedo scusa. Mi sono espresso male. Volevo dire eguali nell'esercitare i
propri diritti di uomo e cittadino.
Post by Bruno Campanini
Post by Zeta di Riemann
Mi trovo in questo NG per capire più cose della nostra umiliata lingua
italiana.
È proprio lì che io m'incazzo!
Quando sento professoroni laureati, giornalisti di grido,
politici demagoghi da strapazzo usare "piuttosto" con
funzione di "e" congiunzione, il mio sangue romagnolo
mi ribolle nelle vene, come dice Epimeteo.
E quando il fenomeno dilaga, talché si manifesta
nelle TV private, nei discorsetti degli amministratori
locali, nei giornaletti parrocchiali (cito a ragion veduta,
non sto esemplificando a vanvera) cosa pensare?
Condivido.
Post by Bruno Campanini
Che il popolo bue, quello che non ha coglions né capacità
di discernimento, quello che la Cultura con la C maiuscola
non sa nemmeno dove stia di casa, si sforza di imitare
pedissequamente (imitare pedissequamente = scimmiottare)
la novità credendola cosa buona.
Questo è il senso della mia nota polemica che ti
ha alquanto infastidito.
Perfetto. Il problema che le persone "buoi" nascono molto spesso in
condizioni per cui "la cultura non conviene". Inoltre c'è la televisione
con Grande Fratello, i calciatori, Maurizio Costanzo e suo marito la De
Filippi che azzera ogni possibilità di educare la nuova generazione ai
valori minimali (termine matematico) di cultura. Valentino Rossi non
azzecca mai un congiuntivo o un periodo ipotetico eppure è laureato HC. Se
avessi 14 anni, un pensierino a diventare idiota come quelli della TV ce
lo farei pure io. :) Che Dio ci salvi.
Post by Bruno Campanini
In effetti il tuo PS è stato il pensiero che ho apprezzato di
Post by Zeta di Riemann
più. :) Grazie per la correzione. Sono qui per questo. Per essere corretto.
Siamo qui tutti perché ci piace la nostra lingua, ci piace
discuterne, apprenderne i significati.
Poi ci piace anche corregere gli errori altrui - a volte
anche con un po' di sadismo - e ci dispiace un po',
"ci brucia" quando qualcuno corregge i nostri.
Siamo esseri umani.
Beh. Nel mio caso, mi hai risparmiato da una bella figura di m***a! Quindi
te ne sono grato!
Meglio essere mazziati su un NG che non durante una conferenza o un
seminario. Che dici?
:)
Post by Bruno Campanini
Benvenuto
Bruno
Grazie.

Roberto.
Bruno Campanini
2005-06-09 16:21:32 UTC
Permalink
"Zeta di Riemann" <***@diriemann.it> wrote in message news:***@nome-1t9nlbsuef.fastwebnet.it...

[...]
Post by Zeta di Riemann
Beh. Nel mio caso, mi hai risparmiato da una bella figura di m***a! Quindi
te ne sono grato!
Meglio essere mazziati su un NG che non durante una conferenza o un
seminario. Che dici?
Dico che anch'io fui ripreso anni fa
in NG per la stessa "saccenza", e la
ripresa fu utile.
Lieto di avertela rigirata.

Bruno
Karla
2005-06-09 18:07:50 UTC
Permalink
Valentino Rossi non azzecca mai un congiuntivo o un periodo ipotetico
eppure è laureato HC.
Della serie: "un pezzo di carta (o una medaglia) non si negano proprio
a nessuno", ma anche "non c'è limite al degrado in questo nostro
disgraziato bel Paese".

k
GCPillan
2005-06-09 17:20:12 UTC
Permalink
Post by Bruno Campanini
E proviamo a toglierci dalla testa una volta per tutte che
siamo tutti uguali: è una pia illusione che possiamo lasciare
ai mistici e ai filosofi.
Nasciamo differenti, ogni individuo è un mondo a sè.
Negare questo è un voler nascondere la testa sotto la sabbia,
è pura e gretta demagogia.
Il concetto di uguaglianza non dice "siamo uguali" ma che dobbiamo avere
gli stessi diritti e le stesse opportunità.
Post by Bruno Campanini
Siamo un popolo civile, facciamo in modo che tutti abbiano
pari diritti e che a tutti siano garantite le medesime opportunità.
To', l'hai scritto. Ma è quello che si chiama "uguaglianza".
Post by Bruno Campanini
Quando sento professoroni laureati, giornalisti di grido,
politici demagoghi da strapazzo usare "piuttosto" con
funzione di "e" congiunzione, il mio sangue romagnolo
mi ribolle nelle vene, come dice Epimeteo.
Veramente è "piuttosto che" che sostituisce la congiunzione "e".
Ma non è una sostituzione neutra priva di senso: è un modo per
enfatizzare la varietà delle situazioni elencate. Tant'è che a mio
parere sostituisce la doppia congiunzione "e/o".

Supponiamo di avere un dispositivo che può tagliare, piegare, piegare e
tagliare, tagliare e piegare. E magari rifilare e/o rifinire. Come
potrei esprimere il concetto? Per esempio così:

"Il dispositivo XYZ è l'ideale per tagliare piuttosto che per piegare,
per rifinire piuttosto che per rifilare.

Non posso usare la "e" perché direi che il dispositivo è ideale solo per
fare tutte le quattro operazione e non ciascuna di esse. Non posso usare
la "o" perché direi che il dispositivo può fare un'operazione per volta.

Io non dico, almeno consapevolmente "piuttosto che" visto che sento dire
ripetutamente che è una forma condannabile ma capisco che ha un
significato che va oltre la sola congiunzione "e/o".

Ora, oltre a segnalare l'errore, si fosse possibile essere costruttivi e
aiutarmi a trovare modi più eleganti per esprimere lo stesso concetto...

Fatemi sapere.
--
____________________________________

Giancarlo Pillan - Ivrea - Italy
____________________________________
Enrico Gregorio
2005-06-09 18:00:28 UTC
Permalink
Post by GCPillan
Veramente è "piuttosto che" che sostituisce la congiunzione "e".
Ma non è una sostituzione neutra priva di senso: è un modo per
enfatizzare la varietà delle situazioni elencate. Tant'è che a mio
parere sostituisce la doppia congiunzione "e/o".
Supponiamo di avere un dispositivo che può tagliare, piegare, piegare e
tagliare, tagliare e piegare. E magari rifilare e/o rifinire. Come
"Il dispositivo XYZ è l'ideale per tagliare piuttosto che per piegare,
per rifinire piuttosto che per rifilare.
Non posso usare la "e" perché direi che il dispositivo è ideale solo per
fare tutte le quattro operazione e non ciascuna di esse. Non posso usare
la "o" perché direi che il dispositivo può fare un'operazione per volta.
Io non dico, almeno consapevolmente "piuttosto che" visto che sento dire
ripetutamente che è una forma condannabile ma capisco che ha un
significato che va oltre la sola congiunzione "e/o".
Ora, oltre a segnalare l'errore, si fosse possibile essere costruttivi e
aiutarmi a trovare modi più eleganti per esprimere lo stesso concetto...
Spiacente. In italiano la tua frase significa che il dispositivo XYZ
taglia e /non/ piega, rifinisce e /non/ rifila. Al massimo, che
c'è di meglio per piegare o rifilare.

"Il dispositivo XYZ è ideale per tagliare, piegare, rifinire o
rifilare."

La congiunzione "o" non esclude; sono solo i pignoli che
usano l'orrendo "e/o". Posso ammettere che in certi casi
occorra una precisazione, ma ci sono parecchi modi di rivoltare
una frase per ottenere l'effetto desiderato.

Se a te pare che quella frase non significhi ciò che intendi,
be', la colpa è tua che ti fai influenzare dal linguaggio
sussiegoso. Di cui i tuoi scritti sono spesso infarciti.

Ciao
Enrico
GCPillan
2005-06-09 18:14:12 UTC
Permalink
[...]
Post by Enrico Gregorio
Post by GCPillan
Ora, oltre a segnalare l'errore, si fosse possibile essere costruttivi e
aiutarmi a trovare modi più eleganti per esprimere lo stesso concetto...
Spiacente. In italiano la tua frase significa che il dispositivo XYZ
taglia e /non/ piega, rifinisce e /non/ rifila. Al massimo, che
c'è di meglio per piegare o rifilare.
Quando scrivo "oltre a segnalare l'errore" significa che *so* che c'è un
errore. Non ho chiesto di esprimere il concetto che sarebbe stato
espresso se non ci fosse stato l'errore ma di esprimere il concetto che
ho spiegato voler esprimere. Nel momento in cui un significato viene
trasmesso tramite un errore, è quel significato che viene trasmesso.
Post by Enrico Gregorio
La congiunzione "o" non esclude; sono solo i pignoli che
usano l'orrendo "e/o".
Forse per te non esclude. Ma per il rigido linguaggio tecnico sì.

Se leggo:
"questo terminale si può configurare come ingresso o come uscita"
sono certo che NON si può configurare come via bidirezionale.

Ma tu offri "Tè o biscotti?" per dare l'idea che si possano avere entrambi?
Post by Enrico Gregorio
Posso ammettere che in certi casi
occorra una precisazione, ma ci sono parecchi modi di rivoltare
una frase per ottenere l'effetto desiderato.
Ho chiesto un esempio.
Ma vedo che ho ottenuta la solita logora osservazione dell'errore senza
nulla di nuovo.
Post by Enrico Gregorio
Se a te pare che quella frase non significhi ciò che intendi,
be', la colpa è tua che ti fai influenzare dal linguaggio
sussiegoso. Di cui i tuoi scritti sono spesso infarciti.
Io non ti sto dicendo cosa "per me" significa ma cosa significa per chi
la pronuncia. Io *so* che quel dispositivo è l'ideale per fare una o più
delle quattro operazioni elencate e vorrei che qualcuno si sforzasse di
esprimere il concetto senza commettere errori e trasmettendo la stessa
enfasi sulle singole operazioni.

Fammi degli esempi di mio linguaggio sussiegoso di cui non mi rendo
minimamente conto se non quando lo faccio intenzionalmente. Grazie.
--
____________________________________

Giancarlo Pillan - Ivrea - Italy
____________________________________
Enrico Gregorio
2005-06-10 08:18:19 UTC
Permalink
Post by GCPillan
[...]
Post by Enrico Gregorio
Post by GCPillan
Ora, oltre a segnalare l'errore, si fosse possibile essere costruttivi e
aiutarmi a trovare modi più eleganti per esprimere lo stesso concetto...
Spiacente. In italiano la tua frase significa che il dispositivo XYZ
taglia e /non/ piega, rifinisce e /non/ rifila. Al massimo, che
c'è di meglio per piegare o rifilare.
Quando scrivo "oltre a segnalare l'errore" significa che *so* che c'è un
errore. Non ho chiesto di esprimere il concetto che sarebbe stato
espresso se non ci fosse stato l'errore ma di esprimere il concetto che
ho spiegato voler esprimere. Nel momento in cui un significato viene
trasmesso tramite un errore, è quel significato che viene trasmesso.
?
Post by GCPillan
Post by Enrico Gregorio
La congiunzione "o" non esclude; sono solo i pignoli che
usano l'orrendo "e/o".
Forse per te non esclude. Ma per il rigido linguaggio tecnico sì.
"questo terminale si può configurare come ingresso o come uscita"
sono certo che NON si può configurare come via bidirezionale.
Niente vero. Chi lo dice? Se per te è così, non so che farci.
Post by GCPillan
Ma tu offri "Tè o biscotti?" per dare l'idea che si possano avere entrambi?
Andiamo! "Vuoi biscotti o dolcetti con il tè?" significa certamente
che si possono avere entrambi; se non altro per buona educazione.
Post by GCPillan
Post by Enrico Gregorio
Posso ammettere che in certi casi
occorra una precisazione, ma ci sono parecchi modi di rivoltare
una frase per ottenere l'effetto desiderato.
Ho chiesto un esempio.
Ma vedo che ho ottenuta la solita logora osservazione dell'errore senza
nulla di nuovo.
Linguaggio sussiegoso.
Post by GCPillan
Post by Enrico Gregorio
Se a te pare che quella frase non significhi ciò che intendi,
be', la colpa è tua che ti fai influenzare dal linguaggio
sussiegoso. Di cui i tuoi scritti sono spesso infarciti.
Io non ti sto dicendo cosa "per me" significa ma cosa significa per chi
la pronuncia. Io *so* che quel dispositivo è l'ideale per fare una o più
delle quattro operazioni elencate e vorrei che qualcuno si sforzasse di
esprimere il concetto senza commettere errori e trasmettendo la stessa
enfasi sulle singole operazioni.
Fammi degli esempi di mio linguaggio sussiegoso di cui non mi rendo
minimamente conto se non quando lo faccio intenzionalmente. Grazie.
L'ultima frase. O quella seguita dal punto di domanda: che vuol
dire? Io non ci ho capito niente; è arzigogolata, complicata
e piena di ripetizioni in stile saccente.

Ciao
Enrico
FB
2005-06-10 10:24:09 UTC
Permalink
[...]
Post by Enrico Gregorio
Post by GCPillan
Quando scrivo "oltre a segnalare l'errore" significa che *so* che c'è un
errore. Non ho chiesto di esprimere il concetto che sarebbe stato
espresso se non ci fosse stato l'errore ma di esprimere il concetto che
ho spiegato voler esprimere. Nel momento in cui un significato viene
trasmesso tramite un errore, è quel significato che viene trasmesso.
?
Ma 'zo ha detto il Pillano?


[...]
Post by Enrico Gregorio
Post by GCPillan
Ma tu offri "Tè o biscotti?" per dare l'idea che si possano avere entrambi?
Andiamo! "Vuoi biscotti o dolcetti con il tè?" significa certamente
che si possono avere entrambi; se non altro per buona educazione.
Peraltro, ammesso e non concesso che "piuttosto" sarebbe l'ideale per
rendere "e/o", forse è il caso di considerare che esso ha già un preciso e
radicato significato _in contrasto_ con quello nuovo, che spero muoia
presto.
Forse abbiamo pochi nomi per chiamare le diverse varietà di mirtilli, ma
non possiamo chiamare una varietà "prugna", solo perché così potremo
distinguere tra i tipi di _mirtilli_.


[...]


Ciao, FB
--
Locked from the inside. That can only mean one thing, and I don't know what
it is.
(Murder by Death)
Zeta di Riemann
2005-06-08 21:20:59 UTC
Permalink
In data Wed, 08 Jun 2005 19:58:56 GMT, Bruno Campanini
Post by Bruno Campanini
Tu però l'hai messa un po' troppo sul politico-morale.
Nemmeno questo è piacevole.
Bruno
PS
Saccenza non esiste nella nostra lingua.
Probabilmente hai ragione. Ma non mi piace il classismo, anche quello
delicato e sopratutto quello latente. Non a caso ho esordito con un post
in cui mi chiedevo quanto "razzismo linguistico" fosse presente tra voi.
In altre parole, non sopporto la discriminazione. La ragione ci permette
di pensare concetti così straordinari che il pregiudizio mi appare quasi
sacrilego.

Mi trovo in questo NG per capire più cose della nostra umiliata lingua
italiana. In effetti il tuo PS è stato il pensiero che ho apprezzato di
più. :) Grazie per la correzione. Sono qui per questo. Per essere corretto.

Z

PS
Non sono così "grave" come sembro. Devo ancora imparare a conoscervi. :-D
--
Creato con il rivoluzionario client e-mail di Opera:
http://www.opera.com/m2/
Zeta di Riemann
2005-06-08 19:21:04 UTC
Permalink
In data Wed, 08 Jun 2005 19:04:03 GMT, Bruno Campanini
Post by Bruno Campanini
Sovente il popolo - qui nell'accezione di maggiore incultura
possibile - scopre una parola o un modo di dire che gli par
tanto far "cultura", e l'usa e n'abusa spesso e a sproposito.
Quella parola o quel modo di dire diventa in breve tempo
logoro e stantio da non potersene più udire.
Così fu per "la misura in cui", "attimino"; ora è per "piuttosto".
Venendo a "stesso" e "medesimo", mi pare siano
senz'altro alternativi quindi la scelta è solo questione
di personale gradimento e sensibilità, quindi di stile.
Scelta dettata principalmente da motivazioni eufoniche.
Bruno
Sono un fisico, non penso di trovarmi nella situazione di maggiore
incultura possibile e non ho bisogno di far né dimostrar "cultura". La mia
è curiosità estetica nella 'medesima' misura in cui amo scegliere le
formule più eleganti della fisica matematica. La saccenza con la quale il
caro Bruno risponde, senza conoscere l'interlocutore, non è affatto
gradevole. Siamo uguali su questa terra. Non dimenticatelo mai,
professoroni della Crusca. Persino il "popolino" citato da Bruno merita il
migliore rispetto possibile.
Zeta
Epimeteo
2005-06-09 04:57:01 UTC
Permalink
Siamo uguali su questa terra. Non dimenticatelo mai, professoroni della
Crusca.
Professorone della Crusca a chi? Come ti permetti? :-P
Vacci piano a offendere in modo così pesante...
Persino il "popolino" citato da Bruno merita il migliore rispetto
possibile.
Eh, ma il popolino romagnolo ha il sangue caldo e a volte si lascia andare a
momenti di "jacquerie" linguistica...

Ciao,
Epimeteo
franco antonelli
2005-06-09 07:18:07 UTC
Permalink
Post by Epimeteo
Siamo uguali su questa terra. Non dimenticatelo mai, professoroni della
Crusca.
Professorone della Crusca a chi? Come ti permetti? :-P
Vacci piano a offendere in modo così pesante...
Il grano è pesante ma la crusca è leggera...

Ciao,
Franco mugnaio
Post by Epimeteo
Ciao,
Epimeteo
--
questo articolo e` stato inviato via web dal servizio gratuito
http://www.newsland.it/news segnala gli abusi ad ***@newsland.it
franco antonelli
2005-06-09 05:13:44 UTC
Permalink
Post by Zeta di Riemann
In data Wed, 08 Jun 2005 19:04:03 GMT, Bruno Campanini
Sono un fisico, non penso di trovarmi nella situazione di maggiore
incultura possibile e non ho bisogno di far né dimostrar "cultura".
Trenta e lode, amico Zeta, lascia che mi complimenti con te per le tue
parole asciutte e significative.

La mia
Post by Zeta di Riemann
è curiosità estetica nella 'medesima' misura in cui amo scegliere le
formule più eleganti della fisica matematica. La saccenza
beh, sai cosa ti dico? mi piace di più saccenza che saccenterìa, mi par
più logico: pasticcere, pasticcerìa, tappezziere, tappezzerìa,
carpentiere, carpenterìa; cosciente, coscienza, demente, demenza,
saccente...

con la quale il
Post by Zeta di Riemann
caro Bruno risponde, senza conoscere l'interlocutore, non è affatto
gradevole. Siamo uguali su questa terra.
Questo concetto di uguaglianza mi sembra male espresso, questo sì. Ho
capito a cosa alludi, riferendoti a un'ideale e comune parità di diritti e
doveri del colto e dello scorzone. Ma non si può accomunare demenza e
sapienza.

Non dimenticatelo mai,
Post by Zeta di Riemann
professoroni della Crusca.
E qui, trenta e lode, cappuccino, bombolone alla crema... più due cornetti
incartati da riportare a casa per la moglie e la suocera. Sono in linea
col tuo pensiero, la strigliata ci voleva, calza a pennello( da dove viene
questo luogo comune del dire?)
La Luciana ha trovato un'altra sindrome: quella del Cruscheggiante.
Ciao Zeta,fustigatore di bravi ragazzi...
Franco barista

Persino il "popolino" citato da Bruno merita il
Post by Zeta di Riemann
migliore rispetto possibile.
Zeta
--
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GCPillan
2005-06-09 17:48:28 UTC
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Post by Bruno Campanini
Sovente il popolo - qui nell'accezione di maggiore incultura
possibile - scopre una parola o un modo di dire che gli par
tanto far "cultura", e l'usa e n'abusa spesso e a sproposito.
Quella parola o quel modo di dire diventa in breve tempo
logoro e stantio da non potersene più udire.
Così fu per "la misura in cui", "attimino"; ora è per "piuttosto".
A me pare che l'espressione "logoro e stantio" sia logora e abusata.

Non stantia, perché per me ciò che è stantio non può essere poi tanto
logoro. Stantio è ciò che diventa vecchio senza essere usato, no?
--
____________________________________

Giancarlo Pillan - Ivrea - Italy
____________________________________
Davide Pioggia
2005-06-08 19:19:19 UTC
Permalink
Post by Zeta di Riemann
Qual è secondo voi una delle parole (o frasi) più belle della lingua
italiana?
Per me è: "anzi che no".

«Rustico, che di radici d'erba e d'acqua vivea, poteva male rispondere alle
poste; e dissele che troppi diavoli vorrebbono essere a potere il ninferno
attutare, ma che egli ne farebbe ciò che per lui si potesse; e così alcuna
volta le sodisfaceva, ma sì era di rado, che altro non era che gittare una
fava in bocca al leone; di che la giovane, non parendole tanto servire a Dio
quanto voleva, mormorava anzi che no.»
[Boccaccio, _Decameron_]

(A proposito: si può scrivere "anzichenò"?)
--
Ciao,
D.
Colette
2005-06-09 05:34:52 UTC
Permalink
Post by Zeta di Riemann
Qual è secondo voi una delle parole (o frasi) più belle della lingua
italiana?
Per me una delle più belle è 'coccolare' (un bambino): la trovo
piena di dolcezza.

Ciao.
--
Colette
SerGiotto
2005-06-09 09:16:17 UTC
Permalink
Post by Colette
Post by Zeta di Riemann
Qual è secondo voi una delle parole (o frasi) più belle della lingua
italiana?
Per me una delle più belle è 'coccolare' (un bambino): la trovo
piena di dolcezza.
Certo che anche tu, però...........................
^_^
Fra te e Luciana oggi mi volete far commuovere. Una con il suo richiamo al
Vate e l'altra con la tenera gioia di avere fra le braccia un
bambino..............................
Ed io che fra venti minuti devo andare in udienza e non posso stare a
discettare con voi.
Crudeli!!!!!!
^_^
SerGiottp
Post by Colette
Ciao.
--
Colette
Colette
2005-06-09 12:05:25 UTC
Permalink
Post by SerGiotto
Certo che anche tu, però...........................
^_^
Eh? 'Anch'io che cosa'?
Post by SerGiotto
Fra te e Luciana oggi mi volete far commuovere. Una con il suo richiamo al
Vate e l'altra con la tenera gioia di avere fra le braccia un
bambino..............................
Siamo Donne... (sourire lumineux)
Post by SerGiotto
Ed io che fra venti minuti devo andare in udienza e non posso stare a
discettare con voi.
Crudeli!!!!!!
Coraggio!! Sii ispirato dai nostri pensieri! ;-)

Ciao.
--
Colette
SerGiotto
2005-06-09 12:29:53 UTC
Permalink
Post by Colette
Post by SerGiotto
Certo che anche tu, però...........................
^_^
Eh? 'Anch'io che cosa'?
Post by SerGiotto
Fra te e Luciana oggi mi volete far commuovere. Una con il suo richiamo al
Vate e l'altra con la tenera gioia di avere fra le braccia un
bambino..............................
Siamo Donne... (sourire lumineux)
Io ho sempre sostenuto la superiorità del genere femminile, anche se mi
piace giocare a calcio.
^_^
Post by Colette
Post by SerGiotto
Ed io che fra venti minuti devo andare in udienza e non posso stare a
discettare con voi.
Crudeli!!!!!!
Coraggio!! Sii ispirato dai nostri pensieri! ;-)
La Sua gentile immagine cortese condurrà le mie più dure battaglie verso
sicure vittorie.
^_^
SerGiotto Il Paladino
Post by Colette
Ciao.
--
Colette
Colette
2005-06-09 18:09:25 UTC
Permalink
Post by SerGiotto
Io ho sempre sostenuto la superiorità del genere femminile,
Mais non, perché 'superiorità'? Preferisco 'complementarità'. (si
dice?) :-)
Post by SerGiotto
anche se mi piace giocare a calcio.
^_^
Non ho niente contro il calcio...
Post by SerGiotto
La Sua gentile immagine cortese condurrà le mie più dure battaglie verso
sicure vittorie.
^_^
SerGiotto Il Paladino
Sono commossa... (L'hai trovato il cavallo bianco? ;-)) )

Ciao.
--
Colette
FB
2005-06-09 14:28:58 UTC
Permalink
[...]
Post by SerGiotto
Post by Colette
Per me una delle più belle è 'coccolare' (un bambino): la trovo
piena di dolcezza.
Certo che anche tu, però...........................
^_^
Fra te e Luciana oggi mi volete far commuovere. Una con il suo richiamo al
Vate e l'altra con la tenera gioia di avere fra le braccia un
bambino..............................
Ed io che fra venti minuti devo andare in udienza e non posso stare a
discettare con voi.
Crudeli!!!!!!
"Vostro onore, membri della giuria, il mio cliente non voleva farsi la
segretaria sulla fotocopiatrice; bensì, voleva, ehm, coccolarla" "Bravo,
bis! Assolto! Discorso! Discorso!".


Ciao, FB
--
Locked from the inside. That can only mean one thing, and I don't know what
it is.
(Murder by Death)
SerGiotto
2005-06-09 15:20:29 UTC
Permalink
"FB" <***@tin.it> ha scritto nel messaggio news:***@40tude.net...
omissis
Post by FB
"Vostro onore, membri della giuria, il mio cliente non voleva farsi la
segretaria sulla fotocopiatrice; bensì, voleva, ehm, coccolarla" "Bravo,
bis! Assolto! Discorso! Discorso!".
la vita è solo una questione di toner.
^_^
SerGiotto
Post by FB
Ciao, FB
--
Locked from the inside. That can only mean one thing, and I don't know what
it is.
(Murder by Death)
luciana
2005-06-09 06:43:47 UTC
Permalink
Post by Zeta di Riemann
Qual è secondo voi una delle parole (o frasi) più belle della lingua
italiana?
De gustibus...
Ci sono parole musicali, parole dolci, parole crude, parole sgradevoli...

Io, dannunziana ad oltranza, preferisco il suono delle parole fruscianti del
Vate.
Il compiacimento, il languore, l'abbandono, il piacere.

*Dolci le mie parole ne la sera
ti sien come la pioggia che bruiva
tepida e fuggitiva,*

Bruiva...bellissimo verbo

*L'anima sarà semplice com'era;
e a te verrà, quando vorrai, leggera
come vien l'acqua al cavo de la mano.*

L'acqua al cavo della mano...splendida.



--
lu.
Ultima Badessa Scalza Di Passaggio

*La passione in tutto.
Desidero le più lievi cose perdutamente,
come le più grandi.
Non ho mai tregua...*
G. D'Annunzio
SerGiotto
2005-06-09 09:13:49 UTC
Permalink
Post by Zeta di Riemann
Post by Zeta di Riemann
Qual è secondo voi una delle parole (o frasi) più belle della lingua
italiana?
De gustibus...
Ci sono parole musicali, parole dolci, parole crude, parole sgradevoli...
Io, dannunziana ad oltranza, preferisco il suono delle parole fruscianti del
Vate.
Il compiacimento, il languore, l'abbandono, il piacere.
*Dolci le mie parole ne la sera
ti sien come la pioggia che bruiva
tepida e fuggitiva,*
Bruiva...bellissimo verbo
*L'anima sarà semplice com'era;
e a te verrà, quando vorrai, leggera
come vien l'acqua al cavo de la mano.*
L'acqua al cavo della mano...splendida.
Davvero bei versi, hai fatto bene a riportarli. Io, per parlare dei miei
gusti, sono molto legato ai danteschi versi
" e par che per le sue labbia si mova
uno spirito soave pieno d'amore
che va dicendo all'anima "Sospira!"
Li trovo "tremendamente" colmi di sensuale
spiritualità..........................................................
Cara Luciana, non finisci mai di commuoverci.
SerGiotto
Post by Zeta di Riemann
--
lu.
Ultima Badessa Scalza Di Passaggio
*La passione in tutto.
Desidero le più lievi cose perdutamente,
come le più grandi.
Non ho mai tregua...*
G. D'Annunzio
Angelo Corazzato
2005-06-09 12:30:20 UTC
Permalink
Post by SerGiotto
par che per le sue labbia
de la sua labbia
Post by SerGiotto
uno spirito soave pieno d'amore
un spirito

http://snipurl.com/vitanuova

Ciao
Angelo COrazzato
Angelo Corazzato
2005-06-09 12:30:55 UTC
Permalink
Post by Angelo Corazzato
Post by SerGiotto
uno spirito soave pieno d'amore
un spirito
Aggiungo: pien d'amore (per il metro)
Ciao
Angelo Corazzato
SerGiotto
2005-06-09 12:35:12 UTC
Permalink
Post by Angelo Corazzato
Post by SerGiotto
par che per le sue labbia
de la sua labbia
Post by SerGiotto
uno spirito soave pieno d'amore
un spirito
http://snipurl.com/vitanuova
Ciao
Angelo COrazzato
Hai ragione, anzi ragionissima. Sono andato a memoria ed avrei dovuto
controllare.
Scusa
SerGiotto (tristissimo)
Angelo Corazzato
2005-06-09 12:41:35 UTC
Permalink
Scusa
Niente di che scusarsi, ci mancherebbe.
Ciao
Angelo Corazzato
SerGiotto
2005-06-09 12:45:26 UTC
Permalink
Post by Angelo Corazzato
Scusa
Niente di che scusarsi, ci mancherebbe.
Ciao
Angelo Corazzato
Ho una domanda per te.
E' corretto l'uso di forme quali "niente di *che* scusarsi". Non ho alcuna
spiegazione in merito, ma mi pare più fluido dire "niente di *cui*
scusarsi". E' una domanda che mi sono sempre posto.
Ciao e grazie
SerGiotto
SerGiotto
2005-06-09 12:50:50 UTC
Permalink
"SerGiotto" <***@rem.de> ha scritto nel messaggio news:42a839e6$0$17107$***@news.tiscali.it...
omissis
Post by SerGiotto
Ho una domanda per te.
E' corretto l'uso di forme quali "niente di *che* scusarsi". Non ho alcuna
spiegazione in merito, ma mi pare più fluido dire "niente di *cui*
scusarsi". E' una domanda che mi sono sempre posto.
Ciao e grazie
SerGiotto
Per completezza, e per complicare ancora di più la domanda (non ti sarà
sfuggita l'assoannza ed il false friend ^_^), volevo solo aggiungere che mi
pare corretto rispondere "niente di che" al ringraziamento di qualcuno.

E' strano lo so ma è la mia natura (come disse lo scorpione alla rana che lo
trasportava sul dorso per fargli attraversare un fiume, quando punta dallos
tesso gliene chiese il motivo, preannunciando al sicura morte di entrambi.)
^_^
SerGiotto
^_^
Angelo Corazzato
2005-06-09 12:59:21 UTC
Permalink
Post by SerGiotto
Per completezza, e per complicare ancora di più la domanda (non ti sarà
sfuggita l'assoannza ed il false friend ^_^), volevo solo aggiungere che
mi pare corretto rispondere "niente di che" al ringraziamento di qualcuno.
A me non piace. Mi pare un francesismo (pas de quoi).
Ciao
Angelo Corazzato
SerGiotto
2005-06-09 13:05:21 UTC
Permalink
Post by Angelo Corazzato
Post by SerGiotto
Per completezza, e per complicare ancora di più la domanda (non ti sarà
sfuggita l'assoannza ed il false friend ^_^), volevo solo aggiungere che
mi pare corretto rispondere "niente di che" al ringraziamento di qualcuno.
A me non piace. Mi pare un francesismo (pas de quoi).
Ciao
Angelo Corazzato
Speriamo che Colette non ti legga.
^_^
Ciao
SerGiotto
Colette
2005-06-09 18:09:24 UTC
Permalink
Post by SerGiotto
Speriamo che Colette non ti legga.
^_^
Je ne mords pas !! ;D

Ciao.
--
Colette
Angelo Corazzato
2005-06-10 10:20:18 UTC
Permalink
Post by SerGiotto
Speriamo che Colette non ti legga.
E' francese? Scrive un ottimo italiano.
Ciao
Angelo Corazzato
Colette
2005-06-09 18:09:24 UTC
Permalink
Post by Angelo Corazzato
A me non piace. Mi pare un francesismo (pas de quoi).
Anche "pas de quoi" è 'scorretto' in francese: si dice "je t'en
prie". :-)

Ciao.
--
Colette
Angelo Corazzato
2005-06-09 12:55:57 UTC
Permalink
Post by SerGiotto
E' corretto l'uso di forme quali "niente di *che* scusarsi". Non ho alcuna
spiegazione in merito, ma mi pare più fluido dire "niente di *cui*
scusarsi". E' una domanda che mi sono sempre posto.
"Cui" è pronome relativo indiretto, "che" no. Se è preceduto da una
preposizione, quindi, ci va "cui". "Niente di cui scusarsi" è corretto;
"niente di che scusarsi" è una mia bestialità.
Ciao
Angelo Corazzato
SerGiotto
2005-06-09 13:00:42 UTC
Permalink
Post by Angelo Corazzato
Post by SerGiotto
E' corretto l'uso di forme quali "niente di *che* scusarsi". Non ho
alcuna spiegazione in merito, ma mi pare più fluido dire "niente di *cui*
scusarsi". E' una domanda che mi sono sempre posto.
"Cui" è pronome relativo indiretto, "che" no. Se è preceduto da una
preposizione, quindi, ci va "cui". "Niente di cui scusarsi" è corretto;
"niente di che scusarsi" è una mia bestialità.
Ciao
Angelo Corazzato
Non volevo fare il pedante. Spero di non averti offeso. In ogni caso è una
"bestialità" (come dici tu) di molti e non solo tua. La si sente spesso nel
linguaggio parlato. Mi chiedevo se fosse corretta o meno.
Un saluto
SerGiotto
Angelo Corazzato
2005-06-09 13:03:25 UTC
Permalink
Post by SerGiotto
Non volevo fare il pedante. Spero di non averti offeso.
Pedante? Offeso? Ma no.
Ciao
Angelo Corazzato
Bruno Campanini
2005-06-09 13:26:19 UTC
Permalink
Post by Angelo Corazzato
Post by SerGiotto
E' corretto l'uso di forme quali "niente di *che* scusarsi". Non ho
alcuna spiegazione in merito, ma mi pare più fluido dire "niente di *cui*
scusarsi". E' una domanda che mi sono sempre posto.
"Cui" è pronome relativo indiretto, "che" no. Se è preceduto da una
preposizione, quindi, ci va "cui". "Niente di cui scusarsi" è corretto;
"niente di che scusarsi" è una mia bestialità.
Ciao
Angelo Corazzato
Che in funzione di complemento può essere preceduto
da qualsiasi preposizione semplice o articolata.
Di che ti lagni?
Dopo di che
Al che ti spuntarono le corna
Niente di che scusarsi
Col che cessai ogni commento.
Per che mi fece del venir più presto

Bruno
Angelo Corazzato
2005-06-10 10:18:36 UTC
Permalink
Post by Bruno Campanini
Che in funzione di complemento può essere preceduto
da qualsiasi preposizione semplice o articolata.
Si parlava di pronomi personali. Nelle frasi da te riportate "che" non è
necessariamente pronome personale; dove lo è, si tratta di frasi fatte (o di
frasi di novecento anni fa).

La lettera per che hai protestato
L'albero a che tendevi la pargoletta mano
La persona di che ti ho parlato
Niente di che scusarsi

sono frasi scorrette.

Ciao
Angelo Corazzato
Ghost
2005-06-10 11:34:04 UTC
Permalink
Post by Angelo Corazzato
Si parlava di pronomi personali.
Relativi, volevi scrivere.

Non sono d'accordo sulla scorrettezza di "niente di che scusarsi".

Ci sono diversi casi in cui /che viene usato come pronome relativo avente
funzione di complemento indiretto.

Per limitarci agli esempi vicini al presente discorso, ricordiamo che,
proprio colla preposizione /di, quando si sottintenda "nulla" o
"qualcosa", si dice (anzi: si deve dire): "(non) avere di che scusarsi",
"(non) avere di che rimproverarsi", "(non) avere di che mangiare", "(non)
avere di che rallegrarsi", "(non) avere di che temere" etc.

Quando "nulla" o "qualcosa" siano espressi, la forma comune prevede ormai
"cui", ma a mio avviso, in queste espressioni, il "che" resta affatto
legittimo.
--
Bye, Ghost of Lem Novantotto
Informazioni su it.*: http://www.news.nic.it
Archivio news: http://groups.google.com/advanced_group_search?hl=it
Linee guida della netiquette: http://www.faqs.org/rfcs/rfc1855.html
FB
2005-06-10 12:03:09 UTC
Permalink
On Fri, 10 Jun 2005 13:34:04 +0200, Ghost wrote:

[...]
Post by Ghost
Ci sono diversi casi in cui /che viene usato come pronome relativo avente
funzione di complemento indiretto.
[...]

"Parla di quello che vuoi", a rigor di logica, non dovrebbe essere "Parla
di quello di cui vuoi (parlare)"? L'osservai tempo fa, ma non fui
ascoltato, non fui.


Ciao, FB
--
"May I come with you to the station?"
"Please, do. I like to go off in style."
(Cold Comfort Farm, the film)
Ghost
2005-06-10 17:40:32 UTC
Permalink
Post by FB
"Parla di quello che vuoi", a rigor di logica, non dovrebbe essere "Parla
di quello di cui vuoi (parlare)"?
E' pur vero che si può anche pensare a costruzioni quali "parla di quello
che vuoi (per argomento)".

D'altra parte, mi sembra che "quello che vuoi" venga a costituire quasi un
tutt'uno:

Fai || quello che vuoi
Mangia || quello che vuoi
Parla di || quello che vuoi
Paragonalo a || quello che vuoi
Piglialo da || quello che vuoi
Mettilo in || quello che vuoi
Abbinalo con || quello che vuoi
Appoggialo su || quello che vuoi
Prendilo per || quello che vuoi
Infilalo tra || quello che vuoi


Ancora: se in queste situazioni sostituisci "quello che" con un pronome
doppio, come /chi, si presenta il problema già affrontato in passato nel
filone che ha avuto origine dall'articolo di Vitt
<***@4ax.com>.

Un filone piuttosto confuso - soprattutto grazie a me - che pure a Google
pare non piacere troppo: a volte la struttura conta 20 articoli, a volte
21, a volte 25; l'ordine degli articoli cambia; l'articolo di Vitt a volte
vien trovato, a volte no, e generalmente, quando è presente nella
struttura, manca come testo. Insomma, uomo avvisato...
--
Bye, Ghost of Lem Novantotto
Informazioni su it.*: http://www.news.nic.it
Archivio news: http://groups.google.com/advanced_group_search?hl=it
Linee guida della netiquette: http://www.faqs.org/rfcs/rfc1855.html
Angelo Corazzato
2005-06-10 12:20:45 UTC
Permalink
Post by Ghost
Post by Angelo Corazzato
Si parlava di pronomi personali.
Relativi, volevi scrivere.
Naturalmente.
Post by Ghost
Quando "nulla" o "qualcosa" siano espressi, la forma comune prevede
ormai
"cui", ma a mio avviso, in queste espressioni, il "che" resta affatto
legittimo.
Mi hai fatto sorgere il dubbio.
Ciao
Angelo Corazzato
f***@scuola.it
2005-06-09 08:15:50 UTC
Permalink
Post by Zeta di Riemann
Qual è secondo voi una delle parole (o frasi) più belle della lingua
italiana?
Bah. Le parole sono come le note. Che senso ha chiedersi se sia più bello
un do o un sol? Ciò che importa è la melodia, l'armonia, il ritmo. I.e. la
successione delle parole, i reciproci rapporti, la struttura della frase.
--
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http://www.newsland.it/news segnala gli abusi ad ***@newsland.it
franco antonelli
2005-06-10 07:34:43 UTC
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Post by f***@scuola.it
Post by Zeta di Riemann
Qual è secondo voi una delle parole (o frasi) più belle della lingua
italiana?
Bah. Le parole sono come le note. Che senso ha chiedersi se sia più bello
un do o un sol? Ciò che importa è la melodia, l'armonia, il ritmo. I.e. la
successione delle parole, i reciproci rapporti, la struttura della frase.
Ti capisco, hai ragione riguardo alla parola inserita nella struttura,
talchè una bella parola, se usata male, può imbruttire sensibilmente; se
usata bene, risplendere ancora più della sua essenza.
Ma forse Zeta si voleva riferire a un certo canone di bellezza a sè
stante, come una classifica.
Ovvero se sia più bello amore o cacatoio.

Ciao,
Franco merdaiolo
--
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Roger
2005-06-10 07:44:50 UTC
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Post by franco antonelli
Ovvero se sia più bello amore o cacatoio.
Tutto è relativo.
Per chi è afflitto da diarrea cronica "cacatoio" è la più bella parola del
mondo.
Post by franco antonelli
Ciao,
Franco merdaiolo
Roger
--
FAQ di ICLIt:
http://www.mauriziopistone.it/linguaitaliana.html

"What's in a name? That which we call a rose
By any other name would smell as sweet."
franco antonelli
2005-06-10 13:53:32 UTC
Permalink
Post by Roger
Post by franco antonelli
Ovvero se sia più bello amore o cacatoio.
Tutto è relativo.
Per chi è afflitto da diarrea cronica "cacatoio" è la più bella parola del
mondo.
Post by franco antonelli
Ciao,
Franco merdaiolo
Roger
Forse Zeta cercava una classifica di bellezza. Aveva messo in evidenza
'stesso e 'medesimo' senza citare la frase.
Penso che la sua sia stata la ricerca della parola bella fine a se stesso.
Inserita nella struttura la parola cambia e assume significati a secondo
delle circostanze.
La tua 'relativa' spiegazione è molto efficace, l'ho apprezzata e concordo
con te.

Ciao,
Franco einsteinseguace
--
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FB
2005-06-10 15:38:11 UTC
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On Fri, 10 Jun 2005 15:53:32 +0200, franco antonelli wrote:

[...]
Post by franco antonelli
Forse Zeta cercava una classifica di bellezza. Aveva messo in evidenza
'stesso e 'medesimo' senza citare la frase.
Penso che la sua sia stata la ricerca della parola bella fine a se stesso.
Inserita nella struttura la parola cambia e assume significati a secondo
delle circostanze.
La tua 'relativa' spiegazione è molto efficace, l'ho apprezzata e concordo
con te.
"Pace": molto meglio di "peace", "paix", "Frieden", "мир", "pokój",
"rauha", ειρήνη, béke. Invece, mi piacciono friður e pax, ma "pace" rimane
la migliore.



Ciao, FB
--
"Qualcuno, meglio se un poliziotto, dovrebbe comunicare a Xxxxx
Xxxxxxxxxxxx che scrivere noir non fa per lui. Per il suo bene (e il
nostro, soprattutto)."
(Recensione di Antonio D'Orrico sul Corriere della Sera Magazine)
Father McKenzie
2005-06-10 13:24:23 UTC
Permalink
franco antonelli, para que tú me oigas, mis palabras se adelgazan a veces
como las huellas de las gaviotas en las playas
Post by franco antonelli
Ovvero se sia più bello amore o cacatoio.
Dipende.
Se la tua ragazza ti dice "non provo piu' amore per te", amore è la piu'
brutt parola al mondo.
--
Spesso temiamo cio' che non riusciamo a capire. La miglior difesa e' la
conoscenza... (Tuvok)
Father McKenzie
2005-06-10 13:41:20 UTC
Permalink
Father McKenzie, para que tú me oigas, mis palabras se adelgazan a veces
como las huellas de las gaviotas en las playas
Post by Father McKenzie
Dipende.
Se la tua ragazza ti dice "non provo piu' amore per te", amore è la piu'
brutt parola al mondo.
Oppure "ho fatto l'amore con Abdul" o...
--
Spesso temiamo cio' che non riusciamo a capire. La miglior difesa e' la
conoscenza... (Tuvok)
Father McKenzie
2005-06-10 13:42:21 UTC
Permalink
Father McKenzie, para que tú me oigas, mis palabras se adelgazan a veces
como las huellas de las gaviotas en las playas
Post by Father McKenzie
Dipende.
Se la tua ragazza ti dice "non provo piu' amore per te", amore è la piu'
brutt parola al mondo.
Oppure "ho fatto l'amore con Abdul" o...
franco antonelli
2005-06-10 13:45:57 UTC
Permalink
Post by Father McKenzie
franco antonelli, para que tú me oigas, mis palabras se adelgazan a veces
como las huellas de las gaviotas en las playas
Post by franco antonelli
Ovvero se sia più bello amore o cacatoio.
Dipende.
Se la tua ragazza ti dice "non provo piu' amore per te", amore è la piu'
brutt parola al mondo.
Hai ragione, ma Zeta dava importanza più alla parola che alla frase di
riferimento. Penso che volesse una specie di classifica, ma questo lo può
chiarire solo lui.
Aveva messo due aggettivi a confronto: ' medesimo' e 'stesso'.
Solo tra parentesi aveva parlato di 'frase'.
Comunque sono d'accordo con te, la parola ha da essere giudicata tra le
sue sorelle e fratelli, zii e cugini. La frase è una famiglia.

Ciao,
Franco conformante
--
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SerGiotto
2005-06-09 09:06:59 UTC
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A me piace molto "eppure".
Sarà forse l'idea che esista sempre dell'Altro da conoscere o forse questa
nostra incertezza di fondo, ma ricordarsi che l'assoluto non apparitiene
all'uomo mai completamente, mi pare un bel messaggio.
Ciao
SerGiotto (poetico trascendentale o forse semplicemente un po' "bevuto")
Post by Zeta di Riemann
Qual è secondo voi una delle parole (o frasi) più belle della lingua
italiana?
Una delle parole che mi piace utilizzare di più in assoluto è "medesimo/a".
Ad es. 'nella medesima misura in cui...' piuttosto che 'la stessa misura
in cui'
La trovo estremamente elegante. Non lo so perché. :)
Zeta.
--
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Fiorelisa
2005-06-09 09:55:47 UTC
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Post by Zeta di Riemann
Qual è secondo voi una delle parole (o frasi) più belle della lingua
italiana?
Mi piacciono le parole e le combinazioni che hanno un suono bello, o
evocativo. Perciò mi associo alle lodi di Luciana per il Vate e le sue
parole "fruscianti".
Poi penso che il nostro Franco usi parole ed espressioni molto belle.
Enrico C
2005-06-09 09:57:33 UTC
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On Thu, 09 Jun 2005 09:55:47 GMT, Fiorelisa wrote in
Post by Fiorelisa
Mi piacciono le parole e le combinazioni che hanno un suono bello, o
evocativo.
Anche a me.
"Spaparanzato."
;)
--
Enrico C
==================================
it-alt.politica.referendum
(I si e i no che dividono gli italiani)
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http://www.mynewsgate.net/newsgroup.php?ng=it-alt.politica.referendum
Fiorelisa
2005-06-09 10:15:02 UTC
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Post by Enrico C
On Thu, 09 Jun 2005 09:55:47 GMT, Fiorelisa wrote in
Post by Fiorelisa
Mi piacciono le parole e le combinazioni che hanno un suono bello, o
evocativo.
Anche a me.
"Spaparanzato."
;)
"Sc-papparanzato" è cchiù beddu ancora!
franco antonelli
2005-06-10 07:49:49 UTC
Permalink
Post by Fiorelisa
Post by Zeta di Riemann
Qual è secondo voi una delle parole (o frasi) più belle della lingua
italiana?
Mi piacciono le parole e le combinazioni che hanno un suono bello, o
evocativo. Perciò mi associo alle lodi di Luciana per il Vate e le sue
parole "fruscianti".
Poi penso che il nostro Franco usi parole ed espressioni molto belle.
E hai pensato... non ti avevo letto, altrimenti mi sarei ben guardato
dall' usare un paradosso putido nella mia considerazione al babbopapà su
Zeta.
Grazie per il complimento, mi fai diventare rubro come un pomodoro maturo.
Ciao,
Franco colorato
--
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Angelo Corazzato
2005-06-09 11:43:18 UTC
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Post by Zeta di Riemann
Una delle parole che mi piace utilizzare di più in assoluto è "medesimo/a".
Ad es. 'nella medesima misura in cui...' piuttosto che 'la stessa misura
in cui'
La trovo estremamente elegante. Non lo so perché. :)
Io non trovo elegante "nella misura in cui", che sia medesima o stessa. Se
proprio è obbligatorio utilizzare questa espressione, meglio "che"; come
"nel caso che" è meglio di "nel caso in cui".
Ciao
Angelo Corazzato
Lilith
2005-06-10 15:41:59 UTC
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Post by Zeta di Riemann
Qual è secondo voi una delle parole (o frasi) più belle della lingua
italiana?
Pappagorgia.
Maurizio Pistone
2005-06-10 16:16:15 UTC
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Post by Zeta di Riemann
Una delle parole che mi piace utilizzare di più in assoluto è "medesimo/a".
allora ti piacerà

di memmedesmo meco mi vergogno

(Petrarca)
--
Maurizio Pistone - Torino
strenua nos exercet inertia Hor.
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