GiulioII, Mon, 28 May 2007 22:28:02 GMT, ha scritto in it.media.tv su
Post by GiulioIIPost by FlaminiaPost by GiulioIIProprio oggi un figlioccio di quella generazione , tale Luxuria, ha
candidamente confessato "Battersi per un ideale sì, ma fare il
martire..." La dice tutta.
Se l'ha detto è un suo pensiero, quindi? E poi da cosa evinci che Luxuria sia "figlioccia" (io per lei uso il femminile) della
generazione sessantottina?
O magari sia nata e cresciuta dalla parte reazionaria e nostalgica di Foggia? Sto ahimé constatando che tendi drammaticamente a
fare di tutt'erba un fascio. Praticamente come sommare le pere con le mele, che come sai bene se hai studiato, non si può proprio.
Sta con Rifondazione comunista e non si rifà in qualche modo al sessantotto?
Tu hai una visione molto distorta del '68.
La politica, di sinistra o di destra, era un distintivo, ma non era lo
scopo.
La vecchia battuta "Il '68 è stato l'inserto satirico del '900" è molto
meno battuta di quanto si crede.
L'idea era quella di ricostruire una società, e l'ispirazione alle barbe
di Marx o di Nietzsche, era solo il mezzo.
Il comunista duro e puro di oggi, prendi un "giovanni" qui o un
Diliberto là, non c'entra molto col '68.
E' un discepolo di Marx e di Lenin, spesso con un infarinata di Gesù
(cfr. Bertinotti), che ha saltato a piè pari il '68.
Il '68 contava di seppellire la vecchia società con una risata, e il
rifondarolo d'oggi non ride e dubito abbia mai riso in vita sua.
Il comunista duro e puro moderno è un Savonarola, non un fricchettone.
Casomai quello di oggi è un comunismo figlio molto più delle Brigate
Rosse (ideologicamente, non delinquenzialmente, sia chiaro).
Comunque sia, il punto è che negli anni '70 si ***cercavano*** soluzioni
a dei problemi. Magari erano le soluzioni sbagliate, magari non avevamo
nemmeno capito quali fossero i problemi, e magari le condizioni al
contorno sono cambiate così repentinamente che prima di applicare le
soluzioni già erano cambiati i problemi.
Ma per Dio, nessuno si azzardi a venirmi a dire che non ci avevamo
provato e/o soprattutto che non ci avessimo ***creduto***.
E comunque sia, alle generazioni successive, dato che le cose tentate da
noi non hanno funzionato, cosa ha impedito di riprovarci, in un altro
modo? Nel "loro" modo, qualunque cosa questo significhi?
O forse ai ragazzi di oggi manca il tempo per pensarci, dato che devono
studiare le 314 pagine, scritte fitte, del manuale d'uso del telefonino?
Eppure, nei mesi di degenza di ospedale dopo l'incidente del sabato
sera, il tempo per riflettere non dovrebbe mancare, no?
E infine il punto principale (anche per eliken): sono assolutamente
stufo di sentirmi dire che i ragazzi di oggi sono i "nostri" figli.
Porca puttana! Io mio padre e mia madre li ho contestati in tutti i
modi! Con rispetto, ma le nostre discussioni provocavano l'arrivo dei
vicini che pensavano di trovare un quantitativo di cadaveri non
inferiore a due. Rinfacciavo loro di tutto: dagli operai sottopagati ai
terremoti in Australia. Tutto era colpa loro e della loro società di
merda, che col cazzo che accettavo. E mi rispondevano per le rime.
Ogni telegiornale era una ragione per fare una battaglia verbale da far
impallidire lo Sbarco in Normandia.
Mi davano da vivere, certo, e in cambio di una decente resa scolastica
che non ho mai messo in dubbio fosse mio preciso dovere.
Però dal punto di vista politico/intellettuale i nostri scontri erano
*epici*.
Se prendi un qualunque manuale di psicologia, scoprirai che il passo
fondamentale del passaggio dall'infanzia alla maturità è il parricidio
rituale. Io mio padre l'ho ammazzato, sepolto e ballato sulla sua
lapide.
Poi, da adulto vicino alla trentina, sposato e con una figlia, l'ho
riesumato e abbiamo passato gli ultimi anni della sua vita da grandi
amici e complici, e a lui ho chiesto e dato confronto e conforto, ma da
adulto ad adulto. E so che si chiedeva tra sé e sé come fosse possibile
che quello stronzo di 16-20 anni fosse dopotutto una persona niente
male.
Quindi mi sento di dire ai ragazzi di oggi: "non avete capito un cazzo".
Continuate pure a vivere nel nido (non mi parlate di costi della casa:
non è un problema di residenza fisica, bensì psicologica), a lamentarvi
che avete un mondo senza prospettive, e a compiacervi di aver attivato
l'opzione "Tribù" di TIM e pure vitaminizzata.
Good luck. You need it!
Cambierò idea su "questi" ragazzi quando chiamerò il 190 di Vodafone
(sostituire pure con qualunque altro collsenter siate costretti a
chiamare) e sentirò una voce sintetizzata dire "Vodafone, informazione
gratuita: a causa di uno sciopero imprevisto e di durata imprevedibile
dei nostri schiavi sottopagati, la invitiamo ad infilarsi su per lo
sfintere anale il terminale mobile. Non richiami perché anche la voce
elettronica che sta sentendo entrerà in sciopero fra tre secondi, due,
uno, tut-tuu tut-tuu tut-tuu...".
--
Roberto Rosoni