Livio Zucca
2004-10-08 08:32:44 UTC
E Aristotele il primo a postulare un quinto elemento, oltre
ai quattro di Empedocle: e' l'etere, elemento divino, cosmico,
luminifero, incomposto, ingenerato, eterno, invisibile,
inalterabile e privo di peso. L'idea che l'Universo fosse
immerso in questo elemento non si contraddiceva con alcun
altro concetto, quindi la convinzione dell'esistenza dell'etere
continuo' indisturbata nei secoli.
Fu Christiaan Huygens (1629 - 1695) che nel suo Traité de
la lumière (1690) ripesco' prepontentemente il concetto di
etere, ipotizzando una natura ondulatoria della luce anziche'
corpuscolare. E non c'e' da stupirsi che pure Isaac Newton
(1643 - 1727) nel suo Hypothesis of Light contasse
sull'esistenza dell'etere per trasmettere le forze tra le particelle.
[Ad onor del vero, poi l'anima alchimista di Newton sostitui'
l'etere con concetti di forze occulte, esoteriche ed ermetiche,
ma quelli erano i tempi].
Ma e' nel 1864 che J.C.Maxwell riesce a capire che elettricita'
e magnetismo vanno a braccetto per comporre le onde
elettromagnetiche, come la luce e le onde radio. Ma le onde si
propagano in un mezzo: le onde del mare sull'acqua, le onde
sonore nell'aria... le onde elettromagnetiche nell'etere! Tutta la
sua complessa e matematica trattazione si basa su questo
presupposto.
Guglielmo Marconi, "mago degli spazi, dominatore dell'etere"
[Mussolini(!)] ci penso' proprio mai a metterne in dubbio
l'esistenza. Aprire le vie dell'etere fu per lui una missione e se
non credette a coloro che sostenevano la propagazione
rettilinea delle onde elettromagnetiche, inventando cosi' la radio
su scala planetaria alla faccia della curvatura terrestre, forse fu
merito di questo concetto di etere che "avvolgeva" la Terra.
[Intendiamoci, Marconi aveva torto, ma cio' non gli impedi' di
inventare la radio, anzi...].
Nel 1887 Albert Michelson ed Edward Morley si proposero
di dimostrare scientificamente l'esistenza dell'etere con un
esperimento di spirito galileiano gia' suggerito da Maxwell.
Concettualmente e' semplice: se la Terra e' in movimento
nell'etere e la luce viaggia nell'etere, un raggio di luce
longitudinale al moto della Terra viaggera' ad una velocita'
apparente diversa di quella di un raggio perpendicolare. In
pratica, uno stesso raggio di luce e' separato in due raggi
perpendicolari tramite un prisma, e due specchi rimandano
indietro i raggi in un punto dove con un interferometro si
misura una differenza. Ruotando il trabiccolo rispetto alla
direzione del moto della Terra, dovrebbe vedersi cambiare
l'interferenza dei due raggi.
L'esperimento falli'. Nessuna prova dell'esistenza dell'etere.
L'esperimento fu ripetuto, fu migliorata la meccanica, vennero
eliminate possibili imperfezioni. L'esperimento rifalli'.
Michelson si tormento' per anni per capire dove avesse
sbagliato! Altri scienziati si inventarono teorie le piu' astruse
per spiegare perche' l'esperimento non funzionasse.
Ma Michelson non aveva sbagliato, se non nell'obbiettivo:
l'etere non esiste.
E con l'idea dell'etere se ne va via un altro pezzo di Assoluto.
Non dico, intendiamoci, che l'inesistenza dell'etere provi
l'inconsistenza dell'assoluto. Mi preme sottolineare pero'
quanto quest'idea sia difficile da mettere in dubbio, in
qualunque campo del pensiero umano.
Ciao!!! ((^__^))
Livio
ai quattro di Empedocle: e' l'etere, elemento divino, cosmico,
luminifero, incomposto, ingenerato, eterno, invisibile,
inalterabile e privo di peso. L'idea che l'Universo fosse
immerso in questo elemento non si contraddiceva con alcun
altro concetto, quindi la convinzione dell'esistenza dell'etere
continuo' indisturbata nei secoli.
Fu Christiaan Huygens (1629 - 1695) che nel suo Traité de
la lumière (1690) ripesco' prepontentemente il concetto di
etere, ipotizzando una natura ondulatoria della luce anziche'
corpuscolare. E non c'e' da stupirsi che pure Isaac Newton
(1643 - 1727) nel suo Hypothesis of Light contasse
sull'esistenza dell'etere per trasmettere le forze tra le particelle.
[Ad onor del vero, poi l'anima alchimista di Newton sostitui'
l'etere con concetti di forze occulte, esoteriche ed ermetiche,
ma quelli erano i tempi].
Ma e' nel 1864 che J.C.Maxwell riesce a capire che elettricita'
e magnetismo vanno a braccetto per comporre le onde
elettromagnetiche, come la luce e le onde radio. Ma le onde si
propagano in un mezzo: le onde del mare sull'acqua, le onde
sonore nell'aria... le onde elettromagnetiche nell'etere! Tutta la
sua complessa e matematica trattazione si basa su questo
presupposto.
Guglielmo Marconi, "mago degli spazi, dominatore dell'etere"
[Mussolini(!)] ci penso' proprio mai a metterne in dubbio
l'esistenza. Aprire le vie dell'etere fu per lui una missione e se
non credette a coloro che sostenevano la propagazione
rettilinea delle onde elettromagnetiche, inventando cosi' la radio
su scala planetaria alla faccia della curvatura terrestre, forse fu
merito di questo concetto di etere che "avvolgeva" la Terra.
[Intendiamoci, Marconi aveva torto, ma cio' non gli impedi' di
inventare la radio, anzi...].
Nel 1887 Albert Michelson ed Edward Morley si proposero
di dimostrare scientificamente l'esistenza dell'etere con un
esperimento di spirito galileiano gia' suggerito da Maxwell.
Concettualmente e' semplice: se la Terra e' in movimento
nell'etere e la luce viaggia nell'etere, un raggio di luce
longitudinale al moto della Terra viaggera' ad una velocita'
apparente diversa di quella di un raggio perpendicolare. In
pratica, uno stesso raggio di luce e' separato in due raggi
perpendicolari tramite un prisma, e due specchi rimandano
indietro i raggi in un punto dove con un interferometro si
misura una differenza. Ruotando il trabiccolo rispetto alla
direzione del moto della Terra, dovrebbe vedersi cambiare
l'interferenza dei due raggi.
L'esperimento falli'. Nessuna prova dell'esistenza dell'etere.
L'esperimento fu ripetuto, fu migliorata la meccanica, vennero
eliminate possibili imperfezioni. L'esperimento rifalli'.
Michelson si tormento' per anni per capire dove avesse
sbagliato! Altri scienziati si inventarono teorie le piu' astruse
per spiegare perche' l'esperimento non funzionasse.
Ma Michelson non aveva sbagliato, se non nell'obbiettivo:
l'etere non esiste.
E con l'idea dell'etere se ne va via un altro pezzo di Assoluto.
Non dico, intendiamoci, che l'inesistenza dell'etere provi
l'inconsistenza dell'assoluto. Mi preme sottolineare pero'
quanto quest'idea sia difficile da mettere in dubbio, in
qualunque campo del pensiero umano.
Ciao!!! ((^__^))
Livio