Post by LTi risulta forse che il cielo sia disegnato su una calotta esterna alla
terra e dopo vi sia il nulla?
Certo e' meglio questa teoria che quella di un Dio da "qualche parte".
E' piu' consistente.
Quanto al nulla, non e' che "vi sia". Affermare che "dopo vi sia il
nulla" e' semplicemente affermare che non vi sia un esterno (non puoi
presupporre il nulla e nello stesso tempo criticare che vi possa
essere il nulla - semplicemente non va usato in senso positivo).
Post by LO ti risulta che lo spazio intorno alla terra si estenda in modo
- attualmente - non ancora esplorato del tutto?
Pero' e' connesso ed esplorabile da uomini vivi.
Post by LTi risulta che è pensabile che ad un certo punto ci sia qualcosa che
possa essere pensato impedire che tale spazio si estenda ancora,
all'infinito?
Poiche' subiamo cio' che esiste, e' dall'esistere che ricaviamo
informazioni. Il resto, su cui non abbiamo informazioni, puo' essere
estrapolato da qualcosa di cui abbiamo informazioni, in modo piu' o
meno plausibile (ma resta pur sempre una congettura). Ci sono anche
ipotesi di spazio che si chiude su se stesso (come nei giochi a
computer: cio' che scompare a destra dello schermo ricompare a
sinistra, e dal basso ricompare in alto).
Post by LSe infatti vi fosse una frontiera, pur tuttavia, dopo tale frontiera vi
dovrebbe essere dell'altro, almeno la possibilità di avere altro spazio
vuoto.
Questo l'abbiamo gia' discusso con Livio in thread "eSiSte dio?"
(contenitore in-contenuto...), non sto a ripeterlo.
Post by LLa supposta naturalità delle cose di dimensione finita, si deve poggiare
sulla possibilità di uno stato naturale di infinità per gli enti nel
loro complesso.
No. E' come che dicessi che per capire qualcosa si deve dire qualcosa
che non si capisce. Che "fondazione" sarebbe? Fondare la spiegazione
su postulati a priori di fondazione e' un circolo vizioso, perche'
gia' dici quello che vuoi trovare. Mi pare quantomeno capzioso, non ti
pare?
Post by LE' detta infatti "classe di equivalenza" la raccolta di enti che
appartengano alla stessa classe grazie alla proprietà di essere
equivalenti per una specifica proprietà.
Ma, trasferendo il discorso nel mondo reale, potrebbero essere
non-equivalenti per una miriade di altre proprieta' non enumerabili in
tempo finito, per cui non potresti neppure abbracciarle tutte assieme
per costruirti una classe di tutte le classi (saresti sempre in attesa
di completare il lavoro :-)). Inoltre alcune proprieta' di una
sottoclasse sarebbero in conflitto con quelle di un'altra, per cui
tali contraddizioni, per poterne farne un'unica collezione, dovrebbero
essere mascherate da una genericita' che le permetta entrambe.
Insomma, tutte le possibili proprieta' svanirebbero in una nebbia di
im-precisazioni.
Post by LE' forse impossibile dire?
"X è"
Ce lo vieta qualcuno?
Puoi dire "X esiste". "Esistere" puo' essere usato come predicato
verbale, "essere" no (se non come sinonimo di "esistere"). Ogni
"predicazione d'essere" deve essere completata con una determinazione
(e' questo l'oggetto della predicazione), cioe' una descrizione di
chi/cosa e' e come e'. "La mela e' sul tavolo" e' ontologicamente vera
se ESISTE sia la mela sia il tavolo di cui parli.
Altrimenti la mela e il tavolo esistono come idee nella tua testa, la
quale si regge su un substrato sottostante esistente (corpo).
Post by LNon stiamo dicendo X è uno studente che frequenta la 4° B!
Infatti dire "X e'" e' incompleto. Questo modo d'usarlo, come
predicato verbale, all' "essere" ce l'ha dato Parmenide (quello
vero!), ma e' una sua invenzione culturale, una sua raffigurazione del
significato ontologico, assoluto, ricavato da "esistere".
Post by LOra chi potrebbe negare che il TUTTO esista, visto che almeno qualcosa
del TUTTO ci risulta?
Io. Esistono tutte le cose che esistono, ma non il Tutto, che non e'
un ente, ma un'etichetta nominale data a "tutte le cose - enti - che
esistono" (vi sono teorie "organiciste", ma lascio perdere perche'
questo non mi pare il tuo caso). Ora, questa etichetta ha una
genericita' estrema. Non si sostiene su altro che sul fatto che
"qualcosa esiste". Ma quando implicitamente dici: "Chiamiamo 'Tutto'
la collezione di tutto quello che esiste", fai un'operazione
d'assunzione di genericita', togli al termine ogni consistenza, in
quanto escludi di poter precisare dei dettagli ontologici che siano
specificatamente del Tutto. Del tutto non puoi predicare alcun suo
essere proprio, puoi solo ripetere i termini della tua assunzione
("qualcosa esiste e tutto quello che esiste lo chiamo Tutto"; e va
be', e se lo chiamassi "Ambarabastro"?). Es. se chiami "Luca" la
collezione di tutti i Luca del mondo, che cosa ti serve? Insomma,
parlare de "il Tutto" e' parlare con una tale genericita' che, in
quanto tale, non ha nulla da dire. Gia' Hegel aveva trovato tale
genericita' in "essere".
Prova a sostituire il "Tutto" con "universo" e dimmi se ti sembra che
dica la stessa cosa; e se non ti sembra dimmi dove sta la differenza
(che rivelera' il modo surrettizio e tendenzioso con cui lo usi, per
approdare, grazie alla suggestione che tale termine ti da', a
qualcos'altro che ti sta piu' a cuore :-) ).
Post by LQuindi quando dico che al TUTTO non manca nulla
No, questo, anche partendo da dove vuoi tu, e' un passaggio indebito.
Lo ricavi da come l'hai inteso, non da una rilevazione di quello che
c'e' nel Tutto. Il Tutto intitola l'elenco di tutto cio' che esiste,
ma in tale elenco potrebbero mancare molte cose che uno immagina ci
potrebbero essere. Per cui dire Tutto non significa dirlo completo di
tutto il possibile.
Post by Lcome l'ho costruito id-entificandolo.
Appunto, e' una raffigurazione-definizione tutta tua. Ma definire non
fa esistere.
Post by LQuindi quando dico che il TUTTO è onnipotente, ossia non manca di
nessuna potenzialità
Questo va gia' oltre la tua assunzione. Sottobanco (cioe'
arbitrariamente, per pura dichiarazione giustapposta) attribuisci al
Tutto qualcosa che le cose che appartengono al suo dominio non hanno:
l'onnipotenza come range di tutte le possibilita'.
Ne segue comunque che - essendo il Tutto onnipotente - NON ha bisogno
di un Dio per autofondarsi !
Poi, pur concedendogli, tra le sue possibilita', quella di farsi
cosciente e volente, non e' detto che "gli" si verifichi proprio tale
possibilita' (per sceglierla gia' dovrebbe esserla).
Post by LQuindi quando dico che il TUTTO, essendo onnipotente, può essere
considerato Dio
No, perche' nella tradizione "Dio" e' un "Colui cosciente e
volontario"; ma nulla ti dice che il Tutto sia "di partenza" cosciente
e volontario. Ne' puoi assegnargli questi attributi traendoli dal suo
dominio, come caratterizzazioni comuni a tutti gli elementi, perche'
non tutto cio' che esiste (tali elementi) e' cosciente e volontario.
Se segui coerentemente la strada per la qual ti sei messo ti ritrovi
nell'idealismo di Hegel .-).
Infine: chi lo dice che ci debba essere coincidenza tra volonta' e
onnipotenza? Toglieresti l'arbitrio dalle chance dell'onnipotenza?
Come fai a dire che tutti (infatti potrebbero essercene piu' d'uno)
gli onnipotenti vogliono la stessa cosa? (il Tutto potrebbe essersi
scisso in piu' agenti onnipotenti - come le 3 persone della Trinita',
ma potrebbero essercene 5, 12, 127,... dipende se il Tutto ha piu' o
meno bisogno di compagnia e gemma in una moltitudine di cloni:-)).
Post by LAchille raggiunge la tartaruga perché non trascorse tempo in nessuno dei
punti intermedi tra lui e la tartaruga e trascorse un tempo
E perche' non per il fatto che lo si vede raggiungere la tartaruga?!
Ne discenderebbe l'esistenza del movimento e una cattiva impostazione
nell'argomento di Zenone, o tutt'al piu' l'irrazionalita' del moto.
Subiamo l'esistere, lo analizziamo razionalmente, ma non possiamo
pretendere di necessitarlo in modo tale che sia razionalmente
esplicabile. Anche questo e' un argomento razionale (che cio' che e'
reale sia razionale e' un residuo dogmatico).
Post by LDiverso è il reale che non è mai descritto dal modello se non per
approssimazione.
Mah, certo una teoria viene preferita ad un'altra se risponde meglio
alle casistiche empiriche che si incontrano, e su di essa si
costruisce (non solo teoria ma anche tecnologia); tuttavia sospetto
che in futuro, dopo la famosa teoria fisica unificata del Tutto, si
dimostrera' che teorie molto diverse e lontane dall'evidenza dei sensi
possono rispondere con le stesse approssimazioni. Non e' detto che la
teoria unificata, una volta trovata, valga per sempre (se invece che
dalle stringhe partiamo da qualcos'altro magari funziona ugualmente
bene). Eppoi il caos "che sta sotto" puo' sempre produrre impensabili
novita' (anche un Dio, se vuoi, ma creato dopo, a caso, e non cosi'
onnipotente come lo si vorrebbe) :-).
Saluti.
LG