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2007-02-04 21:34:51 UTC
SCIENZA: il clima ed il catastrofismo ecologista
Il clima è stato in questi ultimi mesi uno degli argomenti più
dibattuti dai media, sulle pagine dei giornali in televisione e al
cinema. È bastato avere un inverno con temperature superiori alla media
stagionale per scatenare gli scenari più apocalittici: pochi gradi in
più ed ecco fioccare le previsioni più catastrofiche.
Di diverso avviso è invece larticolo,Fine dellera Glaciale, uscito su
"Il Domenicale" di sabato 20 gennaio 2007 a firma di Antonio Gaspari.
Secondo larticolo, «se si ha il coraggio e la serenità di guardare la
realtà senza essere influenzati dalla propaganda ecologista, è facile
constatare che linverno mite apporta notevoli benefici sia alla
qualità della vita che al benessere ambientale. Un inverno meno freddo
riduce enormemente le spese ed i consumi di combustibili utilizzati per
il riscaldamento delle abitazioni e degli edifici pubblici e privati.
In termini economici la riduzione dei consumi sta favorendo il calo del
prezzo del greggio sui mercati internazionali. Dal punto di vista
ambientale il minor consumo di combustibili, riduce le emissioni
gassose e la produzione di polveri. ( )
Così come non è vero che flora e fauna soffriranno per linverno più
mite, al contrario ne beneficeranno. Luce e calore favoriscono la vita
mentre freddo e buio la limitano».
Come ricorda Gaspari, gli ecologisti guardano allaumento della
temperatura della Terra come al più catastrofico degli eventi. In
realtà, come dimostrato in tutta la storia del Pianeta, la vita si è
sempre sviluppata in periodi caldi come o più di quello odierno. La
storia dellumanità è stata caratterizzata da periodi molto più caldi
di quello attuale, ma mai si sono verificate le catastrofi di cui si
oggi si paventa larrivo.
Una grande parte della comunità scientifica internazionale, inoltre,
sostiene che non è affatto dimostrato che sia lumanità con le sue
attività lavorative e le emissioni di anidride carbonica a determinare
il riscaldamento del pianeta.In un convegno che si è svolto in
settembre, al Royal Insititute of Technology (KTH) di Stoccolma, un
gruppo di autorevoli climatologi di fama internazionale ha stilato un
documento in cui indica le certezze e solleva i dubbi circa la teoria
del riscaldamento globale, indicando le linee di ricerca da seguire per
comprendere e valutare lattuale fase climatica.
Al convegno hanno partecipato circa 120 esperti provenienti da 11 Paesi
, i relatori erano tutti docenti di istituzioni tra le più prestigiose.
Gli scienziati registrano che il pianeta sta vivendo dal 1860 in un
periodo relativamente mite, ma che non esistono prove sufficienti per
dimostrare che ciò sia a causa delle attività umane. Le attività umane
(tutte, anche quelle di normale respirazione) rappresentano il 4 per
cento del totale dellanidride carbonica emessa in atmosfera. Il 96%
della CO2 è infatti di origine naturale, basti pensare allattività dei
vulcani.
Per questo motivo, i climatologi riuniti a Stoccolma hanno affermato
che le politiche che prevedono la Carbon Tax e il commercio sulle quote
per la riduzione delle emissioni, sono costose, inefficienti e
ininfluenti sul sistema globale. Inoltre, sottolineano gli scienziati,
tali politiche «possono favorire labuso da parte delle parti
coinvolte» per fini ideologici e commerciali.
Corrispondenza Romana - 3 Febbraio 2007
www.corrispondenzaromana.it
(xpost)
Il clima è stato in questi ultimi mesi uno degli argomenti più
dibattuti dai media, sulle pagine dei giornali in televisione e al
cinema. È bastato avere un inverno con temperature superiori alla media
stagionale per scatenare gli scenari più apocalittici: pochi gradi in
più ed ecco fioccare le previsioni più catastrofiche.
Di diverso avviso è invece larticolo,Fine dellera Glaciale, uscito su
"Il Domenicale" di sabato 20 gennaio 2007 a firma di Antonio Gaspari.
Secondo larticolo, «se si ha il coraggio e la serenità di guardare la
realtà senza essere influenzati dalla propaganda ecologista, è facile
constatare che linverno mite apporta notevoli benefici sia alla
qualità della vita che al benessere ambientale. Un inverno meno freddo
riduce enormemente le spese ed i consumi di combustibili utilizzati per
il riscaldamento delle abitazioni e degli edifici pubblici e privati.
In termini economici la riduzione dei consumi sta favorendo il calo del
prezzo del greggio sui mercati internazionali. Dal punto di vista
ambientale il minor consumo di combustibili, riduce le emissioni
gassose e la produzione di polveri. ( )
Così come non è vero che flora e fauna soffriranno per linverno più
mite, al contrario ne beneficeranno. Luce e calore favoriscono la vita
mentre freddo e buio la limitano».
Come ricorda Gaspari, gli ecologisti guardano allaumento della
temperatura della Terra come al più catastrofico degli eventi. In
realtà, come dimostrato in tutta la storia del Pianeta, la vita si è
sempre sviluppata in periodi caldi come o più di quello odierno. La
storia dellumanità è stata caratterizzata da periodi molto più caldi
di quello attuale, ma mai si sono verificate le catastrofi di cui si
oggi si paventa larrivo.
Una grande parte della comunità scientifica internazionale, inoltre,
sostiene che non è affatto dimostrato che sia lumanità con le sue
attività lavorative e le emissioni di anidride carbonica a determinare
il riscaldamento del pianeta.In un convegno che si è svolto in
settembre, al Royal Insititute of Technology (KTH) di Stoccolma, un
gruppo di autorevoli climatologi di fama internazionale ha stilato un
documento in cui indica le certezze e solleva i dubbi circa la teoria
del riscaldamento globale, indicando le linee di ricerca da seguire per
comprendere e valutare lattuale fase climatica.
Al convegno hanno partecipato circa 120 esperti provenienti da 11 Paesi
, i relatori erano tutti docenti di istituzioni tra le più prestigiose.
Gli scienziati registrano che il pianeta sta vivendo dal 1860 in un
periodo relativamente mite, ma che non esistono prove sufficienti per
dimostrare che ciò sia a causa delle attività umane. Le attività umane
(tutte, anche quelle di normale respirazione) rappresentano il 4 per
cento del totale dellanidride carbonica emessa in atmosfera. Il 96%
della CO2 è infatti di origine naturale, basti pensare allattività dei
vulcani.
Per questo motivo, i climatologi riuniti a Stoccolma hanno affermato
che le politiche che prevedono la Carbon Tax e il commercio sulle quote
per la riduzione delle emissioni, sono costose, inefficienti e
ininfluenti sul sistema globale. Inoltre, sottolineano gli scienziati,
tali politiche «possono favorire labuso da parte delle parti
coinvolte» per fini ideologici e commerciali.
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