Bhisma
2015-11-14 10:42:55 UTC
Cerco di essere razionale, anche se a botta calda non è facile.
La mattanza terroristica di stanotte a Parigi mette a nudo una volta
di più la tremenda debolezza dell' "Occidente".
Non la debolezza militare, ovviamente: parlando da un freddo punto di
vista bellico, il numero delle vittime del terrorismo di stanotte non
supera di molto quello degli "effetti collaterali" in termini di
vittime civili di un singolo raid aereo russo (e probabilmente anche
di uno NATO).
Si tratta di debolezza politica: l'ISIS ha dimostrato, al costo di un
pugno di uomini dotati di mezzi irrisori (e qui torniamo al discorso
di Maurizio sull'estrema difficoltà di colpire/dissuadere chi è votato
alla morte) di poter sconvolgere completamente con lutti e sangue,
portati io credo a ragion veduta nel cuore stesso di aspetti-simbolo
della vita di relazione e di svago della nostra cultura, la vita di
una delle principali capitali europee.
La minaccia jihadista -- perlomeno secondo una delle notizie che si
sono susseguite in ridda sin da ierinotte -- è di ripetere
l'operazione a "Roma, Londra, Washington".
A questo punto, malgrado l'intensificarsi enorme dei controlli
antiterrorismo cui altri -- e non ingiustamente -- facevano cenno,
anche se non ho idea di quanto l'ISIS sia effettivamente in grado di
portare a termine azioni del genere nel prossimo futuro, non è
comunque una minaccia vuota: l'estrema difficoltà (impossibilità?) di
prevenire completamente azioni del genere da parte di cellule
jihadiste dormienti è ormai troppo evidente e il fanatismo jihadistico
produce, sembrerebbe, quantità crescenti di questi assassini di massa
disposti al suicidio pur di colpirci.
Per una logica perversa, ma reale, l'intensificarsi dell'azione
militare occidentale e russa nei termini in cui sta venendo portata
avanti coopera a questa crescita.
Certo, razionalmente lo si sapeva e diceva, ma vedersi sbattere sul
muso in questo modo i morti di Parigi, perdonatemi, è tutta un'altra
cosa: gli effetti emotivi, politici e sociali sui popoli dell'
"Occidente" del ripetersi ed intensificarsi di azioni del genere
potrebbero essere devastanti.
Di fronte a una prospettiva del genere, mi pare legittimo domandarsi
se la "strategia di contenimento" di cui si parlava in altri thread
non finirebbe per rivelarsi inefficace.
Forse, a questo punto, si rivelerebbe necessario intervenire duramente
da un punto di vista militare in Medio Oriente, con l'invio di una
forza militare multinazionale in grado di schiacciare lo Stato
Islamico una volta per tutte.
Mi rendo conto delle difficoltà messe in rilievo in altre discussioni,
dell'assenza di una strategia di lunga portata, dei problemi aperti
dal "dopo", degli svantaggi economici e politici eccetera.
Nè sono poi così sicuro che l'eradicazione dello Stato Islamico
porrebbe un freno sostanziale alla minaccia terroristica.
Ma di fronte all'intensificarsi di minacce del genere, di fronte
all'esposizione del proprio popolo a mattanze continue come quella di
stanotte, quale altra soluzione resterebbe, ai governi dell'
"Occidente"?
La mattanza terroristica di stanotte a Parigi mette a nudo una volta
di più la tremenda debolezza dell' "Occidente".
Non la debolezza militare, ovviamente: parlando da un freddo punto di
vista bellico, il numero delle vittime del terrorismo di stanotte non
supera di molto quello degli "effetti collaterali" in termini di
vittime civili di un singolo raid aereo russo (e probabilmente anche
di uno NATO).
Si tratta di debolezza politica: l'ISIS ha dimostrato, al costo di un
pugno di uomini dotati di mezzi irrisori (e qui torniamo al discorso
di Maurizio sull'estrema difficoltà di colpire/dissuadere chi è votato
alla morte) di poter sconvolgere completamente con lutti e sangue,
portati io credo a ragion veduta nel cuore stesso di aspetti-simbolo
della vita di relazione e di svago della nostra cultura, la vita di
una delle principali capitali europee.
La minaccia jihadista -- perlomeno secondo una delle notizie che si
sono susseguite in ridda sin da ierinotte -- è di ripetere
l'operazione a "Roma, Londra, Washington".
A questo punto, malgrado l'intensificarsi enorme dei controlli
antiterrorismo cui altri -- e non ingiustamente -- facevano cenno,
anche se non ho idea di quanto l'ISIS sia effettivamente in grado di
portare a termine azioni del genere nel prossimo futuro, non è
comunque una minaccia vuota: l'estrema difficoltà (impossibilità?) di
prevenire completamente azioni del genere da parte di cellule
jihadiste dormienti è ormai troppo evidente e il fanatismo jihadistico
produce, sembrerebbe, quantità crescenti di questi assassini di massa
disposti al suicidio pur di colpirci.
Per una logica perversa, ma reale, l'intensificarsi dell'azione
militare occidentale e russa nei termini in cui sta venendo portata
avanti coopera a questa crescita.
Certo, razionalmente lo si sapeva e diceva, ma vedersi sbattere sul
muso in questo modo i morti di Parigi, perdonatemi, è tutta un'altra
cosa: gli effetti emotivi, politici e sociali sui popoli dell'
"Occidente" del ripetersi ed intensificarsi di azioni del genere
potrebbero essere devastanti.
Di fronte a una prospettiva del genere, mi pare legittimo domandarsi
se la "strategia di contenimento" di cui si parlava in altri thread
non finirebbe per rivelarsi inefficace.
Forse, a questo punto, si rivelerebbe necessario intervenire duramente
da un punto di vista militare in Medio Oriente, con l'invio di una
forza militare multinazionale in grado di schiacciare lo Stato
Islamico una volta per tutte.
Mi rendo conto delle difficoltà messe in rilievo in altre discussioni,
dell'assenza di una strategia di lunga portata, dei problemi aperti
dal "dopo", degli svantaggi economici e politici eccetera.
Nè sono poi così sicuro che l'eradicazione dello Stato Islamico
porrebbe un freno sostanziale alla minaccia terroristica.
Ma di fronte all'intensificarsi di minacce del genere, di fronte
all'esposizione del proprio popolo a mattanze continue come quella di
stanotte, quale altra soluzione resterebbe, ai governi dell'
"Occidente"?
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... e il pensier libero, è la mia fé!
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