R.L. Deboni
2007-05-23 12:31:46 UTC
Una della argomentazioni che gli antinuclearisti piu' disonesti (come si
vedra' e' implicito dalla replica) portano a "prova" della tesi che il
nucleare e' un vicolo cieco anche dal punto di vista economico e' la
seguente:
"Si tace su una realta' importante e documentata a livello
internazionale e cioe' che in questi venti anni in nessuno dei paesi
OCSE occidentali compresi gli Stati Uniti d'America sono stati ordinati
nuovi impianti nucleari di potenza. I paesi che attualmente hanno una
dotazione di impianti nucleari li hanno costruiti in precedenza, tra la
fine degli anni '60 e la meta' degli anni '80. Fa eccezione la Francia
che ha concluso nei primi anni '90 il suo primo programma nucleare
voluto per orgoglio e volonta' di indipendenza scientifica ed
industriale nazionale."
La replica all'ultima frase e' facilissima: se la Francia avesse avuto
solamente voluto raggiungere "indipendenza scientifica ed industriale
nazionale" avrebbe potuto limitarsi intorno ad un terzo di nucleare,
come per gli altri paesi OCSE (Italia esclusa). In realta' la Francia
non ha (ne' aveva) risorse energetiche locali, non ha grandi riserve di
petrolio o carbone, ha solo un po' di idroelettrico. Ed e' questo che
IMHO l'ha portata a coprire con il nucleare molto di piu' che secondo
certe valutazioni economiche potrebbe essere un limite utile della quota
relativa (come scritto, circa un terzo delle centrali di potenza).
Torniamo invece all'argomento principale, che provo a parafrasare:
"la prova che il nucleare e' un fallimento economico e' che dopo gli
anni '80, neanche gli USA hanno *ordinato* nuove centrali nucleari."
Le disonesta' intellettuali in questa frase sono molteplici:
La prima che si nota e' che si menziona "ordinato" e non il "costruito".
Perche' ? Perche' in questo modo, con innocente (per i piu' tonti)
abilita', si elimina dal confronto un'eventuale ordine programmato di
costruzione di centrali. Esempio, se a fine 1980 viene presentato
un'ordine di costruzione multiplo di una centrale ogni anno per i
prossimi dieci anni, seguendo la prevista espansione dei consumi,
ebbene, secondo il criterio abilmente scelto, queste centrali, anche se
costruite fino alla fine degli anni '90 NON conterebbero in questa
pseudo argomentazioni statistica.
Oggi tralascio le importanti e piu' facili argomentazioni come:
- copertura del carico base e non oltre (per sfruttare al meglio la
caratteristica dell'energia da fonte nucleare: sull'energia prodotta
incida tanto l'impianto, ma costa poco l'incidenza sul tenerlo in funzione)
- differenziano delle fonti, ovvero un mix equilibrato
(anzi proprio la rapidita' con cui si e' raggiunto questi limiti, tra
gli anni '60 ed '80, completando tale redistribuzione del carico
produttivo potrebbero essere un'argomento a smentita della tesi ...)
- la produzione e' aumentata notevolmente nonostante il mancato ordine
di nuove centrali ... rendendo inutile costruirne ulteriori (cioe'
quello che e' un successo dell'industria nucleare dovrebbe usare usato
come argomento contrario ... uhmmm )
Andiamo alla piu' sottile: "il nucleare non ha avuto "successo
economico" negli ultimi venti anni".
L'affermazione e' sottile e disonesta perche' prescinde dal vero
argomento del dibattito tenuto dal 1987 fino ad oggi. Argomento che e'
diventato finalmente di attualita' in modo esplicito:
*QUALI ALTERNATIVE ALL'ENERGIA DA FONTE FOSSILE ?*
Invece di rispondere, rispondo, maleducamente con un'altra domanda (che
implica la risposta): "Dopo gli anni '80 quale fonte alternativa di
generazione di POTENZA di energia elettrica ha potuto competere alle
centrali termoelettriche a combustibili fossili ?"
Se escludiamo casi particolari (per esempio ove era facile l'estrazione
di energia geotermica) ... ed escludiamo ogni agevolazione pubblica ...
ed i mini-impianti (per me sono tali fino ai 10 MW) che possono avere
dei vantaggi insiti nella posizione locale (ad esempio, mancanza od
impossibile accesso alla rete elettrica) ...
Domanda integrativa: "Perche' e' stato cosi ?"
[qui la risposta e' a due livelli: perche' e ... perche' del perche' ...
:-) ]
Insomma, un'ulteriore esempio di come l'informazione degli
antinucluearisti degli ultimi venti anni e' volta solo a confondere,
disinformare, distrarre, spaventare, insinuare, etc. Sono metodi tipici
di certi lobbisti. Qualche ipotesi su chi potrebbero essere questi
finanziatori occulti (sicuramente sconosciuti alla parte ingenua della
militanza verde-ambientalista) ?
Mi piace la battuta di Fabrizio Cattaneo: "... si rischia di avere un
pianeta libero di scorie... ma anche privo di vita ..."
A cio aggiungo: " ... pianeta che se anche libero di scorie ... sarebbe
ugualmente radioattivo, come sempre e' stato in natura ..."
Con l'aggiunta voglio sottolineare che molti oppositori in buonafede del
nucleare semplicemente non sono informati dei livelli della radiazione,
naturale ed artificiale, a cui sono esposti ogni giorno, sia al lavoro,
sia a casa propria, anche durante il sonno, sia quando si spostano.
Radiazione che fa parte della vita, come le polveri, le esalazioni, ed
ogni altra esposizione naturale che ha gia' ucciso la vita da quando
esiste sulla terra e con cui la vita ha imparato a convivere ed a
difendersi.
Anzi e' probabile che la radioattivita' naturale (cioe' quella a livelli
non clinici) sia la chiave dell'evoluzione e della nostra stessa esistenza.
Attendo le risposte alle due domande che ripeto per togliere dubbi:
A) "Dopo gli anni '80 quale fonte alternativa di generazione di POTENZA
di energia elettrica ha potuto competere alle centrali termoelettriche a
combustibili fossili ?"
B) "Perche' e' stato cosi ?"
R.L.Deboni
vedra' e' implicito dalla replica) portano a "prova" della tesi che il
nucleare e' un vicolo cieco anche dal punto di vista economico e' la
seguente:
"Si tace su una realta' importante e documentata a livello
internazionale e cioe' che in questi venti anni in nessuno dei paesi
OCSE occidentali compresi gli Stati Uniti d'America sono stati ordinati
nuovi impianti nucleari di potenza. I paesi che attualmente hanno una
dotazione di impianti nucleari li hanno costruiti in precedenza, tra la
fine degli anni '60 e la meta' degli anni '80. Fa eccezione la Francia
che ha concluso nei primi anni '90 il suo primo programma nucleare
voluto per orgoglio e volonta' di indipendenza scientifica ed
industriale nazionale."
La replica all'ultima frase e' facilissima: se la Francia avesse avuto
solamente voluto raggiungere "indipendenza scientifica ed industriale
nazionale" avrebbe potuto limitarsi intorno ad un terzo di nucleare,
come per gli altri paesi OCSE (Italia esclusa). In realta' la Francia
non ha (ne' aveva) risorse energetiche locali, non ha grandi riserve di
petrolio o carbone, ha solo un po' di idroelettrico. Ed e' questo che
IMHO l'ha portata a coprire con il nucleare molto di piu' che secondo
certe valutazioni economiche potrebbe essere un limite utile della quota
relativa (come scritto, circa un terzo delle centrali di potenza).
Torniamo invece all'argomento principale, che provo a parafrasare:
"la prova che il nucleare e' un fallimento economico e' che dopo gli
anni '80, neanche gli USA hanno *ordinato* nuove centrali nucleari."
Le disonesta' intellettuali in questa frase sono molteplici:
La prima che si nota e' che si menziona "ordinato" e non il "costruito".
Perche' ? Perche' in questo modo, con innocente (per i piu' tonti)
abilita', si elimina dal confronto un'eventuale ordine programmato di
costruzione di centrali. Esempio, se a fine 1980 viene presentato
un'ordine di costruzione multiplo di una centrale ogni anno per i
prossimi dieci anni, seguendo la prevista espansione dei consumi,
ebbene, secondo il criterio abilmente scelto, queste centrali, anche se
costruite fino alla fine degli anni '90 NON conterebbero in questa
pseudo argomentazioni statistica.
Oggi tralascio le importanti e piu' facili argomentazioni come:
- copertura del carico base e non oltre (per sfruttare al meglio la
caratteristica dell'energia da fonte nucleare: sull'energia prodotta
incida tanto l'impianto, ma costa poco l'incidenza sul tenerlo in funzione)
- differenziano delle fonti, ovvero un mix equilibrato
(anzi proprio la rapidita' con cui si e' raggiunto questi limiti, tra
gli anni '60 ed '80, completando tale redistribuzione del carico
produttivo potrebbero essere un'argomento a smentita della tesi ...)
- la produzione e' aumentata notevolmente nonostante il mancato ordine
di nuove centrali ... rendendo inutile costruirne ulteriori (cioe'
quello che e' un successo dell'industria nucleare dovrebbe usare usato
come argomento contrario ... uhmmm )
Andiamo alla piu' sottile: "il nucleare non ha avuto "successo
economico" negli ultimi venti anni".
L'affermazione e' sottile e disonesta perche' prescinde dal vero
argomento del dibattito tenuto dal 1987 fino ad oggi. Argomento che e'
diventato finalmente di attualita' in modo esplicito:
*QUALI ALTERNATIVE ALL'ENERGIA DA FONTE FOSSILE ?*
Invece di rispondere, rispondo, maleducamente con un'altra domanda (che
implica la risposta): "Dopo gli anni '80 quale fonte alternativa di
generazione di POTENZA di energia elettrica ha potuto competere alle
centrali termoelettriche a combustibili fossili ?"
Se escludiamo casi particolari (per esempio ove era facile l'estrazione
di energia geotermica) ... ed escludiamo ogni agevolazione pubblica ...
ed i mini-impianti (per me sono tali fino ai 10 MW) che possono avere
dei vantaggi insiti nella posizione locale (ad esempio, mancanza od
impossibile accesso alla rete elettrica) ...
Domanda integrativa: "Perche' e' stato cosi ?"
[qui la risposta e' a due livelli: perche' e ... perche' del perche' ...
:-) ]
Insomma, un'ulteriore esempio di come l'informazione degli
antinucluearisti degli ultimi venti anni e' volta solo a confondere,
disinformare, distrarre, spaventare, insinuare, etc. Sono metodi tipici
di certi lobbisti. Qualche ipotesi su chi potrebbero essere questi
finanziatori occulti (sicuramente sconosciuti alla parte ingenua della
militanza verde-ambientalista) ?
Mi piace la battuta di Fabrizio Cattaneo: "... si rischia di avere un
pianeta libero di scorie... ma anche privo di vita ..."
A cio aggiungo: " ... pianeta che se anche libero di scorie ... sarebbe
ugualmente radioattivo, come sempre e' stato in natura ..."
Con l'aggiunta voglio sottolineare che molti oppositori in buonafede del
nucleare semplicemente non sono informati dei livelli della radiazione,
naturale ed artificiale, a cui sono esposti ogni giorno, sia al lavoro,
sia a casa propria, anche durante il sonno, sia quando si spostano.
Radiazione che fa parte della vita, come le polveri, le esalazioni, ed
ogni altra esposizione naturale che ha gia' ucciso la vita da quando
esiste sulla terra e con cui la vita ha imparato a convivere ed a
difendersi.
Anzi e' probabile che la radioattivita' naturale (cioe' quella a livelli
non clinici) sia la chiave dell'evoluzione e della nostra stessa esistenza.
Attendo le risposte alle due domande che ripeto per togliere dubbi:
A) "Dopo gli anni '80 quale fonte alternativa di generazione di POTENZA
di energia elettrica ha potuto competere alle centrali termoelettriche a
combustibili fossili ?"
B) "Perche' e' stato cosi ?"
R.L.Deboni