massivan
2005-08-26 10:14:17 UTC
http://www.progettomeg.it/petiziobiocarb.htm
PETIZIONE PER I BIOCARBURANTI IN ITALIA
L'utilizzo dei biocarburanti è una realtà in Francia e in Germania ma non in
Italia dove nel 2005 il contingente defiscalizzato di biodiesel è stato
persino ridotto nella finanziaria da 300mila a 200mila tonnellate. I
biocarburanti sono alternativi al diesel e alla benzina, sono meno
inquinanti per l'aria, riducono la dipendenza dal petrolio e favoriscono
l'occupazione agricola. La direttiva europea 30/2003 impone all'Italia
l'obiettivo di coprire il 2% della domanda di carburanti con i biocarburanti
entro il 2005 e del 5,75% entro il 2010. Il recente decreto legge 128/2005
del governo ha previsto la copertura teorica soltanto del 1% entro il 2005 e
del 2,5% entro il 2010... l'Italia è ben al di sotto dell'obiettivo europeo.
I biocarburanti sono producibili da qualsiasi azienda agricola in Italia e
nel mondo. Rispetto al petrolio non esistono problemi di scarsità o di
concentrazione delle riserve in poche aree desertiche. I biocarburanti sono
fonte di occupazione per l'agricoltura europea e del sud del mondo. Sono
meno inquinanti del diesel e della benzina riducendo lo smog nelle città e
il problema dell'effetto serra. I vantaggi economici e sociali dei
biocarburanti sono evidenti:
1. Fabbisogno energetico nazionale. Crescita dell'auto-produzione nazionale
di carburanti con conseguente miglioramento dell'autosufficienza energetica
nazionale. In Francia i biocarburanti sono miscelati al 5% con i carburanti
tradizionali.
2. Occupazione nel settore agricolo. La produzione agricola per fini
energetici favorisce l'occupazione nel settore agricolo ben distribuita sul
territorio nazionale.
3. Il fenomeno dell'olio di colza. I cittadini italiani che utilizzano olio
di colza alimentare miscelato con il diesel compiono il reato di evasione
delle accise sui carburanti. Nulla però viene fatto per agevolare la
produzione e la vendita dei biocarburanti legalizzati. L'aumento del prezzo
del petrolio sta facendo aumentare automaticamente le entrate dello Stato
tramite le accise, a spese dei consumatori e delle imprese, perché non
investire questo surplus per defiscalizzare la produzione dei biocarburanti
legali?
4. Maggiore redditività delle imprese agricole nazionali. La domanda dei
biocarburanti non mancherebbe, lo dimostra il crescente fenomeno illegale
per l'olio di colza alimentare (materia prima agricola da distinguere dai
biocarburanti). I biocarburanti rappresenterebbero una valida attività di
reddito complementare per le aziende agricole oltre che una possibilità di
autoconsumo senza dover dipendere dalle oscillazioni del prezzo del
petrolio.
5. I biocarburanti riducono lo smog in città. L'uso dei biocarburanti riduce
lo smog in città e le conseguenze sulla salute dei cittadini. I recenti
blocchi del traffico nel 2005 hanno dimostrato la gravità delle condizioni
nell'aria che respiriamo nelle città italiane.
6. Riducono l'effetto serra. I biocarburanti rilasciano nell'aria la stessa
quantità di CO2 assorbita dalla pianta per crescere. Il bilancio con
l'ambiente si chiude in pareggio e non si alimenta l'effetto serra.
Favorisce pertanto il raggiungimento degli obiettivi di Kyoto.
7. Maggiore indipendenza dal petrolio. Il petrolio è ormai stabile al di
sopra dei 50-60 dollari al barile con conseguente pressione inflazionistica
sui prezzi al distributore di benzina o di diesel. Una vera e propria tassa
per tutti i cittadini che penalizza soprattutto i ceti meno abbienti.
Soltanto le Casse dello Stato beneficiano tramite le accise dall'incremento
del prezzo del petrolio, tutti i cittadini e le imprese sono invece
penalizzate nel potere di acquisto e nei costi. Aumentare la quota dei
biocarburanti frenerebbe questa situazione di empasse.
8. Meno guerre per il petrolio. La minore dipendenza dai paesi produttori di
petrolio favorirebbe una caduta del prezzo del petrolio e una minore
attenzione geopolitica per le zone ricche di petrolio. Se il petrolio avesse
minore importanza non ci sarebbero guerre del petrolio.
E' pertanto fondamentale allineare l'Italia agli obiettivi della direttiva
europea 30/2003 e aumentare al 2% la presenza di biocarburanti in Italia
entro il 2005 per consentire il raggiungimento del 5,75% entro il 2010. E'
al pari necessario aumentare il contingente defiscalizzato di diesel da
200.000 tonnellate a 500.000 tonnellate entro la prossima finanziaria. Una
risposta razionale al problema dello smog, dell'olio di colza, della
dipendenza dal petrolio e dell'occupazione agricola.
Firma anche tu!
PETIZIONE PER I BIOCARBURANTI IN ITALIA
L'utilizzo dei biocarburanti è una realtà in Francia e in Germania ma non in
Italia dove nel 2005 il contingente defiscalizzato di biodiesel è stato
persino ridotto nella finanziaria da 300mila a 200mila tonnellate. I
biocarburanti sono alternativi al diesel e alla benzina, sono meno
inquinanti per l'aria, riducono la dipendenza dal petrolio e favoriscono
l'occupazione agricola. La direttiva europea 30/2003 impone all'Italia
l'obiettivo di coprire il 2% della domanda di carburanti con i biocarburanti
entro il 2005 e del 5,75% entro il 2010. Il recente decreto legge 128/2005
del governo ha previsto la copertura teorica soltanto del 1% entro il 2005 e
del 2,5% entro il 2010... l'Italia è ben al di sotto dell'obiettivo europeo.
I biocarburanti sono producibili da qualsiasi azienda agricola in Italia e
nel mondo. Rispetto al petrolio non esistono problemi di scarsità o di
concentrazione delle riserve in poche aree desertiche. I biocarburanti sono
fonte di occupazione per l'agricoltura europea e del sud del mondo. Sono
meno inquinanti del diesel e della benzina riducendo lo smog nelle città e
il problema dell'effetto serra. I vantaggi economici e sociali dei
biocarburanti sono evidenti:
1. Fabbisogno energetico nazionale. Crescita dell'auto-produzione nazionale
di carburanti con conseguente miglioramento dell'autosufficienza energetica
nazionale. In Francia i biocarburanti sono miscelati al 5% con i carburanti
tradizionali.
2. Occupazione nel settore agricolo. La produzione agricola per fini
energetici favorisce l'occupazione nel settore agricolo ben distribuita sul
territorio nazionale.
3. Il fenomeno dell'olio di colza. I cittadini italiani che utilizzano olio
di colza alimentare miscelato con il diesel compiono il reato di evasione
delle accise sui carburanti. Nulla però viene fatto per agevolare la
produzione e la vendita dei biocarburanti legalizzati. L'aumento del prezzo
del petrolio sta facendo aumentare automaticamente le entrate dello Stato
tramite le accise, a spese dei consumatori e delle imprese, perché non
investire questo surplus per defiscalizzare la produzione dei biocarburanti
legali?
4. Maggiore redditività delle imprese agricole nazionali. La domanda dei
biocarburanti non mancherebbe, lo dimostra il crescente fenomeno illegale
per l'olio di colza alimentare (materia prima agricola da distinguere dai
biocarburanti). I biocarburanti rappresenterebbero una valida attività di
reddito complementare per le aziende agricole oltre che una possibilità di
autoconsumo senza dover dipendere dalle oscillazioni del prezzo del
petrolio.
5. I biocarburanti riducono lo smog in città. L'uso dei biocarburanti riduce
lo smog in città e le conseguenze sulla salute dei cittadini. I recenti
blocchi del traffico nel 2005 hanno dimostrato la gravità delle condizioni
nell'aria che respiriamo nelle città italiane.
6. Riducono l'effetto serra. I biocarburanti rilasciano nell'aria la stessa
quantità di CO2 assorbita dalla pianta per crescere. Il bilancio con
l'ambiente si chiude in pareggio e non si alimenta l'effetto serra.
Favorisce pertanto il raggiungimento degli obiettivi di Kyoto.
7. Maggiore indipendenza dal petrolio. Il petrolio è ormai stabile al di
sopra dei 50-60 dollari al barile con conseguente pressione inflazionistica
sui prezzi al distributore di benzina o di diesel. Una vera e propria tassa
per tutti i cittadini che penalizza soprattutto i ceti meno abbienti.
Soltanto le Casse dello Stato beneficiano tramite le accise dall'incremento
del prezzo del petrolio, tutti i cittadini e le imprese sono invece
penalizzate nel potere di acquisto e nei costi. Aumentare la quota dei
biocarburanti frenerebbe questa situazione di empasse.
8. Meno guerre per il petrolio. La minore dipendenza dai paesi produttori di
petrolio favorirebbe una caduta del prezzo del petrolio e una minore
attenzione geopolitica per le zone ricche di petrolio. Se il petrolio avesse
minore importanza non ci sarebbero guerre del petrolio.
E' pertanto fondamentale allineare l'Italia agli obiettivi della direttiva
europea 30/2003 e aumentare al 2% la presenza di biocarburanti in Italia
entro il 2005 per consentire il raggiungimento del 5,75% entro il 2010. E'
al pari necessario aumentare il contingente defiscalizzato di diesel da
200.000 tonnellate a 500.000 tonnellate entro la prossima finanziaria. Una
risposta razionale al problema dello smog, dell'olio di colza, della
dipendenza dal petrolio e dell'occupazione agricola.
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