Giampaolo Lomi
2007-11-08 02:08:18 UTC
Riporto questo articolo che non ha bisohno di commenti.
GP
QUOTE
Un articolo
di Eric Margolis
Stalin, un mostro
peggiore di Hitler
Cinque anni fa scrissi un articolo sullo
sconosciuto Olocausto in Ucraina. Fui
sorpreso di ricevere una marea di lettere
da giovani statunitensi e canadesi di
famiglia ucraina i quali mi dicevano che,
prima di leggere il mio articolo, erano
all’oscuro del genocidio del 1932-33 in
cui il regime di Stalin uccise 7 milioni di
Ucraini e ne spedì 2 milioni nei campi di
concentramento. Mi sono chiesto come
sia possibile che questa amnesia storica
affligga così tanti giovani nordamericani.
Per gli ebrei e gli statunitensi, i genocidi
di cui soffrì la propria gente sono ricordi
chiari ed ancora vivi che influenzano le
loro vite quotidiane. Ancora oggi, al
settantesimo anniversario della
distruzione di un quarto della
popolazione ucraina, questo gigantesco
crimine è quasi svanito nel buco nero
della storia. Allo stesso modo per lo
sterminio dei cosacchi del fiume Don da
parte dei sovietici negli anni Venti, ed i
tedeschi del Volga nel 1941; esecuzioni
di massa e deportazioni nei campi di
concentramento lituani, lettoni, estoni e
polacchi. Alla fine della seconda guerra
mondiale, i gulag di Stalin contenevano
5.5 milioni di prigionieri, il 23 per cento
Ucraini ed il 6 per cento Baltici.
Quasi sconosciuto è il genocidio di 2
milioni di musulmani sovietici: ceceni,
caucasi, criteri, tartari, tajiks, bashkirs,
kazani. I combattenti indipendenti
ceceni di oggi, considerati “terroristi”
dagli Usa e dalla Russia, sono i nipoti dei
sopravvissuti ai campi di
concentramento sovietici.
Da aggiungere alla lista delle atrocità
dimenticate vi è l’assassinio, nell’Europa
Orientale, dal 1945 al 1947, di almeno 2
milioni di persone di etnia germanica,
principalmente donne e bambini, e la
violenta espulsione di oltre 15 milioni di
tedeschi, durante la quale 2 milioni di
donne e ragazze tedesche furono
violentate.
Tra questi mostruosi crimini, quello
ucraino è il peggiore in termini di
numeri. Stalin dichiarò guerra alla sua
stessa gente. Nel 1932 egli inviò i
commissari Kaganovitch, Molotov e
Pagoda, capo della polizia segreta Nkvd
per spezzare la resistenza dei contadini
ucraini e forzare la collettivizzazione.
L’Ucraina fu isolata. Tutte le forniture di
cibo ed il bestiame furono confiscati. Gli
squadroni della morte dell’Nkvd
giustiziarono gli “elementi contro il
partito”. Non soddisfatto di quanti
ucraini stavano venendo uccisi,
Kaganovitch, “l’Adolf Eichmann
sovietico” stabilì una quota di 10.000
esecuzioni alla settimana. L’8 per cento
degli intellettuali ucraini fu ucciso.
Durante il rigido inverno del 1932-33,
25.000 ucraini al giorno venivano uccisi
o morivano di fame e freddo. Il
cannibalismo divenne una pratica
comune l’Ucraina, scrive lo storico
Robert Conquest, sembrava la versione
gigante del futuro campo di morte di
Bergan-Belsen.
La strage di 7 milioni di ucraini, 3
milioni dei quali erano bambini, e la
deportazione nei gulag di 2 milioni
(dove molti morirono) fu nascosta dalla
propaganda sovietica. Alcuni
filocmunisti occidentali, come Walter
Duranty e Sidney e Beatrice Webb del
New York Times, ed il Primo Ministro
francese Edouard Herriot, recatosi in
visita in Ucraina, negarono i racconti sul
genocidio, ed acclamarono ciò che essi
chiamavano “la riforma agraria”
sovietica. Coloro che parlavano contro il
genocidio furono etichettati come
“agenti fascisti”,
I governi britannico, canadese e
statunitense, tuttavia, erano ben
consapevoli del genocidio, e non solo
chiusero gli occhi, ma bloccarono gli
aiuti verso l’Ucraina. I soli leader politici
a lamentarsi degli omicidi sovietici su
scala industriale furono, ironicamente,
Hitler e Mussolini. Visto che
Kaganovitch, Pagoda e molti altri
membri autorevoli del partito comunista
e ufficiali dell’Nkvd erano ebrei, l’assurda
affermazione di Hitler che il comunismo
era un complotto ebreo per distruggere la
civiltà cristiana divenne una credenza
ampiamente accettata all’interno di
un’Europa spaventata. Quando iniziò la
guerra, e Roosevelt e Churchill si
allearono con Stalin, erano comunque
pienamente consapevoli che il suo
regime aveva assassinato almeno 30
milioni di persone molto tempo prima
che iniziasse lo sterminio degli ebrei e
degli zingari da parte di Hitler. Fino ad
allora nello strano moral calculus degli
omicidi di massa, solo i Tedeschi erano
consapevoli. Nonostante Stalin avesse
ucciso una quantità di persone tre volte
maggiore di Hitler, per il devoto
Roosevelt egli rimaneva lo “Zio Joe”
(soprannome con cui veniva chiamato
Stalin dai media occidentali). A Yalta,
Stalin si vantò con Churchill di aver
ucciso più di 10 milioni di contadini.
L’alleanza britannico-statunitense con
Stalin li rese partecipi del suo crimine.
Roosevelt e Churchill aiutarono a
preservare il più sanguinoso regime della
storia, al quale essi consegnarono mezza
Europa.
Dopo la guerra, la sinistra cercò di
coprire il genocidio sovietico. Jean-Paul
Sartre negò pure l’esistenza dei gulag. Per
gli Alleati, il nazismo era l’unico male;
non avrebbero potuto ammettere di
essere stati complici negli omicidi di
massa. Per i sovietici, promuovere
l’Olocausto ebreo disseminò il
sentimento antifascista e mascherò i loro
crimini. Gli ebrei videro il loro
Olocausto come un evento unico. Fu la
ragione d’essere di Israele. L’aver
denunciato altri genocidi avrebbe,
temevano, sminuito il proprio.
Mentre le università, i media ed
Hollywood prestavano giustamente
attenzione all’Olocausto ebreo,
ignoravano i fatti di Ucraina. Stiamo
ancora dando la caccia agli assassini
nazisti ma non a quelli comuisti.
Esistono poche foto del genocidio
ucraino o dei gulag di Stalin, e pochi
sopravvissuti ancora vivi. I morti non
raccontano storie.
La Russia non ha mai perseguito i suoi
assassini di massa, come fece la
Germania. Sappiamo tutto dei crimini
nazisti di Adolf Eichmann e Heirich
Himmler; di Babi Yar ed Auschwitz. Ma
chi ricorda gli assassini di massa sovietici
di Dzerzhinsky, Kaganovitch, Pagoda,
Yezhov e Beria? Se non fosse per
Alexander Solzhenitsyn, probabilmente
non avremmo mai saputo dei campi di
morte sovietici come Magadan, Kolyma e
Vorkuta. Film dopo film appare il male
nazista, mentre quello dell’era sovietica
svanisce dalla nostra vista e si dissolve
nella nostalgia. Le anime delle milioni di
vittime di Stalin ancora invocano
giustizia.
Eric Margolis
1 Luglio 2007
GP
QUOTE
Un articolo
di Eric Margolis
Stalin, un mostro
peggiore di Hitler
Cinque anni fa scrissi un articolo sullo
sconosciuto Olocausto in Ucraina. Fui
sorpreso di ricevere una marea di lettere
da giovani statunitensi e canadesi di
famiglia ucraina i quali mi dicevano che,
prima di leggere il mio articolo, erano
all’oscuro del genocidio del 1932-33 in
cui il regime di Stalin uccise 7 milioni di
Ucraini e ne spedì 2 milioni nei campi di
concentramento. Mi sono chiesto come
sia possibile che questa amnesia storica
affligga così tanti giovani nordamericani.
Per gli ebrei e gli statunitensi, i genocidi
di cui soffrì la propria gente sono ricordi
chiari ed ancora vivi che influenzano le
loro vite quotidiane. Ancora oggi, al
settantesimo anniversario della
distruzione di un quarto della
popolazione ucraina, questo gigantesco
crimine è quasi svanito nel buco nero
della storia. Allo stesso modo per lo
sterminio dei cosacchi del fiume Don da
parte dei sovietici negli anni Venti, ed i
tedeschi del Volga nel 1941; esecuzioni
di massa e deportazioni nei campi di
concentramento lituani, lettoni, estoni e
polacchi. Alla fine della seconda guerra
mondiale, i gulag di Stalin contenevano
5.5 milioni di prigionieri, il 23 per cento
Ucraini ed il 6 per cento Baltici.
Quasi sconosciuto è il genocidio di 2
milioni di musulmani sovietici: ceceni,
caucasi, criteri, tartari, tajiks, bashkirs,
kazani. I combattenti indipendenti
ceceni di oggi, considerati “terroristi”
dagli Usa e dalla Russia, sono i nipoti dei
sopravvissuti ai campi di
concentramento sovietici.
Da aggiungere alla lista delle atrocità
dimenticate vi è l’assassinio, nell’Europa
Orientale, dal 1945 al 1947, di almeno 2
milioni di persone di etnia germanica,
principalmente donne e bambini, e la
violenta espulsione di oltre 15 milioni di
tedeschi, durante la quale 2 milioni di
donne e ragazze tedesche furono
violentate.
Tra questi mostruosi crimini, quello
ucraino è il peggiore in termini di
numeri. Stalin dichiarò guerra alla sua
stessa gente. Nel 1932 egli inviò i
commissari Kaganovitch, Molotov e
Pagoda, capo della polizia segreta Nkvd
per spezzare la resistenza dei contadini
ucraini e forzare la collettivizzazione.
L’Ucraina fu isolata. Tutte le forniture di
cibo ed il bestiame furono confiscati. Gli
squadroni della morte dell’Nkvd
giustiziarono gli “elementi contro il
partito”. Non soddisfatto di quanti
ucraini stavano venendo uccisi,
Kaganovitch, “l’Adolf Eichmann
sovietico” stabilì una quota di 10.000
esecuzioni alla settimana. L’8 per cento
degli intellettuali ucraini fu ucciso.
Durante il rigido inverno del 1932-33,
25.000 ucraini al giorno venivano uccisi
o morivano di fame e freddo. Il
cannibalismo divenne una pratica
comune l’Ucraina, scrive lo storico
Robert Conquest, sembrava la versione
gigante del futuro campo di morte di
Bergan-Belsen.
La strage di 7 milioni di ucraini, 3
milioni dei quali erano bambini, e la
deportazione nei gulag di 2 milioni
(dove molti morirono) fu nascosta dalla
propaganda sovietica. Alcuni
filocmunisti occidentali, come Walter
Duranty e Sidney e Beatrice Webb del
New York Times, ed il Primo Ministro
francese Edouard Herriot, recatosi in
visita in Ucraina, negarono i racconti sul
genocidio, ed acclamarono ciò che essi
chiamavano “la riforma agraria”
sovietica. Coloro che parlavano contro il
genocidio furono etichettati come
“agenti fascisti”,
I governi britannico, canadese e
statunitense, tuttavia, erano ben
consapevoli del genocidio, e non solo
chiusero gli occhi, ma bloccarono gli
aiuti verso l’Ucraina. I soli leader politici
a lamentarsi degli omicidi sovietici su
scala industriale furono, ironicamente,
Hitler e Mussolini. Visto che
Kaganovitch, Pagoda e molti altri
membri autorevoli del partito comunista
e ufficiali dell’Nkvd erano ebrei, l’assurda
affermazione di Hitler che il comunismo
era un complotto ebreo per distruggere la
civiltà cristiana divenne una credenza
ampiamente accettata all’interno di
un’Europa spaventata. Quando iniziò la
guerra, e Roosevelt e Churchill si
allearono con Stalin, erano comunque
pienamente consapevoli che il suo
regime aveva assassinato almeno 30
milioni di persone molto tempo prima
che iniziasse lo sterminio degli ebrei e
degli zingari da parte di Hitler. Fino ad
allora nello strano moral calculus degli
omicidi di massa, solo i Tedeschi erano
consapevoli. Nonostante Stalin avesse
ucciso una quantità di persone tre volte
maggiore di Hitler, per il devoto
Roosevelt egli rimaneva lo “Zio Joe”
(soprannome con cui veniva chiamato
Stalin dai media occidentali). A Yalta,
Stalin si vantò con Churchill di aver
ucciso più di 10 milioni di contadini.
L’alleanza britannico-statunitense con
Stalin li rese partecipi del suo crimine.
Roosevelt e Churchill aiutarono a
preservare il più sanguinoso regime della
storia, al quale essi consegnarono mezza
Europa.
Dopo la guerra, la sinistra cercò di
coprire il genocidio sovietico. Jean-Paul
Sartre negò pure l’esistenza dei gulag. Per
gli Alleati, il nazismo era l’unico male;
non avrebbero potuto ammettere di
essere stati complici negli omicidi di
massa. Per i sovietici, promuovere
l’Olocausto ebreo disseminò il
sentimento antifascista e mascherò i loro
crimini. Gli ebrei videro il loro
Olocausto come un evento unico. Fu la
ragione d’essere di Israele. L’aver
denunciato altri genocidi avrebbe,
temevano, sminuito il proprio.
Mentre le università, i media ed
Hollywood prestavano giustamente
attenzione all’Olocausto ebreo,
ignoravano i fatti di Ucraina. Stiamo
ancora dando la caccia agli assassini
nazisti ma non a quelli comuisti.
Esistono poche foto del genocidio
ucraino o dei gulag di Stalin, e pochi
sopravvissuti ancora vivi. I morti non
raccontano storie.
La Russia non ha mai perseguito i suoi
assassini di massa, come fece la
Germania. Sappiamo tutto dei crimini
nazisti di Adolf Eichmann e Heirich
Himmler; di Babi Yar ed Auschwitz. Ma
chi ricorda gli assassini di massa sovietici
di Dzerzhinsky, Kaganovitch, Pagoda,
Yezhov e Beria? Se non fosse per
Alexander Solzhenitsyn, probabilmente
non avremmo mai saputo dei campi di
morte sovietici come Magadan, Kolyma e
Vorkuta. Film dopo film appare il male
nazista, mentre quello dell’era sovietica
svanisce dalla nostra vista e si dissolve
nella nostalgia. Le anime delle milioni di
vittime di Stalin ancora invocano
giustizia.
Eric Margolis
1 Luglio 2007