http://1.bp.blogspot.com/_rSScgjaK2yA/S8Ij2DGQt8I/AAAAAAAAAMw/pHJ-FUFSMe8/s1600/debitoammpubb.JPG
Non è che volevo fare una lezione sul tema del debito pubblico, anche
perché non ho le credenziali in regola per farlo; il mio era un semplice
flash polemico (dal greco "polemos", contendere), che però intendeva
cogliere, in maniera non originale, ne sono perfettamente cosciente, il
disastro dell'ex governo b. che avendo governato per almeno 10 anni degli
ultimi 17 e avendo promesso rivoluzioni liberali e miracolose crescite
economiche (vi ricordate quando prometteva il 3% all'anno), se ne va
mestamente a casa con le pive nel sacco, dopo annie anni di crescite
economiche da prefisso telefonico, lasciandoci tutti in braghe di tela.
Detto questo il grafico che hai postato ha una serie di notevoli difetti.
Intanto tutto ciò che precede la seconda guerra mondiale è preistoria; può
avere interesse per gli storici della materia, ma per qual che riguarda
noi oggi non dice nulla, anche perché in seguito a eventi sconvolgenti
come le guerre mondiali e ai conseguenti cambi di natura degli stati
(Italia da monarchia a repubblica), i debiti dei regimi precedenti non
venivano riconosciuti, i titoli di stato di vecchia emissione diventavano
carta straccia e il vecchio debito veniva azzerato con un operfetto
meccanismo di reset (chi ha avuto ha avuto, chi ha dato a dato dicono a
Napoli).
E poi non è nemmeno aggiornato visto che si ferma nei pressi del 2001.
Post by Giorgio PastoreCome mnimo dice che il rapporto debito/PIL non e' tutta la storia.
Tutta la storia di che..., la storia della presente crisi?
Certo che no.
La crisi attuale nasce dalla finanza parassitaria (un vero cancro da
estirpare alla radice) basata sui prodotti derivati e in particolar modo
dalla crescita drogata degli Usa (tanto osannata fino a qualche tempo fa
da tanti squallidi figuri confindustriali di casa nostra), contornata di
credito facile, concesso soprattutto per l'aquisto di case (*mutui
subprime*), e dall'economia di carta costruita attorno a questo debito con
delle leve finanziarie in grado di moltiplicarne per molte volte lòa
dimensione con gli effetti devastanti sull'economia reale che abbiamo
visto e stiamo vivendo.
Tutto ciò ha consentito guadagni vergognosi da parte di alcuni (in realtà
molti) speculatori senza scrupoli (i veri nazisti dell'epoca
contemporanea), uno su tutti il famoso "the other Paulson", che ha
guadagnato 7-8 miliardi di dollari solo con il crollo di Lehman Brothers,
provocando il dissesto delle banche di mezzo mondo, piene di "carta
tossica", distruggendo ricchezza e realizzando in pratica il modello
neoliberista del *privatismo*.
Che cos'è il *privatismo*?
E', dal punto di vista economico, l'ideologia perfettamente simmetrica al
comunismo: il comunismo, come si realizzò in USSR, cosa fece a livello
economico?
Collettivizzò i beni privati.
E il privatismo cosa ha fatto e cosa sta facendo, in particolar modo negli
USA?
Ha privatizzato la ricchezza collettiva (intesa come somma delle richezze
che verranno prodotte con il lavoro dei singoli cittadini in futuro) a
favore di singole istituzioni private.
Negli Usa il salvataggio pubblico di centinaia di banche e assicurazioni
virtualmente fallite è costato sinora al contribuente americano (tutto
debito pubblico improduttivo) qualcosa come 2000 miliardi di dollari, in
pratica una cifra dello stesso ordine di grandezza del nostro attuale
debito pubblico. E ancora non è finita.
E, si noti bene, il tutto senza nemmeno aver realizzato la
nazionalizzazione degli istituti decotti, che sono rimasti totalmente
privati, con i dirigenti felloni delle aziende fallite (almeno moralmente
se non tecnicamente), impegnati a spartirsi premi di decine di milioni di
dollari, pagati dal signor Smith, per i loro bei risultati.
La mafia, la 'ndrangheta e la camora si comportano indubbiamente con
maggior dignità e senso del bene collettivo.
E in definitiva è da un moto collettivo di ribellione e di ripulasa
(diciamo pure di schifo) per questo capitalismo finanziario parassitario e
degenerato, del tutto scollegato dai bisogni e dalla concretezza
dell'economia reale, che sono nati e si stanno diffondendo a macchia d'oli
nel mondo movimenti sacrosanti come i vari "indignados" e "Occupy Wall
Street".
Da ciò alla crisi dei debiti pubblici il passo è stato breve.
Default dell'Islanda prima e poi crisi, a mo' di contagio per l'eurozona:
l'Irlanda e Portogallo salvate in extremis dal fallimento, e poi la Grecia
(che ha tutta una sua storia di errori pesantissimi e di bilanci truccati
che le istituzioni UE si sono bevute quasi si trattasse di Brunello di
Montalcino d'annata) con contagio conseguente a Spagna (che si è sottratta
in tempi rapidi dall'angolo, anche per l'indizione di nuove elezione da
parte di zapatero) e poi all'Italia ed è storia di oggi.
Post by Giorgio PastoreE che
grossolane semplificazioni del tipo correlazione tra orientamento del
governo e Debito oppure tra "stato sociale" ed aumento del debito non
riescono a cogliere ne' lo sviluppo storico ne' tanto meno le vere
ragioni di quanto sta succedendo in questi giorni.
Ho già spiegato nell'incipit il senso, molto limitato, del mio post
d'apertura; d'altra parte il grafico che hai postato non contribuisce in
alcun modo a chiarire o ad approfondire la questione.
Nè lo fanno i due link che hai postato dopo: il primo cerca di mostrare
l'ovvietà del fatto che sostenere una crescita economica drogata sul
debito è male (ma questa è soprattutto una questione USA), mentre il
secondo parla dell'Inghilterra e dell'aumento del suo debito per salvare
le banche.
Ma tu, a parte le critiche ovvie e scontate al fatto che le quattro righe
che ho scritto all'inizio sarebbero un po' magre per impostarci sopra una
lezione universitaria, cosa volevi dire?
Confesso che non l'ho capito.
Saluti,
Aleph
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