Dimostra che il nucleare in Italia, ma non solo, è un'opzione non
prevista
e neppure prevedibile.
E quindi? Che elementi porta alla discussione sull'opportunità di usare
tale
tecnologia?
Tale discussione avviene a monte e non è certo, come piacerebbe a te,
appannaggio dei tecnici, che hanno una visione molto settoriale del
problema e alla prova dei fatti si sono rilevati incapaci di prevedere gli
effetti di un forte terremoto nel Paese più sismico del mondo.
Capisci che non c'è un nesso tra "la popolazione non lo vuole" con "è
una
forma di energia non conveniente (in senso lato)" ?
Il nesso in realtà c'è, sei tu che non lo vuoi vedere, perché ti sembra
incredibile che la maggioranza delle persone non vogliono rischiare di
vedere le proprie vite e le proprie comunità sconvolte come a Chernobyl o a
Fukushima.
Senza contare che tutti capiscono molto bene che il problema delle scorie
non è stato risolto e che la grandeur dei progetti di costruzione delle
centrali nucleari è funzionale unicamente al grande capitale costituito
dalle multinazionali di settore.
Poi se non l'hai mai letto, vatti a leggere lo "Stato Atomico" di Robert
Junghk (spero di ricordarmi bene il cognome), che illustra molto bene gli
effetti di controllo sociale e di mancanza di trasparenza che si
accompagnano alla fonte nucleare (tralasciano per il momento gli aspetti di
carattere militare).
...
"Mangiate merda. Miliardi di mosche non possono sbagliarsi."
Infatti le mosche non si sbagliano: per loro è una prelibatezza.
...
L'essere in maggioranza o minoranza non c'entra nulla, riesci a capirlo?
Se il nucleare italiano è, allo stato, defunto lo si deve unicamente alla
maggioranza degli italiani che lo ha depennato il 12 e 13 giugno scorsi.
Magari c'è una sola persona al mondo che dice una cosa giusta, ma la
giustezza della cosa si valuta indipendente dal numero di persone che la
dicono.
Ti è chiaro?
A te non è chiaro che in questo tema non esiste una "verità" unica,
razionale, intersoggettiva, valida per ogni Paese. Ed è praticamente sempre
così quando ci sono forti interessi economici in gioco.
Il futuro non esiste a priori, il futuro, qui e in altri campi, si
costruisce sulla base delle decisioni che possiamo prendere o non prendere
oggi: il nucleare è una strada obbligata solo nella tua mente o in quella
del top management di Westinghouse o Areva, ma nella realtù il mondo si sta
muovendo diversamente e il trend è chiaro: uso sempre più massiccio delle
fonti rinnovabili everywhere in the world.
...
neppuere dopo il ripetersi di disastri epocali.
Per esempio, quando ti si fa notare che, fin'ora, secondo qualunque
parametro oggettivo, i disastri epocali li hanno fatti le altre forme di
energia, come pensi di rispondere?
Penso di rispondere che non sai fare i conti, nemmeno quelli contemplati
dall'aritmetica elementare.
Hai idea di quanto costi in termini economici e sociali abbandonare per
decenni vaste zone di territorio con i relativi manufatti residenziali e
commerciali lasciati lì e con la necessità di ricostruirne altrove?
Hai idea di quanto sia stata ridimensionata l'economia della zona (tra
l'alro pesce, derrate alimentari, etc.)?
Hai idea di quanto costi la gestione delle centrali collassate nel post
Fukushima?
Troverai dei parametri oggettivi per confutare queste affermazioni?
E cosa ci sarebbe da confutare?
L'interazione elettromagnetica determina in genere una mortalità più
immediata e facilmente verificabile, rispetto a quella più mediata e spesso
non istantanea associata alle interazioni forte e debole coinvolte nei
decadimenti radioattivi e con questo?
...
Ti sembra strano che ci siano persone che possano conoscere meglio un
argomento rispetto all'italiano medio?
No, è che della tua maggiore conoscenza degli argomenti tecnici ne fai un
uso improprio, semplicemente perché, per fare un esempio, sapere come si
prepara l'esafluoruro di uranio non ti dice assolutamente nulla sulla bontà
o meno dell'opzione energetica nucleare, è una conoscenza tecnica magari
molto spinta ma inessenziale ai fini della definizione della scelta di una
tecnologia piuttosto che di un'altra.
Non so davvero come fartelo capire.
Pensa che nonostante ciò non mi ritengo in grado *IO* di fare la
valutazione
di cui sopra. Figurati come potrebbe farlo il tipico spettatore del Grande
Fratello :)
Un soggetto del genere tuttavia va bene, anzi benissimo, quando si tratta
di fare la scelta più importante in una democrazia ovvero quella della
classe dirigente politica che guiderà il Paese?
Mi pare un po', come dire, partigiano, sostenere che le decisioni del
popolo nel primo caso sono risibili e nel secondo vanno bene, non ti pare?
E su quali basi?
Ripeto, sul fatto che ho una preparazione scientifica e un mestiere che mi
obbliga ad avere un approccio scientifico/ingegneristico.
Ti manca l'approccio politico (in senso alto: in che società vorresti
vivere, modello di sviluppo cui vorresti tendere, etc.), sociale ed
economico, che conta molto di più.
Dalle fandonie che scrivi qui non mostri certo migliore informazione,
Eh, ma vedi, non basta che il primo pirla di turno mi dica che sono
fandonie. Deve per lo meno confutare quello che scrivo con argomenti logici.
Nella tua risposta in realtà non hai portato alcun argomento preciso, ma
hai fatto solo considerazioni generiche, anche piuttosto banali
aggiungerei.
ma la cosa che mi lascia allibito è che sinora non hai neppure capito
che
la *politica energetica* non è una questione puramente tecnologica
bensì,
come dice la locuzione, un fatto politico ovvero, in democrazia, qualcosa
che si decide con il consenso della maggioranza della gente.
....e questa è l'idea malsana che porta i paesi al tracollo. Il consenso
al
posto della ragione. L'idiozia della massa al posto della ragione.
Hai una visione politica distorta, "la Repubblica dei filosofi" di
platoniana memoria è qualcosa di mostruosamente artificiale, inefficace e
antidemocratico, che oltretutto non si è mai realizzata da nessuna parte.
La politica è una mediazione d'interessi diversi e molto spesso
contrastanti. E' giusto aspirare a una sintesi condivisa che si basi sul
confronto razionale delle idee, ma devi prima capire i limiti intrinsechi
di un approccio del genere. Non si può applicare un concetto astratto e
asettico di razionalità alla gestione delle scelte di natura politica,
economica e sociale, senza considerare le idee dominanti, la
stratificazione sociale, le diverse culture presenti in una comunità con i
loro valori, etc.: le cose sono un tantino più complesse in questo caso che
calcolare il moto di un pesetto attaccato a una molla.
Ma tanto so che non ci credi davvero, perché se domani la massa dovesse
decidere qualcosa che non va bene *A TE* allora usciresti con invettive
contro l'idiozia della massa.
Ti smentisco subito e facilmente:
avete scelto Berlusconi ininterrottamente per quasi vent'anni, nonostante
abbia dato e stia dando ampia prova della sua incapacità e imbarazzante
inadeguatezza, e nonostante ciò non ho mai fatto sparate indiscriminate
contro l'idiozia della massa.
Penso anche che sia normale che sia così.
Come in Germania, Svizzera, Svezia, Austria, Polonia, Usa, Finlandia
(sì
anche Finlandia), etc.
Il bello è che ti è appena stato fatto notare che quell'elenco non va
proprio bene da portare a sostegno delle tue tesi e tu lo riposti paro paro
senza aver confutato l'obiezione che ti è stata posta.
Non so a quale obiezione ti stai riferendo; ad ogni modo la contrarietà
delle popolazioni che ho citato al nucleare è espressa in numerosi sondaggi
vecchi e nuovi e in numerosi consultazioni referendarie.
Malafede o stupidità ? Tertium non datur.
Sei tui che ignori semplicemente di cosa si sta parlando.
...
60 milioni di allenatori
60 milioni di fisici nucleari
ecc...
Non sei d'accordo?
Guarda lo dici a uno a cui il calcio non è mai interessato, ma la cosa
peggiore è che ricadi nel tuo errore madornale: quello di
ritenere che debbano essere i fisici nucleari a decidere se adottare
l'opzione nucleare (senza contare che numerosi fisici nucleari, vedi
Rubbia, a esempio, sono contrari).
Il tuo esempio regge se applicato a un ambito teorico specifico, ad esempio
è giusto che siano i fisici nucleari a decidere con i metodi propri
dell'indagine scientifica se la QCD sia una teoria valida (e quanto lo sia)
delle interazioni forti, ma la scelta della poltica energetica non è un
ambito di esclusiva competenza di qualsivoglia categoria specifica di
intellettuali.
Saluti,
Aleph
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