LoStaff .
2018-04-08 14:41:11 UTC
BOLOGNA - Potrebbe sembrare una bufala, ma non è questo il caso.
Il sito 'Bufale Un Tanto Al Chilo', da questa mattina non è più raggiungibile
allindirizzo Butac.it, dove al suo posto campeggia la scritta: «Sottoposto a
sequestro preventivo».
La pagina web, che dal 2013 si occupa di debunking, è stata sequestrata da parte
del gip del Tribunale di Bologna su richiesta del pm Augusto Borghini, in
seguito a una querela per diffamazione per un articolo pubblicato nel 2015 dal
titolo: «L'oncologo olistico e lautoguarigione».
Al centro della vicenda, un medico oncologo iscritto allalbo, Claudio Pagliara,
che promuove la medicina olistica e che si è rivolto alla Procura di Brindisi
per denunciare il sito che confutava le sue tesi, andate in onda anche sul Tg1.
In passato Butac, con il suo archivio di migliaia di pagine analizzate per
risalire alle fonti e individuare eventuali fake news, aveva ricevuto altre
querele, ma non era mai stato oscurato del tutto. Da quanto trapela il gip di
Bologna potrebbe aver ravvisato il rischio di recidiva, disponendo così il
sequestro di tutto il sito.
Il sito 'Bufale Un Tanto Al Chilo', da questa mattina non è più raggiungibile
allindirizzo Butac.it, dove al suo posto campeggia la scritta: «Sottoposto a
sequestro preventivo».
La pagina web, che dal 2013 si occupa di debunking, è stata sequestrata da parte
del gip del Tribunale di Bologna su richiesta del pm Augusto Borghini, in
seguito a una querela per diffamazione per un articolo pubblicato nel 2015 dal
titolo: «L'oncologo olistico e lautoguarigione».
Al centro della vicenda, un medico oncologo iscritto allalbo, Claudio Pagliara,
che promuove la medicina olistica e che si è rivolto alla Procura di Brindisi
per denunciare il sito che confutava le sue tesi, andate in onda anche sul Tg1.
In passato Butac, con il suo archivio di migliaia di pagine analizzate per
risalire alle fonti e individuare eventuali fake news, aveva ricevuto altre
querele, ma non era mai stato oscurato del tutto. Da quanto trapela il gip di
Bologna potrebbe aver ravvisato il rischio di recidiva, disponendo così il
sequestro di tutto il sito.
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lostaff-***@doctor.com
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