sergio
2005-03-10 09:30:13 UTC
Il Partito dei Comunisti Italiani intende portare avanti la sua azione
politica in continuità con la migliore tradizione dei comunisti in Italia,
con la loro vocazione e tradizione a combattere per la libertà, per la
democrazia, per gli interessi dei lavoratori e di tutto il paese, nella
prospettiva di superare le contraddizioni del sistema capitalistico. Siamo
convinti della necessità di una rinascita dell'Italia secondo i principi
tutt'oggi validi, moderni ed attuali della Costituzione repubblicana e
antifascista. Il nostro è un contributo per il programma di tutto il
centrosinistra, per una inversione di tendenza dopo anni di declino
economico, sociale ed etico dovuto alla devastante azione del governo delle
destre.
1. L'ITALIA E' UNA REPUBBLICA FONDATA SUL LAVORO
"L'Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro". L'art. 1 della
nostra Costituzione è il principio cardine, vivo e moderno, a cui ci
ispiriamo, come comunisti, nella nostra azione politica. Occorre ridare
rappresentanza e centralità politica al mondo del lavoro, quello classico e
quello nuovo, frammentato e precario.
· Il Pdci propone l'abolizione della legge 30 che aumenta la precarietà e
riduce i lavoratori ad una merce come le altre.
· Propone il rafforzamento dei diritti dei lavoratori attraverso la legge
sulla rappresentanza sindacale e la difesa dei contratti nazionali contro
ogni tentativo di divisione del mondo del lavoro.
· Proponiamo una nuova forma di recupero automatico del potere d'acquisto
calcolando la differenza annuale fra inflazione reale e inflazione
programmata petr far fronte all'emergenza salariale.
2. "PIU STATO MENO MERCATO" PER UN NUOVO SVILUPPO
Il sistema produttivo italiano attraversa una pericolosa fase di declino. Le
grandi industrie stanno smobilitando o sono fortemente indebitate. Le medie
aziende, tessuto portante dell'economia, hanno problemi di competitività,
sono tentate a delocalizzare invece che ad investire sulla qualità dei
prodotti.
Occorre rilanciare una nuova idea di intervento pubblico nell'economia, "più
stato e meno mercato" contro il furore ideologico delle privatizzazioni.
Siamo per la realizzazione di una grande piano di rinascita economica
creando strumenti operativi finalizzati ad intervenire sui settori in crisi
e sostenere quelli in via di sviluppo attraverso la ricerca e l'innovazione
di prodotto. Serve una forte politica di sostegno per la piccole e medie
imprese e per la qualificazione e la formazione permanente della forza
lavoro. E' necessario un grande sforzo per affrontare quella che si propone
come una nuova questione meridionale.
Lo sviluppo deve essere compatibile con la salvaguardia dell'ambiente e con
il diritto alla salute e alla sicurezza dei lavoratori. L'Italia deve porsi
in prima fila nel rispetto del protocollo di Kyoto e nello sviluppo delle
fonti rinnovabili. Proponiamo al creazione di un'agenzia pubblica per
l'energia. Il nostro paese ha bisogno di grandi infrastrutture per la
mobilità metropolitana, regionale ed interregionale, e non di opere inutili
e faraoniche.
3. ISTRUZIONE PUBBLICA E GRATUITA PER TUTTI
La riforma Moratti reintroduce la scuola di classe aumentando l'uscita dai
percorsi formativi, anticipando la scelta fra licei e formazione
professionale e demotivando e umiliando il personale docente. I Comunisti
italiani sono per la piena attuazione del principio costituzionale del
diritto allo studio attraverso l'estensione dell'obbligo scolastico fino a
18 anni e con la completa gratuità della scuola dell'obbligo. Siamo per la
netta separazione fra scuole pubbliche e private, queste ultime non devono
essere sostenute dallo Stato.
Per una nuova scuola pubblica occorre l'abrogazione della legge Moratti ed
una riforma che valorizzi il personale scolastico e i docenti, che avvii
processi di formazione permanente per gli insegnanti e che renda vivibile
gli ambienti e le strutture scolastiche, per noi concepiti come luoghi di
socialità e di crescita umana e non solo di mero apprendimento.
4. IN DIFESA DELLE PENSIONI E DELLO STATO SOCIALE
Il diritto ad una giusta e serena vecchiaia, il diritto alla salute e
all'assistenza sono principi inviolabili e modernissimi. Il sistema
previdenziale deve reggersi sulla struttura pubblica, separando i costi di
assistenza e previdenza. La previdenza privata e integrativa può solo essere
complementare e non obbligatoria in quanto riservata di per sé a fasce
abbienti di lavoratori. Occorre sviluppare forme di copertura previdenziale
per quanti oggi svolgono lavori flessibili e precari e che non maturano
alcun diritto.
Serve una sanità pubblica di qualità così come un nuovo stato sociale in
grado di garantire un livello di vita dignitoso per tutti i cittadini e
tutti i lavoratori e non solo a coloro in grado di pagarsi i servizi.
Bisogna garantire il diritto alla casa e mettere fine alle speculazioni
immobiliari pubbliche e private.
5. LA SOCIETA' DEI SAPERI
L'Italia ha un grande patrimonio intellettuale che non viene utilizzato e
che, invece, va valorizzato e promosso per uno sviluppo libero e senza
censura della cultura e dei saperi diffusi. Occorre rilanciare i centri di
ricerca pubblici a partire da quelli di eccellenza, riportare le università
al loro ruolo di ricerca e formazione, mettere le intelligenze al servizio
del Paese e non degli interessi privati.
Il mondo della cultura, dello spettacolo e della comunicazione deve trovare
attenzione da parte dello Stato che deve favorire adeguati canali di
veicolazione e di fruizione. Il diritto all'accesso alle nuove tecnologie e
alla società dell'informazione è elemento indispensabile di crescita
democratica.
Occorre fermare la devastante privatizzazione dei beni culturali così come
quella della Rai.
6. CONTRO LE RIFORME ANTICOSTITUZIONALI, PER LA DEMOCRAZIA
La Costituzione repubblicana viene attaccata nei suoi principi e valori
fondanti in un processo eversivo che mira al suo completo scardinamento.
Vengono messi in discussioni i principi fondamentali dei diritti delle
persone (lavoro, istruzione, salute) viene messa in discussione l'unitarietà
dello Stato con la proposta di devoluzone che altro non è se non l'avvio
della rottura nazionale, basti pensare alla regionalizzazione di scuola e
sanità e all'istituzione della polizia regionale.
La riforma in chiave presidenzialista snatura le funzioni delle assemblee
rappresentative e
tende ad aumentare sempre di più la deriva personalistica della politica,
sostenuta in questo da un odioso revisionismo culturale che attacca la
matrice antifascista della Repubblica.
Siamo favorevoli alla riduzione del numero dei parlamentari ed alla
diversificazione delle funzioni fra Camera e Senato, ma la riforma
costituzionale del centrodestra, oltre a sovvertire la Costituzione nei sui
valori più profondi, propone una caos funzionale, aumenta i conflitti di
competenza ed umilia gli enti locali introducendo il centralismo delle
Regioni.
7. PER UNA GIUSTIZIA AUTONOMA AL SERVIZIO DEI CITTADINI
L'attacco alla magistratura è una costante del governo Berlusconi. Le leggi
ad personam sono una pagina nera della storia italiana. Il conflitto di
interessi, (nei confronti della magistratura così come dei media) è una
costante nell'operato del governo. Nell'agenda del centrosinistra deve
esserci una nuova norma, seria, sul conflitto di interessi.
Occorre ripristinare l'autonomia della Magistratura e metterla al riparo
dalle continue interferenze politiche. Serve una giustizia - penale e civile
- che risponda innanzitutto alle richieste dei cittadini di un giusto
processo, di tempi celeri e che questo avvenga nel rispetto delle garanzie
degli imputati ma anche con la certezza della pena.
Occorre garantire il diritto alla sicurezza per i cittadini rimettendo
all'ordine del giorno la lotta contro le varie forme di criminalità
organizzata e combattendo gli intrecci fra questa e il mondo politico.
8. PER UN MONDO DI PACE, L'ITALIA RIPUDIA LA GUERRA
"L'Italia ripudia la guerra come strumento di risoluzione delle controversie
internazionali", l'art.11 della Costituzione è un punto di riferimento per
la nostra politica internazionale.
Siamo decisamente contrari e ostacoleremo in tutti i modi la dottrina della
guerra preventiva e permanente portata avanti dall'amministrazione
statunitense di Bush e appoggiata da Berlusconi. L'unipolarismo americano
sta aumentando l'instabilità e le fratture fra paesi ricchi e paesi poveri.
Siano contrari ad ogni forma di terrorismo e di integralismo, ma la guerra
in Iraq sta alimentando il terrorismo invece di sconfiggerlo. Ci opponiamo a
tutti coloro che sostengono la tesi dello scontro di civiltà convinti che
serva una politica di dialogo che parta dai paesi del bacino del
Mediterraneo e si allarghi verso tutto il sud del mondo.
Siamo convinti che la pace nel mondo abbia bisogno anche di politiche che
mirino a riequilibrare e superare le differenza economico sociali fra nord e
sud, per questo proponiamo l'azzeramento del debito, la tassazione dei
capitali speculativi internazionali ed efficaci politiche di cooperazione.
9. PER UN'EUROPA DEI POPOLI, POLITICA E FEDERALE
Siamo favorevoli al trattato costituzionale europeo convinti che rappresenti
un primo passo per la costruzione di un'Europa intesa come soggetto politico
e non come mera area di libero mercato. Il trattato ha profondi limiti per
quanto riguarda il riconoscimento dei diritti sociali e la costruzione
dell'Europa politica ma occorre lavorare per il suo miglioramento.
L'Europa politica deve essere in grado di decidere a maggioranza e si deve
avviare verso una struttura realmente federale e democratica che superi
l'attuale intreccio fra tecnocrazia e governi nazionali.
Siamo per un Europa che divenga realmente autonoma rispetto agli USA,
polticamente ed econmicamente. Sono ormai mature le condizioni per avviare
un processo di superamento della NATO. Questo può avvenire dotando l'Unione
Europea di un proprio sistema autonomo di difesa e di sicurezza.
10. UNA SOCIETA' LIBERA, LAICA E PARITARIA
Siamo per la difesa della piena laicità dello Stato che oggi viene messa in
seria discussione da una forte pressione esercitata dagli ambienti più
retrivi e conservatori delle gerarchie ecclesiastiche e dai suoi affiliati
politici.
Siamo fermamente convinti che occorra portare avanti una battaglia per il
riconoscimento della piena parità dei diritti civili per tutti i cittadini,
senza distinzione di età, sesso, religione, appartenenza politica o
culturale. Ci battiamo per un a politica di piena parità e di pari
opportunità per le donne. Proponiamo il riconoscimento delle coppie di fatto
e dei pieni diritti civili per gli omosessuali,
Nei confronti degli immigrati extracomunitari serve una politica di
accoglienza e di integrazione il cui primo passo è l'abrogazione della legge
Bossi-Fini, per poter poi giungere al pieno riconoscimento dei diritti
politici per a partire dal diritto di voto (politico e amministrativo).
Una società libera deve far cadere assurdi proibizionismi, chiediamo la
legalizzazione delle droghe leggere.
--------------------------------
Inviato via http://arianna.libero.it/usenet/
--
Sito web del newsgroup: <http://ipsnews.blogspot.com/>.
politica in continuità con la migliore tradizione dei comunisti in Italia,
con la loro vocazione e tradizione a combattere per la libertà, per la
democrazia, per gli interessi dei lavoratori e di tutto il paese, nella
prospettiva di superare le contraddizioni del sistema capitalistico. Siamo
convinti della necessità di una rinascita dell'Italia secondo i principi
tutt'oggi validi, moderni ed attuali della Costituzione repubblicana e
antifascista. Il nostro è un contributo per il programma di tutto il
centrosinistra, per una inversione di tendenza dopo anni di declino
economico, sociale ed etico dovuto alla devastante azione del governo delle
destre.
1. L'ITALIA E' UNA REPUBBLICA FONDATA SUL LAVORO
"L'Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro". L'art. 1 della
nostra Costituzione è il principio cardine, vivo e moderno, a cui ci
ispiriamo, come comunisti, nella nostra azione politica. Occorre ridare
rappresentanza e centralità politica al mondo del lavoro, quello classico e
quello nuovo, frammentato e precario.
· Il Pdci propone l'abolizione della legge 30 che aumenta la precarietà e
riduce i lavoratori ad una merce come le altre.
· Propone il rafforzamento dei diritti dei lavoratori attraverso la legge
sulla rappresentanza sindacale e la difesa dei contratti nazionali contro
ogni tentativo di divisione del mondo del lavoro.
· Proponiamo una nuova forma di recupero automatico del potere d'acquisto
calcolando la differenza annuale fra inflazione reale e inflazione
programmata petr far fronte all'emergenza salariale.
2. "PIU STATO MENO MERCATO" PER UN NUOVO SVILUPPO
Il sistema produttivo italiano attraversa una pericolosa fase di declino. Le
grandi industrie stanno smobilitando o sono fortemente indebitate. Le medie
aziende, tessuto portante dell'economia, hanno problemi di competitività,
sono tentate a delocalizzare invece che ad investire sulla qualità dei
prodotti.
Occorre rilanciare una nuova idea di intervento pubblico nell'economia, "più
stato e meno mercato" contro il furore ideologico delle privatizzazioni.
Siamo per la realizzazione di una grande piano di rinascita economica
creando strumenti operativi finalizzati ad intervenire sui settori in crisi
e sostenere quelli in via di sviluppo attraverso la ricerca e l'innovazione
di prodotto. Serve una forte politica di sostegno per la piccole e medie
imprese e per la qualificazione e la formazione permanente della forza
lavoro. E' necessario un grande sforzo per affrontare quella che si propone
come una nuova questione meridionale.
Lo sviluppo deve essere compatibile con la salvaguardia dell'ambiente e con
il diritto alla salute e alla sicurezza dei lavoratori. L'Italia deve porsi
in prima fila nel rispetto del protocollo di Kyoto e nello sviluppo delle
fonti rinnovabili. Proponiamo al creazione di un'agenzia pubblica per
l'energia. Il nostro paese ha bisogno di grandi infrastrutture per la
mobilità metropolitana, regionale ed interregionale, e non di opere inutili
e faraoniche.
3. ISTRUZIONE PUBBLICA E GRATUITA PER TUTTI
La riforma Moratti reintroduce la scuola di classe aumentando l'uscita dai
percorsi formativi, anticipando la scelta fra licei e formazione
professionale e demotivando e umiliando il personale docente. I Comunisti
italiani sono per la piena attuazione del principio costituzionale del
diritto allo studio attraverso l'estensione dell'obbligo scolastico fino a
18 anni e con la completa gratuità della scuola dell'obbligo. Siamo per la
netta separazione fra scuole pubbliche e private, queste ultime non devono
essere sostenute dallo Stato.
Per una nuova scuola pubblica occorre l'abrogazione della legge Moratti ed
una riforma che valorizzi il personale scolastico e i docenti, che avvii
processi di formazione permanente per gli insegnanti e che renda vivibile
gli ambienti e le strutture scolastiche, per noi concepiti come luoghi di
socialità e di crescita umana e non solo di mero apprendimento.
4. IN DIFESA DELLE PENSIONI E DELLO STATO SOCIALE
Il diritto ad una giusta e serena vecchiaia, il diritto alla salute e
all'assistenza sono principi inviolabili e modernissimi. Il sistema
previdenziale deve reggersi sulla struttura pubblica, separando i costi di
assistenza e previdenza. La previdenza privata e integrativa può solo essere
complementare e non obbligatoria in quanto riservata di per sé a fasce
abbienti di lavoratori. Occorre sviluppare forme di copertura previdenziale
per quanti oggi svolgono lavori flessibili e precari e che non maturano
alcun diritto.
Serve una sanità pubblica di qualità così come un nuovo stato sociale in
grado di garantire un livello di vita dignitoso per tutti i cittadini e
tutti i lavoratori e non solo a coloro in grado di pagarsi i servizi.
Bisogna garantire il diritto alla casa e mettere fine alle speculazioni
immobiliari pubbliche e private.
5. LA SOCIETA' DEI SAPERI
L'Italia ha un grande patrimonio intellettuale che non viene utilizzato e
che, invece, va valorizzato e promosso per uno sviluppo libero e senza
censura della cultura e dei saperi diffusi. Occorre rilanciare i centri di
ricerca pubblici a partire da quelli di eccellenza, riportare le università
al loro ruolo di ricerca e formazione, mettere le intelligenze al servizio
del Paese e non degli interessi privati.
Il mondo della cultura, dello spettacolo e della comunicazione deve trovare
attenzione da parte dello Stato che deve favorire adeguati canali di
veicolazione e di fruizione. Il diritto all'accesso alle nuove tecnologie e
alla società dell'informazione è elemento indispensabile di crescita
democratica.
Occorre fermare la devastante privatizzazione dei beni culturali così come
quella della Rai.
6. CONTRO LE RIFORME ANTICOSTITUZIONALI, PER LA DEMOCRAZIA
La Costituzione repubblicana viene attaccata nei suoi principi e valori
fondanti in un processo eversivo che mira al suo completo scardinamento.
Vengono messi in discussioni i principi fondamentali dei diritti delle
persone (lavoro, istruzione, salute) viene messa in discussione l'unitarietà
dello Stato con la proposta di devoluzone che altro non è se non l'avvio
della rottura nazionale, basti pensare alla regionalizzazione di scuola e
sanità e all'istituzione della polizia regionale.
La riforma in chiave presidenzialista snatura le funzioni delle assemblee
rappresentative e
tende ad aumentare sempre di più la deriva personalistica della politica,
sostenuta in questo da un odioso revisionismo culturale che attacca la
matrice antifascista della Repubblica.
Siamo favorevoli alla riduzione del numero dei parlamentari ed alla
diversificazione delle funzioni fra Camera e Senato, ma la riforma
costituzionale del centrodestra, oltre a sovvertire la Costituzione nei sui
valori più profondi, propone una caos funzionale, aumenta i conflitti di
competenza ed umilia gli enti locali introducendo il centralismo delle
Regioni.
7. PER UNA GIUSTIZIA AUTONOMA AL SERVIZIO DEI CITTADINI
L'attacco alla magistratura è una costante del governo Berlusconi. Le leggi
ad personam sono una pagina nera della storia italiana. Il conflitto di
interessi, (nei confronti della magistratura così come dei media) è una
costante nell'operato del governo. Nell'agenda del centrosinistra deve
esserci una nuova norma, seria, sul conflitto di interessi.
Occorre ripristinare l'autonomia della Magistratura e metterla al riparo
dalle continue interferenze politiche. Serve una giustizia - penale e civile
- che risponda innanzitutto alle richieste dei cittadini di un giusto
processo, di tempi celeri e che questo avvenga nel rispetto delle garanzie
degli imputati ma anche con la certezza della pena.
Occorre garantire il diritto alla sicurezza per i cittadini rimettendo
all'ordine del giorno la lotta contro le varie forme di criminalità
organizzata e combattendo gli intrecci fra questa e il mondo politico.
8. PER UN MONDO DI PACE, L'ITALIA RIPUDIA LA GUERRA
"L'Italia ripudia la guerra come strumento di risoluzione delle controversie
internazionali", l'art.11 della Costituzione è un punto di riferimento per
la nostra politica internazionale.
Siamo decisamente contrari e ostacoleremo in tutti i modi la dottrina della
guerra preventiva e permanente portata avanti dall'amministrazione
statunitense di Bush e appoggiata da Berlusconi. L'unipolarismo americano
sta aumentando l'instabilità e le fratture fra paesi ricchi e paesi poveri.
Siano contrari ad ogni forma di terrorismo e di integralismo, ma la guerra
in Iraq sta alimentando il terrorismo invece di sconfiggerlo. Ci opponiamo a
tutti coloro che sostengono la tesi dello scontro di civiltà convinti che
serva una politica di dialogo che parta dai paesi del bacino del
Mediterraneo e si allarghi verso tutto il sud del mondo.
Siamo convinti che la pace nel mondo abbia bisogno anche di politiche che
mirino a riequilibrare e superare le differenza economico sociali fra nord e
sud, per questo proponiamo l'azzeramento del debito, la tassazione dei
capitali speculativi internazionali ed efficaci politiche di cooperazione.
9. PER UN'EUROPA DEI POPOLI, POLITICA E FEDERALE
Siamo favorevoli al trattato costituzionale europeo convinti che rappresenti
un primo passo per la costruzione di un'Europa intesa come soggetto politico
e non come mera area di libero mercato. Il trattato ha profondi limiti per
quanto riguarda il riconoscimento dei diritti sociali e la costruzione
dell'Europa politica ma occorre lavorare per il suo miglioramento.
L'Europa politica deve essere in grado di decidere a maggioranza e si deve
avviare verso una struttura realmente federale e democratica che superi
l'attuale intreccio fra tecnocrazia e governi nazionali.
Siamo per un Europa che divenga realmente autonoma rispetto agli USA,
polticamente ed econmicamente. Sono ormai mature le condizioni per avviare
un processo di superamento della NATO. Questo può avvenire dotando l'Unione
Europea di un proprio sistema autonomo di difesa e di sicurezza.
10. UNA SOCIETA' LIBERA, LAICA E PARITARIA
Siamo per la difesa della piena laicità dello Stato che oggi viene messa in
seria discussione da una forte pressione esercitata dagli ambienti più
retrivi e conservatori delle gerarchie ecclesiastiche e dai suoi affiliati
politici.
Siamo fermamente convinti che occorra portare avanti una battaglia per il
riconoscimento della piena parità dei diritti civili per tutti i cittadini,
senza distinzione di età, sesso, religione, appartenenza politica o
culturale. Ci battiamo per un a politica di piena parità e di pari
opportunità per le donne. Proponiamo il riconoscimento delle coppie di fatto
e dei pieni diritti civili per gli omosessuali,
Nei confronti degli immigrati extracomunitari serve una politica di
accoglienza e di integrazione il cui primo passo è l'abrogazione della legge
Bossi-Fini, per poter poi giungere al pieno riconoscimento dei diritti
politici per a partire dal diritto di voto (politico e amministrativo).
Una società libera deve far cadere assurdi proibizionismi, chiediamo la
legalizzazione delle droghe leggere.
--------------------------------
Inviato via http://arianna.libero.it/usenet/
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