Post by LoriPost by LPost by LoriSanto subito anche Papa Luciani!
Se la fiction appena trasmessa da RAI UNO è stata veramente aderente
alla realtà abbiamo già un altro Papa Santo e perciò è solo giusto
dichiararlo piuttosto in fretta!
...
Ciao Lori,
che ne pensi sul fatto -teorizzato da Luciani-
con Dio "sia padre che madre"?
...
Mio caro Lino, non ci vuole una grande intelligenza e una particolare
cultura per sapere che Dio è purissimo Spirito, quindi né maschio né
femmina.
Secondo me sei in disaccordo con Luciani e me:
Infatti Dio è
-sia maschio (per esempio è anche in me)
-sia femmina (per esempio è anche in te).
Post by LoriCon l'immagine "padre" ci aiutiamo solo a capire qualcosa
dell'amore infinito di Dio per le sue creature privilegiate.
Su questo siamo daccordo.
Post by LoriE poiché abbiamo cominciato a capire che l'amore materno spesso è più
profondo, più altruistico, direi più viscerale dell'amore paterno ecco
la gran bella intuizione di Papa Luciani che ha chiamato Dio "madre".
Quindi la tua tesi, è di provare a spostarsi sul piano di
"interpretazione psicologica".
Sì, è vero anche su questo piano.
Ma ti/vi dico la mia tesi:
Cristo parlava sempre su tre piani contemporaneamente:
materia/mente/spirito (secondo me).
Ora poteva succedere che il discorso visto da uno solo dei tre piani,
potesse risultare assurdo.
In particolare essendovi una gerarchia eziodinamica, ossia di come le
ragioni di causa/effetto si "propagano tra questi 3 piani" spesso il
discorso era decriptabile solo avendo presente ciò.
Sullo specifico che impegna la nostra ermeneutica a fornire una
possibile esegesi, io la vede così:
Nella materia:
Dio crea sia il maschile che il femminile, e il maschile e femminile
generano, creano il vivere, cooperano al progetto del Vivente, e sono
nel Vivente, sono in Dio.
Nella mente:
Il femminile è lo spazio espressivo, la memoria, la matrice.
Il maschile è il segno che cerca la carta su cui esprimersi.
Nella mistica:
Il femminile è indistinto ed in sinergia così come in oriente si insegna
che l'ombra non può esistere senza la luce.
Il maschile è la simmetria di poter vedere una dinamica -> perché esiste
il femminile e l'azione feconda è non separare mai le ragioni della
necessità di avere spazio e di scrivere in tale spazio.
Dicevo, inoltre -a thisDeadBoy- del tetragramma:
In esso, per chi ama lo studio dei segni e della possibilità dei segni
di dire:
Troviamo che -in principio- il maschile ed il femminile non esistevano
separati:
Yod
Lo Yod a mio avviso simboleggia lo spirito in cui tali esplicitazioni
maschio/femmina esistevano -> fusi.
E come per la vita di un singolo uomo, nel suo principio il sesso che lo
generò era la "fusione del maschile e nel femminile" come primo istante
di ciò che emerse dalle acque.
L'impronta di come agisca la verità, si riverbera quindi nella materia a
spiegare, anche in essa, come opera la vita anche nella mente e nella
mistica.
Il secondo e 4 segno, nel tetragramma, sono He e poi He.
A mio avviso simboleggiamo l'esplicitazione sia del concetto di padre
che di quello di figlio.
Sia il concetto di "immagine di Dio" sia di "uomo a immagine e
somiglianza di Dio".
Una sorta di specchio, il cui punto di simmetria si centra nel segno
Waw (la cui iniziale è riportata in Yod-He-Waw-He nella forma contratta:
YHWH).
Ora, secondo me, Waw che si legge UAU, ed è il grido di gioia di un
orgasmo del maschile che si fonde col femminile sia nella
materia/mente/spirito,
nella materia con l'unione dei due sessi (W simboleggia fisicamente
l'organo femminile)
nella mente con l'eureka!
nello spirito con con l'illuminazione della discesa dello spirito di
verità che illumina ciò che prima era tenebra
Non a caso la madre di Gesù è fecondata per discesa dello spirito, più
che da un amplesso con Dio, come era nella tradizione della filosofia
Greca, od orientale, o di altre latitudini.
C'è qui un concetto che è solo nell'Ebraismo/Cristianesimo in quanto è
un accesso per *teofania*.
L'uomo, come specie umana, può concepire idealmente infatti solo ciò che
è separato, partizionato in più segni, rappresentazioni.
Ma, viceversa, in Dio, si può interrompere la catena causa/effetto a
merito della potenza di fusione in cui c'è già la completezza e non
necessita altro che non sia la completezza completa, "colui che non ha
altri fuori di sè", compreso il maschile ed il femminile.
C'è inoltre un fatto che trascende la mera incarnazione di tipo
procreativo:
C'è il concetto che per _chiunque_ solo farsi *recipiente*(icona del
femminile) (come la donna accoglie, ed è spazio, casa futura del
maschile, del desiderio di esplorare) consente a ogni verità di entrare
nell'arca dell'alleanza che è (o potrebbe essere, se noi ne rifiutiamo
la modalità) anche la nostra mente.
La mente diviene "arca dell'alleanza" nel momento che accoglie la verità
che gli potrebbe risultare, se si facesse ricettivo al massimo
rispettando le ragioni che gli pervengono da fuori di sé, più del
proprio mettersi super Ba (che degenera nel mito di Edipo in cui ci
sarebbe la necessità di uccide il "padre" per poter vivere, e con esso
la compatibilità di una realtà deterministica, in favore di una realtà
aleatoria e sconnessa, per non essere risucchiati nella paura della
inutilità del già scritto, in un Dio che limiterebbe -con la sua
ominscienzia- la nostra libertà).
Troviamo tali "ragioni" di dover accogliere anche nel segno dello Yod.
Se in ebraico è una piccola onda che mostra tramite la mente e la
materia, come la cima degli alberi che si muove al vento perché il
motore è il vento e non ciò che appare,
COSI'
anche nella vocalizzazione occidentale che si riverbera nei sui morfemi
vede la
Y
come icona del gesto della vergine nel reclinare indietro il capo ed
alzare le mani a farsi recipiente di illuminazione a consentire che la
freccia la cui punta indica in Y, verso il basso, si possa esprimere.
E' già l'uomo, come specie illuminata dallo Yod, che stilizza le braccia
che si alzano a Dio, alla ricerca di tutti i perché verso la spiegazione
completa, senza ritenersi appagato della superficie dell'apparire.
La freccia, allora, entra in profondità, si fa UNO con il tutto.
Non è più ammissibile ipotizzare -in tale teofania- che l'uomo non abbia
una natura divina che si mostra in parte nella mente e nella materia.
La vergine dice di sé:
anziché "Io sono colei che sono"
E quindi l'equivoco che femminile sufficiente da solo a essere "dea
madre" e madre del principio, rivalsa del femminile come vera causa
prima,
BENSI'
"Io sono colei che sono nella (santissima) Trinità"
Ora io sono partito anche da questa frase per ciò che vedo:
In YHWH, oltre a W, che indica il femminile, vedo 3 segni: Y, H ,H
Il "nel nome del padre, figlio, spirito".
Ma si passa attraverso Maria per avere Cristo, con dimanica He->Waw->He,
da solo -ciò- sarebbe una esegesi banale.
Non procrea ogni donna quando accetta di essere madre?
Ossia di rischiare lo smembramento del proprio corpo?
Prima nell'accettare la deformazione di esso a causa del maschile, e poi
-addirittura- la frattura di esso nel partorire?
Ma dicevo c'è di più:
Non indica solo l'atto purissimo della vergine per eccellenza, Maria.
Indica l'atteggiamento di cercare la purezza come stato di
*illuminazione*, nel senso di non volere sperimentare ciò che ci risulta
errato, almeno finché ci risulta tale, errato.
Il male non necessita quindi di investigazione, altrimenti inquina il
pensiero e la sua capacità di id-azione, connotazione, farsi pensiero
che vive.
Il male può essere contemplato, però, altrimenti non vi sarebbe il
libero arbitrio con la sua presenza a potere avere alternativa nello
scegliere.
Come Cristo lo contempla, nel deserto delle sue riflessioni profonde,
prima del dire ad altri, come ciascuno dovrebbe fare, prima di usare la
parola che illumina la propria mente.
Ma non va accolto a farne la propria sperimentazione di connaturazione.
Perché è il pensiero che è sorgente del nostro modo di essere, così
come è il Pensiero che si fece Parola in Cristo.
Saluti,
L