Post by Massimiliano CatanesePost by longionCi mancava la cazzata dei rettiliani, povera Italia.
Fanno sempre cosi' : perculano per screditare le tesi dell' avversario.
Cioè, tu pensi che le razze esistano? Ti posto l'incipit di un Manifesto
firmato da:
Enrico Alleva, Docente di Etologia, Istituto Superiore di Sanità,
Roma
Guido Barbujani, Docente di Genetica di popolazioni, Università
Ferrara
Marcello Buiatti, Docente di Genetica, Università di Firenze
Laura dalla Ragione, Psichiatra e psicoterapeuta, Perugia
Elena Gagliasso, Docente di Filosofia e Scienze del vivente,
Università La Sapienza, Roma
Rita Levi Montalcini, Neurobiologa, Premio Nobel per la Medicina
Massimo Livi Bacci, Docente di demografia, Università di
Firenze
Alberto Piazza, Docente di Genetica Umana, Università di Torino
Agostino Pirella, Psichiatra, co-fondatore di Psichiatria
democratica, Torino
Francesco Remotti, Docente di Antropologia culturale,
Università di Torino
Filippo Tempia, Docente di Fisiologia, Università di Torino
Flavia Zucco, Dirigente di Ricerca, Presidente Associazione
Donne e Scienza, Istituto di Medicina molecolare, CNR , Roma Regione
I. Le razze umane non esistono. L’esistenza delle razze umane è
un’astrazione derivante da una cattiva interpretazione di
piccole differenze fisiche fra persone, percepite dai nostri sensi,
erroneamente associate a differenze “psicologiche” e interpretate sulla
base di pregiudizi secolari. Queste astratte suddivisioni,
basate sull’idea che gli umani formino gruppi biologicamente
ed ereditariamente ben distinti, sono pure invenzioni da sempre
utilizzate per classificare arbitrariamente uomini e donne in “migliori”
e “peggiori” e quindi discriminare questi ultimi (sempre i
più deboli), dopo averli additati come la chiave di tutti i mali nei
momenti di crisi.
II. L’umanità, non é fatta di grandi e piccole razze. È invece, prima di
tutto, una rete di persone collegate. È vero che gli
esseri umani si aggregano in gruppi d’individui, comunità locali,
etnie, nazioni, civiltà; ma questo non avviene in quanto hanno gli
stessi geni ma perché condividono storie di vita, ideali e religioni,
costumi e comportamenti, arti e stili di vita, ovvero culture. Le
aggregazioni non sono mai rese stabili da DNA identici; al contrario,
sono soggette a profondi mutamenti storici: si formano,
si trasformano, si mescolano, si frammentano e dissolvono con
una rapidità incompatibile con i tempi richiesti da processi di
selezione genetica.
III. *Nella specie umana il concetto di razza non ha significato
biologico*. L’analisi dei DNA umani ha dimostrato che la
variabilità genetica nelle nostra specie, oltre che minore di quella
dei nostri “cugini” scimpanzé, gorilla e orangutan, è rappresentata
soprattutto da differenze fra persone della stessa popolazione,
mentre le differenze fra popolazioni e fra continenti diversi sono
piccole. I geni di due individui della stessa popolazione sono in
media solo leggermente più simili fra loro di quelli di persone che
vivono in continenti diversi. Proprio a causa di queste differenze
ridotte fra popolazioni, neanche gli scienziati razzisti sono mai
riusciti a definire di quante razze sia costituita la nostra specie, e
hanno prodotto stime oscillanti fra le due e le duecento razze.
***
Mi pare che la questione sia chiusa, visto che l'autorità tua, di
Antonio Santoro e di longion, di fronte a quella di persone
scientificamente e professionalmente competenti, conta assai meno di
zero. Piantàtela con questa pericolosa superstizione. E studiate, magari.
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Namib
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αἱ ψυχαὶ ὀσμῶνται καθ᾽ Ἅιδην (Eraclito)