Post by Bruno CampaniniPost by GelsoMinoChe ne pensate dell'uso che i giornalisti fanno in questi giorni di
questa espressione: "Trump non intende concedere la vittoria"?
Lanciatevi pure nelle vostre considerazioni, se lo desiderate
naturalmente.
La vittoria è il risultato di una competizione fra più contendenti.
È una cosa che il vincitore deve guadagnarsi e che il contendente
può concedergli prima del termine della competizione (una partita,
a scacchi, una partita a tennis, etc).
Quando un contendente si guadagna la vittoria combattendo sino alla
fine del termine consentito, la controparte non ha proprio nulla da
concedere, può solo riconoscere la vittoria dell'avversario.
Trump non solo non concederà la vittoria, nemmeno la riconoscerà,
stante che ha dichiarato di contestasrla.
Partita a scacchi.
Due contendenti.
Il contendente A vede che l'altro ha iniziato una
sequenza di mosse che nel giro di pochi turni lo
esporra' ad uno scacco matto praticamente sicuro.
Il contendente A valuta che il contendente B sappia
il fatto suo e quindi e' altamente propbabile lo
scacco matto.
Per tanti motivi (da un sentimento di ammirazione o
rispetto a quell'opposto per evitare che l'avversario
rimarchi con enfasi, o peggio con toni umilianti,
la sua vittoria ... il ventaglio di motivi e
sentimenti umani e' ampio quanti sono gli uomini sulla
Terra), il contendente puo' decidersi al gesto di
adagiare il Re di fianco. Questa e' il significato di
"concedere la vittoria".
Il sistema elettorale della scelta del Presidente degli
Stati Uniti e' un complicato sistema ad ostacoli, che
termina al Congresso (che ha l'ultima parola, potendo
anche delegittimare gli "Elettori") quest'anno termina
il 14 Dicembre 2020.
Anche senza l'accusa di brogli, se uno stato non riesce a
scegliere tra i due (quando i contendenti sono due) gruppi
di "Elettori", inizia un complicato processo per individuare
a chi assegnare quei voti. E in queste elezioni abbiamo
svariati stati in bilico o semplicemente che ancora non
hanno terminato il processo elettorale: Alaska (pare per
il candidato Trump in modo schiacciante), Arizona (+0,5%
per Biden, circa 20'000 voti), Carolina del Nord (+0,4%
per Trump, circa 70'000 voti), Georgia (+0,2% per Biden,
circa 10'000 voti).
Nel paragone scacchistico, il sig.Biden pare ormai lanciato
verso la vittoria, ma e' possibile, in modo del tutto
legittimo (ovvero "previsto dalla legge"), anche se molto
improbabile, che, sorpresa, sorpresa, il 20 gennaio 2021,
a giurare sia il sig.Trump. L'annuncio del sig.Trump di
"concedere la vittoria" significherebbe la fine delle
ostilita', un armistizio proposto dal perdente esattamente
come lo scacchista che concede la vittoria prima che le
mosse siano completate (e teoricamente, anche a fronte di
uno scacco matto sicuro, il presunto vincitore puo' fare
un errore sbadato).
Il rifiutarsi di concedere la vittoria, non solo non e'
scandaloso (come invece, continuando una propaganda
sgradevole, trattandosi del capo di stato uscente di una
potenza straniera, di denigrazione di ogni aspetto della
persona del sig.Trump - e notare che lo accusano di
mancanza di diplomazia, nel momento che dimenticano la loro
di diplomazia), ma e' un diritto del contendente, che puo'
ben volere vedere fino all'ultima mossa, se l'avversario
e' veramente in grado di arrivare allo scacco matto.
Altra cosa e' invece il "non riconoscere" la vittoria, che
invece tocca la faccenda delicata di presunti brogli
elettorali. Il problema per il sig.Trump e' che non basta
l'evidenza che il sistema di voto postale come concepito
si presta a numerosi modi per essere falsificato e
manipolato, ma occorre la prova che cio' sia effettivamente
avvenuto. Ovvero, il sig.Trump ha ragione ad eccepire sul
tipo di voto (anche il votare 45 giorni prima, significa
che forze nuove non avranno alcuna probabilita' di riuscire
a fare cambiare idea agli elettori, eppure sappiamo che le
persone piu' intelligenti, possono entrare nella campagna
elettorale con un convincimento, e alla sua fine, votare
in modo diverso), ma questo e' motivo per cambiare la legge
(avrebbe dovuto tentare prima, nonostante la minoranza nella
Casa dei Rappresentanti, almeno avrebbe potuto affermare che
aveva provato a cancellare un tale improprieta' democratica),
ma non per invalidare un risultato, una volta che le
votazioni (appunto, 45 giorni fa) sono iniziate.
E non basta la prova che sia avvenuto, ma anche che il numero
di voti coinvolti sia tale da rovesciare il risultato.
In conclusione, per non avere "concesso vittoria" e per
"non riconoscimento" dei risultati di svariati stati, il
sig.Biden oggi e' come il giocatore di scacchi che sta
per fare scacco matto (in tre mosse, per essere precisi :-)
ma non ha ancora queste tre fatidiche mosse.
Una stampa preponderante si e' schierata contro il sig.Trump,
fin dal primo giorno di investitura, e oggi, pare con un
sentimento misto di sollievo ed esasperazione, e' pronto per
dare il sig.Trump come finito.
Nel 1876, sia il democratico, sia il repubblicano avevano
dichiarato vittoria. Il democratico vantava 184 voti,
il repubblicano 165 voti, e c'erano 20 voti ancora da
definire di 4 stati (lo stesso numero di oggi).
La questione si risolse, con un accordo tacito tra i
membri del Congresso, di cui non troverete mai alcun
documento scritto, nel marzo del 1877. E sapete chi era
il Presidente al giuramento ? Quello repubblicano, dato
per spacciato. La cosa interessante e' che i democratici
avevano piu' voti alla Camera dei Rappresentanti, come
oggi. Quindi, i giornalisti (piu' che altro
propagandisti, che distributori di informazione), sarebbe
meglio si studiassero meglio la storia degli Stati Uniti.
Il motivo per cui il sig.Trump dovra' subire uno scacco
matto e' che il fronte democratico e' compatto contro di
lui, ed e' quello repubblicano ad essere frazionato
(i politici di mestiere repubblicani non sopportano
l'ingerenza populistica del sig.Trump nei loro affari).
Ma di questo avremo la certezza solo quando il sig.Biden
nominera' qualche repubblicano di spicco nello staff della
Casa Bianca, e la delibera finale del Congresso il 14 dicembre.
Oggi ho visto una intervista interessante, dove una persona
di colore ("nero", per capirci), un politico importante,
ha osservato che non si puo' deridere come fatto del sig.Trump
del suo esercizio del diritto di "vederci chiaro", e solo
quando tutto il procedimento e' terminato, ad esempio, con
la conclusione che le richieste di Trump siano state fallaci,
se allora, ancora il sig.Trump insistesse, si puo' trarre
conclusioni poco positive sulla persona. Invece lui oggi sta
semplicemente esercitando un suo legittimo diritto ed e'
spiacevole vederlo contestato solo per questo, solo per non
volere concedere la vittoria (che non e' dovere, aggiungo
io). Quel politico non era un repubblicano.
Ricapitolando, ecco le scadenze (invalicabili):
8 dicembre 2020: e' la data limite per cui ogni stato possa
consegnare al Congresso una decisione
univoca - se la data viene superata, ogni
delibera successiva degli stati e' nulla,
ormai la materia del contendere e' in mano
al Congresso (il testo della legge dispone
che gli stati devono chiudere ogni questione
entro 6 giorni dalla assemblea degli "Elettori",
che essendo il 14, significa 14-6 = 8
14 dicembre 2020: assemblea degli "Elettori" in cui formalmemente
dichiarano il loro voto (ovviamente solo gli
"Elettori" sanciti dai rispettivi stati, quindi,
quest'anno, l'assemblea potrebbe essere formata
da meno dei 538 componenti previsti)
23 dicembre 2020: data entro cui gli "Elettori" devono consegnare
il responso al Presidente del Senato (che e'
la carica doppia che coincide con quella del
Vice-Presidente degli Stati Uniti)
6 gennaio 2020: il Congresso (Casa dei Rappresentati + Senato)
delibera sull'operato degli "Elettori" e
dirime ogni residuo contenzioso dei stati che
non sono arrivati ad un risultato (che
potrebbero essere i quattro o meno dei citati)
20 gennaio 2020: il Presidente come deciso dal Congresso, presta
giuramento e assume i pieni poteri (e il famoso
"pulsante" ... che ora e' ancora sotto il dito
del sig.Trump).
Come mai nessun giornale o televisione italiana oggi spiega queste
cose, che con una elezione cosi' risicata, sono diventate
importanti ? Ed invece si danno a pazzi festeggiamenti ?