Caro Ercole e caro Guido,
capisco i vostri pensieri. Li
trovo pienamente giustificati dalla situazione attuale, ma sento di
poter aggiungere, con nostalgia, anche qualcos'altro.
Sono nato e cresciuto praticamente in riva al mare. Andavamo in
spiaggia e la mamma metteva fuori un asciugamano alla finestra quando
era ora che tornassimo a casa.
Andavo in bicicletta per le stradine del paese avventurandomi un po'
alla volta sempre piu' lontano. Le colline a 10km nell'entroterra di
Ancona, con talvolta le loro salite ripidissime, le ho scoperte in
bicicletta, con la Bianchi Lusso che era di mio nonno. Un cruccio non
poterci tornare in inverno quando, credevo sognando, dovevano essere
ricoperte di neve.
Gli sci li avevano una sola famiglia del paese e nel 1956, quando
venne una nevicata bestiale, andammo tutti a rubare le sedie
pieghevoli dalla Chiesa Parrocchiale per usarle come slitte.
I monti veri, la neve e i ghiacciai, li scoprii bem piu' tardi, quando
finalmente potei comperare una bicicletta super, fatta su misura che
uso tuttora, che costava come oggi costerebbe una Colnago-Ferrari.
I monti e i ghiacciai ammirai a furia di pedalate.
So che non e' piu' possibile tornare indietro, ma sarebbe bello almeno
fare di tutto per rendere piu' spontaneo e allettante, in modo
naturale, l' esercizio fisico e lo sport. Invece di dvover scarrozzare
i pargoli alle varie Scuole di Nuoto, Tennis, CIclismo, Calcio,
Spinning, Volleyball, Basket, Danza ... .
Domani devo andare ad Ancona a recuperare la mia auto.
Prendo il treno per Firenze-Pontassieve.
Pedalo via Vallombrosa-Stia-La Calla-Cesena.
Li' riprendo il treno per Falconara e salgo in bici sul cocuzzolo di
Paterno per cena.
Una degna salita finale, per chi non la conoscesse.
Come mai a tanta gente non viene neanche in mente di spostarsi in
questo modo?
Siamo davvero tutti condizionati da tette, culi, denari e medaglieri
vari?
Sergio
Pisa