Post by Silver DrakePost by Pierluigi FumiIgnoranti nel senso che non hanno basi teoriche musicali e,
conseguentemente, suonano quello che viene fuori bello dallo strumento,
non "quello sembra bello, proviamo a metterlo giu` un po' meglio in una
pentatonica* con un pizzico di powe chord* semitonica*. E quella scala*
li` magari e` meglio farla in codesta maniera".
Sono abbastanza d'accordo, è fin troppo facile ritrovarsi a fare
manierismo puro quando pensi troppo alla teoria. Gran parte delle
armonizzazioni dei RH le faccio a orecchio (e infatti alcune dissonano un
po' alla Slayer, ma se ci stanno bene che devo fare).
Sapere qualcosina (qualcosina però) serve, mi fa un po' specie che James
Hetfield in 20 anni non abbia nemmeno imparato le note che ha sulla
chitarra. Poi al limite fai come Dario che è un chitarrista decisamente
capace ma ti salta da "senti il legno di quel contrabbasso" a rimacinare
uno dei miei riff in scuola thrash classica giusto perché vuole sentirlo
più pesante (e io ho dovuto rifare metà delle registrazioni del pezzo :D)
Voi - vi - state - facendo - seghe.
Pugnette, presente?
Succede questo:
Gino ascolta tanta musica. I suoi dischi preferiti sono Hell Bent for
Leather, England, No Sleep 'til Hammersmith e In Rock, ok? A un certo
punto vuole diventare un musicista.
Gino compra una chitarra.
Ci smandruppa un po', ok?
Questo è bene.
Se vede che non ce la fa a tirare fuori mezza nota,
(a) Compra un libro
oppure
(b) Va da un maestro
Da qui possono nascere due situazioni:
(a) Imparando le varie barbose nozioni teoriche, si impossessa di
strumenti che gli salvano il culo nell'improvvisazione o nel buttare
giù un accompagnamento al volo, ok? E naturalmente, a leggere la
musica, che torna sempre utile.
Questo è un Michael Schenker, o un cazzo di Steve Bartek. E provatemi
dire che Steve Bartek è accademico, e vi confermate assi del water in
truciolato.
(b) Imparando le varie barbose nozioni teoriche, inizia a farcisi
seghe, e inizia a ragionare per numeri, ok, sì? Invece di apprezzare
le amiche di DZ migliori della Bellucci, ne trascrive le misure su un
pezzo di carta, e inizia a farsi seghe. Novanta, sessanta, novanta,
gnik, gnik grind, swit swit, novanta, sessanta, novanta, aaaaaah.
Questo è il chitarrista di una cover band dei Cagata Artica.
C'è anche la versione inversa:
Si limita a smandruppare sulla chitarra, sperimentando finchè non ne
trae qualcosa di decente, con poca attenzione ai libri.
(a) Inizia a godere del movimeento delle dita sul manico, si brasa le
dita tirando inchiodate sulle corde, whaaaaaaaachebello, viuleeeeenza,
watt, rumore. Bwaaaaaaaaah! Bdrish! Bdrish! Spacca! Spacca!
Questo è un chitarrista crappotronic a caso.
(b) Inizia a tirare fuori note che hanno un senso, affidandosi
all'orecchio e all'intuito inizia a capire come funziona il tutto,
inizia a fare bei pezzi, inizia ad avere padronanza dello strumento e
soprattutto della musica stessa, dopo un paio di mesi in tre secondi
riesce a risuonare uguale un riff che ha sentito, al primo colpo.
Questo è uno Steve Rothery, o un dannato Ace Frehley.
Morale della favola A: La cosiddetta "teoria musicale" è un barboso
modo di formalizzare e rappresentare concetti ben più universali e
intuitivi.
Morale della favola B: L'insegnamento formale è un'impalcatura. Ti
aiuta a procedere con calma, col culo parato, imparando bene. Oppure,
specie con pessimi insegnanti, ti evita un paio di cadute di culo da
cui avresti imparato qualcosa, non ti insegna ad arrangiarti e ingabbia
la tua creativi, dipende.
Morale della favola C: Il mito del coglione brufoloso che va a comprare
una chitarra con la paghetta di Natale, si dipinge la faccia e inizia a
fare un sacco di casino senza sapere nulla di nulla è una cagata. O è
molto fortunato, o in qualche modo qualcosa HA imparato, oppure non
suonerà mai in un posto che non sia il pub sotto casa.
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Io.