Post by CebbelloDunque, a giudicare dal copia-incolla che hai fatto delle risposte di De
Faria, nemmeno lui ha prove sperimentali di cio' che afferma.
Andando per logica dunque e seguendo il tuo ragionamento per il quale le
affermazioni non supportate dalla effettiva sperimentazione non rivestono
alcun interesse, allora dovresti disinteressarti anche delle affermazioni
del De Faria.
Mi spieghi dunque questa sperequazione nel dosare il tuo interesse verso
un'opinione che non ha alcun conforto sperimentale?
--
Cebbello
Non ci sono dati di fatto sulle origini della vita.
Quindi mi interessa sapere perchè l'evoluzionismo viene considerata una
teoria
controversa.
Mi interessano tutte le confutazioni che vengono fatte all'evoluzionismo.
Mi interessa il dibattito tra evoluzionisti e creazionisti.
Il dibattito tra evoluzionisti e creazionisti deisti è in piena espansione
negli Stati Uniti, senza parlare della corrente antievoluzionista che si è
fatta sempre più conoscere.
E non c'è bisogno di citare gli articoli che ci sono stati recentemente in
Inghilterra e
anche Italia, sui dibattiti tra evoluzionisti e creazionisti
Questo dibattito è bello, e ben scientifico e fa tremare le basi della
teoria
evoluzionista.
Gli evoluzionisti non hanno il monipolio della scienza. E così il
creazionismo è
perfettamente giustificato ad appoggiarsi al metodo scientifico per
verificare la sua ipotesi di partenza.
L'evoluzionismo fa appello al metodo scientifico per essere verificato. Lo
stesso discorso vale per il creazionismo.
In poche parole il mio interesse è per la SCIENZA.
Ecco ancora cosa dice Lima de Faria:
Quando la vita prese a comporre morfologie, il DNA, i geni e i cromosomi
c0erano da centinaia di milioni di annui. Ma quale fu il processo che portò
alla nascita dei tipi animali e vegetali? Ecco u itinerario fra le teorie
scientifiche che hanno tentato di far luce nel mistero che circonda la
nascita della vita.
Le forme viventi sono le meraviglie della natura. Esse sono sulla terra da
mezzo miliardo di anni, ma da molto tempo prima la natura aveva espresso
forme simili nelle strutture minerali. La vita ha utilizzato le stesse leggi
generative per dar forma a minerali, piante ed animali. Questa la tesi del
genetista portoghese Antonio Lima- de- Faria . (1)
L'idea che il minerale sia amorfo come pietra grezza, come cumulo di nubi,
come acque agitata, è collegata, da un lato, al concetto di caos
primordiale, dal quale il soffio divino avrebbe tratto i viventi come
strutture composte e ordinate. Dall'altro lato, e in tempi più recenti, essa
si è sviluppata insieme al concetto di evoluzione per selezione naturale. La
materia inorganica non si riproduce, non si moltiplica, e quindi non può
fruire della ragionevolezza imposta alle cose vive dalla "sopravvivenza del
più adatto". Le forme non viventi sono tuttavia molte volte precise,
eleganti, complesse e libere da quelle sgualciture, storture e decadenze che
le forme vive hanno come carattere essenziale. Un cristallo di neve, un
arcobaleno, una galassia a spirale e un umile schizzo di latte sono
configurazioni complesse, perfette e ricorrenti. Tutta la cristallografia è
un inventario di perfette geometrie solide, di trame squisite e splendenti,
di molteplicità inesauribili intorno ad alcune regole inderogabili. La
materia minerale non è solo artefice di esattezze, ma delicata pittrice di
forme libere ed eleganti, come venature di marmi, zampilli d fontane,
pennellate di nubi. Le forme minerali corrispondono talvolta, ed in modo
sorprendente, a forme di piante e animali . (2)
Strutture arborescenti si hanno nelle "dendriti", come quelle di psicomelano
o di pirdusite, e in certi estuari di fiumi; immagini fogliarie in alcune
cristallizzazioni di oro, argento e bismuto nativi; aggregati globulari si
determinano in minerali come la fisherite e la pseudomalachite; aggregati
ricurvi a corno in cristalli di clorite. Pietrose "rose del deserto"
ricordano rose fossilizzate, e tortuosi ghiaccioli cristallizzati da vapori
d'acqua solidificata, ripetono le forme di germogli di piante o di ranfe di
crinoidi. Una scarica elettrica disegna una trama simile a quella di una
stella marina comatulide, e la segatura di ferro in un campo elettrico copia
le formazioni di una mitosi cellulare.
Una galassia a spirale ripete la sua forma nella foglia nascente della
drosera e nel guscio del nautilus.
Tutto è omologo.
Le straordinarie corrispondenze di forme e di colori nel mondo minerale e
nel mondo vivente potrebbero interpretarsi come coincidenze, come giochi
del caso o scherzi di natura. Che cosa hanno a che fare, o - se si vuole -
che parentela hanno una quercia, un albero bronchiale e un estuario di un
fiume?
Se due forme si corrispondono nella loro composizione generale e nelle
regole della loro genesi, esse sono omologhe.
"Tutto è omologo" - dichiara Lima- de Faria.
In ogni caso, per restare nell'esempio, un tronco esuberante sfocia in
ramificazioni laterali che ne frammentano la spinta e ne ampliano il
respiro. Esprime la sua tendenza a farsi mille tronchi in tutte le direzioni
dello spazio. (3)
Similmente una struttura spiraliforme deriva da una espansione radiale cui
si sovrappone una torsione centrale. Anche se no hanno parentele, se sono
di dimensioni m di miliardi d'ordini di grandezza diverse, se sono
costituite di materiali svariatissimi, le forme simili sono sorelle, figlie
di una legge morfogenetica che le piega in una comune configurazione. Una
immensa galassia composta di miriadi di stelle, un minuscolo vortice o una
conchiglietta a tortiglione, sono "simpatizzanti" sorelline nella tavolozza
dell'universo.
La biologia classica pone una precisa distinzione tra analogia e omologia.
"Analoghe" sono due strutture con uguale funzione ma indipendente origine e
embriogenesi: così sono analoghe le ali degli uccelli e delle farfalle, ché
ambedue servono per volare, ma appartengono ad animali di classi differenti
e sono formate con diverse modalità. "Omologhe" sono due strutture con
eguale derivazione, ancorché diversa funzione. Il braccio umano e l'ala dell
'uccello sono omologhi, costruiti degli stessi articoli ossei derivati da
abbozzi corrispondenti, in animali imparentati.
Per Lima - de- Faria non esistono analogie: tutto è omologia.
Se più oggetti hanno una forma simile, hanno obbedito a leggi formative
simili e sono quindi omologhi, anche se non c'è tra loro alcuna parentela.
Pagine fogliari con nervature e contorni simmetrici. Sotto: arborescenze
minerali, esempi di dedrite di psicomelano nell'isola d'Elba
"Tutte le forme e tutte le funzioni, benché appartenenti a strutture non
viventi e viventi, a piante inferiori o a animali superiori, hanno la stessa
origine basilare nei semplici fenomeni fisici che le hanno dirette, l'
accidente e l'analogia divengono omologia".
Lo schizzo di latte, l'opercolo della capsula del muschio, il corpo dell'
anemone di mare e la corona araldica dei conti sono omologie e propongono,
nella loro similitudine, il problema della legge che li assimila.
Donde deriva una corona nobiliare? Da un cinto vegetale recante frutti o
bacche che esprimono la potenza emergente del piatto festone foliare. Lo
schizzo di latte (catturato dalla macchina fotografica di D'Arcy W. Thompson
nel 1917) esprime, sul margine di un cercine ondoso, le individualità
spiccanti delle goccioline, come propaguli che riproducono la goccia
generatrice dell'onda. Nulla coincide per puro caso e i fabbricanti di
corone non hanno certo imitato effimeri schizzetti lattiginosi.
La vita intervenne dopo
Le forme minerali, benché analoghe a quelle viventi, non hanno storia, I
cristalli di neve - come affermava D'Arcy Thompson - sono oggi gli stessi
che caddero miliardi di anni fa sulla terra, con il primo gelido fiocco
bianco. Come la geometria, la matematica e la fisica, la forma è esterna, e,
scrisse ancora D'Arcy: "I problemi di forma sono prima di tutto problemi
matematici; i problemi di accrescimento sono essenzialmente problemi
fisici..la natura esibisce semplicemente un riflesso delle forme contemplate
dalla geometria.". (4)
A. Lima-de.Faria espone la sua teoria in un intervallo del congresso sullo
"Strutturalismo inBiologia" (Osaka 1986) durante il quale fu costituito
l'Osaka Group for the study of Dynamic Structures. Da Sinistra Mrs. e Dr.
Laughlin (Canada), H,. Paterson (Australia), F. Scudo (in piedi, Pavia), J.
Kikkawa (Giappone), A Lima-de Faria e G. Sermonti.
Per i tre miliardi di ani che durò l'era dei microrganismi, fino al Cambiano
(5-600 milioni di anni fa) la vita non si cimentò che marginalmente nella
forma. Solo all'inizio del Paleozoico le forme viventi sfogliarono,
schizzarono, si eressero nelle profondità dei mari ed in un tempo
relativamente breve c'erano tutte e tali restarono, salvo qualche ritocco e
perfezionamento. Quando la vita prese a comporre morfologie, il, DNA, i geni
e i cromosomi c'erano da centinaia di milioni di anni. Come accadde che i
tipi animali e vegetali venissero improvvisamente alla luce, è problema
irrisolto. Qualcosa forzò le cellule a formare aggregati e l'ambiente
esterno si differenziò.
In questa trama spaziale la moltiplicazione cellulare produsse masse
cospicue e queste adottarono sollecitamente le forme che la natura aveva in
serbo da sempre e che le masse minerali avevano costruito, per milioni di
anni, con paziente rigore e con misurata lentezza. "Lacrime, corone,
spirali, colonne, arborescenze, globuli, collane, fiocchi, tubi, squame e
pennacchi emersero dai fondali marini o galleggiarono nelle distese equoree,
pulsanti di vita, formicolanti di moltiplicazioni cellulari.
L 'origine della forma e della funzione biologica e la loro trasformazione
evolutiva - scrive Lima-de-Faria (5) -sono elucidate dall 'analisi della
trasformazione di forma e funzione che ebbero luogo nella materia e
nell'energia primeve. Questi tre livelli posseggono la loro evoluzione
autonoma che hanno canalizzato e diretto i processi terminali
dell'evoluzione biologica. Quando arrivarono il gene e i cromosomi (6),
l'evoluzione era già stata strutturata nei suoi canali principali dalla
autoevoluzione dei precedenti livelli fisico- chimici».
Non fu la vita a inventare le forme, a svilupparle a proprio uso. In un
certo senso la vita colonizzò le forme, le acquistò nel magazzino del
possibile già confezionate ed imparò a farle in casa.
Una chiocciolina a spirale del genere Panorbis. Il principio matematico che
presiede alla sua forma è lo stesso di quello che genera le spirali
galattiche (torsione centrale durante uno sviluppo radiale). Sotto,
l'immagine di una galassia a spirale ripresa a mezzo rilevatore di luce
microelettronica CCD, dal telescopio del Las Campanas Observatory in Cile.
La galassia (NGC 1232) si trova nella costellazione di Eridanus a 100
milioni di anni luce
La posizione di Lima- de-Faria è riferibile a quella di Francois Jacob (7),
che vede l'evoluzione non come l'opera di un Architetto, ma come quella di
un bricoleur. Anche Jacob dà un'importanza minore, nella diversificazione
degli organismi, ai cambiamenti biochimici, cioè a quello che Lima-de-Faria
chiama "geni e cromosomi". «Ciò che distingue una farfalla da un leone, una
gallina da una mosca, o un verme da una balena -scrive Jacob - è molto meno
una differenza nei costituenti chimici che nell'organizzazione e nella
distribuzione di questi costituenti. Sono le configurazioni spaziali di una
materia sostanzialmente costante che compongono le forme dei viventi.
A questo punto il francese e il portoghese si pongono agli antipodi. Per
Jacob gli oggetti con cui è costituita la vita (dal grande bricoleur) si
trovano nel magazzino del robivecchiaio; per Lima-de-Faria si trovano nel
palazzo incantato dei cristalli.
Sono forme prime, spontanee aggregazioni di elementi, repertori, di
pitagoriche geometrie. Non sono gli avanzi storici della vita, continuamente
riciclati, sono trame spaziali precedenti la vita, insite negli atomi e
nelle loro aggregazioni molecolari e cristalline. .
Non solo le forme spaziali, ma i principi della riproduzione e della
rigenerazione, e le fondamentali funzioni della vita (fissazione dell'azoto,
fotosintesi) appartennero ai minerali prima di essere state adottate dai
viventi.
Evoluzione senza selezione
"Evoluzione senza selezione", questo è il titolo dell'ultima opera di
Lima-de-Faria (8) in cui sono esposti i concetti che sono andato
illustrando. Con lo stesso titolo l'autore ha presentato il suo pensiero in
animate conferenze tenute presso l'Università di Trieste, Pisa e Roma alla
fine dello scorso anno.
Il titolo del libro e delle relazioni ha suscitato i parte del pubblico
perplessità se non addirittura sconcerto; perché la selezione naturale è l'
idea cardine su cui si è mossa la biologia nell'ultimo secolo. Se i termini
fossero stati invertiti: selezione senza evoluzione, il discorso sarebbe
stato più accettato..
Quello di "evoluzione" è un concetto vago, contraddittorio, inquinato di
romanticismo e di teologia, che molti darwinisti stanno mettendo tra
virgolette o tra parentesi.
L'idea di "selezione naturale" è invece irrinunciabile, come meccanismo che
muove il mondo senza un Progetto, come sanzione naturalistica della
concorrenza e del successo, come criterio di valutazione in una realtà senza
valori e senza canoni.
Per Lima-de-Faria, la selezione naturale è un mito, come fu il flogisto
nella chimica e l'etere nella fisica. Non si tratta di scegliere tra le
infinite possibilità e mostruosità proposte dal Caso. La Natura costruisce
le sue forme per una logica interna di aggregazione: sono forme tipiche,
universali, precedenti il gioco della vita, a cui la vita si conforma, come
a vie obbligate della individuazione, della materializzazione, e
dell'esistenza.
La simiglianza tra le forme, che spesso scavalca i regni, è dovuta alla
generalità dei processi generativi, dei modelli di sviluppo. Sono noti
alcuni insetti così simili alle foglie da confondersi con esse: i cosiddetti
insetti-fogIia.
L 'interpretazione corrente è fornita dal mimetismo: l'insetto sj trasforma
via via ad imitazione della foglia così da mascherarsi tra il fogliame e
sfuggire alla vista dei predatori. Per Lima-de- Faria, insetto e foglia si
somigliano perché hanno adottato un comune modello di sviluppo, che peraltro
è già presente nei minerali: un accrescimento laminare con nervature,
circoscritto in un contorno curvilineo simmetrico. La selezione naturale non
c'entra. Non è accaduto che nascessero insetti di tutte le forme e gli
uccelli avessero predato tutti quelli che non si erano tempestivamente
camuffati da foglia, Gli insetti-foglia si sono andati a riposare nell'
ambiente più conforme e familiare, ma non si sono trasformati per emulare le
foglie. Studi di paleontologia degli insetti hanno provato che gli
insetti-fogIia, appartenenti agli ordini dei fasmidi e dei protofasmidi,
sono i più antichi tra gli insetti e che la loro comparsa ha preceduto di
qualche milione di anni l'apparizione delle foglie. Fossili dei primi
insetti-foglia sono stati rinvenuti in sedimenti del Giurassico superiore,
mentre le Angiosperme (latifoglie fiorite) sono comparse improvvisamente
milioni di anni dopo, nel Cretaceo (9).
Disegni ramificati nella formazione di strutture: 1- scarica elettrica; 2-
sezione della radice di una pianta; 3 - Stella marina Gorgonocephalus; 4 -
sezione del braccio di Antedon (Echinoderma). Da Lima-de-Faria (1988)
Le forme naturali, viventi o non viventi, non sono risultato di speculazioni
economiche, adattamenti, ripieghi; opportunismi, camuffamenti, ma libera
espressione della vocazione morfologica della materia, che è da sempre e che
mezzo miliardo di anni fa si impossessò della vita (10).
«Non è possibile - scrive Kareh Blixen in Ehrengard - che una varietà così
infinita sia necessaria all'economia della natura. Dev'essere per forza
stata la manifestazione di uno spirito universale - inventivo, ottimista e
giocondo all'estremo, incapace di trattenere i suoi scherzosi torrenti di
felicità. E davvero, davvero: Domine, non sum dignus».
Uno schizzo a corona provocato dalla caduta di una goccia su una superficie
di latte confrontato con una corona araldica di conte ed una coroncina
vegetale (opercolo dell'urna di una muschio).
NOTE.
(1) A. Lima-de-FAria è direttore dell'Istituto di Citogenetica molecolare
dell'Università di Lund, in Svezia.
(2) Questa la tesi discussa e illustrata da A. Lima-de-Faria nel suo
recente libro Evolution without Selection. Form and Function by
Autoevolution, Elsevier, Amsterdam 1988.
(3) Una pianta, ha scritto René Thom, è un "dilagamento della terra verso la
luce, e la struttura ramificata del tronco e delle radici è quella stessa
che si osserva per un corso d'acqua che corroda la scogliera e finisca in un
corso di detriti".
(4) D'Arcy W. Thompson, Growth and form (1917); trad it. Crescita e forma,
la Geometria della natura, Ed. Boringhieri, Torino 1969
(5) Op. cit. in nota 4
(6) Lima-de-Faria è uno dei pià grandi studiosi di cromosomi del mondo. La
sua opera classica è : Molecular Evolution and Organisation of the
Chromosome, Elsevier, Amsterdam 1983
(7) F. Jacob, Evoluzione e bricolage, Einaudi, Torino 1980
(8) vedi nota 2
(9) Il mimetismo animale è documentato in un bel servizio di Jill Bailey su
"Atlante" dell'agosto 1983. L'autore commenta una foto di insetto-foglia:
"Questi animali pertanto non hanno imitato le foglie, ma tale forma è poi
risultata vincente nella lotta per la sopravvivenza".
(10) L'autore di questo articolo ha utilizzato i minerali e le loro
trasformazioni come chiavi interpretative dellafiaba. G. Sermonti Fiabe del
sottosuolo, Rusconi, Milano 1989
--
saluti
<Gigi>
i raeliani nel sito www.rael.org
la prima società di clonazione umana nel sito www.clonaid.com